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venerdì 3 febbraio 2023

ITALIA NOSTRA: “Caporetto dell'eolico italiano: aumenta il potenziale installato ma diminuisce la produzione”

FONTE ARTICOLO BLOG DI ITALIA NOSTRA

Grazie alle "semplificazioni" imposte dal governo Draghi (ovvero lo smantellamento del sistema di tutele ambientali e paesaggistiche faticosamente costruito in Italia nel corso di intere generazioni) per permettere di piantare pale ovunque, aumenta il potenziale eolico installato in Italia ma diminuisce la produzione. E il vento, come accaduto in dicembre al culmine della crisi energetica, non soffia quando serve.

Un paio di settimane fa l'Anev ("l'associazione nazionale energia del vento e di protezione ambientale che vede riunite circa 70 aziende che operano nel settore eolico") aveva diffuso presso i giornaloni (tutti apoditticamente favorevoli ad eolico e fotovoltaico) e presso la stampa specializzata (a cui gli eolici garantiscono un'imprescindibile raccolta pubblicitaria) una trionfale infografica sull'attività del settore nel 2022 (si veda la figura sotto). 

Agli osservatori più attenti e smaliziati (che conoscono i loro polli da oltre una quindicina d'anni) non era sfuggito che, nella pletora di dati forniti in tale documento, l'Anev aveva riportato la produzione mondiale del settore (definita sgangheratamente "potenza eolica prodotta") ma aveva dimenticato di riportare il dato più rilevante, ovvero la produzione degli impianti eolici realizzata lo scorso anno in Italia. La cosa ci aveva insospettito e lasciava intuire che qualcosa non era andato come avrebbe dovuto, almeno secondo i piani dell'Anev.

La conferma è arrivata ieri, quando la Terna ha pubblicato il suo rapporto sul sistema elettrico italiano di dicembre. Nel suo documento l'Anev annunciava che la nuova potenza installata in Italia lo scorso anno era stata di 456 MW, in aumento di circa il 4% rispetto al potenziale già esistente.

Il potenziale eolico installato in un anno è aumentato nel 2022 in misura superiore a quella degli anni precedenti grazie alle "semplificazioni" imposte dal governo Draghi (ovvero lo smantellamento del sistema di tutele ambientali e paesaggistiche faticosamente costruito in Italia nel corso di intere generazioni) per permettere di piantare pale ovunque. I nuovi aerogeneratori, che avrebbero dovuto anche assicurare un maggior rendimento grazie alle loro altezze sempre più ciclopiche, sono stati perciò piantati a tutti i costi, come preteso a gran voce dall'Anev e dai suoi corifei sui media, ma... Ma, come abbiamo appreso dal rapporto Terna di dicembre, nonostante il nuovo installato eolico (si veda a pag.14 del rapporto Terna)  sia stato persino superiore (526 MW) a quello annunciato dall'Anev, la produzione dell'energia eolica non solo non è aumentata di almeno il 5% come ci si sarebbe dovuti attendere in proporzione, ma è diminuita (!) dell'1,8% (si veda nella tabella a pag. 5 del rapporto Terna, che abbiamo riproposto per comodità sotto il nostro titolo).   

Le ore equivalenti alla produzione alla massima potenza teorica, perciò, sono scese a 1730 all'anno (20358 GWh prodotti secondo la Terna diviso 11764 MW installati secondo l'Anev). Un anno è composto da 8760 ore. L'indice di efficienza ingegneristica, di conseguenza, non è arrivato neppure al 20% (1730 / 8760 = 19,75%).

Niente da fare: il vento in Italia soffia poco, gli aerogeneratori si usurano più rapidamente del previsto e il poco vento che c'è, guarda un po', non soffia quando serve. Come nello scorso dicembre, quando il costo dell'elettricità alle stelle. Quando in dicembre l'elettricità non si trovava (si sono dovute persino rimettere in funzione le vecchie centrali a carbone già dismesse: la produzione elettrica da carbone lo scorso anno è aumentata in Italia del 61,4%!) Eolo è entrato in sciopero. La produzione eolica di dicembre è diminuita del 39,4% rispetto al dicembre 2021. Una Caporetto eolica.

Ma soprattutto una Caporetto per le tasche degli italiani, che dopo avere speso in pochi anni quasi 200 miliardi di euro per incentivare eolico e fotovoltaico, si sono resi conto che non si può fare a meno degli idrocarburi fossili per avere l'energia elettrica quando serve. L'extra spesa di utenti e contribuenti italiani nel solo 2022 per gas e luce, a causa degli errori della politica energetica europea e nazionale negli ultimi anni, è ammontata ad una cifra che complessivamente, in attesa dei dati ufficiali e definitivi, dovrebbe essere stata prossima ai 150 miliardi (un'apocalisse: 8 punti percentuali del PIL) rispetto ai costi sostenuti negli anni pre-crisi energetica. Ovvero negli anni in cui i 12 miliardi annui mediamente pagati dagli italiani per incentivi alle rinnovabili venivano occultati in bolletta senza che le bollette stesse aumentassero, in virtù della simultanea diminuzione del prezzo del gas sul mercato all'ingrosso garantito dai contratti a lungo termine, progressivamente abbandonati perchè diventati inutili in una prospettiva di "decarbonizzazione integrale" al 2050.

