Alla
Provincia di Firenze
Direzione
Tutela Ambientale
P.O.
V.I.A., A.I.A.,
Aria e
Acustica Ambientale
Via G.B.
Mercadante n. 42

50144
Firenze
e
presso
Archivio Generale
Via dei
Ginori n. 10
50129
FIRENZE
*
Oggetto: “Progetto Statale 67, tratto Stentatolo-Dicomano” - verifica
di assoggettabilità alla
procedura di VIA ai sensi dell’art. 20 D.Lgs 152/06 e s.m.i., del progetto
indicato in quanto ricadente nell’allegato IV della parte seconda comma 7,
lettera g) del suddetto decreto.
*
Le
Associazioni:
“Rete dei
comitati per la difesa del territorio”
“Italia
Nostra onlus”
“Associazione
Italiana per il WWF-sez. Reg. Toscana”
“Legambiente Toscana onlus”
“Vivere in Valdisieve”
rappresentate
rispettivamente dai sottoscritti:
1-
Arch. Paolo Baldeschi,
in
qualità di Vice-Presidente dell’Associazione “Rete dei comitati per la
difesa del territorio” con sede a Fiesole, Prato ai Pini, 7 – (FI)
2-
Dott. Ugo Cianchi,
in qualità di Vice-Presidente
dell’Associazione “Italia Nostra onlus”, con sede a Firenze in Via
Giampaolo Orsini, 44 – CAP-50126 - (FI)
in
qualità di Presidente dell’”Associazione Italiana per il WWF-sez.
Regionale Toscana”, con sede a Firenze in Via Cavour, 105-CAP-50129 - (FI)
4-
Arch. Fausto Ferruzza,
in
qualità di Direttore di “Legambiente Toscana ONLUS”, con sede a Firenze
in Via Orsini, 44 – Codice Fiscale: 94022440484, CAP-50126 – (FI)
5-
Roberta Vigna,
in
qualità di presidente pro tempore della “Associazione Vivere in Valdisieve
“ con sede a Firenze in Viale E. Torricelli, 15 – CAP-50125 (FI)
PRESENTAZIONE
Le osservazioni che presentiamo
in questa sede riguardano in dettaglio tutti gli aspetti tecnici del progetto
del nuovo tracciato della tosco-romagnola nel tratto San Francesco di Pelago –
Dicomano, con le relative ricadute ambientali e paesistiche. Prima di entrare
nel dettaglio delle osservazioni occorre però introdurre alcune considerazioni
generali:
-
L’esame del tracciato proposto (13
km) non può prescindere dalla previsione e valutazione dei collegamenti con la
Romagna e con il Mugello, del rapporto con la rete ferroviaria e con i flussi
di traffico attuali e futuri. Di questo il progetto non dice nulla.
- non c’è dubbio che il tratto
della Val di Sieve interessato dal progetto presenti una straordinaria qualità
ambientale e culturale, e quindi una estrema delicatezza di fronte a qualsiasi
intervento infrastrutturale. Si veda di seguito tutto il materiale relativo all’impatto
ambientale e paesaggistico.
nonostante
che il progetto sia in discussione da diversi anni, la soluzione presentata non
offre alcuna alternativa, a cominciare dall’opzione zero almeno in alcuni dei
lotti previsti. Siamo sempre di fronte a un “prendere o lasciare” che non è
compatibile con lo stato della partecipazione attiva e della sensibilità che la
popolazione della Val di Sieve ha dimostrato in questi anni.
- senza negare l’importanza di
risolvere l’attraversamento di Rufina e di Contea, dovrebbero essere prese in
considerazione alternative di tracciato nei tratti intermedi e in particolare
dove questo invade le
aree a rischio idraulico, come a Scopeti.
- solo
a questo punto, cioè dopo aver chiarito tutte le possibilità di scelta, si può
entrare in merito alle soluzioni proposte per quanto riguarda gli svincoli, i
rilevati, la qualità dei manufatti. Le osservazioni che seguono dimostrano
quanto ci sia ancora da chiarire in fase di progetto: e non si tratta solo di “mitigare”
gli effetti dell’opera con qualche alberatura!
Come associazioni ambientaliste
chiediamo dunque che il progetto sia riveduto in modo da poter essere oggetto
della più attenta valutazione, come questo territorio si merita.
La premessa è parte
integrante di queste Osservazioni.
Osservazioni
di carattere generale
1
Questo progetto “rischia” di
diventare la famosa “ bretellina” Barberino-Incisa senza averne le
caratteristiche tecniche e “senza portare benefici di alcun tipo ai
Comuni che attraversa”, così come riporta la relazione del comune di
Dicomano”, che poi continua: “… è importante che i comuni che rischiano
maggiormente di subire scelte non condivise e non proprie intervengano
attivamente nel dibattito politico-tecnico con delle proprie proposte che li
autotutelino almeno parzialmente, negoziando alcuni benefici per i territori
che meno vantaggi diretti ricaverebbero dalla realizzazione delle attuali
previsioni …”. “…L’operazione ‘ampliamento 67’ sembra essere un modo per far
passare inosservata la famosa BRETELLA Baberino-Incisa in versione mascherata:
infatti il potenziamento del solo tratto Pontassieve-Dicomano associato al
nuovo ponte sulla Sieve e l’utilizzo della via Sagginalese già potenziata per i
cantieri Cavet ci metterebbe in una situazione ‘forzosa’ di accettare anche il
tratto Dicomanese. Ci verrebbe infatti detto (a cose fatte nelle due direzioni)
che siamo gli unici seccatori che bloccano la strada di grande percorrenza.
Tutto ciò, a patto che il governo non ritiri fuori la vera bretella…”
“Per
questo finora non abbiamo svegliato il can che dorme. Se altri pezzi della
maggioranza (sobillati dal partito DS centrale) ci accusano di non esserci
esposti con un nostro progetto, è perché non volevamo legittimare una soluzione
fomentando il dibattito. Perché vi è il rischio concreto che la
soluzione
|
non
|
sia
|
a
|
noi
|
favorevole…..“
|
|||
(Punto 2.6.
|
pag. 18,
e pag.
|
45/46 - P.
|
S.
|
Comune
Dicomano -
|
http://sit.cm-
|
montagnafiorentina.fi.it/ps_web_dicomano/prog/prog10_mar05.pdf )
.
Per questi motivi,
il Comune di Dicomano, giustamente preoccupato per la sua viabilità interna (
il tracciato della SS 67 si ferma in località Piandrati), ha chiesto che
venisse attivato uno “studio di fattibilità” per bypassare
l’abitato e per ricollegarsi con la S.P. 551 che si immette anche alla S.R. 65
e 131, in direzione appunto di Barberino perché si prevede che il
traffico attraibile possa venire da questa direzione e non dal Muraglione.
Sarebbe stato opportuno sapere i risultati di questo studio per comprendere al
meglio l’inserimento di tutta l’opera.
·
Il
tracciato è lungo circa 13 Km. dalla Località Stentatoio fino a
Piandrati. E’ suddiviso in
8 lotti (lotti
1A-1B-1C, 2A-2B, 3, 4 e 5 ) e le opere più importanti sono:
4
Ponti
sul Fiume Sieve.
1
Viadotto
sul Torrente Argomenna, frazione di Montebonello.
1 Galleria artificiale a
Montebonello, inferiore a 1 km., ai piedi dell’omonima Torre Medievale
che domina la vallata.
1
Galleria
naturale a Contea di 1050 metri.
2 Sovrappassi Ferroviari in
località Contea ( uno ai piedi del Convento di Sandetole del X sec. e
della Casa di riposo “ Villa San Biagio”), (l’altro in loc. Scopeti per
riimmettersi nel rondò attuale).
8 tra Rotonde,
raccordi a “T” e altri incroci, di cui quella di Contea molto alta dal
piano di campagna, perché deve ricollegarsi al sovrappasso ferroviario
(altri rondò a Selvapiana, a Masseto e davanti al Bigozzi; 1 raccordo a “T”
a Scopeti; 1 incrocio a raso a Pian d’Ercole; altri svincoli a Selvapiana e a
Scopeti ).
In pratica
ogni 700 m. circa il tracciato è interrotto da un opera più o meno imponente.
Quasi la metà di queste opere è circoscritta solo al lotto 2 e comprende: 2
ponti sul fiume Sieve, 1 viadotto di circa 300 m., 1 galleria artificiale di
quasi 1 km., 2 rondò, 1 svincolo a “T”, 1 sovrappasso ferroviario, 1 incrocio a
raso e uno svincolo ulteriore a Contea.
·
Dei 13 Km. di tracciato circa una decina sono “in
variante” rispetto all’attuale.
·
Quasi tutto il tracciato è in
rilevato a causa della sua collocazione nelle immediate vicinanze del Fiume
Sieve, in quanto siamo in aree a rischio idraulico molto elevato, elevato e
medio, in aree di pertinenza fluviale e in aree golenali.
·
Ricade inoltre all’interno degli Ambiti
fluviali A1/A2 e B del Fiume Sieve e di altri affluenti ( come il torrente
Argomenna). L’Ambito A1 viene definito di “assoluta protezione
del corso d’acqua” ( sono possibili “adeguamenti delle
infrastrutture esistenti senza avanzamento verso il corso
d’acqua ma a condizione che si attuino le precauzioni necessarie per la
riduzione del rischio idraulico” – art. 6 delle Norme del Piano Strutturale
del Comune di Pontassieve).
·
Ricade anche in “aree di
emergenza vegetazionale e faunistica” ( tav.1.11. P.S. Comune Pontassieve);
·
In “aree interessate da
elementi di tutela delle risorse essenziali del territorio” (commi 1 e
2 art. 3 LR 1/2005).
·
In un area adiacente al “Parco
Provinciale della Resistenza” del Monte Giovi che oltretutto è anche
riconosciuto dal PTCP come “Ambito di reperimento per l’istituzione di Parchi, Riserve,
Aree Naturali protette di interesse locale” (Appendice F del PTCP).
·
L’ intero tracciato ricade anche
nelle aree sotto elencate, alcune delle quali individuate dalla L.R. 1/05, dal
PTCP e dai Piani Strutturali come “ Invarianti Strutturali”
che “sono da tutelare” ( art. 4 L.R. 1/2005):
”aree
sensibili già vulnerate da fenomeni di esondazione e soggette a rischio
idraulico”;
( di cui all’art. 3 delle N.A. del PTCP- costituiscono invariante strutturale ai sensi dell’art.
4 della L.R. N° 1/05 e s.m.i. ).
”aree
per il contenimento del rischio idraulico” ( art. 4
delle N.A. del PTCP ).
“
aree fragili “ da sottoporre a programma di paesaggio; ( di cui
all’art. 11 delle N.A. del PTCP, che riguarda tutto il territorio
del Comune di Pontassieve - costituiscono invariante
strutturale ai sensi dell’art. 4 della L.R.
N° 1/05 ). Per queste aree devono essere elaborati studi particolari di Programma
di Paesaggio, come ad esempio quello relativo al Chianti (PPC)>> http://www.planum.net/archive/main/m-run4-fi-t.htm.
”aree
di protezione paesistica e/o storico-ambientale”; (di cui all’art.
12 delle N.A. del PTCP, da intendersi quali invarianti strutturali – relazione P.S.
Pontassieve, pag. 19).
“ Tutela Paesaggistica e Ambientale
del territorio aperto, abitati minori e edifici sparsi” (art. 7
delle N.A. del PTCP).
aree
nell’elenco delle “Zone di Protezione” del “Piano faunistico”
della Provincia di Firenze. zone ad “emergenza vegetazionale, floristica,
faunistica e di areale" (Tav. 4 e 11.1 del P.S. del
Comune di Pontassieve , considerate
anche come invarianti
strutturali, art .20, comma 1-RU di Pontassieve ).
In aree a “Vincolo
Paesaggistico”,(L. 431/1985) D.Lgs 42/04 art. 142 di cui alla lettera c)”
i fiumi, i torrenti, i corsi d©acqua iscritti negli
elenchi previsti dal testo unico delle disposizioni di legge sulle acque
ed impianti elettrici, approvato con regio decreto 11 dicembre 1933, n. 1775, e
le relative sponde o piedi degli argini per una fascia di 150 metri
ciascuna”.
Aree
a “ Vulnerabilità Elevata e Alta degli acquiferi all’inquinamento”
( SIT Prov. di FI).
In Aree a “Vincolo Idrogeologico” (per esempio
nella zona della galleria di Montebonello-SIT Prov. di FI).
n. 42/04
e s.m.i.( P.S. Pontassieve, TAV. 1.1. “Vincoli in attuazione del testo unico
….” ).
Attraversa “ Nuclei Storici” e “ strade
storiche” ( TAV. 6.1. Beni culturali P.S. Comune di Pontassieve).
·
Il Parere espresso dall’Autorità di Bacino del Fiume Arno, gennaio
2007, esprime parere negativo riguardo al “ progetto presentato “ ( prot. N.168 del 16
gennaio 2007), sia per quanto
riguarda il Piano di Stralcio sulla Riduzione del Rischio Idraulico,
per la ricaduta del tracciato, anche marginalmente, in aree destinate a casse
di espansione ( in parte risolto spostando la strada direttamente sul
margine delle stesse!!), sia per il Piano di Stralcio per
l’Assetto Idrogeologico (PAI), in quanto il tracciato“ interseca
aree destinate alla realizzazione di interventi di messa in sicurezza” e
“preclude la possibilità di eliminare o attenuare le condizioni di rischio
idraulico presenti nell’area” , inoltre non è garantito il non-incremento
del rischio idraulico nelle zone circostanti.
E’ da tener presente che il
tracciato, per quanto riguarda il “Piano di Stralcio relativo alla Riduzione
del Rischio Idraulico del Bacino del fiume Arno” (PRI) e il “Piano
di bacino del fiume Arno, stralcio assetto idrogeologico” (PAI),
quasi per tutta la sua lunghezza ricade in:
1.
“Aree interessate da inondazioni
ricorrenti e/o eccezionali”;
2.
in parte anche in “aree
interessate da inondazioni durante gli eventi alluvionali del 1991/92/93”;
3.
“Aree di pertinenza fluviale del
fiume Sieve”;
4.
in “Aree Golenali”;
5.
in ”Aree a pericolosità Idraulica molto elevata (PI4),
elevata ( PI3)“, e media (
PI2);
6.
in alcuni tratti del tracciato si può trovare una sovrapposizione
di queste peculiarità.
