In provincia di Lucca si continua a seguire la strategia "RIFIUTI ZERO", a chiudere gli inceneritori attuali e a non farne costruire di nuovi. Molti i comuni che hanno aderito a questa strategia, non solo nella nostra regione ( li potete visionare al link: http://ambientefuturo.org/?cat=3 ).
Ci chiediamo perchè anche qui da noi, soprattutto in Valdisieve dove la nostra "Spada di Damocle" è rappresentata da un nuovo inceneritore per bruciare non le 10.000 t/anno di RSU, ma BEN 70.000, non si possa semplicemente COPIARE da chi ha già ottenuto buoni risultati con metodi virtuosi!
Non ci stancheremo MAI di far notare che siccome dobbiamo arrivare, per legge, a delle percentuali piuttosto alte di raccolta differenziata (65% entro il 2012), e siccome si attivano sempre di più progetti Porta a Porta e, ormai di moda, il metodo E-Gate, non si capisce perchè si debba fare un NUOVO impianto così grande e soprattutto perchè non viene chiuso anche quello attuale ( chiuso ormai da 1 anno. Quindi si può fare anche senza!!) e bonificare tutta l'area.
QUALI RIFIUTI DOVRA' TRATTARE ? I conti non tornano!
Questo il comunicato dai comitati della Prov. di Lucca e un commento di Rossano Ercolini ( sotto):
COMUNICATO STAMPA
Con grande soddisfazione apprendiamo che il Consiglio Provinciale di Lucca del I° settembre 2011 ha approvato all'unanimità la mozione sulla chiusura degli inceneritori in provincia di Lucca, dando in tal modo anche un forte segnale di contrasto alla politica inceneritorista della Regione Toscana.
Nella mozione suddetta si fa riferimento all’”obbiettivo primario” di “superamento nel nostro territorio provinciale, per le sue caratteristiche, del sistema di incenerimento dei rifiuti”, alle “gravi criticità emerse nell’esercizio degli impianti di incenerimento”, alle “diffuse preoccupazioni riguardo alla tutela della salute e dell'ambiente”, alle “ampie opportunità di riuso e riciclo dei rifiuti”, all’ “impianto di compostaggio nella piana a Capannori”.
Orbene, coerentemente con queste affermazioni di principio e con questa chiara presa di posizione, la Provincia adesso deve sospendere l’autorizzazione, concessa indebitamente ad Alce S.p.A., all’attivazione del mega impianto di incenerimento a Fornoli di Bagni di Lucca.
Se le “caratteristiche del nostro territorio provinciale” sono ostative per gli inceneritori di Belvedere e Falascaia lo sono a maggior ragione per l’inceneritore di Fornoli: più volte sono state evidenziate le caratteristiche orografiche e meteodiffusionali della Valle del Serchio, che non consentono la dispersione degli inquinanti. Se “gravi criticità” sono emerse a Falascaia e Belvedere, peraltro non scoperte dagli organi competenti, c’è da supporre che le stesse emergerebbero a Fornoli, considerate in particolare le scarse risorse strumentali e umane degli Enti delegati ai controlli. Per quanto riguarda le “diffuse preoccupazioni riguardo alla tutela della salute e dell'ambiente” basta ricordare che esiste in tal senso un elenco infinito di dichiarazioni e studi scientifici riferiti al progettatato impianto Alce. Per non parlare delle “ampie opportunità di riuso e riciclo” dei residui della lavorazione del tannino: pannelli truciolari, pellet, stabilizzazione del compost presso il futuro impianto di compostaggio di Capannori.
In particolare, per quanto riguarda il problema sanitario, vogliamo evidenziare un dato estremamente grave che purtroppo fino ad oggi non è stato considerato nella sua tragicità: nel Rapporto Annuale 2005 del “Registro Toscano Difetti Congeniti” e nel “Profilo di Salute Valle del Serchio” del luglio 2008, si evince che nel triennio 2002-2004 nella ASL 2 di Lucca il tasso di malformazioni congenite è stato del 374,7 per 10.000 a fronte di un valore medio regionale di 216,6. Si tratta del valore più alto in assoluto tra tutte le ASL della Toscana. Tutti gli studi del settore riconoscono l'importanza di cause ambientali tra i fattori che determinano i difetti congeniti e pertanto è da supporre che variazioni di esposizione ambientale abbiano un ruolo determinante nel giustificare le differenze macroscopiche tra la ASL 2 e il resto del territorio regionale.
Per quanto poi riguarda le opportunità di riuso e riciclo del legno detannizzato, basta ricordare a tutti, sindacati in primis, che nel tannificio della Silvateam a San Michele Mondovì il legno detannizzato viene attualmente utilizzato per produrre il pellet “Bruciabene” e che i lavoratori attualmente operanti in quel settore sono oltre un centinaio, a dimostrazione che ci sono modalità di chiusura del ciclo tannino a intensità di lavoro assai più alta che nel suo incenerimento.
3 settembre 2011
Comitato Amibiente e Salute di Borgo a Mozzano e Bagni di Lucca
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