Associazione Ambientalista a carattere volontario ed apartitica, che si configura quale associazione di fatto. Essa non ha alcuna finalità di lucro. L’area di svolgimento delle attività dell’Associazione è delimitata ai comuni della Valdisieve.

EVENTI 2

  • LABORATORIO RIUSO E RIPARAZIONE A LONDA 

Le attività e aperture del Laboratorio di Riparazione e Riuso di Londa 
sono il mercoledì e il sabato pomeriggio.

venerdì 21 novembre 2025

Comunicato Stampa: Verso la piena ripubblicizzazione della gestione del servizio idrico nella Conferenza Territoriale 3 Medio Valdarno: cambiare direzione di marcia è possibile!

COMUNICATO STAMPA

Mercoledì 19 novembre, i Sindaci dei Comuni facenti parte della Conferenza Territoriale n. 3 Medio Valdarno (ambito riconducibile ai territori delle province di Firenze – escluso l’empolese – Prato, Pistoia e ad una parte della provincia di Arezzo) hanno compiuto un passo importante.
Chiamati a deliberare sull’affidamento del servizio idrico nel territorio indicato hanno deciso di:
1) sospendere la gara a doppio oggetto deliberata nel luglio del 2023, gara che prevedeva la prosecuzione della gestione mista pubblico-privata (con previsione di una quota pari al 30% del capitale del futuro soggetto gestore affidata a privati);
2) esprimere una chiara preferenza a favore della gestione in house: nella premessa della delibera approvata ieri i Sindaci affermano che rispetto a quanto deliberato al tempo della costituzione della Multiutility “ritengono sia maturata la possibilità di verificare nuovi indirizzi”, opzione che consente di “riconsiderare altre forme di gestione del servizio idrico integrato rispetto a quella prescelta con la delibera” del luglio 2023;
3) considerare “prioritario garantire un pieno controllo pubblico nella gestione del servizio idrico integrato non solo per il tramite dell’Autorità Idrica Toscana, ma anche all’interno della compagine azionaria del f uturo gestore del servizio stesso”, rilevando come tale esigenza risulti “primariamente soddisfatta nel caso di affidamento del servizio idrico integrato a una società interamente pubblica cosiddetta in house”;
4) dare mandato alla struttura dell’Autorità Idrica Toscana “di effettuare gli approfondimenti tecnici relativi alla suddetta forma di gestione in house” entro il 31 marzo 2026;
5) disporre la proroga tecnica dell’affidamento del servizio a Publiacqua fino al 31 dicembre 2026.
Il passo compiuto è importante perché inverte chiaramente e decisamente la direzione di marcia. Quella intrapresa da questo momento è la direzione a lungo invocata da un’ampia rete di movimenti, comitati, associazioni e cittadine/i: è la via che riporta la gestione del servizio idrico sotto il controllo pubblico - attraverso la gestione in house - e la sottrae agli appetiti di chi ambisce ad accumulare profitti facili grazie alla gestione di un monopolio naturale.
Sappiamo bene che la delibera di mercoledì 19 non è la fine di un percorso, ma l’inizio.
Il percorso tracciato dalla delibera approvata dovrà essere seguito con attenzione e vigilanza: servirà quindi la stessa passione civile che ha reso possibile la mobilitazione di persone, comitati, associazioni, sindaci e amministratori per dire no alla marcia della Multiutility verso la Borsa. Ma oggi possiamo dircelo: la strada è finalmente quella giusta.

martedì 4 novembre 2025

OSSERVAZIONI al Piano Faunistico Venatorio della Regione Toscana


Ultimamente assistiamo a continui tentativi di "agevolare" il mondo venatorio in tutti i modi possibili, come attraverso il DDL di modifica della L. 157/92 sulla caccia e, adesso, il Piano delle regione (Piano che ogni regione deve avere, ma che dovrebbe anche tutelare i cittadini non cacciatori, dovrebbe spingere a far rispettare i divieti della legge stessa, dovrebbe tutelare la biodiversità e la fauna selvatica). 
In questo caso ci sembra di capire, attraverso i testi che ci sono giunti da altre associazioni e che noi condividiamo, che il PFVT sia per certi versi un anticipo del cosiddetto DDl Lollobrigida!

Vogliamo qui elencare i punti (in blu) sollevati dal WWF-sez. Livorno, che ci sembrano una sintesi perfetta delle problematiche che emergono da questo PIANO:

