DA LEGGERE COME UN BYPASS CHE SOMIGLIA MOLTO AD UNA GRANDE OPERA INUTILE MENTRE INVECE SI DOVREBBE PUNTARE AL MIGLIORAMENTO DELLA VIABILITà INTERNA E AD UN RIPENSAMENTO DELLA MOBILITà IN SENSO SOSTENIBILE SFRUTTANDO AL MEGLIO E DI PIU' LA LINEA FERROVIARIA, NODI E PARCHEGGI INTERSCAMBIO E PISTE CICLABILI.
Associazione “Vivere in Valdisieve”
portiamo
all’attenzione la VARIANTE DI RUFINA sulla SS67, in tema del convegno SULLE GRANDI OPERE INUTILI per una mobilità
sostenibile.
Il progetto della
SS67 “Tosco-romagnola”, prevede un tracciato di circa 13 km. suddiviso in 5
lotti maggiori, nel tratto da San Francesco (Pelago) a Dicomano. Nel 2010, il
progetto preliminare, è stato sottoposto alla “verifica di assoggettabilità
alla VIA” (secondo l’art. 20 del d. lgs 152/2006), come da noi richiesto nelle
Osservazioni presentate durante l’iter.
L’Iter è terminato con la
richiesta di SOTTOPORRE A VIA
TUTTO IL TRACCIATO nel quale sono
previste molte opere di grave impatto per il territorio: → 4
Ponti sul Fiume Sieve → 1 Viadotto di
circa 300 m. e alto più di 10 → 1
Galleria artificiale di quasi 1 km. → 1
o 2 Gallerie naturali → 2 Sovrappassi Ferroviari → 8 tra Rotonde e
raccordi a “T” o di altro tipo.
Tutto il progetto è inserito nel Programma Infrastrutture
Strategiche (PIS) (di cui alla legge n. 443 del 2001 (cosiddetta
"legge obiettivo"), sotto la voce “VALICHI STRADALI APPENNINICI Toscana – Ammodernamento SS67
Tosco-Romagnola – Lotto 3: Variante fra le località S. Francesco in Comune di
Pelago e l’abitato di Dicomano”[1]
) perché la SS67 collega la Romagna e la Toscana. Constatiamo ad oggi che
l’interesse che prevale è quello di fare un bypass per l’abitato di Rufina
appesantita da circa 17.000 passaggi di veicoli. Senza considerare:
1) uno studio
su una diversa mobilità interna. La maggior parte del traffico è dovuto a
spostamenti locali di persone che vanno o tornano in genere da Firenze in cui
si spostano per lavoro o studio e quindi concentrato in alcune fasce orarie;
2) la
possibilità di sfruttare i servizi pubblici locali bici/Pullman/treno,
incrementando le corse con particolare attenzione alla linea ferroviaria
Faentina (Firenze, Borgo San Lorenzo Pontassieve), naturale anello di raccordo
del Mugello-Valdisieve con la città di Firenze. Della quale auspichiamo l’elettrificazione[2]
per un minor impatto ambientale e di
inquinamento;
3) Non sono
stati presi i considerazione i Parcheggi scambiatori;
4)
E' grave il fatto che non siano state valutate ALTERNATIVE di
tracciato meno costose e meno impattanti, compreso il solo adeguamento del
tracciato esistente.
Nel recente
consiglio comunale di Rufina del 24 Marzo l’Ing. Mazzeo di ANAS ha indicato
queste cifre: dai 180 Milioni di euro del 2010, per le numerose opere previste, siamo
arrivati alla cifra di 240 MILIONI DI €[3].
Solo il BYPASS di
Rufina, sul comune di Pontassieve (frazione di Montebonello), di circa 3 km. è
ipotizzato intorno ai 70 milioni di
euro.
Questo Bypass è
composto dalle più pesanti GRANDI opere
con: 2 ponti sul fiume Sieve, 1 Viadotto di circa 300 m. e alto più di 10 sul Torrente Argomenna che si immette
direttamente nella galleria artificiale di circa 1 km. (tipo a trincea coperta,
cioè una volta finita riporteranno sopra uno strato di terra), scavata a monte
dell’abitato della frazione di Montebonello (comune di Pontassieve) , sotto al
promontorio dove insiste la torre medievale, tra il cimitero, le abitazioni, il
metanodotto, la rete acquedottistica, ecc. Oltre a rotatorie e altri incroci.
Vogliamo anche
sottolineare che la galleria che dividerà Montebonello è situata in vincolo
idrogeologico, uno dei ponti è situato all’interno della cassa di espansione di
Scopeti prevista dal PAI, il tracciato sarà in rilevato a causa della vicinanza
del fiume Sieve e della vicinanza alle aree perimetrate dall’Autorità di Bacino
a pericolosità idrogeologica molto elevata, elevata e media , in aree
interessate da inondazioni eccezionali e in parte in aree di pertinenza
fluviale.
Considerare la
fattibilità della SS 67 a stralci, iniziando dal bypass di Rufina, significa, a
nostro avviso, sottovalutare le difficoltà che potrebbero emergere in corso
d'opera.
Potrebbe
insorgere il rischio di fare un pezzo di tracciato che non possa essere
collegato al lotto successivo.
La SS 67, stando
al fatto che è stata inserita appositamente nelle opere strategiche, essendo il
collegamento con la Romagna, non deve essere considerata solo come un bypass.
Per concludere,
questa progettazione a stralci ci sembra che vada contro anche agli obiettivi
che ci arrivano dalla NUOVA direttiva sulla VIA[4] (da
recepire entro il 2017), per cui l’Istituto Superiore per la Protezione e la
Ricerca Ambientale fa notare che si dovrà: “porre
maggior attenzione all’effetto cumulativo dell’impatto ambientale di più
progetti nella stessa zona e azioni volte a contrastare il cosiddetto “salami
slicing” ovvero lo spacchettamento di un singolo progetto in sotto progetti per
evitare l’obbligo di valutazione ambientale complessiva”[5].
[1] intervento compreso nel 9° allegato
infrastrutture. Pag. 82 qui: http://www.anticorruzione.it/portal/rest/jcr/repository/collaboration/Digital%20Assets/infrastrutture/lo2011opere.pdf o punto 9.37, di pag. 209 dell’ aggiornamento al DEF 2014.
[4] DIRETTIVA 2014/52/UE DEL PARLAMENTO EUROPEO E DEL
CONSIGLIO del 16 aprile 2014
che modifica la direttiva
2011/92/UE concernente la valutazione dell'impatto ambientale di determinati
progetti pubblici e privati http://eur-lex.europa.eu/legal-content/IT/TXT/?uri=CELEX%3A32014L0052
[5] http://www.isprambiente.gov.it/files/via-vas/Direttiva_VIA_2014_considerazioni_conclusive.pdf (pag.
19)
- FONTE IMMAGINE PROFILO FB DI MAURO CHESSA - PRESIDENTE RETE COMITATI PER LA DIFESA DEL TERRITORIO.
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GLI ALTRI VIDEO DEL CONVEGNO:
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