·
Altri punti “sensibili” che si possono trovare
lungo il tracciato sono:
Lotto 1A> Colonica con colombaia denominata
“ Torraccino”, che rimane completamente racchiusa tra
un rondò e lo svincolo verso l’inceneritore (“di rilevanza ambientale e
storico-culturale” art. 13 N.A. PTCP);
Lotto 1C> Rondò in
rilevato, davanti all’Albergo-Ristorante “ Marino”(ad una distanza
di pochi metri l’uno dall’altro);
Lotto 2B> Incrocio,
carreggiata e Viadotto nel raggio di 100/200 metri dall’Albergo “Pian
D’Ercole Resort”;
entrata/uscita
della Galleria in Trincea a 90 metri circa dalle abitazioni;
Galleria in Trincea a 120 metri dalla scuola
materna e elementare di Montebonello e, in parte, all’interno del perimetro
a vincolo cimiteriale;
Tutta la galleria artificiale, dal torrente Argomenna fino alla
strada comunale per Acone in loc. Casellina il Moro (strada storica e nucleo
Storico) è in area a “ Vincolo Idrogeologico” ( Mappa del Grado
di Vulnerabilità degli acquiferi all’inquinamento – SIT Prov. di Firenze
);
Lotto
4 > Galleria di Grignano in area a “ Vincolo Idrogeologico”
(SIT Prov. di FI);
Lotto 5> Rondò
in rilevato che si immette con un sovrappasso ferroviario
a Contea, a 100/200 metri dalle abitazioni e dalla Casa di
Riposo “ Villa San Biagio” e nelle immediate vicinanze del “Convento
di Sandetole” ( costruito sui resti di una pieve romanica antecedente
l’anno mille, ricostruito nel 1700 dai Frati Francescani ), attuale Casa per
ferie/Residenza/Centro convegni.
·
Anche se venisse “scorporato”
il Lotto 2A e 2B, dall’intero tracciato, questo ricadrebbe comunque in molte
delle “ vulnerabilità “ ricordate fino a qui, così come per gli altri
singoli lotti.
·
Molte delle situazioni descritte
fino ad ora sono state riconosciute anche negli elaborati del progetto. Il
fatto di aver ammesso che ci sono, non le fa sparire! E le problematiche, per
ognuna di esse, rimangono tali e quali!
Atmosfera (allegato A e B)
·
Si evince dalle tavole dell’Allegato
A ( Atmosfera) che tutti gli inquinanti presi in considerazione nello scenario
futuro migliorano ovviamente solo le zone sul vecchio tracciato, perché
in questi tratti è previsto in variante con entrata in galleria (a Montebonello
e a Grignano).
·
Al tempo stesso si ha un
peggioramento dell’atmosfera alle entrate e alle uscite di queste gallerie,
anche in modo rilevante.
·
E’ da notare che, secondo gli
elaborati, i livelli attuali di inquinamento non sono superiori ai limiti
di legge, anzi molto inferiori per quasi tutti gli inquinanti, e nello
scenario futuro, anche nelle zone abitate di Rufina, non spariscono del tutto.
·
Nella zona dell’inceneritore non si
è preso in riferimento la sovrapposizione di inquinamento dovuta sia
all’attuale che al futuro impianto, con il traffico sulla 67, attuale e futuro.
·
Se l’aumento dell’inquinamento
dell’inceneritore non è pericoloso per l’abitato nell’area vicina all’impianto
(Selvapiana), perché rimane al di sotto dei limiti di legge, nello
stesso modo non sono allarmanti neanche i dati presi in esame in questo
allegato, visto, tra l’altro, e solo per alcuni punti, non fanno che spostare
l’inquinamento da una parte della Sieve alla parte opposta ( sempre abitata e
in futura espansione).
stato
attuale: Si nota come, in tutte le tavole, la concentrazione più
alta delle varie sostanze o polveri sia localizzata quasi esclusivamente
lungo il tracciato dell’attuale statale, interessando quindi solo le abitazioni
che si affacciano su questa.
stato
futuro: si evidenzia un incremento dell’inquinamento
nelle zone in entrata e uscita dalla galleria di Montebonello dove ci
sono numerose abitazioni sia nell’area all’entrata (investendo anche l’area
degli attuali impianti sportivi di Montebonello con conseguente sommatoria
delle emissioni della fabbrica insalubre di prima classe denominata “Stigo”),
che in uscita.
·
E’ evidente lo spostamento
dell’inquinamento dalla via centrale di Rufina alla zona di Montebonello.
·
In
queste aree si raccomandano alcune precauzioni per diminuire i disagi dovuti
dal nuovo tracciato alle abitazioni che saranno più vicine, rumore e
inquinamento. Precauzioni che potevano e possono essere prese anche nei
confronti delle abitazioni che si trovano sull’attuale tracciato ( per esempio
il fondo stradale fonoassorbente- l’asfalto nel centro abitato di Rufina è
stato rinnovato di recente ma senza questi requisiti- oppure doppi vetri alle
finestre ecc).
3
Studio
del traffico
Cartella
Atmosfera
Relazione studio di dispersione
Sezioni di misura del traffico:
Punto
3.3
·
I rilievi del traffico riportati
nella cartella “Atmosfera”, sono relativi al Novembre del 2004 e servono
esclusivamente per lo studio sulle emissioni degli inquinanti lungo il
tracciato attuale e futuro. Le postazioni di rilievo sono situate a:
> Masseto
( di fronte a Falchetto-Ristorante Marino)
> Scopeti
( zona incrocio a T)
> Contea ( futuro rondò)
·
Il progetto delle varianti alla SS
67 nasce dal fatto che i flussi del traffico all’interno dei centri urbani è
eccessivo, come si ribadisce nelle varie relazioni. A supporto di tali
affermazioni però non è stato presentato alcuno studio ufficiale.
·
Il progetto in oggetto è lungo più
di 13 Km. e andrà ad interessare, oltre il collegamento con il Muraglione (dal
quale passano in media 931 veicoli al giorno- studio sisplan
2001>> http://www.toscoromagnola.it/Archivio/Sisplan/6522reg2.doc -
https://drive.google.com/file/d/0BwPdOiic_X3vTlhOSEZ1Rm1BQUE/view?usp=sharing),
anche Dicomano con la SS 551 e la SP 41 verso il Mugello. Sono del tutto
mancanti eventuali dati del traffico “normale” e/o “generato” a dimostrazione della
effettiva necessità di un’opera di queste dimensioni per la Val di Sieve.
·
Il progetto in questione è inserito
tra gli “ammodernamenti dei valichi appenninici” senza averne le
caratteristiche in quanto primo, situato in una valle, secondo senza esaminare
il tratto montano che da Dicomano porta al Muraglione (vero valico!).
·
I pochi dati riportati nel progetto,
ascrivibili quasi esclusivamente al traffico del comune di Rufina, non
riportano né la metodologia usata, né il tipo di macchinari utilizzati e delle
loro caratteristiche tecniche, né da chi sono stati eseguiti.
·
Gli unici studi effettuati fino ad
oggi, ma non presentati in questa circostanza, rimangono quelli eseguiti da
“Sisplan” nel 2001 e nella primavera del 2004. In loc. Masseto –entrambe le
direzioni- si va da un tot. di veicoli (leggeri e pesanti) di 12.771
nell’aprile del 2004, ai 14.387 nel novembre dello stesso anno, con una
differenza piuttosto elevata se si pensa al breve periodo che separa i due
rilievi (di cui l’ultimo con le carenze descritte al punto sopra).
·
Dalla lettura di entrambi, si rileva
che il traffico sulla 67 è di tipo locale: in parte aumenta via via lungo il
tracciato in entrambe le direzioni sia verso Firenze che verso Dicomano (fig.
3-sisplan 2001), in parte invece si ferma nei comuni o nelle frazioni proprio
come succede per il comune di Rufina ( tab. pagina 2 della “relazione tecnico
illustrativa”).
·
I picchi più alti, più che altro
riferiti al comune di Rufina (loc. Masseto e Scopeti ), in cui si registra un
numero maggiore di veicoli, ricadono nelle ore di punta. Problema del tutto
comune per molte altre città o paesi. Orari che in genere corrispondono all’
entrata o al rientro dai luoghi di lavoro, di scuola ecc. ( generalmente dalle
6 alle 8 e dalle 17 alle 19). Nelle ore notturne il traffico si riduce drasticamente
in entrambe le direzioni, compreso il numero dei mezzi pesanti (il numero
totale dei mezzi pesanti, riportati nello studio sisplan, è comprensivo dei
mezzi pubblici su gomma, dove nel tratto di Masseto sono circa 80 le corse
registrate in entrambi i sensi di marcia – all’interno dell’abitato di Rufina
sono molte di più >> http://www.amvbus.it/index.php?SEZ=16, con tendenza all’aumento per il passaggio di corse da ferro a gomma!).
·
Il fatto di attribuire una percentuale
di traffico del 70% sulla Variante e del 30% su Rufina, è soltanto un’ ipotesi,
come viene affermato nella relazione. Tale ipotesi, scaturita dai soli rilievi
effettuati nelle 3 sezioni, in cui si riportano solo il numero dei veicoli nei
due sensi di marcia, in primis doveva descrivere il modello matematico a cui si
fa riferimento per effettuare i calcoli, poi doveva tenere di conto anche della
provenienza e della destinazione dei mezzi per arrivare a ipotizzare eventuali
percentuali di mezzi che vanno alla Rufina o che la superano verso altre
direzioni.
4
Fotoinserimenti
·
I fotoinserimenti presentati sono in
genere riferiti ai rondò, con l’eccezione del tratto a Casalta e del viadotto,
entrambi a Montebonello.
·
Tali inserimenti non possono essere
esaustivi perché non riportano le visuali dai vari punti di vista che, in certi
casi, rivelerebbero la maestosità di certe opere e l’impatto visivo, idraulico e
paesaggistico delle aree in cui ricadono. Riprendere un viadotto
dall’alto e da lontano, per esempio, non rende giustizia delle altezze
reali e al reale impatto. Così come le scarpate previste su quasi tutto il
tracciato, che nei fotoinserimenti sembrano svanire. Ma ci sono e creano delle
barriere e un argine più ristretto al fiume oltre chiaramente all’aspetto
paesaggistico dell’inserimento dell’opera nel territorio.
·
Il rondò, per esempio, del Bigozzi
appare “ a raso”. Mentre dagli elaborati si evince che tutto il tracciato sia
in rilevato ( tanto più che nelle relazioni geologiche si parla di un rilevato
per tutto il tracciato di almeno 1 metro ). Inoltre non è visibile la barriera
in rilevato, per il rischio idraulico, prevista
in prossimità di questo rondò (PHD_010000), e se fosse effettivamente così a
raso come appare nel fotoinserimento rimane un ulteriore dubbio sulla
connessione idraulica prevista a sud del rondò dove l’acqua dovrebbe passare
sotto il tracciato in caso di esondazione. Ma se è a raso passerebbe da sopra!
·
Il fotoinserimento relativo al lotto
4, riguarda il ponte attuale sulla Sieve in direzione Colognole, e non quello
in entrata nella galleria di Grignano come dovrebbe essere, visto l’”angolo di
riferimento” dell’inquadratura che guarda appunto in quella direzione (e non
dietro!).
·
Anche
per il lotto 5 la “visuale di riferimento” è posta sulla linea ferroviaria,
mentre la visuale del fotoinserimento parte da dietro minimizzando l’impatto
sulle abitazioni che in questo modo, nel fotoinserimento, sono meno visibili
dando la sensazione che rimangano più lontane.
·
Tutti i rilevati “appaiono” molto
appiattiti (!!!).
·
Mancano le simulazioni del
sovrappasso ferroviario a Contea, l’ex-rondò di Pian d’Ercole, visuali del
viadotto dal ponte (storico) sull’Argomenna, lo svincolo a Selvapiana con
relativo rondò e svincolo per l’inceneritore, tutti i ponti sulla Sieve dalle
varie visuali.
5
Quadro di riferimento programmatico
pag. 46>>
Il tracciato ricade in “Ambiti A1 e A2” ( oltre a B), definiti
rispettivamente: di “assoluta protezione del corso d’acqua” (alvei, golene,
argini dei corsi d’acqua, tra cui la Sieve), e di “tutela del corso
d’acqua e di possibile inondazione” (Tale ambito corrisponde alle due fasce
immediatamente esterne all’ambito “A1” che hanno larghezza pari alla larghezza
del corso d’acqua definita come sopra, con un massimo di 100 m.).
Per interventi in Ambito A1, si
parla di “adeguamenti di infrastrutture esistenti” senza avanzamento verso il
corso d’acqua.
·
Nel nostro caso eccetto i lotti 1 e
5 ( che saranno anche tra gli ultimi ad essere realizzati, almeno il
5 ) gli altri non prevedono adeguamenti. Sono varianti che
incidono anche negli Ambiti A1 e 2 in quanto prevedono ben 4 ponti sul
fiume, con rispettive scarpate ad impedire il normale flusso dell’acqua in caso
di piena. Quindi c’è un avanzamento verso il fiume e non il contrario.
pag. 54
>>> La scheda allegata al P.I.T. relativa alla S.S.
67 Tosco-Romagnola (scheda 3.19) indica tra le azioni programmatiche e
di priorità l’adeguamento dell’infrastruttura alle caratteristiche di strada
extraurbana secondaria anche attraverso l’eliminazione dell’attraversamento dei
centri abitati nel tratto da Firenze fino al confine regionale (toscana/romagna).
·
Riguardo a ciò manca qualsiasi
analisi del tratto Dicomano-San Godendo-Muraglione, che invece doveva essere
parte integrante dello studio visto che la strada in questione è ritenuta
strategica proprio per il collegamento tra Toscana e Romagna, che invece viene
trascurato
pag. 65>>>
Il progetto ai tempi del Dott. Ghio oltre che a dare un nuovo ponte alla
frazione di Montebonello ( in loc. Casalta) cercava di garantire una
viabilità migliore anche al suo interno prevedendo una galleria più corta che
si riinnestava alla viabilità esistente. (TAV. n. IV- 8.3. della
Variante Generale al PRG del Comune di Pontassieve – Frazione di Montebonello:
Modello di Organizzazione Locale, zone di aree di PRG-. Elaborato dall’Ing.
Mario Ghio ).
·
Cosa che non accade oggi in quanto
Montebonello è fortemente penalizzata sia dall’inquinamento agli estremi della
galleria, che dall’unico punto di accesso alla nuova strada, che alle
prospettive, non ancora analizzate in questo studio, che possiamo ipotizzare
debbano essere messe in atto per poter attraversare il ponte storico
sull’Argomenna. Quindi con ulteriore aggravio dell’impatto sull’ambiente e
sugli abitanti del lotto 2, di interesse “strategico” perché consentirà di bypassare
Rufina, investito già dalla maggioranza delle opere totali (2 ponti, 1
viadotto, 1 galleria, 1 incrocio importante a Pian d’Ercole, 1 rondò dal
Bigozzi, un innesto a T a Scopeti e 1 sovrappasso ferroviario, ulteriori
svincoli sempre a Scopeti).