  • Nei fatti non aumenta di 1 mq la quota di territorio regionale destinata alla protezione della fauna selvatica, attualmente corrisponde al 23.0% e su queste basi non vediamo come sia possibile raggiungere entro il 2030 la quota del 30% indicata dalla Strategia Europea per la Biodiversità.
  • Non è prevista nessuna azione di tutela delle specie in difficoltà, peraltro, tra le altre, viste le criticità, almeno per moriglione, moretta, pavoncella, combattente, tortora selvatica, allodola, andrebbe disposto il completo divieto di caccia.
  • Al contempo si tende a nascondere gli impatti della caccia magnificando fantomatici effetti positivi. Paradossalmente si arriva a descrivere gli appostamenti fissi di caccia come “oasi di biodiversità” ed a compiacersi del fatto che sul nostro territorio regionale ve ne sono così tanti snellendo peraltro l’iter autorizzativo degli stessi. Riferendoci in particolare ai Palmipedi e ai Trampolieri è sempre importante ribadire come tali strutture abbiano senza alcun dubbio un impatto rilevante.
  • Non è previsto niente nemmeno per migliorare lo stato di tutela dal punto di vista faunistico delle aree Natura 2000, pur se non in divieto di caccia. Per comprendere quale sia il carico dell’attività venatoria su queste aree, che sono state individuate come aree di importanza comunitaria per la conservazione della biodiversità, si pensi che vi insistono addirittura 1830 appostamenti fissi di caccia. Riferendoci ad alcune aree specifiche di grande valore come il Padule di Fucecchio ed il lago di Massaciuccoli da un lato inevitabilmente sono evidenziate come criticità “l’intensa attività venatoria e l’insufficiente livello di controllo” ma al contempo nessuna relativa azione e prevista nelle misure di mitigazione. Riteniamo inadeguata anche la sezione dedicata alla “Valutazione di Incidenza” relativa allo stato di conservazione dei Siti Natura 2000 così come quanto previsto nei “valichi montani”, aree cruciali per l’avifauna migratoria.
  • Si esprime come Associazione totale contrarietà ad ipotesi di piani di controllo numerico della popolazione del Lupo, sia pur eventualmente resi normativamente possibili dal processo di declassamento dello stato di protezione della specie, attualmente in corso. Il controllo con abbattimenti è infatti metodica assolutamente inadeguata ad affrontare le situazioni di "conflitto" fra Lupo e attività umane, che devono essere gestite con la prevenzione e non con la repressione. Tale metodica crea infatti destabilizzazione a livello della territorialità e dei meccanismi di branco di questa specie, che possono aumentare piuttosto che ridurre il conflitto. La specie, inoltre, ha un fondamentale ruolo ecologico nel controllo delle popolazioni di ungulati per il quale invece viene sostanzialmente indicato il solo prelievo venatorio che, come sappiamo, ne è stato il motivo di origine primo. Tale modalità in questi anni, nonostante la Regione Toscana abbia progressivamente aumentato in modo esponenziale le possibilità e modalità di prelievo si è chiaramente dimostrata incapace di risolvere il problema. Il nuovo PFVR dovrebbe invece promuovere maggiormente da una parte, ed in primis, la prevenzione e dall’altra, laddove ve ne sia effettiva necessità, l’utilizzo di metodiche alternative come le catture, che in particolare per il cinghiale hanno dimostrato in più realtà la loro efficacia, e anche esperimenti di sterilizzazione. Insistere sull’abbattimento con il fucile come sostanziale unico mezzo di gestione condanna la nostra realtà territoriale a vedere immutata la problematica che si dice di voler affrontare, con le sue conseguenze su colture agricole, biodiversità, incidenti stradali.
  • Ulteriori modifiche che riterremmo necessarie riguardano il divieto dell’utilizzo di richiami vivi, la “caccia in tana” della Volpe, la riduzione degli orari e delle giornate di caccia, il divieto del munizionamento a piombo sul tutto il territorio.
Dobbiamo anche concordare sul loro commento finale, che è questo: 

Nel complesso dobbiamo constatare come il provvedimento proposto sarebbe più correttamente da nominarsi PIANO VENATORIO REGIONALE piuttosto che Piano Faunistico-Venatorio Regionale. Senza provvedimenti forti, la nostra fauna selvatica continuerà a soffrire in modo sempre più grave, con popolazioni sempre più in difficoltà a causa di un impatto abnorme del prelievo venatorio che va ad aggiungersi alle altre problematiche, quali la degradazione e depauperazione degli ambienti naturali, i cambiamenti climatici, l’agricoltura intensiva, ecc.

Qui trovate invece le nostre osservazioni:

1- Osservazioni al Piano Faunistico Venatorio RegionaleToscano 2024–2033

2- Ulteriori Osservazioni ai sensi dell'articolo 19 della l.r. 65/2014 sul Piano faunistico venatorio regionale “PFVR”

mercoledì 29 ottobre 2025

Comuinicato Stampa - Il caso Publiacqua e la proposta Funaro: così si impedisce l’acqua davvero pubblica

Dalle dichiarazioni della sindaca di Firenze Sara Funaro emerge la proposta di far acquistare ad Alia-Plures le quote del socio privato di Publiacqua per una cifra stimata tra 100 e 150 milioni di euro.

Un’idea che, dietro l’apparenza di una “ripubblicizzazione”, rischia in realtà di rendere impossibile qualsiasi futura gestione pubblica in-house, l’unica forma che la legge riconosce come realmente pubblica e controllata dai Comuni.

Se le quote venissero acquisite da Alia-Plures, la società risulterebbe sì interamente pubblica nella composizione azionaria, ma non nella natura: si tratta infatti di una holding finanziaria strutturalmente incompatibile con la gestione in-house e tuttora orientata alla quotazione in Borsa dopo il 2029, come dichiarato dallo stesso management di Alia.

Si tratterebbe dunque di un passaggio solo formale, funzionale non alla ripubblicizzazione, ma al rafforzamento della Multiutility in vista della futura quotazione, operazione contraria rispetto alle dichiarazioni del presidente Giani che si è recentemente dichiarato favorevole alla fuoriuscita dell’acqua dalla società Plures per la realizzazione di gestioni in house.

È invece chiaro che devono essere i Comuni, come previsto dal mandato della società, a procedere alla liquidazione del socio privato.

Solo una volta conclusa questa fase e verificati i valori reali, i Comuni – riuniti nell’Autorità Idrica Toscana – potranno finanziare direttamente l’operazione, utilizzando i fondi provenienti dagli utili della gestione idrica, senza alcun impatto sulle bollette.

Non si tratta di un’operazione impossibile: Publiacqua ha distribuito negli anni oltre 400 milioni di euro di dividendi, e questo dimostra che la società e la futura gestione pubblica dell’acqua avranno tutta la solidità economica necessaria per sostenere la liquidazione del socio privato.

Prima però è indispensabile una valutazione indipendente e trasparente, una vera due diligence che consenta di accertare il valore effettivo delle quote.

Le cifre oggi circolate – con differenze di circa 50 milioni di euro tra una stima e l’altra – dimostrano che siamo di fronte a valutazioni fatte “a braccio”, non a un’analisi seria e documentata.

E proporre ai cittadini un’operazione così confusa e contraddittoria, spacciandola per un passo verso l’acqua pubblica, è un’offesa per tutti coloro che da anni chiedono trasparenza e continuano a pagare le bollette tra le più alte d’Italia.

La verità è che la proposta Funaro riprende alla lettera i passaggi previsti dal piano industriale di Alia-Plures fin dal momento della sua costituzione: prima acquisire la proprietà diretta delle società che gestiscono acqua, rifiuti ed energia, e poi procedere alla quotazione in Borsa.

È esattamente questo il percorso che si sta portando avanti, e che non ha nulla a che vedere con la ripubblicizzazione dell’acqua, ma piuttosto con la sua piena integrazione nella Multiutility.

