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domenica 8 dicembre 2013

Gli ex gestori del Pollino indagati per truffa

Il Tirreno 07/12/2013

Milioni dallo Stato all’inceneritore che doveva produrre energia
bruciando i rifiuti: ma per la procura le procedure non venivano rispettate 


Il “ pacco natalizio”, sotto forma di decreto d’ingiunzione di pagamento, è atteso a giorni a palazzo comunale. E parliamo di un regalo di cui Pietrasanta, alla pari degli altri 6 comuni versiliesi, avrebbe fatto volentieri a meno perché riguarda i 15 milioni e 300 mila euro che le stesse amministrazioni sono chiamate a liquidare a Termomeccanica. In questo caso la vicenda giudiziaria si innesca oltre 20 anni fa, con la ditta incaricata di realizzare l’impianto, la Termomeccanica appunto, che ha poi presentato tutta una serie di riserve, per circa 80 miliardi delle vecchie lire, relative a problematiche di vario genere e ritardi nell'esecuzione dei lavori. E così giovedì i sindaci della Versilia, si sono incontrati con il presidente della Regione Rossi per aprire un tavolo di trattative con la ditta per ridurre l’importo del dovuto.
 
PIETRASANTA -
Ricevevano soldi dallo Stato per produrre energia a Falascaia bruciando rifiuti nel termovalorizzatore. Ma secondo la procura di Lucca - che su segnalazione dei comitati dei cittadini ha aperto un’indagine con l’ipotesi di truffa - le procedure non venivano rispettate e invece dei rifiuti i bruciatori venivano alimentati a metano facendo lievitare i conti per le amministrazioni comunali (e quindi per i cittadini che dovevano pagare le tasse sui rifiuti). Per ora il pm che si è occupato del caso, il sostituto procuratore Lucia Rugani, ha mantenuto la riservatezza sui nomi delle persone coinvolte. Ma tra gli indagati ci sarebbero i vertici egli amministratori di Tev-Veolia, la società che all’inizio degli anni 2000 ha gestito il tanto contestato impianto del Pollino. A segnalare il problema con i fondi del cosiddetto Cip 6 (dal 2204 al 2008 Tev-Veolia avrebbe ricevuto dall’autorità per l’energia una cifra attorno ai 10 milioni di euro) erano stati gli stessi comitati dei cittadini che da anni si battono per far emergere la verità sulla controversa gestione dell’impianto. «L’impianto doveva consumare 70mila tonnellate di metano all’anno - scrissero i cittadini nella loro denuncia - ma in realtà ne consumava 700mila». Per questo fu inviato un dettagliato esposto alla procura che ha portato l’indagine alla conclusione. La nuova inchiesta - come fanno notare alcuni amministratori versiliesi - potrebbe avere ripercussioni anche nella disputa economica tra i Comuni e Tev-Veolia, con quest’ultima società che, di fronte al tribunale civile, esige un credito da 25 milioni di euro. Le battaglie dei cittadini hanno già portato a due processi per gli ex gestori dell’inceneritori. Il primo, quello per il taroccamento dei dati sulle emissioni nell’atmosfera, si è concluso con un patteggiamento da parte di tutti gli imputati e multe da qualche migliaio di euro. A inizio 2014 dovrebbe anche entrare nel vivo il secondo processo per Falascaia, quello per gli sversamenti di sostanze inquinanti, tra le quali diossina, nel torrente Baccatoio. Nell’elenco degli imputati per quest’ultima vicenda sono finiti ex amministratori di Tev-Veolia: Thierry Hubert, Francesco Sbrana, Enrico Friz, Stefano Ghetti, Marco Albertosi e Stefano Danieli. Da anni i cittadini attribuiscono all’inceneritore (ormai chiuso) responsabilità sull’alta diffusione di tumori in zona. 

-- Gabriele Dini

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