L'elettricità è diventata un lusso. Gli unici italiani felici sono i produttori di energia, non importa se fossile o rinnovabile, tra cui i nostri "amici" dell'Anev, ed i loro lacchè, che raccolgono le (grosse) briciole di questa immane torta. I politici, i tecnici, gli accademici ed i giornalisti che hanno creduto (meglio: finto di credere) di poter fare affidamento solo su vento e sole per produrre l'energia necessaria all'Italia ed hanno perciò trascurato gli investimenti nelle altre fonti (compreso l'idroelettrico) devono essere cacciati. Per quanto riguarda i politici si è già cominciato. Adesso iniziano ad apparire le prime crepe anche sui giornaloni.

Stamattina in edicola, sulla prima pagina del Messaggero, campeggiava il titolo "Chi pagherà il conto salato delle politiche sul clima". Fino a poche settimane fa un titolo del genere sarebbe stato impensabile, ed ancora più impensabili i contenuti  (leggete tutto l'articolo di Paolo Balduzzi in linea): 

"A volte viene da pensare che alcune chiacchiere al bar non siano poi così sbagliate: che, cioè, la percezione della realtà di chi fa politica ad alti livelli sia pari a quella di chi vive su un altro pianeta, dove pagare le bollette a fine mese non è mai motivo di preoccupazione"

I giornaloni si stanno rendendo conto del disastro che hanno contribuito a realizzare e cominciano a prendere le distanze? 

L'anno prossimo ci saranno le elezioni europee. 

Si spera di non rivedere mai più a Bruxelles gli apprendisti stregoni delle "rinnovabili" intermittenti, i principali responsabili del disastro energetico continentale. Sono in ballo non solo l'economia e il nostro benessere ma è in gioco anche la nostra stessa civiltà.

Alberto Cuppini

FONTE ARTICOLO BLOG DI ITALIA NOSTRA

mercoledì 22 giugno 2022

Dal Governo avviso a GIANI per le modifiche alla legge Marson

AGGIORNAMENTO: Il Governo rinuncia a ricorrere alla Corte Costituzionale, purchè si torni in aula per trovare possibili soluzioni.



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Arriva una bella doccia fredda direttamente dal Governo, al presidente della Regione Toscana e al PD che hanno voluto SEMPLIFICARE gli iter di approvazione dei progetti, piani, varianti in tema di urbanistica e Pnrr e Pnc. In pratica è stata tolta la Pocedura di VAS (valutazione ambientale strategica) e per le conferenze di co-opianificazione, ridotto a 30 giorni eventuali pareri, altrimenti ci sarà il silenzio assenso. E ancora: i progetti eventualmente approvati diventano automaticamente variante agli strumenti urbanistici. 

Non è ancora chiaro su che cosa sarà fatto ricorso.  Sicuramente le care e amate semplificazioni, potrebbero avere le ore contate. La Legge cosidetta Marson (dell'allora Assessore della Regione Toscana con delega all'Urbanistica, Pianificazione del territorio e Paesaggio, Anna Marson), la n. 65/2014, era un fiore all'occhiello per la Toscana e spunto per le altre regioni. Semplificazioni avvenute grazie alla proposta di Legge 92/2021 , contrari CGIL e M5S. 

Articolo integrale su "Il Corriere Fiorentino"


Seguiremo gli sviluppi.

 

giovedì 16 giugno 2022

Fabio Zita sul Rigassificatore a Piombino

https://it.wikipedia.org/wiki/
Rigassificatore_%28GNL%29
 Asini al governo - 16 Giugno 2022

Quello dal titolo "un rigassificatore nel porto di Piombino", è stato
un tema che il Governo ha volto introducendo una impressionante
sequenza di gravi errori di ortografia politica (e non solo politica),
tutti da sottolineare con la matita blu.
Un testo che mette i brividi se si pensa che non esce dalla penna di
un analfabeta ignorante capace solo di storpiare verbi o di confondere senso e significato delle parole e dei termini, ma dalle menti delle migliori intelligenze oggi disponibili in Italia (o almeno così ci sono descritte quotidianamente da quasi tutta la stampa).
Ma non basta parlare di un "compitino" gravemente insufficiente, c'è pure l'aggravante: il componimento è stato COPIATO!
Già perché la scelta scellerata di cacciare un rigassificatore in un sito tra i più problematici d'Italia (su cui pendono da decenni irrisolti problemi ambientali, infrastrutturali, occupazionali e sociali; sito ove, ad ogni nuovo governo, i più alti rappresentanti della politica nazionale e regionale si sono sempre alternati sul palco del teatrino delle promesse mai mantenute, dichiarando soluzioni MAI ATTUATE), non è farina del sacco che pesa sulle spalle dal governo ma opzione senza alternativa imposta da SNAM, che non solo ha speso una bella cifra per acquistare la nave ma sa anche, con certezza, dove è (per lei) più conviene (sotto il profilo economico) far sbarcare a terra il metanodotto.
Cioè, per intendersi, il Ministro della Transizione ecogica, che certamente conosce ben poco (se non nulla) delle annose criticità piombinesi, si è affidato, per trovare le migliori soluzioni, a chi del territorio conosce ovviamente, per competenza, solo la natura geologica dei suoli e non gli altri aspetti che legano quello stesso territorio, la sua storia e il suo futuro ai destini di chi lo vive.
E così il risultato ottenuto, anche con il contributo del Presidente della Giunta regionale, è quello sotto gli occhi di tutti: una collettività, allargata ai Comuni della val di Cornia, di altri Comuni della costa e dell'isola d'Elba e delle associazioni di categoria che dice NO al rigassificatore.
Aggiungo quanto sia evidente l'imbarazzo di chi ha avuto l'onere di portare a termine l'obiettivo del Ministro (con prestigiosa nomina di Draghi) pensando di poter continuare ancora con la novella delle compensazioni (strade, forni elettrici, conversioni industriali, energie rinnovabili e bonifiche), ma accortosi che alle favole nessuno è più disposto a credere se ne è uscito con esilaranti e comiche soluzioni quali l'acqua di raffreddamento a circuito chiuso (chiuso dove?) ed il NO al terminale nel golfo di follonica.
Di grazia, Presidente Giani, ma allora dopo i tre anni a Piombino la nave dove dovrebbe rigassificare? in giro per il meditteraneo con un oleodotto in ogni porto come le donne dei marinai?
Asini al comando e piazzisti da bancherella sono quanto di meglio oggi offre il mercato della politica nostrale.