Per questo, la proposta della sindaca Funaro non può essere né accettata né appoggiata da chi ha realmente a cuore la gestione pubblica del servizio idrico.

Non è un’operazione seria, né sul piano economico né su quello politico: è un passaggio funzionale a consolidare il controllo della Multiutility e impedire per sempre la gestione in-house dell’acqua, l’unica che garantirebbe un controllo diretto, pubblico e trasparente da parte dei Comuni e dei cittadini.

Rete toscana per la tutela dei beni comuni

info@retetoscanabenicomuni.it

INTERVISTA di Marco Cardone (Rete Toscana per la Tutela dei Beni Comuni e  Forum Toscano dei Movimenti per l’Acqua): La posizione della Rete Toscana per la Tutela dei Beni Comuni in merito alle dichiarazioni della sindaca di Firenze sulla ripubblicizzazione dell’acqua.
“Devono essere i Comuni, come previsto dal mandato della società, a procedere alla liquidazione del socio privato”. ASCOLA A QUESTO LINK: 
https://www.controradio.it/podcast/il-caso-publiacqua-e-la-proposta-funaro-cosi-si-impedisce-lacqua-davvero-pubblica/


venerdì 8 agosto 2025

Se ne va il "Padre" della Legge Quadro sui Parchi Nazionali e sulle altre Aree Naturali protette, l'Avv. Gianluigi Ceruti.

Purtroppo dobbiamo dare una triste notizia perchè ci hanno comunicato che l'Avv. Ceruti ci ha lasciato.

Gianluigi Ceruti lo abbiamo conosciuto durante le varie fasi dei ricorsi al TAR per l'inceneritore di Selvapiana, assieme a tutto il team di avvocati di Firenze. Da allora siamo riusciti a portare avanti dei progetti a lui cari, come, in vista dei finanziamenti del PNRR, questa PROPOSTA AL GOVERNO ITALIANO DI PIANO PLURIENNALE DI MANUTENZIONE DEI BENI PUBBLICI , DEI BENI AMBIENTALI E CULTURALI ANCHE PRIVATI AI FINI DEL RECOVERY PLAN. Con contributi di importanti relatori sui temi a lui cari, sull'Ambiente. Questa raccolta di pensieri la trovate in PDF QUI.  

Nel 2019 invece avevamo contribuito nel raccontare la nostra vicenda sull'inceneritore di Selvapiana, poi inserita in un suo libro insieme ad altre storie che, in qualche modo, rappresentano anche le sue VITTORIE sul piano ambientale. 

Il libro si intitola: "L'Avevamo detto", con presentazione del giornalista Salvatore Giannella, e fu presentato a Villa Poggio Reale a Rufina il 28 settembre 2019 (qui le foto e il video integrale su youtube). 

Solo qualche giorno fa ci eravamo sentiti perchè interessato a far avere un libro, a cui teneva molto, ad una libreria di Firenze, in quanto, come direttore di una collana editoriale della casa editrice Agorà Factory, stava per pubblicare questo libro monografico su Castagneto Carducci recante firme importanti e temi di grandissimo interesse.

Le Associazioni Valdisieve e Vivere in Valdisieve si stringono in un caloroso abbraccio ai familiari e ai suoi collaboratori, porgendo le nostre più sentite condoglianze. 

Un grazie invece a Gianluigi Ceruti per il suo contributo sulle tematiche in difesa dell'Ambiente e del Paesaggio che lo hanno accompagnato dagli anni 80 fino ai giorni nostri. 

Curricolum

* La foto lo ritrae, con alle spalle Maria Rita Signorini (di Italia Nostra, della quale associazione è stato anche Vice Presidente nel decennio 1980/90), durante la presentazione del suo libro a Villa Poggio Reale a Rufina.  

martedì 29 luglio 2025

RACCOLTA FIRME PER IL REFERENDUM CONSULTIVO SULLA SANITÀ TOSCANA

DIFFONDIAMO LA NOTIZIA SULLA RACCOLTA DI FIRME. DAL BLOG DI ALTERNATIVA COMUNE DI PONTASSIEVE. (https://alternativacomunepontassieveblog.blogspot.com/2025/07/raccolta-firme-per-il-referendum.html)

Il gruppo di Alternativa Comune Pontassieve aderisce alla campagna di RACCOLTA FIRME per il REFERENDUM CONSULTIVO SULLA SANITA'.

Occorrono 35.000 firme entro l'ultima settimana di SETTEMBRE

I MODULI sono stati consegnati in comune a Pontassieve.

PER FIRMARE BASTA RECARSI ALL'UFFICIO URP DI PONTASSIEVE 

  • TUTTE LE MATTINE DAL LUNEDI' AL SABATO

DALLE ORE 8.30 ALLE ORE 12.30 

  •  MARTEDI' E GIOVEDI' 

ANCHE DI POMERIGGIO DALLE ORE 15.15  ALLE ORE 17.45.  

Qualche informazione sul Referendum. 

Comunicato ufficiale dei promotori

Sono passati 10 anni da quando fu approvata la RIFORMA del Servizio Sanitario Regionale in TOSCANA, legge 84/2015 (da noi definita SCHIFORMA).
Quella Riforma noi la contestammo democraticamente e fortemente e mai avremmo pensato che la partecipazione dei Cittadini venisse offesa e vituperata impedendo lo svolgimento del REFERENDUM Abrogativo. In Toscana, già patria della civiltà democratica, subimmo e vivemmo la stagione buia dello strapotere politico.