·
A dimostrazione di quanto sopra,
vogliamo evidenziare che il collegamento tra il nuovo tracciato della SS 67 e
la strada comunale di Via Colognolese, secondo il progetto presentato, avviene
con un incrocio in cui si esce dalla SS 67 con due raccordi che hanno 1
carreggiata, a 1 corsia per ogni senso di marcia, per “sfumare”
nella strada comunale attuale, a ridosso dell’albergo Pian d’Ercole, che
ricordiamo ha le seguenti caratteristiche: ha una carreggiata che
è larga circa 3,5 metri per 2 sensi di marcia, compreso il ponte sull’Argomenna
largo circa 4 metri.
pag. 66>>> per quanto riguarda l’interesse di Anas per
questa strada, si può dire che non corrisponde totalmente all’interesse
dei comuni interessati, in quanto negli anni ’90 c’è stato il tentativo di
declassarla, se non fossero intervenuti i comuni, la Provincia e la To.Ro (
nata appositamente per questa strada, nel 1992), interessati alle varianti dei
centri abitati a spese di ANAS. Quindi l’interesse
è quasi
eslcusivamente dei comuni tanto che Anas non l’ha neanche messa nel piano degli
investimenti dal 2007 al 2011.
·
Solo di recente e in modo “propedeutico”
all’attivazione della NUOVA procedura di verifica la SS 67 è stata reintegrata
nel Programma delle infrastrutture Strategiche (DGRT n. 826 - del 21
settembre 2009), come “Potenziamento dei Valichi Appenninici” (come
valico, avrebbe avuto più senso il Passo del Muraglione, del quale però niente
ci è dato sapere se non che i veicoli che ci passano sono pochi).
pag.75>>>
Il comune di Rufina non ha ancora individuato la variante urbanistica nel P.S.
per quanto riguarda il corridoio infrastrutturale. Quindi al momento del
progetto preliminare si è in mancanza di questa variante proprio sul lotto di
primaria importanza che sarà il primo ad essere realizzato per ottenere il
bypass del comune di Rufina. Nella “relazione Generale” –versante toscano-
sul sito della To.Ro (http://www.toscoromagnola.it/Archivio/RELAZIONE-05/2%20-%20TOSCANA.pdf),
a pag. 8 si legge: ”la pratica di VIA non può concludersi se i comuni non
apportano le necessarie varianti urbanistiche”.
pag. 76>>>
Il PTCP, giustamente, prevede per questa strada flussi maggiori non tanto dal
versante Romagnolo ( si pensi ai rilievi del traffico Sisplan (2001), in
cui dal Muraglione passano in media 931 veicoli al giorno - media tra periodo
invernale e estivo), bensì dal Mugello. Invece di prevedere disincentivazioni
al traffico, soprattutto pesante e/o di passaggio, su questa arteria, la si
rende più “appetibile”.
·
Senza
pensare che per le sue caratteristiche (una corsia per senso di marcia, divieto
di sorpasso che prevedibilmente sarà riconfermato come già accade sulla
Variante di Pontassieve - ss 67-, così come sul tratto della Regionale 69,
almeno fino ad Incisa), è fin d’ora inadeguata al traffico “generato”
che potrebbe arrivare, invece che dal Muraglione, da Barberino.
6
Rilevato e Gallerie
Lotto 1
· Dagli
elaborati viene fuori che tutto il tracciato ha un rilevato minimo di 1 metro
(0.5 in pochi punti). Nel lotto 1 (A-B-C) si va dai 3/3,5 metri, fino ai 4,5
m., e anche 6 m.
Lotto 2 (A e B)
·
Nella documentazione presentata non
viene affrontato il problema di eventuali drenaggi di acque di falda
relativamente ai tratti in galleria.
·
A valle della galleria di
Montebonello, ci sono una miriade di pozzi di vario uso (domestico, potabile,
derivazioni, altri usi). A tale proposito si allega (allegato A) un
estratto dalla cartografia del SIT dove si vedono i pozzi, dei quali non si
accenna minimamente ad eventuali interferenze con le eventuali falde e quindi
ad eventuali soluzioni
·
Stessa cosa anche per
l’intercettazione delle tubature dell’acquedotto, delle fogne e del metano che
non vengono presi in considerazione. Queste problematiche dovevano essere prese
in considerazione per spiegare come si intende provvedere per minimizzare i
disagi e gli eventuali danni a carico dei cittadini della frazione di
Montebonello.
Lotto 3
ci sono ( testualmente) “ ampi
tratti in rilevato fino a 5 metri”.
Lotto 4
questo lotto è interessato da
una galleria di 1050 m. A causa della conformazione della
montagna piuttosto ripida, non è stato possibile fare indagini approfondite.
L’opera viene definita “ complicata da un punto di vista
tecnico-esecutivo” ( relazione geologica, pag. 48) e necessita di
ulteriori accertamenti. Così come per quanto riguarda le spalle del
ponte di Contea in quanto non sono stati possibili saggi geologici.
Questo
lotto, al di fuori della galleria, è su rilevato alto anche fino a 8 metri.
·
Il fatto che tutto il tracciato sia
previsto in rilevato e in diversi punti molto alto, determina un impatto
paesaggistico notevole anche se sarà ricoperto con erba o quant’altro. La
morfologia e le curvature naturali della valle saranno modificate per sempre, irreversibilmente!
·
L’uscita della galleria si trova in
area di pertinenza fluviale (PAI- stralcio n. 42- aree di pertinenza fluviale),
che sarà utilizzata come “nuova” cassa di espansione. La strada, in
questo punto, sarà su piloni per consentire il passaggio dell’acqua.
·
Il fatto che la galleria sia superiore
a 1 km. ( se pur di poco), dovrebbe prevedere ulteriori lavori che in
questo progetto non sono stati presi in esame ( piazzole di sosta ogni 600
metri, in entrambe le carreggiate, sfalsate>> D.M. 5 novembre 2001).
·
La mancanza di studi geologici rende
incerto il tracciato proposto che potrebbe, oltre a subire delle modifiche di
curvature di raggio, non essere fattibile se non con spese inverosimili per
adattare il terreno, le fondamenta, ecc, alle esigenze di progetto. Se così
fosse decade il “senso” dell’intera opera. Una incertezza e delle lacune così
gravi non si possono rimandare con prescrizioni, al progetto definitivo. La
Valutazione di Impatto Ambientale (VIA), auspicabile, potrebbe portare a galla
problematiche non emerse da questi studi a tutela del territorio e dei suoi
abitanti.
Lotto 5
è composto da rilevati sia modesti
che alti fino a 6 metri.
********
Per tutti i lotti, dove è
previsto l’ampliamento della sede stradale sul vecchio, a causa della
consistenza del terreno, sono previsti “problemi di connettiture tra il vecchio
tracciato e il nuovo” ( che si considera non possa reggere a causa di cedimenti
). Viene consigliato quindi, nel progetto definitivo, di ampliare
verso monte e non verso valle ( cioè non verso il fiume). Tutto questo
anche per diminuire i costi di costruzione.
·
Anche queste incertezze potrebbero
essere prese in esame in sede di VIA e consegnare un progetto chiaro e definito
nel suo tracciato. Cosa che alla luce di tutti questi eventuali cambiamenti e/o
incertezze, ad oggi, non c’è.
·
Tutto il tracciato è previsto in
trasversale rispetto alla circolazione idrica costituita dai fossi e/o dalle
falde acquifere, compresa la direzione dell’acqua di pioggia. Nella galleria di
Grignano è prevista l’intercettazione di falde. Lungo il tracciato sono
previsti ruscellamenti dovuti allo scolo dell’acqua di pioggia ( non a caso si
consiglia di non fare la strada in scavo ma in rilevato).
·
Il tutto a discapito di costi
ulteriori per ovviare a tutto questo.
Sintesi non-tecnica
o
pag. 5> Diminuzione incidenti
·
Secondo le stime della polizia municipale
di Pontassieve gli incidenti più gravi avvengono proprio sulla “variante” alla
SS 67 situata sulla sponda dx dell’Arno. Mentre diminuiscono di numero e di
gravità gli incidenti all’interno della ex-statale di Via Aretina. (Allegato B).
·
Il tutto per dire che per il
fenomeno degli incidenti non è possibile ipotizzare con certezza che
“diminuirà”, a meno che non ci si riferisca proprio al fatto che diminuirà
perché sarà “spostato” sul nuovo tracciato. E comunque alcuni degli incidenti
avvenuti in questi anni, non possono essere attribuibili esclusivamente
al tracciato attuale della strada ma bensì a problematiche estranee ( colpi di
sonno, alta velocità ecc ).
·
Un esempio per tutti potrebbe essere
quello relativo alla curva di Fornacine. Di solito è questa la curva in cui le
auto vanno a sbattere procurando feriti e morti.
Questa è anche la curva che
“volendo” poteva essere modificata ormai da molti anni essendoci lo spazio.
Mentre niente potremmo fare per incidenti dovuti a colpi di sonno avvenuti nel
centro di Rufina, o per sorpassi
azzardati o per la troppa velocità.
·
Manca
del tutto una relazione dettagliata anche su questo problema che è uno tra i
più citati per giustificare questo progetto. Il rapporto della Prefettura di
Firenze (Allegato C), relativo all’anno 2007 e 2008, evidenzia che
tra le strade a maggior rischio di “incidentalità mortale”, nella provincia di
Firenze, la Statale 67 appare solo per le loc. Compiobbi e Pontassieve. Mentre
tra le strade a maggior rischio di “incidentalità con feriti”, la
tosco-romagnola è al 12° posto ( rispetto alle 30 strade prese in
considerazione), ma con una variazione del meno 27,45% tra gli
incidenti del 2007 e quelli del 2008 (rispettivamente 51 e 37). Il che non
concorda con i dati dell’elaborato <PAA_010100> ( di cui non appare la
fonte). I dati riportati nel “Rapporto” della Prefettura di Firenze, sono stati
eseguiti grazie alla collaborazione con i comandi dei Carabinieri e delle
Polizie Municipali, quindi si presume siano attendibili.
·
Da non sottovalutare neanche le
statistiche pubblicate da ACI che sottolineano come il maggior numero di
incidenti stradali avvenga in strade extraurbane ad 1 carreggiata con 2 sensi
di marcia ( proprio come la 67, che, come è noto a tutti, attirerà più traffico
soprattutto da Barberino). Inoltre le cause degli incidenti sono attribuite a:
comportamenti errati di guida, stato psico-fisico alterato del conducente,
guida distratta, guida con velocità troppo elevata, difetti o avarie del
veicolo, comportamento scorretto del pedone ( statistiche più o meno simili dal
2006 al 2008 >> http://www.aci.it/index.php?id=54
). Nello studio del 2006 le priorità su cui concentrare le azioni di
sicurezza stradale per ridurre il numero degli incidenti sono così riportate: “il
controllo della velocità, il controllo della guida in stato di ebbrezza, la
guida distratta, la protezione degli
utenti deboli – in particolare pedoni e utenti delle due ruote -
l’individuazione e la messa in sicurezza delle tratte stradali più pericolose”(pag.
3). La messa in sicurezza dei punti stradali più pericolosi appare solo
in ultima posizione. Se è vero che sulla ex-statale di Via Aretina (Sieci) e
sulla provinciale 34 (Vallina), ad oggi, si verificano meno incidenti che nel
passato, è grazie all’adozione di mezzi dissuasori come postazioni fisse con
autovelox. Di queste metodologie la Val di Sieve, in tutti questi anni, si è
dimenticata ….proprio nel tratto da Stentatolo a Dicomano, dove, per assurdo,
si è tolto anche l’ausilio della Polizia Municipale ai passaggi pedonali nelle
ore di entrata e uscita dalle scuole nel comune di Rufina, che sembra più
interessato alla sosta dei veicoli ( attualmente vietata) lungo la 67 nel
centro urbano!

o
Pag. 6> Rilievi del traffico
·
Le indagini sul traffico da chi sono state eseguite, con
quali metodologie e in che periodo.
·
Dei 23 incidenti con feriti di cui
si parla, occorrerebbe sapere con esattezza in quali strade sono avvenuti e le
loro cause ( tracciato pericoloso, velocità eccessiva, disattenzione, malori
ecc).
o
Pag. 8
Da
segnalare che nel Piano Strutturale del Comune di Dicomano è indicata come
difficilmente condivisibile la scelta progettuale di attraversare il Fiume
Sieve in due punti: in fase di progettazione definitiva ed esecutiva si
dovrà tenere conto anche di questo aspetto e approfondire eventuali soluzioni
alternative o comunque individuare tutte le possibili mitigazioni degli
impatti.
·
Con le “prospettive” di cui sopra il
fiume Sieve sarà attraversato per ben 6 volte nell’arco di una
quindicina di Km. ( 13 km. sono gli attuali di tracciato ai quali si andrebbe
ad aggiungere il tratto per bypassare Dicomano in dx idraulica del fiume: 1
Ponte ogni 2,5 Km.).
·
Anche in questo caso gli aspetti
“non chiari” del tracciato sono evidenti e meriterebbero più attenzione da
tutti i punti di vista ( paesaggistico/idraulico/ecc).
La rotatoria a cui si attesta la
parte terminale del lotto 1-A è necessaria per la realizzazione di un accesso
di adeguata sicurezza per gli edifici prospicienti ed in modo particolare per
far fronte alle future esigenze di ampliamento dell’esistente “termovalorizzatore”
di prossimo ampliamento.
·
Il progetto di AER prevede già tutto
questo. Quindi non serve fare rotatorie in più. L’atto autorizzativo di AIA è
stato rilasciato anche in base alla soluzione prospettata da AER per l’entrata
e uscita dei mezzi dall’impianto. E’ paradossale pensare che si sia autorizzato
il tutto con lacune di questo genere.
o
Pag. 11
Il lotto 2 A termina con la
connessione di Pian d’Ercole, che permette di raggiungere l’abitato di
Montebonello attraversando il ponte sul torrente Argomenna.
·
Il ponte sull’Argomenna è censito
come “storico”per il PS di Pontassieve. Ha delle misure che impediscono la
viabilità contemporanea di un veicolo e di un mezzo pesante nelle due
direzioni. E’ “presumibile” che in questo punto il progetto non sia esaustivo
di tutte le opere necessarie per ricollegarsi alle infrastrutture esistenti.
o
Pag. 12
Lotto 5> L’innesto con la
viabilità esistente avverrà mediante un opportuno tratto di transizione, che
costituirà l’elemento di collegamento fra il nuovo tracciato ed il vecchio.
Tale transizione viene prevista in questa fase a livello preliminare avvenire
negli ultimi 250m, dove è stata lasciata apposita configurazione atta ad
accogliere tutti gli interventi che saranno oggetto di apposite valutazioni di
dettaglio da approfondire nelle fasi progettuali successive.
·
Un progetto di questo tipo deve
prevedere e prendere in considerazione la riconnettitura alle due
direttrici che passano da Dicomano (Muraglione e Barberino), senza lasciare il
problema a fasi progettuali successive. Dalla fattibilità infatti dei
collegamenti con Dicomano trae origine tutta la progettazione.
Il
tracciato del progetto è stato individuato a seguito di valutazione delle
problematiche inerenti le aree di intervento ed è stato scelto a seguito di un’attenta
analisi delle possibili alternative progettuali. Tale analisi ha tenuto
conto, oltre che delle esigenze normative, anche delle interferenze con le
componenti ambientali
e il tracciato finale è quello che ha un rapporto costi-benefici migliore.