Fabio Zita
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Il valore della vita per il Ministro Cingolani - 6 Giugno 2022
Il sostantivo "valore" può essere accostato a due distinte condizioni: la prima, come misura non comune di doti morali ed intellettuali; la seconda (nell'ambito economico), la quantità di moneta pagabile od ottenibile per un bene.
Se qualcuno vuole comprendere per quale necessità accosto il termine "valore" al nome del Ministro della transizione ecologica (un tempo meno pomposamente chiamato Ministro dell'ambiente) deve avere la pazienza di continuare la lettura.
Il tema che pone il titolo del post è legato ad un argomento di stretta e rilevante attualità che sta riempiendo le pagine di tutti i quotidiani in questi giorni: le ipotesi di nuove modalità di approvvigionamento del gas al fine di affrancarsi dalla dipendenza dalla Russia.
Tra le soluzioni individuate si parla del GLN (gas naturale liquefatto a meno 161 gradi centigradi che viene trasportato da navi e poi trasferito su altre navi in grado di riportarlo allo stato gassoso ed immetterlo nella rete di distribuzione nazionale.
Il processo di rigassificazione tramite nave gasiera, oltre a prevedere l'utilizzo di enormi quantità di acqua di mare addittivata chimicamente, è particolarmente attenzionato in merito alla sicurezza.
La Toscana, unica regione in Italia, ha già una nave che opera per rigassificare 3,75 miliardi di metri cubi anno di GLN a 12 miglia dalla costa di Livorno, ancorata su un fondale di 120 metri.
Per arrivare ad approvare tale particolarissimo è complicatissimo progetto ci sono voluti 2 anni per la Valutazione di Impatto Ambientale e ben altri 12 anni per l'autorizzazione definitiva (tramite il lavoro del nostro Comitato Tecnico Regionale) che ha riguardato, in particolare, la SICUREZZA dell'impianto, trattandosi di stoccaggi altamente pericolosi.
Il piano di sicurezza ha imposto intorno alla nave ben tre aree di interdizione, di cui la prima (per un raggio di due miglia marine) vieta a chiunque la navigazione.
Per la sicurezza si è trattato di valutare il progetto riguardo a terremoti e tsunami, alle operazioni di scarico, agli effetti di possibili incidenti rilevanti con impatto sulla popolazione, alla sicurezza dei dipendenti.
Detto tutto ciò mi risulta che ieri a Roma il Ministro Cingolani abbia incontrato alcuni parlamentari e i rappresentanti dell 'amministrazione comunale di Piombino per parlare di un'altra nave gasiera da ormeggiare per almeno 3 anni proprio nel porto di Piombino ove esiste un fondale idoneo di 20 metri.
Alle allarmate preoccupazioni espresse con riferimento agli argomenti fin qui trattati (ambiente Marino portuale compromesso dalla enorme quantità d'acqua recuperata nel porto e reimmessa con l'aggiunta di additivi chimici, che modificheranno - di fatto - le condizioni biologiche dello specchio acqueo; la sicurezza per l'incolumità della salute e della vita dell'intera comunità piombinese), l'amministrazione ha aggiunto il rischio di veder definitivamente compromessa l'ipotesi di riqualificazione dell'intera area che con così tante difficoltà e ritardi si sta forse finalmente avviando.
Il Ministro, al grido di allarme lanciato da chi è direttamente interessato da tale ipotesi, pare abbia risposto dicendo che Piombino è conveniente per la SNAM (che il gas lo deve distribuire) e che saranno individuate compensazioni economiche a ristoro dell'impatto generato.
Ed ecco che si torna al significato di "valore".
Per il Ministro il "valore" della vita è moneta pagabile, come per ogni transazione di business. Tutto ha un prezzo, anche la tranquillità e la sicurezza di una comunità.
Tutto si può comprare, basta sia conveniente, ed infatti il Ministro ha concluso con una minaccia, per cui se la comunità locale ostacolasse l'iniziativa fino a renderla irrealizzabile, la colpa poi della necessità di continuare ad avere rapporti con i russi ricadrebbe sui piombinesi.
Se questa è politica con la P maiuscola e se a parlare così è uno dei "migliori" credo ci sia poco da sperare per l'Italia, e a me - sinceramente - viene comunque da vomitare!