Eppure non occorreva essere profeti per prevedere le sventure che si sarebbero verificate. Purtroppo.
Da subito contestammo l’idea fondante e  cioè che “riducendo il numero delle Asl e concentrando in poche mani i livelli di programmazione, direzione e gestione si potessero ottenere risparmi economici, miglioramenti dell’efficienza e della qualità dei servizi”. Questa idea non trovava riscontro nella realtà perché le esperienze nazionali e internazionali dimostravanono che – nove volte su dieci – le macrofusioni organizzative in sanità producevano l’effetto contrario: facevano aumentare i costi e riducevano l’efficienza e la qualità dei servizi”.
Altra critica formulata riguardava “il gigantismo organizzativo” che in sanità non paga: aumenta la complessità organizzativa e finanziaria, diminuisce la capacità di controllo sul funzionamento dei servizi e aumentano le distanze tra il livello decisionale e la partecipazione democratica, e si riducono quasi a zero le possibilità di influenza dei sindaci e delle comunità locali.
Nel complesso lunghi tempi di attesa associati a ticket particolarmente costosi “producono migrazioni di massa verso il settore privato, soprattutto se questo mette sul mercato prestazioni low cost. Anche questo era un effetto – e un obiettivo (non dichiarato) – del definanziamento del servizio sanitario pubblico. ll mix che porta alla privatizzazione ha naturalmente costi sociali elevati, rappresentati dalle persone che rinunciano a prestazioni sanitarie o all’acquisto di farmaci a causa di motivi economici o carenze di strutture di offerta”.
Ed oggi purtroppo, ripeto, purtroppo il sistema è andato in progressiva sofferenza. Lunghi tempi di attesa, liste chiuse, difficoltà di accesso per motivi economici o di residenza. Desta vergogna pensare che 220.000 cittadini toscani rinunciano alle cure per motivi economici.  

Dopo 10 anni è tempo di verificare l’attuazione della legge di riforma del 2015. Chiediamo e ci chiediamo:
- Ha migliorato il Servizio Sanitario Regionale?
- Le AUSL di Area Vasta hanno semplificato o complicato la gestione?
- I Presidi Ospedalieri hanno migliorato o peggiorato la capacità di ricovero? 
- I tempi di attesa per un ricovero programmato sono aumentati o diminuiti?
- Il numero dei posti letto ospedalieri sono aumentati o diminuiti?
- I tempi di attesa per prestazioni di diagnostica e specialistica sono aumentati o ridotti?
- Gli Ospedali periferici/zone disagiate/di zona sono stati potenziati o ridimensionati?
- Il Pronto Soccorso dei Presidi Ospedalieri garantisce una migliore risposta o è peggiorato?
- Sono state attivate le Case della Salute/Comunità con tutti i servizi socio-sanitari previsti? 
- Le posizioni dirigenziali/ dipartimentali/struttura/professionali sono aumentate o ridotte?
- Il territorio è stato valorizzato?
- Le risorse sono state redistribuite tenendo conto delle realtà periferiche?
- I Sindaci riescono a indirizzare la programmazione socio-sanitaria in area vasta?
- II Bilancio regionale della sanità dal 2015 ad oggi ha registrato economie di scala oppure disavanzi con obbligo di tassazione aggiuntiva? 
- Le prestazioni richieste in libera professione sono aumentate o ridotte?
- Il ricorso al Privato è aumentato o ridotto? 
- Il ricorso a rapporti atipici (tipo a gettoni) ha influito nella qualità assistenziale?
- Nel campo della Prevenzione (Igiene e sicurezza luoghi di lavoro, Alimenti, veterinaria ecc.) ci sono stati miglioramenti?

A nostro modo di vedere, complessivamente, il SERVIZIO SANITARIO REGIONALE è peggiorato. La Legge che ha imposto le Aree Vaste ha fallito. Non c’è giorno che non vengano denunciate carenze organizzative:
1) Elba.  Forse è anche un optional avere all’Elba un cardiologo fisso che in caso di urgenza potrebbe salvare la vita?
2) Massa. “devo prenotare un esame per mio padre per il prossimo Settembre/Ottobre presso il NOA di Massa ma la lista è chiusa.
3) Livorno. “Siamo alla follia nel mese di gennaio all'ospedale di Cecina è stato sospeso il servizio ambulatoriale della terapia del dolore, i malati non riescono ad avere appuntamenti nei tempi previsti per rinnovare piani terapeutici”
4) Empoli. Peggiora la situazione del Pronto Soccorso 
5) Lucca. Pronto Soccorso Odissea nello strazio. Turni infernali
6) Grosseto. Si sente male in Ospedale: mezz’ora per soccorrerla
7) Prato. Caos Emergenza, Per CGIL il sistema è sbagliato
8) Pistoia. Ospedale Caos. Ricoveri Impossibili
9) Arezzo. I Sindaci sulla nomina del D.G. “Non possiamo esprimere alla Conferenza nessun parere perché il messaggio che la Regione ci ha dato è stato chiaro: nella sostanza il nostro consenso è irrilevante.”

Quando interpelli gli Operatori Sanitari ricevi conferme del disastro provocato dalla SCHIFORMA:
- l’accorpamento ha allungato eccessivamente le linee gestionali, emarginando i territori;
-  la creazione di dipartimenti multi provinciali ha creato strutture così grandi da influire negativamente sulla gestione rendendo impossibile una reale partecipazione degli operatori;
- alla fine gli organismi di partecipazione dei professionisti (consiglio dei sanitari, ufficio di direzione) sono stati esautorati ed il potere è stato concentrato nella triade di vertice, escludendo rappresentanti dei territori e dei professionisti;
- Sotto il profilo economico i presunti risparmi derivanti dalla concentrazione sono stati riassorbiti dalle strutture di controllo necessarie alla gestione di macroaziende.

                            Per questo siamo tornati 
e proponiamo un REFERENDUM CONSULTIVO per dare ai Cittadini la possibilità di esprimersi democraticamente.
                                                             
 QUESITO REFERENDARIO 

“Siete favorevoli alla proposta volta a rivedere l’attuale assetto del Servizio Sanitario Regionale incentrato in tre Aziende Unità Sanitarie Locali (AUSL) di area vasta, come previsto dalla legge regionale toscana n. 84/2015 (“Riordino dell'assetto istituzionale e organizzativo del sistema sanitario regionale. Modifiche alla l.r. 40/2005”), al fine di assicurare una maggiore diffusione delle AUSL sul territorio, organizzandole su base provinciale?”
 
Ciò al fine  di garantire un piu’ efficace coinvolgimento delle comunità  locali necessario per una migliore analisi dei bisogni e delle esigenze dei cittadini toscani, nonché una piu’ adeguata e coerente risposta organizzativa, gestionale e socio- assistenziale  in particolare sulle liste di attesa, ricoveri e accesso al pronto soccorso.

