Gli Ambientalisti sul DLgs sulla Valutazione di Impatto Ambientale trasmesso alle Camere
PROCEDURE AUTORIZZATIVE POCO TRASPARENTI E CITTADINI DISINFORMATI
IL GOVERNO SPOSA IL MODELLO OPACO E DANNOSO DELLA LEGGE OBIETTIVO
Il Governo aveva assunto il solenne impegno di chiudere con le opache procedure accelerate e semplificate derivanti dalle legge Obiettivo, che tanti danni hanno creato alle casse dello Stato e all’ambiente, e invece torna a riproporle, estendendole, non più solo alle infrastrutture strategiche, ma a tutte le opere. La denuncia viene da 19 associazioni ambientaliste riconosciute che mettono sotto accusa lo schema di decreto legislativo di (contro) riforma della VIA (Atto di Governo n. 401), che il Governo ha trasmesso a metà marzo e su cui le Commissioni Ambiente di Camere e Senato si esprimeranno con un parere entro il 25 aprile. Le associazioni chiedono un radicale ripensamento che assicuri maggiore trasparenza e partecipazione del pubblico e degli enti locali e si domandano come mai il Ministero dell’Ambiente non abbia mai aperto un tavolo di confronto tecnico sulla nuova normativa con le organizzazioni della società civile.
Le 19 associazioni ambientaliste riconosciute – che hanno chiesto già audizioni ai presidenti delle due Commissioni Ermete Realacci alla Camera e Giuseppe Francesco Marinello al Senato – scrivono oggi al Ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti sottolineando come venga tradito lo spirito della Direttiva 2014/52/UE che l’AG n. 401 intende recepire che intende meglio chiarire e rafforzare i capisaldi della procedura di VIA per renderla più trasparente, tramite un rafforzamento della qualità delle informazioni rese disponibili al pubblico per favorirne la sua partecipazione.
“Numerose modifiche vanno esattamente nella direzione opposta: non fornire informazioni adeguate e complete al pubblico, né garantire la sua effettiva partecipazione, rendendo più opaca, approssimativa e fallace la nuova procedura, rispetto a quella vigente, favorendo, ogni volta che sia possibile, il proponente il progetto”, fanno notare le associazioni ambientaliste nelle loro Osservazioni trasmesse oggi al Ministro Galletti e nei giorni scorsi al Parlamento.
Nella lettera le associazioni ambientaliste rilevano: “Il modello seguito nell’AG n. 401 nella modifica delle procedure di VIA vigenti ricalca per molti versi l’impostazione dalla normativa speciale per le infrastrutture strategiche derivante dalla legge Obiettivo, che sia la legge delega 11/2016, che il nuovo Codice Appalti (DLgs n. 50/2016 hanno inteso espressamente superare considerati i danni provocati dal 2001 al 2015 – come è stato ricordato a suo tempo dal Ministro delle Infrastrutture e Trasporti, Graziano Delrio e dal presidente dell’ANAC, Raffaele Cantone -.”
Tra le numerose modifiche peggiorative le associazioni contestano: “la scelta contenuta nell’AG n. 401 di effettuare la valutazione di impatto ambientale sul progetto di fattibilità, invece che su quello definitivo, con un blando monitoraggio delle condizioni ambientali contenute nel provvedimento di VIA nelle fasi successive di progettazione, sottrae informazioni fondamentali al pubblico (sul dettaglio tecnico del progetto e sugli impatti sull’ambiente e sulle aree a vario titolo vincolate) e impegna, con un primo atto autorizzativo, l’amministrazione pubblica competente nei confronti del proponente con il rischio concreto (come è avvenuto nei 15 anni di applicazione della legge Obiettivo) che si abbiano variazioni, anche sostanziali, del progetto, dei relative impatti ambientali e delle misure di compensazione e mitigazione necessarie. Variazioni che fanno lievitare i costi delle opere provocando un danno erariale allo Stato, nonché danni all’ambiente e alla comunità. Per questo le associazioni ambientaliste chiedono nella loro lettera al Ministro del’Ambiente un serio e radicale ripensamento su molte delle disposizioni dell’AG n. 401 che, invece di costituire quel passo avanti, atteso e perseguito dal legislatore comunitario, costituiscono un passo indietro anche rispetto allo stesso testo vigente del DLgs n. 152/2006 (Testo Unico sull’Ambiente).