Fabio Zita
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Fonte Profilo facebook di Fabio Zita

2 articoli su FB di FABIO ZITA (ex dirigente settore VIA della Regione Toscana)

 S.S.S. - 17 Maggio 2022

S.S.S. è l'acronimo di Soldi, Semplificazione e Servilismo, le tre condizioni che reggono il teorema su cui si fonda - oggi - tutta la forza propositiva della Politica (quella con la P maiuscola, e non quella estemporanea e naif di cui parla una moltitudine di sconosciuti obbligati ad occupare la maggior parte del proprio tempo per mantenere vivo questo paese).
Le tre condizioni uniscono in un indissolubile e perverso vincolo di potere rispettivamente la Finanza, l'Amministrazione e la Stampa (tutte sempre con la maiuscola).
Ammesso che si trovino i soldi (spesso togliendoli a bisogni primari), vista lo scarsa professionalità, una quasi nulla autonomia e una pericolosa sudditanza espressa dai tecnici oggi (per cui molti progetti saltano e con essi le aspirazioni di carriera anche di qualche burocrate), non resta che appellarsi alla SEMPLIFICAZIONE come ultima spiaggia per ottenere un' approvazione che altrimenti sarebbe fortemente a rischio.
Perché è bene essere chiari: la SEMPLIFICAZIONE altro non è che la contrazione dei tempi istruttori al fine di mettere in difficoltà le strutture tecniche costrette a valutazioni necessariamente frettolose e superficiali.
Ciò è dimostrato dal fatto che non è la prima volta che le semplificazioni vengono evocate e proposte; oltre i "migliori" di oggi, in precedenza anche Renzi è intervenuto su questo argomento, ma a quanto pare i risultati non sono stati all'altezza delle aspettative, e quindi a qualcuno è venuto in mente che per stroncare il ciuco bisogna aggiungergli ancora peso sul groppone.
Quando le competenti strutture tecniche avranno 24ore di tempo per dire sì o no ad un progetto si sarà definitivamente compiuta l'opera di smantellamento degli apparati di valutazione che tanta noia hanno fino ad oggi dato ai decisori politici.
L'informazione ha poi il compito di divulgare le scelte della politica magnificandone i ventilati risultati, e per questo è sempre sull'attenti in attesa di comandi.
Vedo in tutto ciò una pericolosa involuzione, un'impoverimento culturale ed una banalizzazione dei problemi che rischia di condurci verso un pericoloso declino in grado di allontanarci ancor più dai nostri partners storici, per i quali i temi dell'ambiente, dello sviluppo e delle nuove tecnologie sono di primaria importanza e non vengono banalizzati come si pensa di fare in patria.
Tutto comunque era già previsto. Scrive Orwell nella Fattoria degli animali: "l'ipocrisia di una classe dirigente che arriva a giustificare politiche scellerate e l'arricchimento personale con il fine del "benessere generale".

Fabio Zita
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PRESTO E BENE - 5 Maggio 2022

Se ci fate caso in politica - spesso - viene usata questa locuzione per dimostrare la volontà a realizzare un obiettivo su cui si è fortemente puntato.
A riguardo mi permetto però di ricordare che, a differenza del "distorto" uso coniugato dei due avverbi con cui si pensa di poter dimostrare capacità e forza decisionali, il loro abbinamento sta ad indicare l'esatto contrario.
Il proverbio di cui fanno parte dice infatti: "presto e bene raro avviene".
Le vicende che vedono affannosamente impegnata tutta la nostra classe politica (nazionale, regionale e locale) a garantire il raggiungimento degli obiettivi del Pnrr ci dimostrano proprio come la variabile "tempo" sia l'argomento e lo spauracchio su cui si è concentrata tutta l'attenzione dei decisori. Ogni altra questione è oramai ritenuta (purtroppo) secondaria.
E' assolutamente comprensibile e giustificabile che i timori per un eventuale fallimento del Piano possano essere in massima parte legati ai tempi delle procedure, ma questo non giustifica il fatto che la soluzione la si vada sempre a cercare dove è più conveniente (per alcuni), e ciò è confermato dal lento ma inesorabile smantellamento, pezzo dopo pezzo, dei meccanismi di valutazione strategica e ambientale, abbinato alla limitazione della partecipazione pubblica ai processi decisionali ed alla perversa volontà di limitare l'espressione del giudizio tecnico di parti imprescindibili dei nostri organismi pubblici.
È oramai da tempo in atto, ad esempio, la revisione puntuale delle procedure di VIA, e non per migliorarne l'applicabilità, ma per renderle sempre più inefficaci, a partire dalla riduzione di tutti i tempi procedurali, il cui effetto è limitare l'approfondimento sui contenuti progettuali ed obbligare le strutture tecniche ad esprimersi sommariamente (cosa assai apprezzata da chi propone l'opera).
Mi permetto di sottolineare che tale scelta, abbinata alla "sporca e scorretta" delegittimazione delle strutture della Soprintendenza ed alla volontà di precludere ai cittadini la possibilità di partecipare ai processi decisionali (favorendo così solo una parte e, nell'immediato, la politica che potrà vantarsi del risultato rapidamente ottenuto), graverà poi sulla collettività, come ogni cosa fatta male, in modo superficiale e poco democratico.
Bisogna avere la memoria di un pesce rosso per non ricordare quali gravi e gravissime vicende su questi temi hanno coinvolto la Toscana felix ultimamente.
Dico ciò perché il Ministro della Transizione ecologica ha dichiarato - in pompa magna - che la sua soluzione per velocizzare la realizzazione dei progetti del Pnrr è (ancora) nella SEMPLIFICAZIONE delle procedure di VIA.
Ho purtroppo avuto rapporti di lavoro con tanti "Cingolani" durante la mia carriera, e non sono stati incontri piacevoli!

