perUnaltracittà-laboratorio politico Firenze
Voragine. Quale sicurezza idraulica a Firenze? L'allarme Mugnone
«Attenzione a dove cammini: potrebbero esserci voragini e buche». Apre così – profetico – il volantino diffuso nei giorni scorsi dalla Protezione civile del Comune di Firenze in preparazione dell’esercitazione “Mugnone 2016”, che si terrà il 28 maggio prossimo in zona Romito-Statuto-Vittoria: una simulazione delle attività di soccorso necessarie in caso di tracimazione del Mugnone.
Forse in seguito a due esposti in Procura in merito alla pericolosità del nuovo ponte sul Mugnone da parte di alcuni cittadini residenti, il Comune mette le mani avanti. Troppo tardi: a lungarno ormai imploso la credibilità è perduta.
Il pieghevole del Comune raccomanda inoltre di non trovarsi nei sottopassi durante le alluvioni. Comportamento difficile da tenere vimanusto che il progetto della tramvia, che passa proprio nell’area dell’esercitazione, prevede il sottopasso di un’arteria carrabile di grande traffico come il viale Milton, giusto a pochi metri dal Mugnone, vicino alla Fortezza da Basso. E altri ne prevede il Piano Strutturale.
Sarà bene anche non farsi sorprendere nei numerosi parcheggi interrati che l’amministrazione ha in progetto.
Il Mugnone è un torrente capriccioso, molte volte deviato, sin dall’epoca romana. Malgrado i vari straripamenti, avvenuti anche in tempi recenti, vi è stato da poco costruito un ponte carrabile a quattro corsie, strumentale al passaggio della tramvia, fortemente a rischio per la sua conformazione “a raso”.
La stessa area cittadina sarà poi ulteriormente messa a rischio dal passaggio, poche centinaia di metri a valle, sotto il viale Lavagnini, del doppio tunnel TAV. Il deflusso della falda acquifera, ostacolato dal tunnel ferroviario, dovrebbe essere compensato da sifoni sotterranei. Ma chi ne controllerà l’efficienza? Chi ne effettuerà la manutenzione?
Nel frattempo, il reticolo idraulico fragilissimo della piana alluvionale ad ovest di Firenze sarà riconfigurato per far posto all’aeroporto: l’importante collettore del Fosso Reale, deviato con un improbabile percorso in contropendenza, passerà in botte sotto l’autostrada.
C’è da stare allegri. Speriamo che non piova. O, meglio, che i tanti soggetti attivi che si battono per la tutela del territorio e di chi lo abita riescano con le loro battaglie e i molti buoni argomenti a disposizione a ottenere un'inversione di tendenza nelle scelte urbanistiche e ambientali.
perUnaltracittà-laboratorio politico Firenze
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Comunicato stampa perUnaltracittà-laboratorio politico
Voragine Lungarno, perché Publiacqua ha una governance che privilegia i profitti a discapito di investimenti in manutenzione e controlli?
E' vero che alla base del crollo sul Lungarno c'è un evento meccanico accidentale come la rottura di una dorsale dell'acquedotto, ma è anche vero che la città è soggetta a rischi, pericoli, incidenti, anche fatalità. Invece di imprecare oggi contro la sorte malvagia e ria, e da domani continuare ad aumentare i rischi con interventi vari, bisogna cercare di creare reti di protezione, diminuendo i fattori di rischio o creando le condizioni per minimizzare i danni sulle strutture esistenti.
Publiacqa investa gli utili netti, che nel 2015 ammontano a 29 milioni di euro, nel controllo, nella manutenzione e nell'ammodernamento della rete idrica (http://www.usbpubliacqua.it/). Visto che i fiorentini pagano, tra l'alto, le tariffe più care d'Italia non meritano di essere tartassati e subire anche i danni di una rete idrica che fa acqua da tutte le parti
(https://shar.es/1dxAfK).
Per non parlare dell'amianto che ancora accompagna ben 225 km di tubature di Publiacqua (http://www.perunaltracitta.org/2014/10/22/publiacqua-225-chilometri-di-tubature-allamianto-lo-scandalo-dellassenza-delle-analisi/). Una governance Publiacqua che è figlia di Renzi sindaco, con Boschi nel cda e D'Angelis presidente (http://www.publiacqua.it/node/).
Perché le città, come pure il resto del territorio, non sono entità statiche, substrati a disposizione degli appetiti o delle idee (spesso balzane) di amministratori, turisti, scavatori seriali, palazzinari e compagnia.
Quindi, come abbiamo detto molte altre volte, messa in sicurezza del territorio e rispetto per la sua fragilità che oggi non viene riconosciuta e viene spesso sfidata con mega opere che vanno a sconvolgere il sistema idrogeologico per operazioni speculative a cui esistono alternative non impattanti.
Buoni esempi sul territorio fiorentino sono il famigerato tunnel Tav che impatta la falda in più punti e il nuovo aeroporto che richiede la completa alterazione del complesso sistema idrico del Fosso Reale. Per non dire delletramvie ipotizzate sotto il centro storico.
Il crollo del Lungarno deve far riflettere anche chi finora non ha valutato i rischi che si nascondono proprio in un sottosuolo che si vorrebbe sempre più sfruttare senza considerarne la intrinseca fragilità.
perUnaltracittà-laboratorio politico Firenze
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