Accademia Kronos Associazione Ambiente e Lavoro CTS ENPA FAI
Federazione Pro Natura FIAB Geeenpeace Italia Gruppo di Intervento Giuridico onlus
Gruppi di Ricerca Ecologica Italia Nostra Legambiente LIPU Marevivo
Mountain Wilderness Rangers d’Italia SIGEA VAS WWF
questa è la lettera inviata il 12 aprile 2017 al Ministro dell’Ambiente Gianluca Galletti e, per conoscenza, al Ministro delle Infrastrutture Graziano Delrio e al Presidente dell’A.N.A.C. Raffaele Cantone.
Oggetto: richiesta di un radicale ripensamento dell’AG n. 401 – Riforma della procedura di VIA
Oggetto: richiesta di un radicale ripensamento dell’AG n. 401 – Riforma della procedura di VIA
Egregio Ministro Galletti,
Le scriventi associazioni sono costrette a rilevare che nel pur positivo recepimento, per vari aspetti, della Direttiva 2014/52/UE non si è inteso con l’AG n. 401 trasporre nell’ordinamento italiano fedelmente gli obiettivi di fondo della modifica normativa comunitaria, tesa a meglio chiarire e rafforzare i capisaldi della procedura di VIA per renderla più trasparente, tramite un rafforzamento della qualità delle informazioni rese disponibili al pubblico per favorirne la sua partecipazione.
Numerose modifiche vanno esattamente nella direzione opposta: non fornire informazioni adeguate e complete al pubblico, né garantire la sua effettiva partecipazione, rendendo più opaca, approssimativa e fallace la nuova procedura, rispetto a quella vigente, favorendo, ogni volta che sia possibile, il proponente il progetto.
Il modello seguito nell’AG n. 401 nella modifica delle procedure di VIA vigenti ricalca per molti versi l’impostazione dalla normativa speciale per le infrastrutture strategiche derivante dalla legge Obiettivo, ricompresa nel vecchio Codice Appalti (DLgs n. 163/2006), che sia la legge delega 11/2016, che il nuovo Codice Appalti (DLgs n. 50/2016) hanno inteso espressamente superare considerati i danni provocati dal 2001 al 2015 – come è stato ricordato a suo tempo dal Ministro delle Infrastrutture e Trasporti, Graziano Delrio e dal presidente dell’ANAC, Raffaele Cantone -.
In particolare, la scelta contenuta nell’AG n. 401 di effettuare la valutazione di impatto ambientale sul progetto di fattibilità, invece che su quello definitivo, con un blando monitoraggio delle condizioni ambientali contenute nel provvedimento di VIA nelle fasi successive di progettazione, sottrae informazioni fondamentali al pubblico (sul dettaglio tecnico del progetto e sugli impatti sull’ambiente e sulle aree a vario titolo vincolate) e impegna, con un primo atto autorizzativo, l’amministrazione pubblica competente nei confronti del proponente con il rischio concreto (come è avvenuto nei 15 anni di applicazione della legge Obiettivo) che si abbiano variazioni, anche sostanziali, del progetto, dei relative impatti ambientali e delle misure di compensazione e mitigazione necessarie. Variazioni che fanno lievitare i costi delle opere provocando un danno erariale allo Stato, nonché danni all’ambiente e alla comunità.
Noi chiediamo a questo Ministero (trasmettendo in allegato il documento con le puntuali e numerose richieste di modifica all’AG n. 401, già inviato alle Commissioni parlamentari competenti) un serio e radicale ripensamento su molte delle disposizioni dell’AG n. 401 che, invece di costituire quel passo avanti, atteso e perseguito dal legislatore comunitario, costituiscono un passo indietro anche rispetto allo stesso testo vigente del DLgs n. 152/2006 (Testo Unico sull’Ambiente).
Per questi motivi, rimarcando come questo Ministero incomprensibilmente non abbia aperto per tempo alcun tavolo di confronto con le Associazioni nazionali riconosciute che rappresentiamo, auspichiamo una risposta ufficiale e urgente a questa nostra richiesta, rilevando come l’impostazione attuale dell’AG n. 401 non consente né di indirizzare gli interventi verso le migliori soluzioni, né di contenere più semplicemente le ricadute sull’ambiente degli interventi, marginalizzando lo stesso ruolo del Ministero.