Fabio Zita

mercoledì 30 marzo 2022

Il soprintendente Andrea Pessina: “Non sono il Signor No, difendo i tesori di Firenze"

 Articolo di Ernesto Ferrara su La Repubblica del 29 Marzo 2022

Articolo che si può leggere a questo link: https://firenze.repubblica.it/cronaca/2022/03/29/news/intervista_soprintendente_andrea_pessina_signor_no_devo_difendere_tesori_firenze-343213594/

L'intervista. "Sulle pale eoliche in Mugello deciderà il governo, su pensiline e tramvia ho chiesto che 3-4 fossero più piccole, il vincolo sullo stadio Nervi è la cosa di cui sarò sempre più orgoglioso"




























"A volte ho l'impressione che piaccia immaginarmi come un signorotto bizzoso che boccia questo o quel progetto a suo piacimento, invece dietro le scelte c'è il lungo lavoro dei miei funzionari. Sarebbe interessante un giorno far vedere come sarebbe oggi Firenze se certi interventi non fossero stati da noi fermati". Parla il soprintendente Andrea Pessina. Sotto attacco da Nardella e ora anche da Giani. Ma l'uomo della tutela rifiuta l'etichetta: "Non sono il Signor no". Giovedì 31 alle 15.30 all'Archivio di Stato presenta 2 volumi intitolati "Tutela e Restauro", bilancio parziale di un mandato che finirà col 2022: "Spero che i fiorentini vengano".

giovedì 3 marzo 2022

GRIG: Ripetiamo, sulle energie rinnovabili raccontatela tutta. Enzo Cripezzi risponde a Piazza Pulita.

 Fonte blog di GRIG: https://gruppodinterventogiuridicoweb.com/2022/02/27/ripetiamo-sulle-energie-rinnovabili-raccontatela-tutta-enzo-cripezzi-risponde-a-piazza-pulita/#more-29475

Campania, centrali eoliche nella Val Fortore

Come già accaduto con il dossier rinnovabili di Milena Gabanelli e Fabio Savelli nel novembre 2021 (e in tanti altro casi), la trasmissione Piazza Pulita del 17 febbraio 2022 ha offerto una narrazione a senso unico in favore della proliferazione degli impianti produttivi di energia da fonti rinnovabili (soprattutto centrali eoliche e centrali fotovoltaiche) senza se e senza ma.

Risponde Enzo Cripezzi, delegato di LIPU – BirdLife Italia per Puglia e Basilicata.

Gruppo d’Intervento Giuridico odv

qui la trasmissione di Piazza Pulita del 17 febbraio 2022.

Sento incontenibile il dovere di criticare con forza  e insofferenza ma argomentatamente l’ultima puntata di Piazza Pulita del 17.2.22, avendo intensamente vissuto gli ultimi 20 anni (venti!) di proliferazione delle rinnovabili in Terronia.

Per la prima volta in TV si è accennato, solo accennato (!) a qualche dato serio e dibattuto sulla questione energetica.

Tuttavia ancora una volta si è potuto assistere alla consueta narrazione fiabesca e qualunquista sulle rinnovabili che non costruisce una coscienza dei telespettatori sulla materia energetica e che, per l’ennesima volta, emargina la realtà più determinante su questo tema: i territori , quelli che le rinnovabili  devono ospitarle!  Se non liquidando i territori come quelli del  No o del Nimby (cornuti e mazziati dopo migliaia di impianti!) ma senza concedere loro parola alcuna. Un approccio immaturo che dura da 20 anni.

E’ “sul” e “con” il territorio che vengono realizzate le rinnovabili! Tanto, tantissimo territorio. In molte aree ridotto ormai a un colabrodo.

Chi predica le rinnovabili (e chi ospita un dibattito a tema) ha il dovere etico e morale di chiarire DOVE e COME , non solo di esibire numeri da scrivania !

In prospettiva è evidente che quella energetica diventerà una criticità assolutamente STRUTTURALE. OLTRE alla ricerca del qualcosa da fare subito e ora, per la crisi contingente, non è accettabile che sia derubricata la visione di medio e lungo termine, e quindi siano scartate tutte le opzioni ivi ricadenti.

