DIFFONDIAMO LA NOTIZIA SULLA RACCOLTA DI FIRME. DAL BLOG DI ALTERNATIVA COMUNE DI PONTASSIEVE. (https://alternativacomunepontassieveblog.blogspot.com/2025/07/raccolta-firme-per-il-referendum.html)
Il gruppo di Alternativa Comune Pontassieve aderisce alla campagna di RACCOLTA FIRME per il REFERENDUM CONSULTIVO SULLA SANITA'.Occorrono 35.000 firme entro l'ultima settimana di SETTEMBRE
I MODULI sono stati consegnati in comune a Pontassieve.
PER FIRMARE BASTA RECARSI ALL'UFFICIO URP DI PONTASSIEVE
- TUTTE LE MATTINE DAL LUNEDI' AL SABATO,
DALLE ORE 8.30 ALLE ORE 12.30
- MARTEDI' E GIOVEDI'
ANCHE DI POMERIGGIO DALLE ORE 15.15 ALLE ORE 17.45.
Qualche informazione sul Referendum.
Comunicato ufficiale dei promotori:
Sono passati 10 anni da quando fu approvata la RIFORMA del Servizio Sanitario Regionale in TOSCANA, legge 84/2015 (da noi definita SCHIFORMA).
Quella
Riforma noi la contestammo democraticamente e fortemente e mai avremmo
pensato che la partecipazione dei Cittadini venisse offesa e vituperata
impedendo lo svolgimento del REFERENDUM Abrogativo. In Toscana, già
patria della civiltà democratica, subimmo e vivemmo la stagione buia
dello strapotere politico.
Eppure non occorreva essere profeti per prevedere le sventure che si sarebbero verificate. Purtroppo.
Da
subito contestammo l’idea fondante e cioè che “riducendo il numero
delle Asl e concentrando in poche mani i livelli di programmazione,
direzione e gestione si potessero ottenere risparmi economici,
miglioramenti dell’efficienza e della qualità dei servizi”. Questa idea
non trovava riscontro nella realtà perché le esperienze nazionali e
internazionali dimostravanono che – nove volte su dieci – le
macrofusioni organizzative in sanità producevano l’effetto contrario:
facevano aumentare i costi e riducevano l’efficienza e la qualità dei
servizi”.
Altra critica formulata riguardava “il gigantismo
organizzativo” che in sanità non paga: aumenta la complessità
organizzativa e finanziaria, diminuisce la capacità di controllo sul
funzionamento dei servizi e aumentano le distanze tra il livello
decisionale e la partecipazione democratica, e si riducono quasi a zero
le possibilità di influenza dei sindaci e delle comunità locali.
Nel
complesso lunghi tempi di attesa associati a ticket particolarmente
costosi “producono migrazioni di massa verso il settore privato,
soprattutto se questo mette sul mercato prestazioni low cost. Anche
questo era un effetto – e un obiettivo (non dichiarato) – del
definanziamento del servizio sanitario pubblico. ll mix che porta alla
privatizzazione ha naturalmente costi sociali elevati, rappresentati
dalle persone che rinunciano a prestazioni sanitarie o all’acquisto di
farmaci a causa di motivi economici o carenze di strutture di offerta”.
Ed
oggi purtroppo, ripeto, purtroppo il sistema è andato in progressiva
sofferenza. Lunghi tempi di attesa, liste chiuse, difficoltà di accesso
per motivi economici o di residenza. Desta vergogna pensare che 220.000
cittadini toscani rinunciano alle cure per motivi economici.
Dopo 10 anni è tempo di verificare l’attuazione della legge di riforma del 2015. Chiediamo e ci chiediamo:
- Ha migliorato il Servizio Sanitario Regionale?
- Le AUSL di Area Vasta hanno semplificato o complicato la gestione?
- I Presidi Ospedalieri hanno migliorato o peggiorato la capacità di ricovero?
- I tempi di attesa per un ricovero programmato sono aumentati o diminuiti?
- Il numero dei posti letto ospedalieri sono aumentati o diminuiti?
- I tempi di attesa per prestazioni di diagnostica e specialistica sono aumentati o ridotti?
- Gli Ospedali periferici/zone disagiate/di zona sono stati potenziati o ridimensionati?
- Il Pronto Soccorso dei Presidi Ospedalieri garantisce una migliore risposta o è peggiorato?
- Sono state attivate le Case della Salute/Comunità con tutti i servizi socio-sanitari previsti?