L’analisi costi-benefici è stata effettuata tenendo conto non solo dell’aspetto
economico, ma soprattutto considerando il contesto territoriale (ambiente
naturale e ambiente antropizzato) nel quale l’infrastruttura stradale si va ad
inserire.
·
Le alternative progettuali non sono
state prese in considerazione. E se sì, quali sono ( oltre alle lievi modifiche
sempre sullo stesso tracciato)?
·
L’analisi tiene conto di un rapporto
costi-benefici di cui non vi è traccia negli elaborati.
o
Pag. 14
Le condizioni di deflusso nei
tronchi fluviali afferenti al singolo lotto non comportano aggravio del rischio
idraulico nelle aree contermini. Gli interventi previsti sono generalmente
migliorativi delle condizioni di pericolosità idraulica dei territori limitrofi.
·
Miglioramento che non riguarda i
comuni che si trovano a valle come Pontassieve e San Francesco.
·
Il rischio non diminuisce neanche
per l’abitato di Montebonello per cui non sono previste opere di contenimento
(come quelle per esempio che Rufina ha già -argini contenitivi ). Lungo la
Sieve oltre alle abitazioni c’è la “Stigo” ( industria insalubre di 1° classe),
aziende artigianali e non e il circolo Arci con gli impianti sportivi.
8
Alternative
·
Negli
elaborati del progetto le uniche alternative prese in considerazione sono le “lievi
modifiche” apportate al tracciato per rispondere anche alle integrazioni
richieste dagli Enti nella precedente procedura di Verifica Ambientale ( art.
11- L.R. 79/98). Si tratta infatti di sostituzioni di rondò con altri tipi di
incroci, o di spostare un rondò di qualche metro, o lo spostamento del
tracciato ricadente nelle casse di espansione da longitudinale a trasversale,
ecc.
·
Nella cartella denominata
“stradale”(>>PDA_050100—Plan Sol Alternative.pdf) si vedono i vari
tracciati chiamati “alternativi” ( e/o modificati), che riportano i
punti di cui sopra.
·
Ci sono anche le gallerie di
Montebonello e di Grignano ( Uscioli) che hanno un tracciato più a monte
rispetto a quello in progetto. Ma niente si sa del perché queste ipotesi siano
state scartate.
·
Una relazione sulle alternative
è prevista sia dalla legge (D. Lgs. 163/2006 e D. Lgs. 152/2006), che dalle
integrazioni richieste, tra cui ricordiamo:
Il
Parere di Arpat rilasciato nella precedente procedura ( prot. 701 del 17
gennaio 2007) richiede espressamente la “ valutazione di
alternative di localizzazione del tracciato in progetto” [ndr. dove per
alternative di localizzazione evidentemente ci si vuol riferire a eventuali
studi, per esempio, sul versante di Rufina, oppure ad un tracciato ( nei due
versanti) a metà collina e non sul fiume ( oltre all’opzione zero e/o
l’adeguamento dove è possibile)]. A tal proposito ricordiamo che il comune di
Rufina per le “aree instabili collinari”, a seguito di studi geologico-tecnici
e di indagini geognostiche, prevede che possano essere realizzate nuove
edificazioni o modifiche morfologiche significative anche in queste
aree ( art. 15, comma1”aree tutelate in quanto aree instabili collinari”,
Regolamento Urbanistico-NTA). Infatti nella collina si è costruito molto.
La
Soprintendenza dei Beni Architettonici e del Paesaggio di Firenze, Pistoia e
Prato, ha chiesto esplicitamente di vedere le altre alternative studiate e
di sapere in modo dettagliato le motivazioni per le quali sono state
escluse, a vantaggio dell’unica soluzione riproposta in tutti questi anni (
soprattutto per quanto riguarda i tratti in variante).
idrologico-idraulica
·
Sono stati presi in considerazione
tempi di ritorno di 30 e 200 anni, per un max di 15 ore. L’evento del 66 ha
avuto una durata di 24 ore (http://www.provincia.fi.it/arno/lalluvione/).
·
Il tracciato ricade totalmente in “Aree
sensibili” già vulnerate da fenomeni di esondazione e soggette a rischio
idraulico ( art. 3 NTA del PTCP).
·
Il PS del comune di Rufina “Disciplina
generale delle aree soggette a rischio idraulico esterne alle aree
sensibili”, all’ art. 27, “VIETA qualsiasi costruzione o modifica del
terreno che ostacoli il corso d’acqua”.
·
Inoltre l’art. 28 stabilisce che:
“gli
attraversamenti mediante ponti, tombini stradali o passi carrabili dei corsi
d’acqua
classificati
A e AB non possono ridurre la sezione idraulica preesistente”;
“negli
alvei, golene [ndr nel caso specifico il tracciato è
all’interno delle aree golenali nel tratto tra Fornacine e Masseto e il
rondò davanti al Bigozzi], ed argini, nonché negli ambiti
A1, dei corsi d’acqua di cui al precedente punto, non sono
ammesse nuove costruzioni o manufatti di qualsiasi natura
o modifiche morfologiche che possano ostacolare il deflusso delle acque,
quali recinzioni, depositi di qualsiasi natura, serre, tettoie,
piattaforme o simili”.
·
Per quanto riguarda la sicurezza dei
singoli lotti, perché così saranno costruiti, ci chiediamo cosa è previsto nel
caso in cui il lotto n. 3 non venisse fatto subito. Questo lotto prevede la
strada sull’argine della cassa di espansione di Scopeti. Qualora non venisse
fatto non si sa che fine fa la cassa di espansione.
· La riduzione del rischio idraulico
viene presa in considerazione soltanto rispetto alle aree circoscritte ai
singoli lotti. Non viene preso minimamente in esame il rischio che si va ad
aumentare” per le aree a valle di ogni lotto o a valle dell’intera
progettazione come le abitazioni di San Francesco e di Pontassieve. A tale
riguardo si allegano alcune relazioni del CIRF ( Centro Italiano per la
Riqualificazione Fluviale – Allegato D).
·
Nello stesso modo il problema si può generalizzare agli
altri lotti presi singolarmente. Il
progetto
presentato analizza il “rischio idraulico” e la sua riduzione, nel suo insieme.
L’esecuzione solo di alcuni lotti
può rimettere in discussione molte delle precauzioni prese.
10
elaborati cartografici presentati
·
Alcune cartografie relative
alle indagini geologico/idrauliche, al sistema viario, ecc, non sono state
aggiornate con le modfiche del tracciato e delle eventuali “soluzioni”
infrastrutturali dell’ultima stesura del progetto. Infatti sono rimasti
svincoli, rondò ecc, del progetto presentato nel 2006, che adesso non ci sono
più.
·
Dal raffronto delle sezioni dei
singoli lotti e le sezioni trasversali corrispondenti, pare che vi siano delle incongruenze
rispetto al tracciato presentato. Solo per fare un esempio le sez. trasv. 73 e
74, del lotto 4, riportano le misure standard della carreggiata (tot. 10,5 m.),
che però in quel punto dovrebbe essere più larga dato che ci si riferisce alle
diramazioni del rondò (PDA_010600). Queste incongruenze si ripetono anche in
altri punti dei singoli lotti.
·
Lungo il tracciato ci sono diverse
abitazioni che hanno l’entrata direttamente sulla statale ma questa non viene
riportata in progetto. Un esempio su tutti: le abitazioni di Masseto ( prima e
dopo la rotatoria), dove il tracciato rimane in adeguamento ma sul progetto non
viene riportata nessuna entrata privata. Si ricorda che la nuova strada avrà
una velocità max di 90 Km/h. con i relativi disagi /pericoli per chi si immette
o esce dalle proprietà private direttamente sulla strada.
· Nelle
relazioni si tiene presente l’inserimento di passaggi per la fauna lungo tutto
il tracciato, ma non ve ne è traccia sul progetto.
11
riferimenti normativi
Dalla “relazione tecnico illustrativa”
( e dalla relazione di valutazione preliminare di impatto paesaggistico-punto
4) si rilevano i seguenti riferimenti normativi che sono serviti per il
progetto in questione:
4.
QUADRO DI RIFERIMENTO NORMATIVO
1. L. 109/94 e
s.m.i. – Legge quadro in materia di lavori pubblici;
2. D.P.R.N.554
del 21-12-99 – Regolamento di attuazione della legge quadro in materia di
lavori pubblici;
3. D.Lgs
30-04-1992 n. 285 e s.m.i. - Nuovo codice della strada;
4. D.L. 27
giugno 2003, N.151 - Modifiche ed integrazioni al codice della strada
5. D.P.R.16-12-1992
n.495 - Regolamento di esecuzione e di attuazione del nuovo codice della
strada;
6. D.M.
05.11.2001 – Norme funzionali e geometriche per la costruzione delle strade;
7. D.M.
22.04.2004 - Modifica del D.M. 5 novembre 2001 [n. 6792], recante «Norme
funzionali e geometriche per la costruzione delle strade»;
8. D.M.
19.04.2006 – “Norme funzionali e geometriche per la costruzione delle
intersezioni stradali” (Gazzetta Ufficiale N. 170 del 24 Luglio 2006).
9. D.M.
LL.PP. 4 maggio 1990 – "Aggiornamento delle norme tecniche per la
progettazione, la esecuzione e il collaudo dei ponti stradali";
10. D.M.
n.223 18.02.1992 e s.m.i. – “Regolamento recante istruzioni tecniche per la
progettazione, l’omologazione e l’impiego di barriere stradali di sicurezza” e
successive modifiche ed integrazioni;
11. L.R.
n.79 del 3 novembre 1998 – Norme per
l’applicazione della Valutazione di Impatto Ambientale;
12. Delib.
G.R. n. 001068 del 20.09.1999 - Norme
per l’applicazione della Valutazione di Impatto Ambientale,
Disposizioni attuative delle procedure;
13.
Delib. G.R. n. 001069 del 20.09.1999 - Norme per l’applicazione della
Valutazione di Impatto Ambientale, Disposizioni attuative delle
procedure;
14. Delib.
G.R. n. 79 del 29.01.2001 – Circolare
Interpretativa per l’applicazione dell’art. 11 della L.R. n. 79
del 3 novembre 1998
15. DPGR
02-08-2004 n.41-R - Regolamento regionale per l’esercizio delle funzioni di
competenza regionale in materia di viabilità, ai sensi dell’articolo 22, comma
4, della legge regionale 1 dicembre 1998, n. 88;
16. L.
21 dicembre 2001 n. 443 - “Delega al Governo in materia di infrastrutture ed
insediamenti produttivi strategici ed altri interventi per il rilancio delle
attività produttive.” (Gazzetta Ufficiale n. 299 del 27/12/2001 - Suppl.
Ordinario n. 279);
17. DPCM
05.11.1999 – “Approvazione del piano stralcio relativo alla riduzione del
“Rischio Idraulico” del bacino del fiume Arno”ne”;
18. Ministero
Infrastrutture e trasporti - “Norme sulle caratteristiche funzionali e
geometriche delle intersezioni stradali” – studio a carattere prenormativo,
documento approvato dal CNR;
19. L. 166 del
01.08.2002 "Disposizioni in materia di infrastrutture e trasporti";
20. DPR 753-80 –
“Nuove norme in materia di polizia, sicurezza e regolarità dell©esercizio delle
ferrovie e di altri servizi di trasporto”
21. L.339 del
28-6-86 – “Nuove norme per la disciplina della costruzione e dell©esercizio di
linee elettriche aeree esterne”;
22. D.M. 21-3-88
– “Approvazione delle norme tecniche per la progettazione, l©esecuzione e
l'esercizio delle linee aeree esterne” – norme di attuazione della L.339;
********
·
Nel
sito della Provincia relativo alla VIA tutti i dati riportano alla L.R. 79/98 (
allegati, varie fasi della procedura, termini dei procedimenti, ecc). Anche i
documenti sulle leggi di riferimento e le “informazioni più dettagliate per la
fase preliminare” riportano all’art. 11 della Legge Regionale sopraccitata (http://www.provincia.fi.it/ambiente/tutela-del-territorio/via/
).
·
Nell’elenco dei riferimenti
normativi di cui sopra, non risulta il D. Lgs. 152/2006 (come modificato
dal D.Lgs. n.4/2008 ) che è proprio quello preso in riferimento per
l’attivazione dell’art. 20 “Verifica di Assoggettabilità”; mentre è riportata
la L.R. 79/98, compresa la circolare interpretativa dell’art. 11 di cui non si
capisce il significato visto che si è ricorso al D.Lgs. 152/06, così come le
due delibere del 1999 riferite entrambe alla 79/98.
>
Secondo il D. Lgs. 152/2006, la
Verifica di Assoggettabilità, richiamata all’art. 20, riguarda progetti di cui
all’All. IV, tra cui “strade extraurbane secondarie” (punto 7, lettera
g), che è il progetto in questione.
>
L’art. 20 rientra nella “Parte
Seconda: Procedure per la valutazione ambientale strategica (VAS),
per la valutazione d©impatto ambientale (VIA) e per l©autorizzazione ambientale
integrata (IPPC)”, Titolo III – Valutazione di Impatto Ambientale (art.
dal 19 al 29).
> La Parte
seconda, al Titolo I, definisce le norme generali ( art. da 4 a 10),
di
cui l’art. 7, regola le competenze:
Al comma 4 si legge: “Sono sottoposti a VIA secondo
le disposizioni delle leggi regionali, i progetti di cui agli
allegati III e IV al presente decreto”, tra cui la SS 67 che ricade nel
IV allegato ( ribadito anche dall’ art. 20, comma 1 lett.b).
Ne
discende che il progetto in oggetto doveva seguire le disposizioni delle Leggi
Regionali attualmente in vigore ( come la 79/98, di cui è previsto un
aggiornamento con la PdL 350, ma è ancora in discussione), ed essere sottoposto
a Procedura di VIA , secondo l’art. 5, comma 3, in quanto il tracciato
ricade “all©interno di aree interessate da elementi di tutela delle risorse
essenziali così come definiti, commi 1 e 2 dell©art. 2 della L R. n.
5/1995, [ndr - modificata dalla L.R. n.1/2005] individuate
dagli strumenti di pianificazione di ogni livello”.
In allegato la nota del comune di Pontassieve e Dicomano che rileva questo
aspetto specifico (Allegato E).
·
Le “Risorse Essenziali del
Territorio” (considerate anch’esse “Invarianti
Strutturali”), sono da tutelare in quanto beni comuni che costituiscono
patrimonio della collettività. Inoltre “Nessuna delle risorse
essenziali del territorio di cui al comma 2 può essere ridotta
in modo significativo e irreversibile in riferimento
agli equilibri degli ecosistemi di cui è componente. Le azioni di
trasformazione del territorio sono soggette a procedure preventive di
valutazione degli effetti ambientali previste dalla legge. Le azioni di
trasformazione del territorio devono essere valutate e analizzate in base a un
bilancio complessivo degli effetti su tutte le risorse essenziali del
territorio” ( art. 3-L.R. 1/2005).