Per il Comitato Promotore
Giuseppe Ricci - Eva Giuliani - Oreste Giommoni 


QUI elenco aggiornato di tutti i comuni dove si può firmare

QUI, RELAZIONE ILLUSTRATIVA per saperne di più. 

lunedì 28 luglio 2025

LETTERA agli amministratori della Regione Toscana: “Acqua pubblica”: chiarezza su cosa significa e quale modello propone per la Regione

Al Presidente della Regione Toscana Eugenio Giani

Signor Presidente,
Abbiamo letto con attenzione le Sue recenti dichiarazioni pubbliche, in cui ha indicato l’acqua
pubblica
 come uno dei pilastri fondamentali della Sua candidatura e della futura azione di governo
della Regione Toscana.
Le chiediamo, con la massima chiarezza e trasparenza, di specificare cosa intende concretamente per “acqua pubblica”, perché acqua pubblica non significa semplicemente che i soci delle società di
gestione siano solo Comuni o enti pubblici: questo di per sé non garantisce affatto la realizzazione
dell’interesse collettivo né la tutela dei cittadini.

Acqua pubblica significa:
• Gestione interamente pubblica,
• Controllo diretto e “analogo” sulla società da parte dei Comuni soci
• Assenza di scopo di lucro (né per i gestori, né per i Comuni soci),
• Servizio erogato nell’esclusivo interesse sociale,
• Utilizzo integrale delle risorse a beneficio del servizio e dei cittadini (non per la produzione di utili
da redistribuire come dividendi ai Comuni),
• Governo democratico e partecipato (tutela delle minoranze con il voto capitario: una testa, un voto,
non una quota di capitale, per evitare che i Comuni maggiori impongano le proprie scelte a
discapito dei più piccoli e degli utenti),
• Massima trasparenza e controllo sociale.

Tutto ciò oggi è possibile solo attraverso la gestione “in house providing”, come la normativa
nazionale ed europea prevede per i servizi pubblici essenziali
, dove la società di gestione opera senza
fini di lucro, sotto il controllo diretto degli enti pubblici, con una politica degli utili indirizzata al
massimo contenimento dei costi per l’utente ed al miglioramento del servizio.

Chiediamo quindi pubblicamente:
Lei intende promuovere e attuare un vero modello di gestione in house, che rispetti questi principi e
riporti l’acqua fuori dalle logiche di mercato e di profitto, oppure si continuerà con il modello attuale,
che è solo un paravento di “gestione pubblica” formale, dove i Comuni restano soci unici ma sfruttano
le tariffe dei cittadini per ottenere utili e dividendi da reinvestire altrove?

La Toscana ha bisogno di una scelta chiara e trasparente:
L’acqua non è una fonte di profitto, è un bene comune da gestire senza alcun interesse di lucro!
Aspettiamo una Sua risposta pubblica e impegnativa su questo punto, nell’interesse di tutti i cittadini:
Gestioni in house sì o no?

Firenze, 26 luglio 2025
Distinti saluti

Rete Toscana per la Tutela dei Beni Comuni
(Forum Toscano Movimenti per l'Acqua, Acqua Bene Comune Pistoia, Acqua Bene Comune Valdarno,
Comitato Acqua Pubblica Arezzo, Atto Primo salute ambiente e cultura, AdiC Associazione per i
Diritti dei Cittadini, Trasparenza per Empoli, La Libellula – Gruppo per l’Ambiente, Valle del Serchio,
Associazione Vivere in Valdisieve, Circolo Laudato Si' Vicopisano Monte Pisano, GRASP The Future-
AlterPiana Firenze Prato Pistoia, ARCI Comitato Territoriale Arezzo APS, Comitato Trasparenza
Rosignano, Laboratorio per Unaltracittà - Firenze, Comitato dalla parte del cittadino, P.Arci Empolese
Valdelsa, Associazione dei Fenicotteri Piana di Lecore APS, G.A.S. di Montagnana Val di Pesa, I’
Bercio, Valdelsa Attiva, Centro Studi per la Nuova Agricoltura Contadina e Artigiana, Comitato stop5g
Empoli-Valdelsa, Comitato Viale IV Novembre EMPOLI, Mamme di News a tutto Gas, Movimento
CLARA, Circolo di Legambiente di Lastra a Signa - Di la d’Arno, Associazione Il Paese che vogliamo
di Montespertoli, Comitato per la chiusura della discarica di ex Cava Fornace, Liberamente le Signe,
Movimento Municipalista Arezzo)

venerdì 18 luglio 2025

A differenza di Pontassieve, su Firenze un passo avanti: Firenze: immobili fantasma e abbandonati, un altro passo avanti.

Articolo tratto dal blog di SALVIAMO IL PAESAGGIO a questo link:  https://www.salviamoilpaesaggio.it/blog/2025/07/firenze-immobili-fantasma-e-abbandonati-un-altro-passo-avanti/?fbclid=IwY2xjawLnNKVleHRuA2FlbQIxMAABHl6uuFIJ8WR9tvN9dSzmWNNVT3THBBjbLRkys2iJv0nR2mrbjL0TxAbhnJy6_aem_Jg4lxLV6x255dQqtK7kKXQ

Dare nuova vita agli edifici abbandonati, restituendo spazi oggi in degrado nella città di Firenze. Era questo il fulcro della proposta/mozione presentata da Dmitrij Palagi (Sinistra Progetto Comune) alla Commissione Urbanistica, nell’ambito della campagna nazionale “Riapriamo le porte degli immobili fantasma”, proposta dal Forum nazionale Salviamo il Paesaggio, con l’obiettivo di acquisire al patrimonio comunale i beni privati in stato di abbandono, partendo da un censimento di tutto ciò che non è utilizzato, sia pubblico e sia privato

La mozione è poi entrata nel dibattito della Commissione Urbanistica e, dopo l’audizione del nostro Alessandro Mortarino che ha illustrato ai consiglieri il quadro della situazione e le opzioni adottabili per restituire lo stock edilizio inutilizzato esistente e restituirlo alla disponibilità collettiva, ha dato impulso a una approfondita riflessione che ha portato alla decisione di approvare un documento in cui si invita, tra l’altro, Sindaca e Giunta a:

– valutare l’opportunità di istituire il “Registro dei crediti edilizi e edifici abbandonati”, entro la legislatura corrente, quale opportunità per il Comune di Firenze di recuperare edifici abbandonati, contribuendo alla rigenerazione urbana e al miglioramento della qualità della vita della città e dei suoi cittadini;

– integrare le procedure previste nell’art.17 del Piano Operativo in caso di inattività da parte dei privati proprietari, con strumenti aggiuntivi che possano delineare strategie di intervento per ridefinire la funzione sociale degli immobili abbandonati/degradati.

