Desta molta preoccupazione il funzionamento di un impianto che segnala i peggiori livelli emissivi per inceneritori del genere in Toscana.
di Rossano Ercolini
Zero Waste Italy
POGGIBONSI (Si) – A leggere i dati storici disponibili sull’inceneritore di Poggibonsi – ricavati direttamente dalle dichiarazioni ambientali che per legge il gestore Sienambiente deve redigere ogni anno – c’รจ da essere fortemente preoccupati per quello che viene apertamente riconosciuto.
Quest’impianto che ha iniziato a funzionare nel 2008 come “raddoppio” del precedente impianto di incenerimento รจ dotato di tre linee e attualmente brucia circa 60.000 tonnellate/anno facendo funzionare una sola linea.
Dai dati storici del 2012-2013 si legge che le emissioni di diossine misurate da ARPAT nei controlli di legge (e non in continuo) segnalavano giร livelli emissivi prossimi ai limiti di legge: a fronte dello 0,1 nanogrammi per Normal Metro cubo di fumi (N/mc) nel 2012 si segnalava 0,093 ng/mc, un valore molto prossimo a quel limite.
E nel 2013, sul punto di emissione E2, non solo ancora ARPAT riscontrava un 2,4 ng/nmc di diossine, pari a 24 volte il limite consentito (!) ma addirittura sul punto emissivo E3 si registrava 44 mg/nmc di metalli, valore 88 volte piรน elevato dei limiti di legge per il parametro fissato a 0,5 mg/nmc.
Anche per il cadmio-tallio si sforavano i parametri su tutte le tre prove ARPAT con un picco di 2,4 mg/nmc e cioรจ 4 volte oltre i limiti di legge (0,05 mg/nmc).
Avvicinandoci al presente, nel 2016 l’impianto ha superato ben undici volte i limiti semiorari: dieci volte relativamente al COT (Carbonio Organico Totale) e una per le polveri. E’ interessante rilevare, citando alla lettera quanto dichiarato nel report ambientale, che “il carbonio organico totale รจ indice del livello di completezza di combustione. Nel caso di combustione incompleta vi sarร una presenza elevata di idrocarburi tale da poter portare a un certo livello di nocivitร “.
Nel 2017 i superamenti delle medie semiorarie sono stati sei, relativi a cinque volte per il COT e una per l’SO2 (biossido di zolfo). Inoltre il livello di incombusti nelle scorie ha sfiorato i limiti di legge (3%) raggiungendo un livello di 2,81% e confermando i problemi di efficienza di combustione sopra segnalati.
Desta ulteriore inquietudine il fatto che l’impianto ha superato varie volte i “livelli di attenzione” nelle emissioni di mercurio (Hg) che sono fissati a 0,04 mg/mc a fronte dei limiti di legge 0,05 arrivando a 0,042 molto prossimi ai limiti normativi.
Tutto questo ci rende molto preoccupati per il funzionamento di un impianto che segnala i peggiori livelli emissivi per inceneritori del genere in Toscana.
Sarร bene parlarne pubblicamente.
Zero Waste Italy
Quest’impianto che ha iniziato a funzionare nel 2008 come “raddoppio” del precedente impianto di incenerimento รจ dotato di tre linee e attualmente brucia circa 60.000 tonnellate/anno facendo funzionare una sola linea.
E nel 2013, sul punto di emissione E2, non solo ancora ARPAT riscontrava un 2,4 ng/nmc di diossine, pari a 24 volte il limite consentito (!) ma addirittura sul punto emissivo E3 si registrava 44 mg/nmc di metalli, valore 88 volte piรน elevato dei limiti di legge per il parametro fissato a 0,5 mg/nmc.
Anche per il cadmio-tallio si sforavano i parametri su tutte le tre prove ARPAT con un picco di 2,4 mg/nmc e cioรจ 4 volte oltre i limiti di legge (0,05 mg/nmc).
Desta ulteriore inquietudine il fatto che l’impianto ha superato varie volte i “livelli di attenzione” nelle emissioni di mercurio (Hg) che sono fissati a 0,04 mg/mc a fronte dei limiti di legge 0,05 arrivando a 0,042 molto prossimi ai limiti normativi.
Sarร bene parlarne pubblicamente.

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