comunicato stampa
Oggi, 24
marzo, si è costituito il Comitato Referendario della Valdisieve
“Vota Si per fermare le trivelle” in coordinamento con il Comitato Nazionale
promotore del Referendum abrogativo sulle trivellazioni in mare.
Di fatto
si vuole impedire che gli italiani siano informati adeguatamente sulle ragioni
del referendum, nella speranza che ciò favorisca il non raggiungimento del
quorum, rendendo nulla la consultazione stessa.
Al
di la dei legittimi pareri sul quesito, troviamo imbarazzante quanto
inopportuna, la posizione assunta delle forze di governo che propongono al
proprio elettorato di astenersi; segno evidente che Renzi sa che il mancato
raggiungimento del quorum è l’unica possibilità che ha per battere il SI se il
referendum sarà reso valido dall’affluenza del 50% +1 degli italiani.
Mancano
24 giorni al voto e pochissime persone sono informate. In molti non sanno
neanche che tutta Italia è chiamata al voto il 17 aprile per decidere se dovrà
essere abrogato l’articolo 6 comma 17 del “codice dell’ambiente”. Nello
specifico si chiede di cancellare la norma che consente alle società
petrolifere di cercare ed estrarre gas e petrolio entro le 12 miglia marine
dalle coste italiane senza limiti di tempo. Nonostante, infatti, le società
petrolifere non possano più richiedere per il futuro nuove concessioni per
estrarre in mare entro le 12 miglia, le ricerche e le attività petrolifere già
in corso non avrebbero più scadenza certa. Se vince il si le attività
petrolifere andranno progressivamente a cessare, secondo la scadenza “naturale”
fissata al momento del rilascio delle concessioni.
Per
noi è primaria la necessità di ridurre fortemente, fino allo zero, l’utilizzo
di fonti fossili altamente inquinanti spostando
la produzione energetica su fonti rinnovabili; inoltre, parlando trivellazioni
“offshore”, nessuno può escludere al cento per cento malfunzionamenti o incidenti.
Pur gravi ovunque, in un mare chiuso come l’Adriatico o il Mediterraneo un
disastro petrolifero causerebbe danni ingenti e probabilmente irreversibili per
l’ambiente.
Quotidianamente
sia i media che i partiti che si astengono o voteranno NO, cercano di
intimorirci con la questione della perdita dei posti di lavoro. Niente di più
falso poiché le concessioni in essere saranno portate a scadenza lasciando
tutto il tempo necessario al passaggio del modello industriale del nostro paese
su fonti rinnovabili. Basta volerlo.
In più in Italia i petrolieri pagano allo Stato le “Royalties”, i diritti
sulle estrazioni, più basse al mondo che ammontano appena al 7% del valore di
quanto si estrae; inutile dire che in questo modo ci guadagnano solo i
petrolieri. Insomma, per estrarre poche gocce di petrolio di scarsa qualità, si
mettono in pericolo la salute della popolazione, le nostre coste, la fauna, il
turismo, la pesca sostenibile e qualsiasi ambizione di passaggio massiccia alle
fonti energetiche rinnovabili.
Per questi
motivi è necessaria una grande mobilitazione e partecipazione della società
civile, di ciascuno di noi, per consentire a tutti di essere informati e di
decidere democraticamente quale futuro energetico garantire al nostro Paese rispettando
il mare, la salute pubblica e l’ambiente.
Vi invitiamo a mettervi in contatto con
noi per informazioni e dare il vostro contributo alla campagna per il SI contro le trivelle. Il 17 aprile vota
e fai votare SI.
Comitato Referendario della Valdisieve “Vota SI per fermare le
trivelle"
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