“….Il gas è responsabile di queste bollette” esordisce Bonelli e, ancora, afferma che ci sono 110 GW (110.000 MW) di “energia” (si proprio cosi, nella sua ignoranza ha detto “energia” !!!) tra eolico e fotovoltaico “che sono bloccati”. E poi pretende pure di spiegarlo (!) paragonando questo parametro al picco di “energia” (ancora errore madornale!) della Nazione pari circa 55 GW, che in realtà è di effettivo consumo istantaneo.

Già queste affermazioni  errate e qualunquiste  di Bonelli avrebbero dovuto essere censurate. Buttate in pasto a milioni di italiani producono deduzioni illusorie.

Appennino Umbro-Marchigiano, Monte dei Sospiri dopo la realizzazione della locale centrale eolica (2016)

Qualcuno avrebbe dovuto spiegare la VERITA’ agli italiani (e ai vari “haters” di  territorio” come Bonelli).

1)   I numeri citati NON sono “energia” ma “potenza”, concetti abissalmente differenti: la potenza è quella di targa che l’impianto potrebbe sprigionare, se nelle condizioni ottimali;  l’energia è quella EFFETTIVAMENTE prodotta in base al tempo con cui quella potenza è a pieno regime. Si possono avere anche un miliardo di MW di potenza eolica e fotovoltaica “installata” sul territorio ma del tutto inutile quando non produce (quando sole e vento non ci sono, oppure sono esigui)  e perfino inutile quando produce in un momento in cui non ve ne fosse bisogno). Ammesso di installare una potenza di 110.000 MW , essa produrrebbe nel tempo un consuntivo di energia (quindi in MWh) pari a circa un 22-25% se eolico o addirittura 13-15% se fotovoltaico.

2)   110.000 MW di eolico e fotovoltaico NON SONO “bloccati” ma in grandissima parte nuove istanze con procedimenti in corso. Procedimenti che lor signori hanno contribuito a semplificare fino alla nausea  umiliando le più basilari regole di valutazione ambientale e concertazione sociale. Un serio studio territoriale (per altro di parte!) imporrebbe almeno un anno di indagini, DOPO dei quali si dovrebbe intraprendere una seria istanza autorizzativa capace di valutarne gli effetti sull’area. Ivi compresi quelli cumulativi (Terronia docet).

3)   Quelli “bloccati”, invece (qualche GW), avrebbero dovuto in realtà essere progetti RESPINTI poiché pessimi, gravati da pareri negativi delle soprintendenze (che è bene ricordare ai vari Bonelli, agiscono su mandato giuridico di un certo Articolo 9 della Carta Costituzionale). A tali, pessimi progetti, però, la commissione VIA puntualmente ha dato un AIUTINO (come candidamente ammesso dal Presidente della Commissione VIA! ) esprimendosi positivamente in spregio ai valori territoriali e quindi “bloccando” l’iter che avrebbe dovuto… concludersi negativamente! Iter che pertanto viene rimesso al Consiglio dei Ministri. Che d’imperio IMPONE l’autorizzazione!

4)   La stragrande maggioranza di quei 110.000 MW citati sono istanze avanzate in territori DEL MEZZOGIORNO, già abbondantemente vilipeso (da 20.000 dei 33.000 MW di eolico e fotovoltaico oggi installati).

La domanda è:  di questi  110.000 MW, pur escludendo i 17.000 MW proposti in mare, principalmente lungo le coste del Sud, DOVE pensa Bonelli, e altri estremisti come lui, di installare ulteriori 93.000 MW (NOVANTATREMILA) di eolico e fotovoltaico?

E COME ? umiliando ulteriori territori senza concedere loro parola? Almeno andrebbe detto ! E’ o non è un tema determinante ? Perché non viene trattato? Perché non si dice che stanno condannando la Puglia, la Sardegna, la Sicilia come la Basilicata e tutto il Mezzogiorno a un grande colabrodo territoriale con la squallida commistione di colossali impianti industriali brutalmente imposti  nella ruralità dei territori, cosi snaturati per sempre?  DOVE è la sostenibilità?

Fate un sondaggio: piazzereste 3-4000 grattacieli eolici da 250 m sulle colline laziali? O sulle Alpi della sola Lombardia?

Per estrarre energia dalla natura in quantità appena apprezzabili per gli attuali fabbisogni, bisogna spremere il territorio, compromettendo per sempre valori identitari e inalienabili. Questo è!

Puglia, ubicazione delle centrali eoliche e fotovoltaiche (potenza 5.300 MW)

5)   Ma insiste Bonelli nel suo qualunquismo, “se il Governo fa una scelta decisa in quella direzione (realizzando i 110 GW !) noi abbattiamo il costo delle bollette, e questo lo sanno tutti …. In realtà il prezzo sul libero mercato elettrico continuerà ad essere imposto dal  gas, poiché prevedibile, programmabile e quindi negoziabile, mentre le rinnovabili continueranno ad essere gravate da un  fattore di imprevedibilità. Come accade in Germania che ha ben più potenza rinnovabile installata.