Quindi gli strumenti della
pianificazione territoriale (tra cui i PS dei comuni interessati dal tracciato,
e/o loro varianti) erano soggetti a “Valutazione Integrata”, disciplinata dal
DPGR 9 febbraio 2007, n. 4/R – Regolamento di Attuazione dell’art. 11 della
L.R. 1/2005. Anche nel caso in cui si fosse deciso di escludere tali varianti
dalla valutazione integrata se ne dovevano esplicare i motivi. Il Comune di
Rufina non ha ancora individuato nei Piani il “corridoio infrastrutturale”.
·
Quale è l’articolo, la legge o altro
che abroga la L.R 79/98 compreso l’art. 11 della stessa, e a quando risale tale
abrogazione?
·
Inoltre l’art. 20, comma 6
(D.Lgs.152/06) dice che “ Se il progetto ha possibili impatti significativi o
costituisce modifica sostanziale [ndr. eccetto il lotto 1 e 5 tutti gli
altri sono “in variante”, quindi “modificano sostanzialmente” l’attuale
tracciato] si applicano le disposizioni degli articoli da 21 a 28”, e nel
nostro caso il progetto è tutto questo, quindi è necessaria la VIA.
·
La conformità dei progetti ai piani
di tutti i livelli (PIT, PTCP, P.S., ecc), non esclude di per sé
che questi non ricadano più nei vincoli, nelle tutele, nelle fragilità, nelle
invarianti strutturali, ecc, relative al territorio attraversato, tanto più se
queste sono anch’esse ben individuate nei piani di cui sopra.
·
Il PRIT individua, al punto 8, l’
adeguamento dei sistemi di viabilità per l’attraversamento dei valichi
appenninici tosco-emiliani tra cui il 3° lotto S.Francesco-Dicomano con
<interventi di adeguamento, compresa la variante di Vallina>. Non
si dice nulla su altre varianti della 67, che non sono riportate neanche
nella cartografia del Prit in quanto l’intervento codificato con il numero 14.5
segue il vecchio tracciato della SS 67 interrotto nei centri abitati di Rufina
e Contea (quindi senza varianti).
> All’ Art.
35. del D.Lgs. 152/2006, Disposizioni transitorie e finali, si legge
quanto segue:
“1. Le regioni adeguano
il proprio ordinamento alle disposizioni del presente decreto, entro dodici
mesi dall©entrata in vigore. In mancanza di norme vigenti
regionali trovano diretta applicazione le norme di cui al presente
decreto.
2.
Trascorso il termine di cui al comma
1, trovano diretta applicazione le disposizioni del presente decreto, ovvero
le disposizioni regionali vigenti in quanto compatibili.
2-ter. Le procedure
di VAS e di VIA avviate precedentemente all©entrata in
vigore del presente decreto sono concluse ai sensi delle norme
vigenti al momento dell©avvio del procedimento.”
>>> Attualmente
la Regione Toscana ha avviato una PdL n.350 in attuazione del D.Lgs. 152/2006 (
e smi ). La stessa, rintracciabile al link:
http://www.consiglio.regione.toscana.it/leggi-e-banche-dati/proposte-di-
legge/default.asp?anno=2009&anno_sel=2009&numeropagina=3&totalepagine=5&strchiavi=20091204394|20090923378|
20090723363|20090520348|20090312333|&strpar=1
non è ancora stata approvata in aula
e quindi non pubblicata sul BURT, quindi non ancora in vigore.
·
Al momento della nuova domanda di
procedura, avvenuta il 2 dicembre 2009, la L.R. di riferimento e in vigore, per
quanto di nostra conoscenza, pare che fosse la 79/98.
·
Anche la normativa nazionale ci
rimanda alle leggi regionali in vigore (art.. 35, comma 1, 2 e 2
ter-152/06). Per escludere la 79/98 e “interrompere” l’ inter di procedura di
verifica, si dovrebbe dimostrare l’incompatibilità della 79/98 col 152 ( comma
2, art. 35). Da tener presente anche che l’art. 3-quinques-comma 2, del Decreto
legislativo, “autorizza” le Regioni ad adottare forme di tutela più
restrittive ( come può apparire la 79/98).
·
Per
quanto riguarda poi il sopraccitato comma 2 ter, è fuori di ogni dubbio che la
precedente “procedura di verifica di impatto ambientale” ( art. 11 L.R. 79/98 )
non è stata conclusa perché
è
stata richiesta l’archiviazione da parte della Proponente.
La
motivazione è ricondotta all’entrata in vigore del D.Lgs 152/2006 avvenuta nel
febbraio 2008 (come riporta la “richiesta”, datata 2 dicembre 2009, contenuta
nei documenti presentati per l’avvio della procedura). Mentre il 23 marzo 2009,
1 anno dopo l’entrata in vigore del 152/2006, il responsabile del
procedimento, ing. Nenti, scrive che la procedura di verifica era ancora
in fase di interruzione per le integrazioni richieste (prot. N. 0191966/2009).
>>>
La L.R. 79/98 prevede solo 2 diverse conclusioni per la procedura
di verifica:
1.
esclusione dalla VIA, con o senza
prescrizioni
2. necessità di
effettuare la VIA
· Anche
il D.Lgs 152 (come la PdL 350) prevedono solo queste 2 opzioni.
·
Chiediamo quale norma o articolo di
eventuali leggi ecc, regoli l’eventuale “archiviazione” e se ci sono altri casi
di “fasi della VIA” che sono state archiviate e poi “riaperte” con altre leggi.
Per
quanto riguarda il progetto, a parte le “lievi modifiche” di cui si parla negli
elaborati, è palese che sia sempre lo stesso:
--il
tracciato passa all’interno dello stesso corridoio infrastrutturale
--il
territorio attraversato dall’opera è lo stesso (stessi benefici e
problematiche)
--la
quasi totalità del tracciato è uguale alla precedente
--le
motivazioni per cui è necessaria la variante sono le stesse
--l’asse
viario interessato è sempre il solito ( collegamento Romagna-Toscana)
--ecc.
·
Ne deriva che la precedente
procedura di verifica, dopo aver apportato le integrazioni richieste dagli Enti
( tra cui si ricorda la Comunità Montana con ben 82 osservazioni, il parere
negativo dell’Autorità di Bacino e le integrazioni della Soprintendenza
), ultimato il progetto così come appare oggi, doveva
concludersi nei modi stabiliti dalle leggi e non con l’archiviazione.
Secondo l’allegato V del D.Lgs. 152/2006, in calce
(1), la verifica deve tener presenti i contenuti descritti ai
punti 1, 2 e 3. Il progetto in oggetto interferisce pesantemente su quasi tutti
i punti riportati nell’allegato. In particolare per:
1- le notevoli dimensioni
2-
il cumulo con altri progetti – [ndr. come l’
inceneritore nuovo da circa 70.000 t/anno di rifiuti trattati - rispetto
all’attuale di 9.000 t/anno che sarebbe stato a fine vita!].
3- ricadente in aree interessate da
elementi di tutela delle risorse essenziali
4- sensibilità del territorio in cui
è inserito [ ndr. quasi interamente sulle sponde del Sieve]
5-
Territorio a vocazione agricola di particolare qualità e tipicità [
ndr. vini e/o olio: DOCG, DOP, BIO, IGT, Chianti Rufina; “piccoli
frutti” promossi dalla comunità Europea; ]
7-
dell’ordine di grandezza e della complessità dell©impatto [ndr.13
Km. e oltre con tutte le opere di cui è composto!]
8- della probabilità
dell©impatto [ndr. impatto inevitabile!]
9- della durata, frequenza
e reversibilità dell©impatto [ ndr. in quanto IRREVERSIBILE!]
·
Per questo un progetto di queste
dimensioni e con queste peculiarità, non lo si può banalizzare con una semplice
“verifica di assoggettabilità”, con inevitabili prescrizioni, MA con una
VIA vera e propria a tutela di tutti e di tutto!
Da non sottovalutare anche l’anticipazione
dell’esito della procedura in oggetto nelle dichiarazioni dell’Ass. Conti
Laura riportate nel MET della Provincia di Firenze e pubblicate sui vari
quotidiani locali oltre che dai notiziari on line (http://met.provincia.fi.it/comunicati/comunicato.asp?id=64622).
·
Frasi di questo tipo “Le osservazioni saranno valutate
nei 45 giorni successivi, passati i quali sarà approvato
il progetto” possono creare un certo “peso psicologico” nei
tecnici chiamati a valutare il progetto.
·
Soprattutto se a questo si somma il
“veto”, espresso dal comune di Rufina nella 1° e 2° Conferenza dei
Servizi –AIA, per la costruzione dell’inceneritore di Selvapiana. In quanto è
stato più volte scritto a verbale che il comune di Rufina subordina le
autorizzazioni di sua competenza, necessarie alla realizzazione dell’impianto,
alla conclusione positiva della verifica di valutazione a cui è soggetta
la SS 67. Posizione avallata anche dal consiglio comunale.
°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°
(1), Dal
D.Lgs. 152/2006
ALLEGATO V
Criteri per la Verifica di
assoggettabilità di cui all©art. 20
1. Caratteristiche dei progetti
Le caratteristiche dei progetti
debbono essere considerate tenendo conto, in particolare:
- delle
dimensioni del progetto,
- del
cumulo con altri progetti,
- dell©utilizzazione
di risorse naturali,
- della
produzione di rifiuti,
- dell©inquinamento
e disturbi alimentari,
- del rischio
di incidenti, per quanto riguarda, in particolare, le sostanze o le tecnologie
utilizzate.
2. Localizzazione dei progetti
Deve
essere considerata la sensibilità ambientale delle aree geografiche che
possono risentire dell©impatto dei progetti, tenendo conto, in
particolare:
- della
ricchezza relativa, della qualità e capacità di rigenerazione delle risorse
naturali della zona;
- della
capacità di carico dell©ambiente naturale, con
particolare attenzione alle seguenti zone:
a) zone umide;
b) zone
costiere;
c) zone
montuose o forestali;
d) riserve
e parchi naturali;
e) zone
classificate o protette dalla legislazione degli Stati membri; zone protette
speciali designate dagli Stati membri in base alle direttive 79/409/CEE e 92/43/CEE;
f)
zone nelle quali gli standard di
qualità ambientale fissati dalla legislazione comunitaria sono già stati
superati;
g) zone
a forte densità demografica;
h) zone
di importanza storica, culturale o archeologica;
i)
territori con
produzioni agricole di particolare qualità e tipicità di cui all©art. 21 del
decreto legislativo 18 maggio 2001, n. 228.
3. Caratteristiche dell©impatto
potenziale
Gli
impatti potenzialmente significativi dei progetti debbono essere considerati in
relazione ai criteri stabiliti ai punti 1 e 2 e tenendo conto, in particolare:
- della
portata dell©impatto (area geografica e densità di popolazione interessata);
- della
natura transfrontaliera dell©impatto;
- dell©ordine
di grandezza e della complessità dell©impatto;
- della
probabilità dell©impatto;
- della
durata, frequenza e reversibilità dell©impatto.
°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°
12
Relazione Paesaggistica
· Molti
punti della relazione sono stati ripresi dalla relazione paesaggistica
dell’inceneritore (http://www.termovalorizzatore.it/thermo/prgt1/SIA/sia%20generale/CAP%202/2.06%20V
egetazione%20e%20Flora.pdf). Compreso alcune parti relative al Quadro di
riferimento ambientale.
La Sieve come corridoio ecologico:
(pag. 23)
·
In pratica in questo capitolo viene
relazionato sullo stato della Sieve esclusivamente nel tratto posto nelle
immediate vicinanze dell’Inceneritore, in quanto questo studio deriva proprio
dalle relazioni paesaggistiche fatte per il progetto del nuovo impianto ( SIA
generale). A conferma di ciò le foto riportate, relative alla zona di
Selvapiana, compreso lo studio dell’Indice di Funzionalità Fluviale (IFF) in
cui si conclude che l’IFF è elevato– buono sulla sx idrografica mentre è buono
sulla dx idrografica MA solo nel tratto relativo all’inceneritore ( fig. 2.1.14
1 di pag. 26). Si ricorda che il progetto della SS 67 va da Stentatolo a
Dicomano e non è circoscritto all’area del solo inceneritore.
2.1.16
VALUTAZIONE SINTETICA DELLE COMPONENTI AMBIENTALI IN RIFERIMENTO ALLO
STUDIO S.I.A ( pag. 27)
·
In questo capitolo si parla di
inquinanti e di microclima per l’elaborazione del SIA nell’area di studio
relativa al progetto dell’inceneritore di Selvapiana, che poco ha a che fare
con il tracciato di 13 Km. fino a Dicomano, se non parzialmente per il lotto 1.
2.1.17 SISTEMI INSEDIATIVI - MOSAICO
DEL PAESAGGIO AGRARIO ( pag. 29)
·
Anche in questo capitolo ci sono
descrizioni del paesaggio e della Sieve che fanno sempre riferimento all’area
limitrofa all’impianto (pag. 30).
2.1.19 SITI E MANUFATTI ARCHEOLOGICI
( pag. 34),
2.1.22 EMERGENZE
STORICO-ARCHITETTONICHE,
·
Come per gli altri punti riportati
sopra, anche per i siti e manufatti archeologici viene presa in esame solo
l’area limitrofe all’impianto di incenerimento di Selvapiana.
·
Vorremmo capire come una “relazione
paesaggistica” che deve prendere in esame tutti i 13 Km. del tracciato
e quindi tutto l’ambiente che va da S. Francesco a Dicomano, si ritenga
esaustiva trattando quasi esclusivamente dell’area dell’impianto di incenerimento
e delle problematiche relative a questo e non alla strada.
13
Dati mancanti
·
Il progetto in questione in alcuni
tratti considerati “in variante” è nelle immediate vicinanze
dell’attuale linea ferroviaria, in altri punti invece se ne prevede lo
scavalcamento ( come a Scopeti e Contea).
·
Visto
che il PRIT (http://www.regione.toscana.it/regione/export/RT/sito-RT/Contenuti/sezioni/trasporti/visualizza_asset.html_2021653218.html ), di cui i dettagli nell’allegato 4- punto
7.2.3.( compreso l’”aggiornamento del 2007”-allegato al PIT- punto 7),
prevede l’elettrificazione sulla Faentina (progetto
definitivo – intervento prioritario B15– cartografia PRIT) per oltre 60
Km. di linea a semplice binario [da Bivio S. Marco Vecchio a Borgo S. Lorenzo,
da Borgo S. Lorenzo a Pontassieve – dove “la domanda su ferro è
maggiore e consistente a Rufina, Pontassieve, Dicomano e Vicchio”(all-)]; e
che la “realizzazione di doppi binari in tutti i tratti dove è
possibile realizzarli” sembra essere una linea da perseguire per i
miglioramenti dei servizi su ferro (sintesi emersa al convegno pubblico “ MUOVERSI IN TRENO NEL MUGELLO: VIAGGIARE MEGLIO SI PUO©“ del 2006
>> http://www.cm-mugello.fi.it/comunicazione_istituzionale/com_ist_comunicati_stampa2006.php ).