- Le posizioni dirigenziali/ dipartimentali/struttura/professionali sono aumentate o ridotte?
- Il territorio è stato valorizzato?
- Le risorse sono state redistribuite tenendo conto delle realtà periferiche?
- I Sindaci riescono a indirizzare la programmazione socio-sanitaria in area vasta?
-
II Bilancio regionale della sanità dal 2015 ad oggi ha registrato
economie di scala oppure disavanzi con obbligo di tassazione
aggiuntiva?
- Le prestazioni richieste in libera professione sono aumentate o ridotte?
- Il ricorso al Privato è aumentato o ridotto?
- Il ricorso a rapporti atipici (tipo a gettoni) ha influito nella qualità assistenziale?
- Nel campo della Prevenzione (Igiene e sicurezza luoghi di lavoro, Alimenti, veterinaria ecc.) ci sono stati miglioramenti?
A nostro modo di vedere, complessivamente, il SERVIZIO SANITARIO REGIONALE è peggiorato. La Legge che ha imposto le Aree Vaste ha fallito. Non c’è giorno che non vengano denunciate carenze organizzative:
1) Elba. Forse è anche un optional avere all’Elba un cardiologo fisso che in caso di urgenza potrebbe salvare la vita?
2) Massa. “devo prenotare un esame per mio padre per il prossimo Settembre/Ottobre presso il NOA di Massa ma la lista è chiusa.
3)
Livorno. “Siamo alla follia nel mese di gennaio all'ospedale di Cecina è
stato sospeso il servizio ambulatoriale della terapia del dolore, i
malati non riescono ad avere appuntamenti nei tempi previsti per
rinnovare piani terapeutici”
4) Empoli. Peggiora la situazione del Pronto Soccorso
5) Lucca. Pronto Soccorso Odissea nello strazio. Turni infernali
6) Grosseto. Si sente male in Ospedale: mezz’ora per soccorrerla
7) Prato. Caos Emergenza, Per CGIL il sistema è sbagliato
8) Pistoia. Ospedale Caos. Ricoveri Impossibili
9)
Arezzo. I Sindaci sulla nomina del D.G. “Non possiamo esprimere alla
Conferenza nessun parere perché il messaggio che la Regione ci ha dato è
stato chiaro: nella sostanza il nostro consenso è irrilevante.”
Quando interpelli gli Operatori Sanitari ricevi conferme del disastro provocato dalla SCHIFORMA:
- l’accorpamento ha allungato eccessivamente le linee gestionali, emarginando i territori;
-
la creazione di dipartimenti multi provinciali ha creato strutture così
grandi da influire negativamente sulla gestione rendendo impossibile
una reale partecipazione degli operatori;
- alla fine gli organismi
di partecipazione dei professionisti (consiglio dei sanitari, ufficio di
direzione) sono stati esautorati ed il potere è stato concentrato nella
triade di vertice, escludendo rappresentanti dei territori e dei
professionisti;
- Sotto il profilo economico i presunti risparmi
derivanti dalla concentrazione sono stati riassorbiti dalle strutture di
controllo necessarie alla gestione di macroaziende.
Per questo siamo tornati
e proponiamo un REFERENDUM CONSULTIVO per dare ai Cittadini la possibilità di esprimersi democraticamente.
QUESITO REFERENDARIO
“Siete
favorevoli alla proposta volta a rivedere l’attuale assetto del
Servizio Sanitario Regionale incentrato in tre Aziende Unità Sanitarie
Locali (AUSL) di area vasta, come previsto dalla legge regionale toscana
n. 84/2015 (“Riordino dell'assetto istituzionale e organizzativo del
sistema sanitario regionale. Modifiche alla l.r. 40/2005”), al fine di
assicurare una maggiore diffusione delle AUSL sul territorio,
organizzandole su base provinciale?”
Ciò al fine di
garantire un piu’ efficace coinvolgimento delle comunità locali
necessario per una migliore analisi dei bisogni e delle esigenze dei
cittadini toscani, nonché una piu’ adeguata e coerente risposta
organizzativa, gestionale e socio- assistenziale in particolare sulle
liste di attesa, ricoveri e accesso al pronto soccorso.
Per il Comitato Promotore
Giuseppe Ricci - Eva Giuliani - Oreste Giommoni
QUI elenco aggiornato di tutti i comuni dove si può firmare
QUI, RELAZIONE ILLUSTRATIVA per saperne di più.
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