Un primo passo verso la possibile adozione piena – ci auguriamo – dello strumento giuridico che la campagna nazionale del nostro Forum suggerisce per la corretta applicazione dell’articolo 42 della Costituzione e l’esercizio della “funzione sociale” dei beni di proprietà privata.
................................................... --> Leggi il resto e le dichiarazioni di Palagi al link in alto.
PS:  Anche nel Comune di Pontassieve il Capogruppo di Alternativa Comune, Alessandro Cresci, il 3 aprile 2025 ha presentato una Mozione similare, in sostegno alla Campagna Nazionale “Riapriamo le porte degli immobili fantasma” portata avanti dal Forum Nazionale Salviamo il Paesaggio. Nel nostro comune però, ci hanno risposto che non erano interessati alla cosa e che in fondo era stato portato avanti solo da un piccolo comune (Terre Roveresche - Pesaro-Urbino)
Qui la MOZIONE presentata (con il link al Consiglio Comunale del 3-4-25): https://alternativacomunepontassieveblog.blogspot.com/2025/07/mozione-su-recepire-la-campagna.html

mercoledì 2 luglio 2025

Caldo estremo, l’appello di Luca Mercalli: “Invece di costruire bombe, si applichi l’accordo di Parigi nella sua forma più drastica”

 

FONTE ARTICOLOhttps://www.ilfattoquotidiano.it/2025/07/02/caldo-estremo-mercalli-accordo-parigi-oggi/8046375/

di Tommaso Provera

Il presidente della Società Meteorologica Italiana: "Questi eventi sono anche una grave minaccia per l'economia di domani. Decine di punti di PIL nei prossimi decenni verranno persi"
Morti, malori sul lavoro, monumenti e luoghi pubblici chiusi, come la Torre Eiffel di Parigi o l’Atomium di Bruxelles. Un’ondata di caldo estremo in Italia e in buona parte d’Europa. Estremo, ma non “eccezionale”: Luca Mercalli, presidente della Società Meteorologica Italiana e collaboratore storico del Fatto quotidiano, lo ripete da anni, basandosi su evidenze scientifiche: queste temperature diventeranno sempre più frequenti. “Sono fenomeni ormai costanti e ogni volta siamo qui a parlare dell’impreparazione. L’estate del 2003 è stata la prima volta che ci siamo trovati a contatto con l’anticiclone africano e chiaramente poteva essere una sorpresa. Quell’anno infatti ci sono stati 20.000 morti in Francia e circa 20.000 anche in Italia, ma era il primo grande episodio di caldo africano della storia del clima, non si era mai verificato prima. Sono passati 22 anni, ce ne sono stati almeno un’altra decina. Per esempio, l’estate del 2022 è stata la più calda in assoluto per tutta Europa e in Italia, un anno prima, abbiamo avuto anche la temperatura massima di sempre del continente europeo, a Siracusa.
L’emergenza caldo si ripete ogni anno e ogni estate viene pubblicato il decalogo delle cose da fare. Vengono emanate ordinanze dalle amministrazioni locali, ma cosa si è fatto finora per andare incontro alla popolazione?
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LEGGI TUTTO QUI: https://www.ilfattoquotidiano.it/2025/07/02/caldo-estremo-mercalli-accordo-parigi-oggi/8046375/

venerdì 27 giugno 2025

Inquinamento da PFAS: sentenza storica per il caso Miteni • Legambiente


Inquinamento da PFAS: sentenza storica per il caso Miteni • Legambiente

Si è chiuso con una grande vittoria per il popolo inquinato il processo di primo grado per uno dei più gravi casi di avvelenamento delle acque nella storia italiana causato dallo stabilimento Miteni di Trissino a Vicenza.

Un inquinamento che ha segnato un territorio di 300.000 abitanti, estendendosi per oltre 100 chilometri quadrati e contaminando la seconda falda acquifera d’Europa. Dopo anni di denunce, vertenze e battaglie, portate avanti anche da Legambiente e dai suoi circoli, chi ha inquinato finalmente paga per aver avvelenato senza scrupoli il territorio veneto danneggiando non solo l’ambiente, ma anche la salute dei cittadini.

«Un grande lavoro, a partire dalla prima denuncia nel 2014 fatta dal Circolo “Perla Blu” di Cologna Veneta e dall’avvocato Enrico Varali coordinatore regionale del Centro di azione giuridica di Legambiente, che in questi anni si sono battuti, dentro e fuori le aule del tribunale, per ottenere ecogiustizia. Con la sentenza di oggi a Vicenza si conclude, infatti, uno tra i più grandi processi di inquinamento ambientale che la storia d’Italia ricordi: il processo ai vertici delle aziende che si sono avvicendate nella gestione del sito produttivo Miteni, oggi condannate per aver contaminato l’acqua da PFAS, compresa l’acqua potabile, della seconda falda acquifera d’Europa a servizio di più di 300.000 persone nella regione Veneto. Ora si proceda quanto prima alla bonifica del sedime inquinato, che ha provocato e continua a provocare una delle più estese contaminazioni acquifere con cui i cittadini veneti sono costretti a confrontarsi da decenni: dalle acque di falda – rese pericolose ai fini idropotabili ed irrigui in un’area di più di 180 km quadrati – ai corsi d’acqua superficiali che attraversano quei territori (Fratta Gorzone, Bacchiglione, Retrone, Adige) esposti ad una persistente presenza di questi forever chemicals, con conseguenze negative per l’ecosistema, la salute e per l’economia produttiva», questo il commento di Stefano Ciafani, presidente nazionale di Legambiente, che unitamente a Legambiente Veneto e al circolo locale si sono costituite parti  civili nel processo e presenti oggi in aula alla lettura della sentenza.