Pertanto, senza contribuire ad abbassare i costi (anzi con ulteriori oneri in bolletta che esploderanno per le costosissime quanto insufficienti opere di stoccaggio), le imprese rinnovabili incassano pure extra profitti dell’aumento dei prezzi determinato dal gas, senza mitigarlo concretamente.

6)   Ma per la decarbonizzazione questi  110.000 MW NON BASTERANNO nemmeno lontanamente . Immaginiamo con la bacchetta magica (!) di fare una colossale cura dimagrante e magari aiutati con qualche punto percentuale da Idro, biomasse, geotermico, solare termico, ecc, di far scomparire come per incanto il 50% (praticamente impossibile) dell’attuale fabbisogno di energia totale – elettrico, trasporti, riscaldamento -. Avremmo bisogno di elevare gli odierni 33.000 MW di potenza eolica e fotovoltaica installata (quindi di targa) a qualcosa come 450-500.000 MW (CINQUECENTOMILA!).

7)   Quanto sopra, solo IDEALMENTE . Bisogna fare i conti con le criticità di intermittenza e volatilità di queste fonti, la conseguenza è di finanziare a breve termine proprio centrali gas pagando loro questo servizio di reperibilità per compensare le potenze aleatorie in gioco sempre più enormi (a proposito di incentivi alle fossili….).

Oppure si impone il problema dello stoccaggio (es. batterie o idrogeno) INESISTENTE e IMPOSSIBILE per potenze dell’ordine di almeno decine e decine di migliaia di MW di potenza, capaci di tenere in piedi il paese per ore o per qualche giorno (comunque una inezia rispetto agli andamenti stagionali). Ma con le opere di accumulo entrano in gioco ulteriori fattori: perdite di conversione (es elettrico>idrogeno>elettrico = 35-40% di partenza), nel tentativo di compensare le quali occorrerà installare ancora più potenza; esplosione dei costi associati alle stesse rinnovabili; necessità esponenziali di terre rare con effetti ben più disastrosi ed estensivi che la loro estrazione comporta, in termini ambientali e …. geopolitici.

Ecco, quando si dice che le rinnovabili hanno un costo del kwh competitivo, in realtà il costo vero dovrebbe esser valutato non per quello che producono ma per tutto quello che NON producono.

8)   E alla fine della giostra vien fuori dalla De Girolamo che ci sono le Soprintendenze brutte e cattive che “bloccano” le rinnovabili, che dicono “no” . Le Soprintendenze  –  a cui dovrebbe andare molte volte il rispetto e ringraziamento per un lavoro eroico di resistenza, in permanente scarsità di organico e di risorse rispetto alla calata dei barbari – che non fanno altro che esprimersi in nome e per conto di valutazioni discendenti dall’ARTICOLO  9 della CARTA COSTITUZIONALE !

Bonelli , La De Girolamo e tutto il corteo delle “rinnovabili senza se e senza ma” che si scandalizzano di questi procedimenti, abbiano almeno il buon gusto di invocare la cancellazione di quella parte della Costituzione. Vantino tutte le rinnovabili che vogliono, invochino le volgari deregolamentazioni che tagliano tristemente il ruolo dei territori e delle Soprintendenze ma, almeno, di fronte al vergognoso, immane e infame scempio della celebrata ruralità della Nazione, se ne assumano anche la responsabilità morale .

Dicano chiaramente che vogliono l’ANARCHIA per  installare centinaia di migliaia di MW inondando quel che rimane di territori e comunità!

9)   Possibilmente, se poi si parla di nucleare, Bonelli dovrebbe avere un contraltare esperto, che per amor di oggettività gli dica che la centrale nucleare di Flamanville incriminata per i costi è un estremo e non costituisce la media rispetto all’ordinario costo di queste centrali . Costi comunque notevoli ma iniziali, che sono ovviamente spalmati su tutti i decenni di vita dell’impianto. Vita continuativa e non per sole 1300 -2000 ore annue di fotovoltaico ed eolico.  E c’è arrivato un modesto osservatore come il sottoscritto che poco, poco, poco si è documentato a fronte di queste affermazioni.

“Bellissima” poi la chiosa della Petrini sui lobbisti pro nucleare …. Ok ma vorrei ricordare come nel silenzio tombale,  l’ANEV, associazione degli industriali eolici sia…. Associazione Ambientalista (!!!!) riconosciuta (dall’allora ministro Matteoli) “dentro” la pancia del Ministero Ambiente, esercitando la doppia veste interessata perfino nei ricorsi. Una associazione di categoria con interessi lucrosissimi da miliardi di euro, parificata ad associazioni che si reggono sul volontariato e portatrici di interessi collettivi. Questo accade dal 2005 senza scandali !!!!

centrale fotovoltaica

10) Dulcis in fundo la De Girolamo che si accapiglia ancora con Bonelli per chi avrebbe le responsabilità del solito, rifritto luogo comune del NO a tutto e quindi del NO all’eolico. I soliti comitati e associazioni brutte e cattive che si oppongono…. Ma Bonelli & C che si smarcano “desiderando questa panacea” non si sono chiesti DOVE ricadono la stragrande maggioranza dei progetti “bloccati” e/o richiesti ? Si, esatto, sempre in Terronia e sempre nelle stesse aree , per ovvie ragioni. Ecco, almeno chiamateci quelli del “BASTA” visto che il “NO” ci è stato impedito di anche solo di pensarlo grazie a chi continua ad inondare i territori con pale e pannelli dall’alto di scrivanie decisionali. Gli estremisti, semmai, siete voi, che dite sempre SI a tutti gli impianti perché tanto basta la parolina magica e fuorviante : energia “”pulita””. La più grande trasformazione territoriale della Nazione senza alcun dibattito preventivo e governata dai desiderata delle società!