·
E’ ovvio che il progetto della 67 in
questione INTERFERISCE con le ipotesi di adeguamento della ferrovia e/o con le
fasce di rispetto ad essa assegnate. Da qui l’esigenza di
un PARERE anche del Gruppo Trenitalia ( o Ferrovie dello Stato).
·
Non è stata interpellata neanche l’Autorità
Di Ambito competente, in quanto il tracciato intercetta: le fognature, gli
impianti di depurazione e le altre infrastrutture idriche di proprietà pubblica
( di captazione e adduzione dell’acqua potabile) che l’Ato deve tutelare. A
meno che non sia di competenza di altro Ente già interpellato.
·
Non è stato richiesto un parere a “Toscana
Energie” in relazione alla vicinanza e all’eventuale spostamento della
condotta del metano situata a monte dell’abitato di Montebonello e interessata
dalla relativa galleria.
Per
quanto riguarda il “progetto preliminare”, in base a quanto richiesto
dall’articolo 93 del decreto legislativo 12 aprile
2006, n. 163, ( richiamato dall’art. 5 < definizioni> del D.Lgs.
152/2006, comma 1-lettera g):
·
Non sono state illustrate le
ragioni della scelta della soluzione prospettata in base alla valutazione delle
eventuali soluzioni possibili [ndr. non esistono
altre soluzioni se non “lievi modifiche” del solito tracciato];
·
Non sono stati valutati né i
costi complessivi nè per singoli lotti, da determinare in relazione ai benefici
previsti, nonché in schemi grafici per l’individuazione delle caratteristiche
dimensionali, volumetriche, tipologiche, funzionali e tecnologiche dei lavori
da realizzare.
·
Il progetto deve consentire anche l’avvio della procedura
espropriativa.
14
Quadro di riferimento programmatico
pag. 46 >>>
Il tracciato ricade in “Ambiti
A1 e A2 ( oltre a B), definiti rispettivamente: di “ assoluta protezione del
corso d’acqua” (alvei, golene, argini dei corsi d’acqua,
tra cui la Sieve), e di “tutela del corso d’acqua e di possibile
inondazione” (tale ambito corrisponde alle due fasce immediatamente
esterne all’ambito “A1” che hanno larghezza pari alla larghezza del
corso d’acqua definita come sopra, con un massimo di 100 m.).
Per interventi in Ambito A1, si
parla di “adeguamenti di infrastrutture esistenti” senza avanzamento verso il
corso d’acqua.
·
Nel nostro caso eccetto i lotti 1 e
5, gli altri non prevedono adeguamenti. Sono varianti che incidono anche negli
Ambiti A1, A2 e B in quanto prevedono ben 4 ponti sul fiume, con rispettive
scarpate ad impedire il normale flusso dell’acqua in caso di piena. Quindi c’è
un avanzamento verso il fiume e non il contrario.
pag. 54 >>>
La scheda allegata al P.I.T.
relativa alla SS. 67 Tosco-Romagnola (scheda 3.19) indica tra le azioni
programmatiche e di priorità l’adeguamento dell’infrastruttura alle
caratteristiche di strada extraurbana secondaria anche attraverso
l’eliminazione dell’attraversamento dei centri abitati nel tratto da Firenze fino
al confine regionale.
·
Riguardo a ciò manca qualsiasi
analisi del tratto Dicomano-San Godendo-Muraglione, che invece doveva essere
parte integrante dello studio visto che la strada in questione è ritenuta
strategica proprio per il collegamento tra Toscana e Romagna, che invece viene
trascurato da tutti gli studi presentati in questa sede.
pag. 65 >>>
·
Il progetto ai tempi del Dott. Ghio
oltre che a dare un nuovo ponte alla frazione di Montebonello ( in loc.
Casalta) cercava di garantire una viabilità migliore anche al suo interno
prevedendo una galleria più corta che si riinnestava alla viabilità esistente
in 2 punti.
·
Cosa
che non accade oggi in quanto Montebonello è fortemente penalizzata
sia dall’inquinamento agli estremi della galleria che dall’unico punto di
accesso alla nuova strada. Senza pensare alle “prospettive” che possiamo
ipotizzare debbano essere messe in atto per poter attraversare il ponte storico
sull’Argomenna, non ancora analizzate in questo studio.
·
Quindi
con ulteriore aggravio dell’impatto sull’ambiente e sugli abitanti del lotto di
interesse “strategico” ( per il bypass di Rufina) investito già dalla
maggioranza delle opere totali.
pag. 66 >>>
·
Le
intenzioni di Anas erano quelle di declassare la statale 67. Nel 1992 è nata la
società consortile TO.RO. che, insieme ai comuni e alla Provincia, sono
riusciti a farla rimanere statale (http://met.provincia.fi.it/comunicati/comunicato.asp?id=21179)
relegandole un ruolo di primaria
importanza per i collegamenti tra la Toscana e la Romagna. Quindi l’interesse è
quasi eslcusivamente dei comuni tanto che Anas non l’aveva neanche messa nel
piano degli investimenti del 2007/2011.
pag.75 >>>
·
Il comune di Rufina non ha ancora
individuato la variante urbanistica nel P.S. per quanto riguarda il corridoio
infrastrutturale.
·
Quindi al momento del progetto
preliminare si è in mancanza di questa variante.
pag. 76 >>>
Il PTCP, giustamente, prevede per
questa strada flussi maggiori non tanto dal versante Romagnolo ( si pensi ai
rilievi del traffico Sisplan ), bensì dal Mugello.
·
Invece di prevedere
disincentivazioni al traffico, soprattutto pesante e di passaggio, su questa
arteria, la si rende più “appetibile”. Purtroppo senza pensare che per le sue
caratteristiche a unica carreggiata con una corsia per senso di marcia
non è fin d’ora adeguata al traffico che potrebbe riversarsi. Inoltre sarebbe
opportuno potenziare la viabilità su ferro dato l’alto numero di pendolari di
questo territorio (oltre il 60%, tendenzialmente in aumento).
Osservazioni
per singoli lotti
Lotto
1 A
·
Lo svincolo di Selvapiana termina in
una curva piuttosto stretta che si riimmette sull’attuale percorso in cui c’è
anche il passaggio a livello. La curva permetterà a eventuali camion di
manovrare/curvare liberamente e di sostare in caso di sbarre abbassate?
·
L’attuale tratto di strada, relativo
a questo lotto, che termina in loc. Torraccino, può essere adeguato senza
ulteriori rotatorie in quanto il proponente del nuovo inceneritore ha già messo
in atto, in accordo con ANAS, misure adeguate al traffico dei mezzi pesanti in
arrivo e in partenza dall’inceneritore utilizzando un piazzale antistante allo
stesso.
·
Quindi,
siccome la curvatura della strada che ne deriverebbe senza circondare il
“Torraccino”, è la stessa di quella del lotto 2B/3, in loc. Scopeti, il tutto
potrebbe essere evitato.
·
Non ci sembra inoltre opportuno che
da una rotatoria di una strada statale, quale la 67, con tutte le norme
tecniche per la sua costruzione, si possa prevedere un’uscita ad una proprietà
privata ( fabbrica davanti a Torraccino).
·
Un tratto del nuovo tracciato passa
sopra l’area della discarica delle ceneri dell’inceneritore che non dovrebbe
essere toccata.
·
Il rondò ricade all’interno di aree
di pertinenza fluviale del fiume ( PAI- stralcio n. 54- aree di pertinenza
fluviale). Il tracciato rimane all’interno di aree interessate da inondazioni
ricorrenti e eccezionali fino al viadotto di Montebonello (carta guida delle
aree allagate –stralcio 54) e in pericolosità idraulica molto elevata (stralcio
238).
·
Col nuovo tracciato la casa colonica
“Torraccino” rimane completamente racchiusa tra la SS 67 e lo svincolo che
porta all’inceneritore, inoltre nel progetto non viene considerato come
arrivare a questa abitazione.
·
Le abitazioni in loc. Fornacine sono
rimaste senza accesso in quanto il tracciato non prevede uscite in questo punto
(dove c’è un altro passaggio a livello).
·
La modifica della curva in loc.
Fornacine è un provvedimento che può essere fatto in qualsiasi momento
indipendentemente dalla conclusione dell’iter in questione. Anzi, in tutti
questi anni era una delle cose che poteva essere fatta senza grossi problemi e
senza particolari procedure di VIA. Inoltre il raggio di questa curva ( causa
di incidenti gravi), potrebbe essere “addolcito”, invece che lungo la ferrovia,
dal lato Sieve dove attualmente ci sono degli orti.
·
Il tratto invece in loc. Masseto
metterà in pericolo alcuni edifici situati lungo la Sieve ( 1 abitazione e
l’albergo “Marino”) in quanto il nuovo tracciato è tutto in rilevato; mentre la
strada attuale è sul piano di campagna e permetterebbe all’acqua di defluire
naturalmente attraverso i campi che, pur investendo anche altre case,
“diluirebbe” la pericolosità su tutta l’area. In caso di esondazione la
scarpata della strada farà da argine al fiume. A meno che non si pensi di
spostare Albergo e quant’altro, la pericolosità per alcuni edifici, e per i
suoi abitanti, andrà sicuramente a peggiorare.
·
Rispetto al precedente progetto il
rondò in questione è stato spostato nello “slargo” attualmente davanti
all’Albergo, che era adibito a parcheggio.
Chiaramente la problematica di
doversi immettere in strade comunali, come quella che porta a Masseto, fa si
che si debbano fare molti svincoli con la conseguenza di dover
utilizzare/sprecare più superficie. In questa area si perdono quindi 2
parcheggi importanti: uno è quello occupato dalla futura rotatoria e l’altro
quello che si affaccia sulla pescaia della Sieve, attualmente utilizzato da
veicoli e camion che si fermano all’Albergo-ristorante.
·
Questo tratto di strada sarà
adiacente ai giardini delle case attuali. In caso di incidente un veicolo
potrebbe anche finire nei giardini! Si ricorda che in molti tratti in cui vi
sono abitazioni adiacenti al tracciato, non sono previsti marciapiedi per
permettere agli abitanti di attraversare o spostarsi da un luogo all’altro. Lo
potranno fare solo attraverso la banchina ai margini delle carreggiate (
prevista per legge ma pericolosa per i pedoni!).
·
Nel nuovo rondò si vede una uscita
nelle immediate vicinanze del muro del piazzale, prospiciente alla pescaia sul
fiume, che non si capisce come potrà essere utilizzato dai camion e forse anche
dalle auto che si fermano al Ristorante o alle abitazioni circostanti (per
manovre ecc.). La vicinanza della scarpata all’albergo, oltre ad essere brutta,
chiuderà l’albergo tra il fiume e la strada togliendo ancora una volta parte
dello spazio attuale adibito a parcheggio. Il fatto della scarpata farà si che
il rumore sarà ancora più percettibile nelle stanze dell’Albergo, cosa che
difficilmente potrà essere compensata solo con l’asfalto fonoassorbente visto
che l’uso dei pannelli anti-rumore, verdi o trasparenti che possano essere,
sembrano poco indicati data la immediata vicinanza dell’edificio ( che si
vedrebbe ancora più chiuso tra il rilevato e i pannelli!).
·
Lo svincolo in direzione di Masseto
si riconnette all’attuale strada comunale in prossimità di un passaggio a
livello.
Il lotto 1 C, all’inizio,
ripercorre il vecchio tracciato ( anche se è di nuovo in rilevato rispetto
all’attuale). Nell’ultima parte invece non è in scarpata per evitare di
ostacolare l’acqua in caso di esondazione. Il rilevato ricominicia nei pressi
del rondò davanti al Mobilificio “Bigozzi”, in cui vi è comunque una parte
“permeabile” ( che consentirà all’acqua di andare dietro al mobilificio e
dietro la ferrovia passando dall’attuale sottopasso ferroviario).
·
Chiaramente in caso di esondazione
questa particolarità, del nuovo tracciato, faciliterà l’infiltrazione
dell’acqua che si incanalerà tra la scarpata della linea ferroviaria e quella
della strada investendo in questo modo anche le abitazioni che si trovano a
monte in direzione di Pontassieve ( loc. di fronte a Falchetto e Masseto). La
colonica in questione, anche se rimane rialzata rispetto al piano di campagna (
di fronte loc. Falchetto), resta completamente isolata tra la scarpata del nuovo
tracciato e la line FS, dietro. Inoltre, dal progetto, non si evince nessuna
ipotesi di tracciato per poter raggiungere questa casa: dal rondò si esce o sul
terrazzo sul fiume o verso Masseto; dal rondò del Bigozzi non ci sono
collegamenti.
·
Secondo
il PAI, infatti, tutta l’area un area di pertinenza fluviale (Stralcio n. 41-
tra l’albergo-Ristorante Marino e il fosso di Carbognale, e la zona del rondò
del Bigozzi, appartengono ad aree di pertinenza fluviale) ed è in pericolosità
idraulica molto elevata (stralcio 238).
Lotto
2 A
Subito
dopo il 1° ponte sul fiume Sieve, il nuovo tracciato, in variante, nel comune
di Pontassieve, è tutto in rilevato.
·
Questo impedirà il normale deflusso dell’acqua in caso di
esondazione.
· Anche
qui il PAI identifica questa area “di pertinenza fluviale del fiume Sieve” (
stralcio n.41-aree di pertinenza fluviale).
·
In questo punto c’è una zona molto
ampia e senza abitazioni nelle vicinanze (essendo in territorio rurale aperto),
che poteva consentire all’acqua del fiume di espandersi in modo naturale e
senza causare danni. Mentre, col nuovo tracciato, sarà incanalata e velocizzata
verso valle ( con le conseguenze che si possono immaginare!). Non
a caso è previsto uno sbarramento/scarpata a protezione dello svincolo
davanti al Bigozzi per “dirottare” l’eventuale piena sotto il nuovo
ponte lungo il corso della Sieve ( come se l’acqua in piena fosse di così
facile gestione!).
· Il
tracciato è interamente in “area sensibile” soggetta a rischio
idraulico (tav. D2 del RU di Pontassieve).
· Inoltre
è a valle di una ampia area di “protezione paesistico ambientale” (sopra
loc. Il Casellino – stessa tavola di cui sopra), proprio come lo è la zona di
Galardo.
·
Il tratto che va dal ponte del
Bigozzi, fino all’incrocio di Pian d’Ercole, e dove poseranno i piloni del
viadotto, è all’interno della fascia vincolata relativa a “fiumi
torrenti e corsi d’acqua” ( tav. 1.1. Vincoli in
attuazione del testo unico delle disposizioni legislative in materia di
beni culturali e ambientali del P.S. di Pontassieve).