Leggi tutto qui: https://www.legambiente.it/comunicati-stampa/inquinamento-da-pfas-sentenza-storica-per-il-caso-miteni/ 

martedì 22 aprile 2025

TUTTI GLI EVENTI: IO MI RIFIUTO - mostra di opere di Edoardo Malagigi - dal 10 maggio all'8 giugno

Cosa succede se iniziamo a guardare ciò che scartiamo? Se ci accorgiamo che anche i materiali dimenticati possono parlare di noi, del nostro impatto e delle possibilità di cambiamento?

Dal 10 maggio all’8 giugno 2025, i Comuni di Pontassieve e Pelago ospitano 𝗜𝗢 𝗠𝗜 𝗥𝗜𝗙𝗜𝗨𝗧𝗢, la mostra diffusa dell’artista e artivista Edoardo Malagigi.

Un percorso tra piazze, biblioteche, spazi culturali e urbani. Sculture monumentali fatte di tetrapak, cartone, plastica, pulper, filtri esausti.
Per riflettere sulla crisi ambientale, sull’estinzione, sull’eccesso.
Per ricordarci che l’uomo non è il solo protagonista. E che ogni gesto, ogni scarto, ogni scelta… lascia traccia.

✨ Inaugurazione: 10 maggio ore 18:00 – Officina Sieve
🆓 Ingresso gratuito
🗺️ Presto tutti i dettagli e il programma completo!

👉 Scopri di più sulla mostra: www.iomirifiuto2025.com

La mostra si tiene presso 
OFFICINA SIEVE
Via del Molino, 17
San Francesco 
Pelago (Firenze)

lunedì 14 aprile 2025

Il maltempo del 14 marzo, ha fatto riemergere una vecchia discarica sul torrente Argomenna (Pontassieve)

L'ondata di maltempo di 1 mese fa, che ha alluvionato alcune zone della Val di Sieve, tra cui Rufina, Montebonello e Contea, con la portata d'acqua abbondante che c'è stata anche sul torrente Argomenna (affluente del fiume Sieve in zona Montebonello - siamo nel comune di Pontassieve, adiacenti al comune di Rufina), ha fatto franare gli argini nel punto dove era collocata una vecchia discarica comunale.

Ora nel torrente, dal punto della discarica in Via Argomenna, fino a circa 700 m. a dove sfocia nel fiume Sieve, ci sono sacchetti, stoffe, e altri rifiuti che sono stati portati via dalla corrente il 14 marzo scorso.

E' un ex discarica comunale (FI079), già inserita nell'elenco dei siti da bonificare http://www.appenninosettentrionale.it/eis2/interventi.php?comune=09048033  pare, catagolata come Industria (ma i rifiuti che vengono fuori, sembrano più urbani e indifferenziati). Già conosciuta fin dal Piano Regionale dei Rifiuti del 1999 sui siti da bonificare. Anche il POI (Piano Operativo Intercomunale di Pontassieve e Pelago, che sta per essere approvato a giorni) la riporta nel Rapporto Ambientale a pag. 232 

Forse però è arrivato il momento di ripulire e bonificarla per davvero?? E magari in tempi brevi? E magari di caratterizzare anche il tipo dei rifiuti in essere visto che gli abitanti più anziani della zona ci dicono che era consuetudine buttare lì i rifiuti e ogni tanto bruciarli (forse alcuni strati di terra più scura possono essere proprio le ceneri?). Se fossero stati rifiuti indifferenziati (come è logico pensare visto che in quegli anni non c'erano le raccolte differenziate come ora) e fossero stati davvero bruciati, forse in quel luogo c'è anche traccia di inquinanti pericolosi derivati dal bruciare le plastiche, come la diossina?

ALCUNE FOTO











https://sira.arpat.toscana.it/app/f?p=55002:MAPPA

Una cosa analoga è successa anche sul torrente Rovigo in alto Mugello, una frana fa riemergere una vecchia discarica. In questo caso si sono movimentati in tanti anche per ripulire. Qui alcuni articoli a riguardo. 



venerdì 7 marzo 2025

Dal sito di Italia Nostra 

IConsiglio di Stato, con la sentenza n. 1872 pubblicata il 5 marzo 2025, ha accolto l’appello proposto da Italia Nostra ed alcuni residenti, tutti rappresentati e difesi dall’Avv. Michele Greco, ed ha annullato gli atti con i quali la Regione Toscana ha autorizzato la realizzazione di un parco eolico nel Comune di Roccalbegna, sul Monte Amiata.

Si tratta di una sentenza storica, non solo per il risultato ottenuto, che impedisce la realizzazione di un campo eolico in una località di immenso valore ambientale e paesaggistico, ma anche perché il Consiglio di Stato ha affermato una serie di principi che sono destinati a fare giurisprudenza.

Nella sentenza si afferma infatti, che “l’impatto visivo è uno degli impatti considerati più rilevanti fra quelli derivanti dalla realizzazione di un campo eolico” e che “il paesaggio, quale bene potenzialmente pregiudicato dalla realizzazione di opere di rilevante impatto ambientale, si manifesta in una proiezione spaziale più ampia di quella riveniente dalla sua semplice perimetrazione fisica consentita dalle indicazioni contenute nel decreto di vincolo. In altri termini, il paesaggio si manifesta in tali casi quale componente qualificata ed essenziale dell’ambiente, nella lata accezione che di tale bene giuridico ha fornito l’evoluzione giurisprudenziale, anche di matrice costituzionale.

Il Consiglio di Stato, nell’accogliere i motivi di ricorso proposti dall’Avv. Greco, ha precisato inoltre che il soggetto che propone il progetto è tenuto a svolgere una “analisi del territorio attraverso una attenta e puntuale ricognizione e indagine degli elementi caratterizzanti e qualificanti il paesaggio, effettuata alle diverse scale di studio (vasta, intermedia e di dettaglio) in relazione al territorio interessato alle opere e al tipo di installazione prevista. Le analisi debbono non solo definire l’area di visibilità dell’impianto, ma anche il modo in cui l’impianto viene percepito all’interno del bacino visivo”.