11) Ma ecco che in studio viene fuori la frase fatta “Tutti siamo a favore delle rinnovabili”. E qui emerge la disinvolta ipocrisia culturale del nostro tempo. E CHI non le vuole ? LE RINNOVABILI SONO COME LA PACE , tutti  siamo a favore. Ma poi dietro l’esportazione della pace ci può essere la guerra. Ed è in atto. Al punto che viene (opportunamente!!) negata perfino una anagrafe di questi impianti, che un’altra parte dell’ambientalismo (silenziata dall’omertà mediatica) chiede da 20 anni per esercitare una briciola di controllo sociale !

Insomma, ambientalisti si ma proprio fessi no!

U.S.A., centrale fotovoltaica, consumo del suolo (2013)

12) Bella la App di Terna , indica in tempo reale la composizione delle fonti energetiche per la produzione elettrica….. ma è bene ricordare non solo che il 37% conseguito di rinnovabili elettriche lo dobbiamo in buona parte all’idroelettrico storico che GIA’ avevamo e mai sussidiato e che, come accenna Tabarelli, copre in media il 20% di produzione elettrica mentre eolico e fotovoltaico vi contribuiscono per circa il 17%. E’ imperativo evidenziare che il SOLO consumo elettrico nazionale indicato in quella App rappresenta solo il 22% circa di TUTTO il fabbisogno energetico del Paese (il resto sono trasporti e termico – riscaldamento e raffrescamento, ecc – che per altro si vorrebbe elettrificare).   Quella indicazione, quindi, non è esaustiva di TUTTO il fabbisogno energetico. E quel contributo di eolico e fotovoltaico (le “nuove” tecnologie rinnovabili più mature), rapportato correttamente sul TOTALE dei consumi energetici del Paese equivale al….  3,5% !

13) Quindi, caro Formigli, non si può semplificare auspicando di perseguire 3/3 di permanente (!) copertura rinnovabile dell’elettrico, per altro partendo da 1/3 di QUELLA giornata!   In realtà si dovrebbe idealmente e ULTERIORMENTE moltiplicare quel già titanico obiettivo  finale almeno per 4 , cosi da coprire gli altri comparti energetici non elettrici e che si vuole decarbonizzare ed elettrificare. Ed ecco che emergono ancor più necessità abominevoli e semplicemente impraticabili di potenza eolica e fotovoltaica da installare.

Per conseguire l’odierno  3,5% di contributo da eolico e fotovoltaico sui consumi energetici TOTALI abbiamo installato 33.000 MW (TRENTATREMILA!) in gran parte umiliando i territori rurali del Mezzogiorno e spendendo (ad oggi) 240 MLD (DUECENTOQUARANTA!  Più del più grande investimento pubblico della storia della Repubblica, con la ex Cassa Mezzogiorno!).

14) In definitiva, sorvolando sulla chiusura demagogica di Bonelli e De Girolamo, bene il servizio di Piazza Pulita, nel mare magnum del nulla mediatico, ma del tutto insufficiente per costruire consapevolezze.  Il dovere, in un dibattito sull’energia e sulle rinnovabili, è quello di affrontare il SE ma anche il COME e DOVE perché le rinnovabili hanno una densità energetica e quindi una produttività bassa. Necessitano di spazi enormi  !!

E’ meritorio, e non deprecabile (quelli del BASTA), lanciare l’allarme oggi per non suicidarsi domani. Invece scontiamo un Piano (PNIEC) fatto a tavolino senza ALCUNA SERIA valutazione di sostenibilità, senza indicare COME e  DOVE sia possibile distribuire centinaia di migliaia di impianti(!), e senza una valutazione sull’approvvigionamento delle materie prime per gli impianti e per la elettrificazione del sistema energetico. Un PNIEC partorito da Gentiloni sull’onda di slogan e isterie, senza alcun dibattito pubblico sul tema energetico e, soprattutto, senza un approccio multidisciplinare.

Per finire vorrei regalare qualche immagine esplicativa, sui “virtuosismi” delle rinnovabili vere, non quelle da Mulino Bianco della propaganda.

Buona riflessione.

Enzo Cripezzi  – Foggia, delegato di LIPU – BirdLife Italia per Puglia e Basilicata

Fenicotteri rosa (Phoenicopterus roseus) in volo e centrale eolica

(foto Enzo Cripezzi, da mailing list ambientalista, A.L.C., S.D., archivio GrIG)

Fonte blog di GRIG: https://gruppodinterventogiuridicoweb.com/2022/02/27/ripetiamo-sulle-energie-rinnovabili-raccontatela-tutta-enzo-cripezzi-risponde-a-piazza-pulita/#more-29475