· Così
come dall’uscita della galleria di Uscioli fino a Contea.
·
In generale, tutto il tracciato che
si sviluppa lungo il fiume ricade all’interno di questo vincolo ma anche nel
vincolo di “boschi e foreste” ( anche lungo la Sieve con le fasce riparali, che
sono tutelate per il drenaggio e per la stabilità delle sponde).
L’ art. 13, comma 4- Norme del P.S. Pontassieve, dice:“ Sono
specifiche invarianti strutturali del
subsistema delle pertinenze ecologiche e morfologiche dei corsi d’acqua:
−
la conformazione complessiva degli alvei fluviali, così come determinati
dall’azione di modellamento naturale;
−
la consistenza delle formazioni vegetali ripariali spontanee”
In questo tratto, come in parte
da Uscioli a Contea, il tracciato, in dx idraulica del fiume Sieve ovvero
all’interno del perimetro comunale di Pontassieve, ricade in questo subsistema
(tav. 11.1 del P.S. Pontassieve).
·
Le invarianti di cui sopra,
la conformazione naturale dell’alveo e il danno alla vegetazione riparale,
vengono disattese perché è previsto lo scavamento ( o riprofilatura)
di più di 1,5 km. della sponda della Sieve a recupero dei volumi tolti dalla
strada. (tav. PHD_010000 –del progetto).
A
questo proposito si riportano alcuni stralci dell’Allegato 6.6 al P.S. di
Pontassieve, Relazione
Finale:
<< Le
stesse direttive della Regione Toscana concernenti i criteri progettuali per
gli interventi in materia di difesa del suolo (Del. C.R.155/1997)
riconoscono l’importanza delle formazioni ripariali ai fini della difesa
idraulica: “le associazioni vegetali ripariali, oltre a costituire un
importante valore ecologico e fungere da agenti di una notevole
attività di depurazione delle acque, possono essere considerate come la più
naturale delle difese idrauliche, efficaci per la limitazione dell’erosione e
per il rallentamento della corrente …” (art.4)”.>>
E
anche: <<“L’importanza dei corridoi ecologici
per la conservazione della biodiversità è oggi ribadita
sia livello comunitario che nazionale e regionale.
Le fasce ripariali e le zone
golenali dei nostri fiumi costituiscono oggi uno degli ambienti più
fragili e più
sensibili all’intervento umano in quanto sono legate a condizioni
geomorfologiche e idrauliche le cui lievi modificazioni possono
comportare forti alterazioni nella loro composizione e struttura.
Le rive dei fiumi da sempre sono
state privilegiate come luogo di insediamento e di sviluppo antropico e le
modifiche indotte dall’uomo sono quindi di una intensità sconosciuta in altri
ecosistemi, una intensità variabile a seconda dei locali caratteri
socio-economici e culturali.
Il rapporto conflittuale tra
attività antropiche e fiume, legato alla difesa delle attività economiche,
delle reti viarie e dei centri abitati, ha comportato un forte controllo da
parte dell’uomo sulle dinamiche naturali dei fiumi, con una riduzione degli
elementi di naturalità peraltro non sempre legato ad un effettivo
aumento delle condizioni di sicurezza idraulica.
Le attività umane possono essere
causa di modificazioni più o meno dirette dei parametri idrogeomorfici e quindi
della stessa configurazione dei corsi d’acqua, con modificazioni del trasporto
solido, della dinamica fluviale e della stessa stabilità ( Gisotti, 1997); si
tratta quindi di alterazioni che possono risultare negative, paradossalmente,
anche ai fini della stessa sicurezza idraulica. L’artificializzazione dei fiumi
infatti, con la scomparsa della vegetazione ripariale, la regolarizzazione e la
cementificazione delle sponde e la canalizzazione dell’alveo (con scomparsa dei
tratti sinuosi) non fa che accentuare la torrenzialità del regime idrologico.”>>
Punto
6.6.2.2 Fiume Sieve
<< Il fiume Sieve
rappresenta il principale affluente in destra idrografica dell’Arno e segna il
confine orientale del territorio comunale di Pontassieve. La lunghezza
complessiva del tratto esaminato è di circa 15,7 km. L’indagine ha permesso di
suddividere il corso d’acqua in 21 tratti ritenuti omogenei per le
caratteristiche esaminate (§ 6.1.1).
Con l©entrata a regime
dell©invaso di Bilancino, la Sieve ha cambiato profondamente il suo assetto
idraulico. Il rilascio di una portata minima estiva ha di fatto attenuato
l’escursione annuale di portata con effetti ambientali in gran parte positivi
dovuti alla maggiore diluizione degli inquinanti e ad una maggiore
concentrazione di ossigeno disciolto nell’acqua. Inoltre a monte del tratto
considerato è entrato recentemente in funzione l©impianto di depurazione di
Borgo San Lorenzo (loc. Rabatta), cui sono allacciate le fognature di Barberino
di Mugello, Scarperia, San Piero a Sieve, Vicchio e Borgo San Lorenzo.
Tuttavia il tratto della Sieve
esaminato rappresenta, nel suo complesso, il peggiore dell’intero corso
fluviale. Ciò è sicuramente dovuto in primo luogo ai massicci interventi in
alveo dovuti alla cementificazione delle sponde e alla costruzione di grosse
briglie, secondariamente in seguito all’alterazione della fisionomia della
fascia ripariale, ridotta molto spesso ad una strettissima (1-5 metri) fascia
arborea o arbustiva costituita in prevalenza da Robinia pseudoacacia.
Più
in dettaglio, partendo dalla confluenza nell’Arno, il fiume si presenta
fortemente degradato fino alla fine dell’abitato di San Francesco (tratti I e
II per un totale di circa 2,5 km dalla foce).
La realizzazione del
nuovo raccordo tra la SS. 67 e la SS. 69 ha comportato la costruzione di grossi
piloni di cemento sulla sponda sinistra del fiume ma che hanno comportato e
comporteranno in futuro cambiamenti nell’assetto idraulico su tutto l’alveo.
Inoltre, sono
state realizzate piccole briglie per la stabilizzazione del fondo mentre la
vegetazione ripariale sulla sponda sinistra è stata completamente rimossa. In
questo tratto la qualità dell’ambiente fluviale risulta
fortemente compromesso (tratto III, circa 650 m) anche se in riva destra
è presente una fascia continua di vegetazione ripariale.
Il tratto immediatamente a
monte possiede caratteristiche più elevate di naturalità anche se il
territorio circostante risulta ancora fortemente antropizzato, soprattutto in
riva sinistra. Gli argini sono in gran parte naturali e la vegetazione
perifluviale, anche se sempre molto stretta e con abbondante presenza di
robinia, non presenta interruzioni (tratti IV-VI per circa 2,3 km).
All’altezza
di Molino (poco più a valle della confluenza con il Fosso Falchetto) la
vegetazione
ripariale
appare invece fortemente degradata anche in riva destra per un tratto di circa
1 Km
(tratto
VII). Più a monte, nonostante siano presenti ancora interventi in alveo e brevi
tratti di
consolidamento delle
sponde, la qualità
dell’ambiente ripariale migliora
fino a risalire
alla
confluenza con il Torrente
Argomenna (tratto VIII, 1,8 km). All’interno degli abitati di Rufina
(Pelago)
e Montebonello (Pontassieve), la Sieve è caratterizzata da una completa
artificialità delle
sponde e da una ridottissima presenza di vegetazione
ripariale (tratto IX, 750 m). Il tratto X (550 m di
lunghezza complessiva),
immediatamente a monte dell’abitato di Montebonello, presenta una fascia
ripariale in riva destra caratterizzata da grosse piante
arboree. Ancora più a monte (tratto XI, 1,4 km)
la qualità continua migliorare,
soprattutto in riva destra (Comune di Pontassieve) grazie alla
presenza di una folta, e a tratti estesa, fascia di
vegetazione ripariale dominata da Populus sp. e Salix
sp fino alla zona industriale degli Scopeti dove si ha un
improvviso abbassamento della naturalità del
corso d’acqua a causa della presenza di una vegetazione di
ripa fortemente alterata (tratti XII e XIII,
1 km circa). La situazione migliora nuovamente a partire dal
lago da pesca presso C. Nova e presenta
notevoli caratteri di naturalità
soprattutto immediatamente a valle e monte del ponte degli Scopeti.
Nel tratto XIX, poco più a monte di Casini, il fiume Sieve
presenta le caratteristiche migliori di tutto il
corso all’interno del territorio
comunale. La situazione rimane pressoché costante in riva destra per
tutto
il resto del corso d’acqua, fino cioè alla confluenza del torrente Londa, se si
eccettua qualche
breve
tratto dove la fascia risulta piuttosto esigua e dominata dalla robinia (tratti
XVIII e XX). In
sinistra
idrografica la qualità delle sponde si mantiene costantemente più bassa a causa
della
frequente
interferenza delle opere in difesa della SS. 67 e della ferrovia. Da segnalare
infine la
presenza di una estesa (circa 1 ha)
e ben strutturata boscaglia ripariale in riva destra, proprio al
margine nord-orientale del
territorio comunale (tratto XXI)”.>>
·
All’altezza di Pian D’Ercole, loc.
Montebonello, è previsto un incrocio ( in parte in rilevato) invece di una
rotatoria. In parte in aree sensibili già vulnerate da fenomeni di inondazione
e dal rischio idraulico ( tav. 3.12. Nord- P.S. Pontassieve) e in area di “interesse
faunistico” ( tav. 4.4 Nord P.S. Pontassieve).
·
Sempre in questo tratto, si lambisce
un “corpo di frana attivo”, perimetrato nella tav. 3.3 del P.S. di
Pontassieve (o “scivolamento attivo”-mappa geomorfologia SIT), e un corpo di
frana antica in loc. Casalta.
·
Area che tra l’altro è in “pericolosità
di frana ELEVATA” (mappa della pericolosità idrogeologica SIT), così
come all’uscita della galleria.
Da notare che la maggior parte del versante rufinese, stessa
mappa di cui sopra, rispetto al versante di Pontassieve ha aree in
“pericolosità da frana” moderata e anche nulla.
In questi ultimi anni, generalmente tutti i comuni, città
ecc, optano per togliere gli incroci e fare le rotatorie per rendere i
tracciati meno pericolosi.
·
Non
si capisce perché in un tratto di strada che non ha interruzioni dal rondò di
Uscioli a quello del “Bigozzi” ( lotti 2 A – 2 B – 3 ) che possano rallentare
la velocità dei veicoli, si lasci un incrocio di tale importanza e di
conseguente pericolosità, dovuta probabilmente anche alla velocità che si
potrebbe raggiungere e che poteva essere ridimensionata con un rondò.
·
Sempre
per quanto riguarda questo incrocio, ci teniamo a precisare che sarà l’unica
uscita per raggiungere le frazioni del comune di Pontassieve:
“Montebonello”, “Acone” e altre località. Infatti se storicamente questa
progettazione aveva uno svincolo anche in loc. Galardo (di fronte a Scopeti),
adesso non è più previsto. Quindi tutto il traffico di Montebonello ecc, per
entrare e/o uscire
nel/dal nuovo tracciato, dovrà utilizzare la strada che passa davanti
all’Albergo Pian D’Ercole e conseguentemente dal “ponte” che attraversa il
torrente Argomenna ( torrente a vincolo Paesaggistico - elaborato
B1-Montebonello-del RU di Pontassieve).
·
Il “ponte” è segnalato come viabilità
storica da tutelare ( tav. D3 del RU di Pontassieve - art. 51 Norme RU,
che cita: “…è prescritto il mantenimento nei relativi aspetti
strutturali, quali il tracciato, la giacitura e le
caratteristiche dimensionali, nonché, ove si siano conservati, o siano
recuperabili, negli aspetti costruttivi e formali sia delle strade che dei
relativi elementi di supporto e di arredo, quali i muri di recinzione
latistanti e quelli di sostegno e di contenimento, e simili, ...” );
·
Quanto sopra vale anche per tutta
via Colognolese e via Argomenna ( tav. D1 del RU di Pontassieve e tav.
6.1- P.S. Pontassieve ).
·
Il
“Ponte” non è all’interno del corridoio infrastrutturale e attualmente non
permette un facile scambio di 2 auto che circolano nei due sensi di marcia ( figuriamoci
quando ad incrociarsi saranno i camion o i tir diretti alla fabbrica
“Stigo”, alle cantine Grati o a una delle numerose cantine che vanta questa
zona da sempre a vocazione vitivinicola di pregio e olivicola ). Non è previsto
infatti nessun raccordo efficace all’attuale viabilità di Montebonello. Quindi
il progetto non è esaustivo di tutte le opere di cui ha bisogno per essere
funzionale a se stesso.
·
Questa area e la frazione di
Montebonello è già fortemente colpita da molte delle numerose opere del
tracciato. Non la si può appesantire ulteriormente delegando il tutto a fasi
successive del progetto, senza attivare la VIA e quindi senza valutarne prima
gli effetti positivi e/o negativi rispetto ai vari temi ambientali,
paesaggistici, idraulici ecc.
·
L’art. 16, comma 4, del RU di
Pontassieve “riconosce l’esigenza di provvedere all’adeguamento della
strada statale 67 nel tratto Pontassieve – Dicomano e, pur non prevedendo
nuovi tracciati nel tratto adiacente all’abitato di Contea, rinvia alla
progettazione definitiva (ndr.non preliminare) e alla
valutazione di impatto ambientale (ndr. non
verifica o assoggettabilità) la definizione del tracciato e la
verifica della sua compatibilità con i caratteri territoriali
dell’ambito interessato”.
·
Secondo il PAI nella zona di Casalta
fino al previsto incrocio ai Fabbri siamo in area di pericolosità media di
frana (P.F.2 ), derivante dall’inventario fenomeni franosi ( stralcio n 206).
Il tracciato sopra Pian d’Ercole arriva a sfiorare aree con pericolosità di
frana molto elevata e elevata (P.F.4 e 3). Anche la galleria di Montebonello,
nella zona prima di Galardo, è in P.F.2.
·
Tutto il tracciato in galleria è
in area a vincolo idrogeologico (
tav. 3.12. Nord- P.S. di Pontassieve);
·
Individua nel suo percorso zone a
pericolosità geologica media ed elevata proprio ai 2 imbocchi della galleria (
elaborato B1-Montebonello-del RU di Pontassieve);
·
E’ in area soggetta ad erosione
superficiale (tav. 3.3. - P.S di Pontassieve), con alle spalle il monte, dove
si erge la “Torre di Montebonello” (anno 1000), che passa in modo repentino dai
100 m. s.l.m. a oltre i 200 ( tutto sopra la galleria).
·
In questa zona della galleria, ci
sono inoltre:
i tubi
dell’acquedotto di Montebonello, del depuratore, delle fogne (tav.
5.1.Nord-P.S. Pontassieve), e la condotta del metano senza sapere a
quale distanza si trova la
galleria e/o quale distanza si deve
mantenere per sicurezza in base alla pressione del gas che passa nelle
tubature.