Importante, inoltre, il richiamo del Consiglio di Stato alle aree non idonee ad accogliere impianti eolici inserite nel Piano ambientale ed energetico della Regione Toscana (PAER), richiamo che ne conferma il valore precettivo più volte messo in discussione da altre sentenze.

Infine, nella sentenza è stato riconosciuto alla Soprintendenza il ruolo che le spetta, troppo spesso disatteso, ed è stato anche ribadito che gli strumenti urbanistici non possono essere vanificati senza adeguate istruttoria e motivazione.

La sentenza dimostra, in altre parole, che i valori costituzionali, ambiente e paesaggio non possono essere contrapposti e che la loro tutela non può essere sacrificata in ragione della normativa di favore per le rinnovabili, che in questi ultimi anni è stata ampliata oltre ogni limite. 

giovedì 12 dicembre 2024

Sabato 21 Dicembre, ore 10:00 Presidio in Piazza del Duomo 10, di fronte alla Regione Toscana

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SALVIAMO la Piana e Firenze per un futuro vivibile !!

Sabato 21 Dicembre, ore 10:00 Presidio in Piazza del Duomo 10, di fronte alla Regione Toscana
Dall’inizio del 2024 la Regione Toscana ha incaricato l'Università di Firenze di dare gambe operative al Parco Agricolo della Piana, ma contemporaneamente mantenendo la scelta del nuovo aeroporto.
È condivisibile la scelta di realizzare concretamente il Parco agrecologico della Piana, ma è assolutamente inaccettabile relegarlo, nei fatti a “solo oggetto subalterno” del nuovo aeroporto.
Noi - il vivente della piana: ecosistema, ambiente collettivo di vita, popolazione umana - non vogliamo un parco di PSEUDO compensazione ambientale di un'opera insostenibile come il nuovo aeroporto.
Le politiche territoriali per la Piana e l’ecosistema metropolitano – la ‘ colmata’ over edificatoria - caro Giani, cara Monni sono un fallimento che l'aeroporto rende ancora più grande e non più sopportabile e le precedenti sentenze di TAR e Consiglio di Stato lo dimostrano.
Per questi motivi vogliamo sostenere il percorso di Regione e Università che crea le condizioni in cui i Comuni e la partecipazione degli Abitanti potranno giocare un ruolo da protagonisti, e non da semplici “comparse, prese poi anche in giro” come accaduto in precedenza. Questa volta vogliamo incidere sulle scelte (partecipazione deliberativa), con processi come l’ “Alleanza per l’ ecosistema metropolitano " tra Comunità e Comuni di Campi Bisenzio, Sesto Fiorentino, Calenzano, Carmignano, con la speranza che altri si aggreghino.
Noi abbiamo questa responsabilità collettiva:
SALVARE L' AMBIENTE DI VITA DELLA PIANA E QUINDI ANCHE DI FIRENZE.
La crisi energetica ed ecologica si manifesta con il cambiamento climatico anche locale e il gravissimo stato idrogeologico della piana ormai fuori controllo e oberato da addizioni urbanistiche insostenibili, come ci raccontano le due recenti alluvioni a danno della popolazione e dell'economia;
La "saturazione" edilizia e la caotica programmazione infrastrutturale della piana da tempo hanno superato ogni limite di carico, e ISPRA nell’annuale Report (7-11-24) sul consumo del Suolo, mette proprio Firenze ai primi posti della “sciagurata” graduatoria.
È obbligo di tutti rigenerare la qualità dell'aria e mitigare le temperature metropolitane causa di inquinanti e calore nell'aria, infatti, sono entrambi fattori principali che contribuiscono al raggiungimento delle soglie critiche per la Salute proprio nelle aree centrali e nodali della piana.
È obbligo di tutti prevenire i rischi idraulici e idrogeologici, e non inventarsi soluzioni pindariche per modificare i corsi dei reticoli minori, pensando di poter “piegare la natura” pur di approvare opere incompatibili con il territorio.
Poche balle: il territorio e l’ambiente di vita non possono sopportare altro consumo di suolo e un ulteriore impoverimento dell’ecosistema naturale, insediativo e sociale.
E non è più accettabile per gli abitanti di Peretola, Quaracchi e Le Piagge il flusso inquinante del traffico aereo lasciato crescere a dismisura oltre i limiti e senza controlli, prospettando il nuovo aeroporto non risolverà e cercando così di spostare il problema altrove.
Tutto ciò a maggior ragione in una situazione di crisi dei sistemi produttivi, di disoccupazione e precarietà del lavoro, che reclama una non più rinviabile conversione ecologica dei processi di produzione di beni essenziali (vedi come esempio lungimirante le proposte del collettivo lavoratrici e lavoratori GKN).
In questo quadro va arrestato il processo di overtourism direttamente legato alle proposte T.A. per un nuovo aeroporto che vuole triplicare l’attuale volume di passeggeri, in un abbraccio mortale per l'ambiente di vita, che espelle gli abitanti da Firenze, fa aumentare il costo della vita, delle abitazioni e degli affitti, riducendo i servizi pubblici alla persona e le residenze sociali.
La nostra è una chiamata alla responsabilità collettiva. Un invito a riflettere, a immaginare, a costruire insieme un futuro dove Firenze torni ad essere abitata, non solo visitata, contro i danni di un overtourism già ben visibili e che saranno ampliati con il nuovo aeroporto riducendo a semplice parco ornamentale della
Piana quel territorio che invece dovrebbe avere SOLO le funzioni di riequilibrio delle emissioni climalteranti e potenzialità rigenerative dell'ecosistema che non posso essere svolte collocando un nuovo aeroporto in un Parco.
Vi aspettiamo per gridare insieme il nostro NO a un progetto che mortifica l'ambiente, e il nostro SÌ a una visione che restituisca cuore e anima a tutto il territorio.
Insieme, possiamo salvare Firenze e tutti i comuni della Piana
Sabato 21 Dicembre, ore 10:00 Presidio in Piazza del Duomo 10, di fronte alla Regione Toscana
Promotori
Alterpiana, Comitato No Aeroporto di Prato, Grasp, Italia Nostra,
Legambiente, MuovitiToscana! , Presidio No Inceneritori No Aeroporto, SI Parco No Aeroporto, VAS Onlus