Distinti saluti,
i Presidenti delle Associazioni ambientaliste riconosciute
Le scriventi associazioni sono costrette a rilevare che nel pur positivo recepimento, per vari aspetti, della Direttiva 2014/52/UE non si è inteso con l’AG n. 401 trasporre nell’ordinamento italiano fedelmente gli obiettivi di fondo della modifica normativa comunitaria, tesa a meglio chiarire e rafforzare i capisaldi della procedura di VIA per renderla più trasparente, tramite un rafforzamento della qualità delle informazioni rese disponibili al pubblico per favorirne la sua partecipazione.
Numerose modifiche vanno esattamente nella direzione opposta: non fornire informazioni adeguate e complete al pubblico, né garantire la sua effettiva partecipazione, rendendo più opaca, approssimativa e fallace la nuova procedura, rispetto a quella vigente, favorendo, ogni volta che sia possibile, il proponente il progetto.
Il modello seguito nell’AG n. 401 nella modifica delle procedure di VIA vigenti ricalca per molti versi l’impostazione dalla normativa speciale per le infrastrutture strategiche derivante dalla legge Obiettivo, ricompresa nel vecchio Codice Appalti (DLgs n. 163/2006), che sia la legge delega 11/2016, che il nuovo Codice Appalti (DLgs n. 50/2016) hanno inteso espressamente superare considerati i danni provocati dal 2001 al 2015 – come è stato ricordato a suo tempo dal Ministro delle Infrastrutture e Trasporti, Graziano Delrio e dal presidente dell’ANAC, Raffaele Cantone -.
In particolare, la scelta contenuta nell’AG n. 401 di effettuare la valutazione di impatto ambientale sul progetto di fattibilità, invece che su quello definitivo, con un blando monitoraggio delle condizioni ambientali contenute nel provvedimento di VIA nelle fasi successive di progettazione, sottrae informazioni fondamentali al pubblico (sul dettaglio tecnico del progetto e sugli impatti sull’ambiente e sulle aree a vario titolo vincolate) e impegna, con un primo atto autorizzativo, l’amministrazione pubblica competente nei confronti del proponente con il rischio concreto (come è avvenuto nei 15 anni di applicazione della legge Obiettivo) che si abbiano variazioni, anche sostanziali, del progetto, dei relative impatti ambientali e delle misure di compensazione e mitigazione necessarie. Variazioni che fanno lievitare i costi delle opere provocando un danno erariale allo Stato, nonché danni all’ambiente e alla comunità.
Noi chiediamo a questo Ministero (trasmettendo in allegato il documento con le puntuali e numerose richieste di modifica all’AG n. 401, già inviato alle Commissioni parlamentari competenti) un serio e radicale ripensamento su molte delle disposizioni dell’AG n. 401 che, invece di costituire quel passo avanti, atteso e perseguito dal legislatore comunitario, costituiscono un passo indietro anche rispetto allo stesso testo vigente del DLgs n. 152/2006 (Testo Unico sull’Ambiente).
Per questi motivi, rimarcando come questo Ministero incomprensibilmente non abbia aperto per tempo alcun tavolo di confronto con le Associazioni nazionali riconosciute che rappresentiamo, auspichiamo una risposta ufficiale e urgente a questa nostra richiesta, rilevando come l’impostazione attuale dell’AG n. 401 non consente né di indirizzare gli interventi verso le migliori soluzioni, né di contenere più semplicemente le ricadute sull’ambiente degli interventi, marginalizzando lo stesso ruolo del Ministero.
Distinti saluti,
i Presidenti delle Associazioni ambientaliste riconosciute
questa è la lettera inviata il 12 aprile 2017 ai Presidenti e agli Assessori all’Ambiente delle Regioni e Province autonome
Oggetto: radicale ripensamento dell’AG n. 401 – Riforma della procedura di VIA
Gentile Presidente, Gentile Assessore,
come sapete il Governo ha trasmesso a metà marzo alle Commissioni Ambiente di Camere e Senato lo schema di decreto legislativo di recepimento della Direttiva 2014/52/UE sulla Valutazione di Impatto Ambientale (AG n. 401) e che entro il 25 aprile le Commissioni Ambiente di camera e Senato dovranno rendere un parere, come anche dovrà fare la Conferenza Stato Regioni.