Lotto
2 B
·
Un rondò in loc. Galardo è
auspicabile proprio per evitare che tutto il traffico di Montebonello oltre ad
appesantire quello nelle strade interne, si riversi tutto ( o quasi)
all’incrocio di Pian d’Ercole. La galleria si poteva far uscire un po’ prima,
in loc. Galardo, terminando in un rondò (senza gli svincoli dei progetti
precedenti, che andavano a circondare le case di Casellina al Moro), in
prossimità dell’intersezione dell’attuale strada che porta ad Acone e a Montebonello.
Risolvendo il problema del traffico sia nell’abitato
che in loc.
Pian d’Ercole. ( chi deve andare verso Dicomano, invece di andare a Pian
d’Ercole o a Rufina, potrebbe prendere il rondò a Galardo, e viceversa.
· La
galleria, per quasi 1/3 della sua lunghezza, incrocia l’area destinata a vincolo
cimiteriale del cimitero di Montebonello ( tav. 1.2 nord, P.S.
Pontassieve). La strada interrata passerà a pochi metri dalla struttura
cimiteriale andando così ad inificiare le finalità del vincolo stesso, in
quanto:
in
primo luogo vuole assicurare condizioni di igiene e di salubrità mediante la
conservazione di una "cintura sanitaria" intorno allo stesso
cimitero, in secondo luogo garantire la tranquillità e il decoro ai luoghi
di sepoltura, in terzo luogo consentire futuri ampliamenti del
cimitero (che nel caso in oggetto non potranno avvenire sopra una galleria).
·
Il cantiere previsto a Scopeti, è
limitrofe all’area di rispetto delle acque destinate al consumo umano (tav. 1.2
nord, P.S. Pontassieve). Inoltre parte del tracciato ricade all’interno del
raggio di protezione dei pozzi d’acqua ad uso pubblico (mappa dei pozzi-SIT
Prov. FI).
·
Si dovranno prendere provvedimenti
affinché questa zona non venga in contatto con terra, polvere, carburanti e
quant’altro inerente ad un cantiere.
·
La galleria termina con il 2° ponte
sul fiume Sieve e prosegue, sempre in rilevato, piuttosto alto, per scavalcare
la ferrovia in località Scopeti.
·
In una eventuale esondazione il
fiume con la sua corrente si troverà costretto a passare tra una
scarpata ( della galleria) e l’altra ( del raccordo a triangolo), in un luogo
dove esistevano tutte le caratteristiche per espandersi in modo naturale grazie
alle casse di espansione previste dal PAI.
·
La scarpata del Ponte in loc.
Galardo è posta sopra il canale della “Gora” della vecchia “Cartiera di
Montebonello” che è sempre funzionante. La gora sarà tutelata?
Lotto
3
In questo punto, nei vecchi
progetti, era prevista una rotatoria. Nell’attuale tracciato, nello stesso
punto, è previsto uno svincolo a triangolo, chiamato anche a “T”, in
cui: un braccio si ricollega all’attuale rondò attraverso un sovrappasso
ferroviario; l’altro braccio, che diventerà la statale 67, prosegue lungo la
linea ferroviaria, con alcuni raccordi per ricollegarsi al vecchio tracciato in
due punti ( uno prima del rondò, l’altro nel rondò stesso. Anche qui altri
incroci, in una strada, che per le caratteristiche che avrà, consentirà una
velocità di 90 km/h.). Uno di questi è utilizzabile solo per chi esce dalla
nuova strada ( dir. Dicomano) o per chi arriva dalla vecchia statale per
entravi ( sempre in dir. Dicomano). Si poteva utilizzare solo il rondò di
“Uscioli”.
·
Da qui la pericolosità di questi incroci, risolvibile invece
con le rotatorie.
·
La casa colonica, nei pressi di loc.
Sorgente e dello svincolo, rimarrà isolata e dentro la cassa di
espansione di tipo B, prevista dal PAI, in quanto, la strada, fa anche da
argine alla cassa stessa.
·
Nelle perimetrazioni del PAI, invece, la casa rimaneva al di
fuori della cassa di espansione. La programmazione delle casse di espansione
risale al 1999.
In località Scopeti, secondo il
PAI, l’area che va dal km.108, più o meno, fino a superare, in linea d’aria il
km. 110, tra la ferrovia e il fiume, è tutta perimetrata come cassa di
espanzione di tipo B (stralcio n.42-carta degli interventi strutturali per il
rischio idraulico nel bacino dell’Arno).
·
Quindi il nuovo svincolo a “T”
trancia in 2, in senso obliquo, la cassa di espansione ( più o meno nei pressi
di loc. Il Piano).
·
Il tracciato ricade all’interno di
aree interessate da inondazioni ricorrenti e eccezionali fino al ponte di
Uscioli (carta guida delle aree allagate –stralcio 54). Come ricade totalmente
in aree con pericolosità idraulica molto elevata (P.I.4 –stralcio 180).
La
“Direttiva n. 3” del PAI <criteri per la realizzazione delle
casse di espansione>
(
vincolante per gli enti cui sono destinate) così cita:
“Gli
argini necessari per la
realizzazione
delle casse di espansione
dovranno
raccordarsi gradualmente con
la
morfologia della pianura al fine di
minimizzare
l’impatto ambientale”.
·
Né in località Scopeti, né in loc.
Contea, si rispetta tale direttiva in quanto il tracciato ( rondò ecc) della SS
67 costituirà l’argine delle casse di espansione, che tutto è eccetto che “un
raccordo graduale con la morfologia della pianura circostante”. ( http://www.adbarno.it/rep/pri/normativa/Piano%20adottato%20rischio%20idraulico%20-%20Normative.pdf).
·
Tutto il raccordo dopo il ponte di
Galardo, ricade in “cassa di espansione di tipo B”, in area di “Pertinenza del
fluviale”, area “ interessata da inondazioni ricorrenti ed eccezionali” (PAI).
·
In “aree sensibili” già
vulnerate da fenomeni di esondazione e soggette a rischio idraulico (PTCP).

Dal
Piano strutturale del Comune di Rufina, <disciplina e statuto dei luoghi>:“
la realizzazione della cassa di espansione in località Scopeti per la
messa in sicurezza dal rischio idraulico degli insediamenti di fondo valle,
permettendo nel contempo il rafforzamento e lo sviluppo compatibile del polo
produttivo ivi presente e riconosciuto dal PTCP” (art 6-pag. 9), oppure: “La
realizzazione della cassa di espansione, e del contestuale recupero ambientale,
deve essere attuata tramite progetti esecutivi corredati di valutazione
di impatto, che tengano conto della necessità di interventi di
bioingegneria atti a raccordare gli argini alla morfologia della zona
interessata. Fino all’approvazione del Regolamento Urbanistico in
tale area non sono ammesse nuove costruzioni, anche a carattere precario, né
l’impianto di serre di qualsiasi tipo o comunque di manufatti che possano ostacolare
il flusso delle eventuali acque di esondazione ”(art. 20-pag.25)
·
L’intento delle casse di espansione
era quello di recuperare volumi naturali per eventuali esondazioni per ridurre
il rischio idraulico, non quello di recuperare volumi tolti dalle opere del
progetto della SS 67!
·
Il tracciato, poco dopo la zona
industriale di Scopeti, arriva a lambire la zona demaniale del Sieve, per
rimanere a valle della ferrovia. Poi si prosegue di nuovo in rilevato e sempre
nei pressi del fiume.
·
In linea d’aria con il lago
d’Argento ( che si trova sull’altra sponda del fiume) è stato inserito un
ulteriore, quanto inutile, svincolo che riconduce sulla vecchia SS 67 (
passando sopra ad un ponte della ferrovia già esistente con la strada a 1
carreggiata per 2 sensi di marcia).
·
Poco dopo c’è di nuovo una
rotatoria, su scarpata, che si riconnette all’attuale ponte sulla Sieve che va
a Colognole e, sempre su questa connettitura, vi è una circonvallazione
del rondò (a valle di Scopeti) che passa addirittura sotto alla scarpata del
nuovo tracciato ( da qui si evidenzia come le scarpate siano quasi sempre
piuttosto alte!) e si riimmette nell’attuale bivio per Colognole.
·
Entrambi gli svincoli hanno la
stessa funzionalità, quella di ricongiungersi al tracciato della vecchia
statale. Uno di questi potrebbe essere eliminato. Il ponte che va a Colognole
può essere preso direttamente dal rondò, quest’ultimo raggiungibile anche dal
precedente svincolo, e/o viceversa.
·
Anche in questo punto il rondò è
tutto in area di pertinenza fluviale (PAI) ed essendo tutto in rilevato è ovvio
che ostacolerà il normale flusso delle acque in caso di esondazione.
Lotto
4
·
Il lotto 4 inizia dal rondò
precedente e continua con il 3° Ponte sulla Sieve che arriva sull’argine del
fiume sempre in scarpata. Probabilmente saranno meno impattanti da un punto di
vista paesaggistico ma più pericolosi per il rischio idraulico.
·
Ricordiamo che quasi tutto il
tracciato scorre lungo il fiume in aree a rischio idraulico elevato e molto
elevato (P.I.4 e P.I..3).
·
In questo punto inizia la 2° galleria di oltre 1 km.
· Siamo
in area a “pericolosità da frana ELEVATA” (mappa della
pericolosità idrogeologica SIT ), fino al prossimo 4° ponte che riporta
il tracciato in sx idraulica del fiume.
· Da
notare che la maggior parte del versante rufinese invece, ha aree in
“pericolosità da frana” moderata e anche nulla.
·
L’imbocco e la fine di questa
galleria è in area perimetrata a pericolosità media di frana
(P.F.2-Pai-stralcio180). Questa, a differenza dell’altra a Montebonello, è
totalmente scavata sotto la montagna. A questo proposito si ricorda che per
questa galleria ci sono dei problemi non ancora risolti.
·
Non sono ancora stati fatti saggi
geologici per verificare la fattibilità di quest’opera. Il che equivale a dire
che tutto il progetto presentato presenta delle lacune che non possono essere
rimandate a fasi successive della progettazione, perché dalla fattibilità di
ognuna di queste opere importanti ( ponti, viadotti, sovrappassi fs, gallerie,
rondò), distribuite nei vari lotti e sottolotti, dipende la fattibilità
effettiva di tutti gli altri che si devono ricollegare tra di loro.
·
La galleria termina in prossimità
della loc. Meletino, in dx idraulica del Sieve, e riprende il suo cammino in
rilevato fino a Contea. In questo punto la strada è all’interno di un “area
di pertinenza fluviale” (PAI- stralcio n. 42- aree di
pertinenza fluviale). Da ciò ne consegue la riduzione di metri cubi per
eventuali piene.
·
Nella stessa condizione anche l’ultimo pezzo di tracciato
prima dell’ultimo ponte di Contea.
·
A Contea, attraverso il 4° Ponte, si
arriva in scarpata alla fine dell’abitato, nei pressi di loc. Castello,
con un rondò.
·
Parte di questa rotatoria e il
tratto che costituisce il sovrappasso ferroviario, ricade in “cassa
di espansione di tipo B” e in area di “pertinenza fluviale”
( PAI- stralcio n.31 - carta degli interventi strutturali per il rischio
idraulico nel bacino dell’Arno // stralcio n.31- aree di pertinenza fluviale).
·
Tutto il tracciato fino al
sovrappasso ferroviario risulta all’interno del perimetro relativo alla “carta
guida delle aree allagate interessate da inondazioni durante gli eventi
alluvionali degli anni 1991-92-93”.
·
Se da un lato queste scarpate
mettono in “sicurezza” alcune abitazioni situate subito dietro, dall’altro
producono effetti negativi nell’orientare il flusso dell’eventuale piena con
più forza verso valle e verso le abitazioni situate in prossimità degli sbocchi
( varchi) che costituiscono tutto il tracciato (ponti, punti “permeabili”,
ecc).
·
Questo rondò farà anche da sfondo al
Convento di Sandetole che si trova, in linea d’aria, proprio sopra al rondò e
al raccordo di collegamento con la vecchia 67 ( tutto in rilevato!).
·
In pratica in caso di esondazione si
costituiranno tanti laghetti di ristagno dove l’unica cosa che svetterà sarà
appunto la statale 67.
·
Il Comune di Pontassieve non ha
ancora individuato il corridoio infrastrutturale in questo lotto ( adiacente a
Contea). Infatti si legge: “Il presente piano riconosce l’esigenza di
provvedere all’adeguamento della strada statale 67 nel tratto Pontassieve
– Dicomano e, pur non prevedendo nuovi tracciati nel tratto
adiacente all’abitato di Contea, rinvia alla progettazione
definitiva e alla valutazione di impatto ambientale la definizione del
tracciato e la verifica della sua compatibilità con i caratteri territoriali
dell’ambito interessato.” (Norme al PS - art. 19, comma 4).
Lotto
5
Dal rondò ci si riimmette nella
vecchia statale attraverso il 2° sovrappasso ferroviario. Da questo punto in
poi la strada, in parte in sede, in parte no, rimane vicina alla linea
ferroviaria ma continuando ad essere in scarpata
· Di alcune abitazioni lungo questo
tratto ( e non solo) non si riesce ad individuare quale accesso sia rimasto per
potervi accedere.Dal tracciato non si evince. Probabilmente il progetto, nonostante
debba mantenere determinate caratteristiche di raggi di curvatura, lunghezza
dei rettifili, dimensioni dei rondò, larghezza delle carreggiate e delle
banchine, velocità di 90 km/h ( come quella di Pontassieve), ecc, prevederà
accessi “diretti” dalla sede stradale per entrare nei cortili, nei garage,
nelle strade vicinali o altro.
· Comunque queste entrate dovevano
essere previste sul tracciato presentato. Questo problema è una
“caratteristica” che si ripresenta più o meno per tutti i lotti.
Il tracciato finisce, in loc. Casello, ritornando sul
vecchio tracciato della 67 (poco prima di Piandrati ).
· Anche in questo caso non si
chiarisce come questo tracciato potrà ricollegarsi in futuro con eventuali
varianti del comune di Dicomano, a dx o sx idraulica del fiume Sieve, sia per
il bypass dell’abitato ( e quindi anche la SS 551), sia per collegarsi alla SS
67 che conduce al Passo del Muraglione.
·
Infatti niente si dice su questo
“famoso” collegamento “strategico” verso la Romagna, passando da San Godendo e
Muraglione (unico Valico Appenninico in quest’area ). Importanza “strategica”
dalla quale prende avvio, perdendosi nel tempo, l’esigenza di tutta questa
progettazione.
·
Il tracciato, anche qui, ricade
totalmente ( dal rondò di Contea alla fine del progetto) in “aree di
pericolosità molto elevata” (P.I.4) individuate nel PAI dall’Autirotà di
Bacino del fiume Arno (stralcio 156).
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ELENCO ALLEGATI
A
B
C
D
E
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