Il procedimento penale è partito fin dal 2011 dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Firenze anche grazie a quanto segnalato dal Gruppo d’Intervento Giuridico onlus, insieme ad associazioni, comitati, amministrazioni pubbliche, sul progetto ferroviario “alta velocità” – sottoattraversamento dell’area urbana di Firenze (“nodo di Firenze”) e sul connesso utilizzo delle relative terre da scavo per il recupero ambientale della miniera di S. Barbara (Comuni di Caviglia, AR, e di Figline Valdarno, FI).
Poi vi sono già stati arresti, sequestri preventivi e iscrizioni nel registro degli indagati in una vicenda che definire scandalosa è voler minimizzare. Nel 2015 un’ulteriore tornata di provvedimenti restrittivi della libertà personale, anche per altre vicende connesse (Expo).
Il progetto è piuttosto complesso, avviato da tempo, ma ora, di fatto, è cambiato ancora: trasferimenti di volumi di traffico previsto dalla modalità ferroviaria a quella su gomma, tale da rendere definitivamente inutile l’opera ferroviaria nel sottosuolo, mentre ancora non è chiaro quale sia la destinazione prevista delle terre di scavo contaminate da addittivi chimici utilizzati per le frese quantificate in almeno 1,5 milioni di metri cubi.
Non solo: il nuovo progetto della Stazione Belfiore Macelli (c.d. Stazione Foster) e delle opere connesse, pur rientrante nell’unico progetto relativo al sistema di alta velocità “Penetrazione urbana – nodo di Firenze”, non è mai stato assoggettato alla necessaria procedura di valutazione di impatto ambientale (V.I.A.), procedura che dev’essere unica per tutto il complesso di opere progettato, proprio per poter valutare gli effetti diretti e indiretti complessivi (basti pensare che corrono una potenziale situazione di pericolo determinata dai prossimi scavi in galleria riguardante ben 249 edifici di proprietà privata o pubblica, secondo quanto ammesso dalla medesima società di progettazione Italferr)
Così non è stato, perciò l’associazione ecologista Gruppo d’Intervento Giuridico onlus ha inoltrato (26 maggio 2017) una specifica richiesta di informazioni ambientali e adozione di opportuni provvedimenti alle amministrazioni pubbliche competenti (Ministeri dell’ambiente e per i beni e attività culturali, Regione Toscana, Soprintendenza fiorentina, Comune di Firenze), all’A.R.P.A.T., ai Carabinieri del N.O.E., alle Istituzioni comunitarie (Commissione europea, Commissione “petizioni” del Parlamento europeo) e alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Firenze riguardo le gravi anomalie delle procedure di valutazione di impatto ambientale.
Tunnel e gallerie ferroviarie fondamentalmente inutili sotto una delle città più importanti al mondo sul piano storico-culturale costituiscono un esempio di follìa tecnico-amministrativa e di enorme spreco di denaro pubblico.
Entro fine anno dovrebbero riprendere in grande stile i lavori di scavo: c’è ancora il tempo per fermarsi e ridare spazio al buon senso e alla salvaguardia ambientale e storico-culturale di Firenze!
Gruppo d’Intervento Giuridico onlus
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