Ci preme informarvi che le sottoscritte associazioni ambientaliste riconosciute valutano che con l’AG n. 401 il Governo non abbia inteso trasporre fedelmente nell’ordinamento italiano gli obiettivi di fondo della modifica normativa comunitaria, tesa a meglio chiarire i capisaldi della procedura di VIA per renderla più trasparente, tramite un rafforzamento della qualità delle informazioni rese disponibili al pubblico per favorirne la sua partecipazione.
Numerose modifiche alla normativa vigente (DLgs n. 152/2006 – Testo Unico sull’Ambiente) vanno esattamente nella direzione opposta: non fornire informazioni adeguate e complete al pubblico, né garantire la sua effettiva partecipazione, rendendo più opaca, approssimativa e fallace la nuova procedura, rispetto a quella vigente, favorendo, ogni volta che sia possibile, il proponente il progetto.
Il modello seguito nell’AG n. 401 nella modifica delle procedure di VIA vigenti ricalca per molti versi l’impostazione dirigistica nazionale dalla normativa speciale per le infrastrutture strategiche derivante dalla legge Obiettivo, ricompresa nel vecchio Codice Appalti (DLgs n. 163/2006), che sia la legge delega 11/2016, che il nuovo Codice Appalti (DLgs n. 50/2016) hanno inteso espressamente superare considerati i danni provocati dal 2001 al 2015 – come è stato ricordato a suo tempo dal Ministro delle Infrastrutture e Trasporti, Graziano Delrio e dal presidente dell’ANAC, Raffaele Cantone -.
In particolare, la scelta contenuta nell’AG n. 401 di effettuare la valutazione di impatto ambientale sul progetto di fattibilità, invece che su quello definitivo, con un blando monitoraggio delle condizioni ambientali contenute nel provvedimento di VIA nelle fasi successive di progettazione, sottrae informazioni fondamentali al pubblico (sul dettaglio tecnico del progetto e sugli impatti sull’ambiente e sulle aree a vario titolo vincolate) e impegna, con un primo atto autorizzativo, l’amministrazione pubblica competente nei confronti del proponente con il rischio concreto (come è avvenuto nei 15 anni di applicazione della legge Obiettivo) che si abbiano variazioni, anche sostanziali, del progetto, dei relative impatti ambientali e delle misure di compensazione e mitigazione necessarie. Variazioni che fanno lievitare i costi delle opere provocando un danno erariale allo Stato, nonché danni all’ambiente e alla comunità.
Le nostre associazioni hanno chiesto al Ministero dell’Ambiente (trasmettendo il documento con le puntuali e numerose richieste di modifica all’AG n. 401, già inviato alle Commissioni parlamentari competenti) un serio e radicale ripensamento su molte delle disposizioni dell’AG n. 401 che, invece di costituire quel passo avanti, atteso e perseguito dal legislatore comunitario, costituiscono, a nostro avviso, un passo indietro anche rispetto allo stesso testo vigente del DLgs n. 152/2006 (Testo Unico sull’Ambiente).
Immaginiamo che le Regioni focalizzeranno le proprie critiche sulla avocazione allo Stato di competenze relative alla procedura di VIA, ma crediamo che ci possa essere una significativa convergenza sulle principali richieste di modifica da noi sollevate in vista del parere che la Conferenza Stato-Regioni dovrà dare sullo schema di decreto legislativo n. 401, ai sensi dell’art. 2, comma 3, d.lgs. 28 agosto 1997, n. 281.
Chiediamo alle Regioni – come già è avvenuto sui provvedimenti riguardanti le attività di prospezione, ricerca e coltivazione in mare degli idrocarburi e gli inceneritori – di far valere le ragioni dell’ambiente e di darci un riscontro sulla condivisione degli obiettivi e delle modifiche da noi richieste nel documento allegato.
Distinti saluti,
i Presidenti delle Associazioni ambientaliste riconosciute
qui il testo coordinato delle direttive sulla V.I.A. – direttiva n. 2014/52/UE di integrazione e modifica della direttiva n. 2011/92/UE sulla valutazione di impatto ambientale
qui lo Schema di decreto legislativo recante attuazione della direttiva 2014/52/UE che modifica la direttiva 2011/92/UE concernente la valutazione dell’impatto ambientale di determinati progetti pubblici e privati proposto dal Governo Gentiloni
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