Le
Gualchiere di Remole si trovano nel Comune di Bagno a Ripoli e sono un esempio
dell’archeologia pre-industriale del Medioevo, fonte di quelle ricchezze
dell’Arte della Lana che finanziarono la Firenze del Rinascimento. Da più di un
decennio sono state inserite nel piano dei beni alienabili del Comune di
Firenze che ne è il proprietario.
Nessuno in
questo decennio si è fatto avanti per acquisirle e la Cassa Depositi e
Prestiti, una sorta di banco dei pegni dei beni pubblici, poco meno di un anno
fa ne ha rifiutato il pegno.
Dopo questo
fatto il Comune di Firenze ha “ri-parcheggiato” il bene tra quelli alienabili
ma è apparso chiaro a tutti che c’era una maggiore volontà di sbarazzarsi di
questo bene.
Così tutta
una comunità, per evitare che le Gualchiere venissero semplicemente vendute
insieme ai loro oltre 700 anni di storia, ha cominciato organizzarsi e ha fatto
sentire la propria voce.
La levata di
scudi ha coinvolto varie associazioni e comitati, la scuola, parti dell’UNESCO
e persino questo Circolo VieNuove, non per caso dell’oltrarno, che ha colto il
senso estremamente grave della scelta che il Comune stava facendo.
In occasione
del G7 della Cultura gruppi di cittadini hanno cercato di coinvolgere il
Principe Carlo d’Inghilterra notoriamente sensibile al recupero di
testimonianze di arti e mestieri del passato. Il Sindaco Nardella gli indirazzava
non più di due mesi fa una missiva invitandolo
a essere protagonista insieme ai Comuni interessati e lo stesso Unesco, di una
task force per recuperare le Gualchiere di Remole.
Fulmine a
ciel sereno è apparso quindi il bando d’asta che il Comune di Firenze ha emesso
un mese fa per vendere le Gualchiere a soli 2,2 ML semplicemente al miglior
offerente.
Il rischio è
che così facendo il bene possa cadere nelle mani di un acquirente qualsiasi.
Chi sa che alla
fine non spunti un altro arabo a togliere le castagne dal fuoco e farne quello
che vuole al di là di ogni regolamento urbanistico con il ricatto di salvarne
almeno le mura. Ma sarebbe vera salvezza?
Le
Gualchiere di Remole non sono solo i resti materiali di una grande storia, sono
la testimonianza della ricca economia fiorentina del ‘3-‘400. Sono un’affascinante
struttura di archeologia industriale collocata nello splendido scenario della
valle dell’Arno e dotata di uno straordinario sistema idraulico ancora in grado
di produrre energia con la forza dell’acqua. Le Gualchiere sono (o meglio sono
state fino a pochi anni fa) un luogo di vita, lavoro e socialità. Hanno
ospitato anche in anni recenti residenze sociali, scuole, mulini di cereali,
artisti... Raccontano storie di associazioni, di scioperi, di conflitti
sociali, di istruzione. E questa ricchezza sociale e identitaria deve essere
conservata, anzi ricostruita, insieme alle infrastrutture idrauliche per usi
oggi possibili.
La conferenza di oggi vuole mettere in primo piano la
necessità che l’amministrazione fiorentina di concerto con il Comune di Bagno a
Ripoli, individui le funzioni che potrà ospitare, attraverso un progetto di
iniziativa pubblica che restituisca al luogo la dignità della sua e nostra
storia realizzando un progetto articolato su un mix di funzioni tra loro
complementari.
Riteniamo che ciò possa venire e realizzato
eventualmente da un corrispondente mix di privati.
Non sarà certo con un’asta per la vendita al miglior
offerente dell’intero complesso – vincolato solo da previsioni urbanistiche
generiche e facilmente modificabili con un inchino al potente di turno – che
risorgeranno le Gualchiere.
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