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Le attività e aperture del Laboratorio di Riparazione e Riuso di Londa 
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lunedì 16 marzo 2015

ComunicatI stampa Sugli arresti eccellenti a seguito dell'inchiesta sul Passante TAV fiorentino



La giornata del 16 marzo 2015, oggi, sta mostrando una Italia schizofrenica: mentre a Torino si sta celebrando un processo allo scrittore Erri De Luca per “istigazione al sabotaggio”, a Firenze l'inchiesta partita dalle indagini sul “Passante TAV di Firenze” sta mostrando, ancora una volta, il vero volto delle grandi opere inutili, cioè un enorme verminaio di  corruzione e pessima economia che sta contribuendo in maniera sostanziale al disastro sociale ed economico italiano.
Le/i cittadine/i non possono che ringraziare la magistratura per aver sollevato il velo che copre il corpo in decomposizione del mondo delle infrastrutture. Le inchieste non fanno altro che confermare le denunce della cittadinanza attiva, in tutta Italia, che da più di un decennio sta indicando le gravissime anomalie del mondo delle grandi opere.
Ovviamente dovremo aspettare di leggere le motivazioni dei provvedimenti da parte della magistratura, ma il quadro che ormai abbiamo sotto gli occhi è abbastanza chiaro: qui non si tratta di qualche mela marcia - come si affanneranno presto a dire molti esponenti politici - ma di una finestra spalancata su un sistema complessivo di malaffare.
Ercole Incalza non è un dirigente qualunque: capo della Struttura di Missione del Ministero delle Infrastrutture sotto governi di tutti i colori, primo amministratore delegato di TAV S.p.A. che ha introdotto il sistema criminogeno del “general contractor all'italiana” e la spartizione del primo enorme regalo al sistema di grandi imprese parassitarie. Incalza ha presenziato a tutto il sistema delle grandi opere inutili che hanno parassitato parecchie centinaia di miliardi di euro agli Italiani.
Se, come pare, nessun politico è coinvolto nell'inchiesta, è tutta la politica nazionale e locale ad essere chiamata in causa. La magistratura ha svolto il suo compito, quello di scoprire reati commessi; al governo e al parlamento spetterebbe il compito di legiferare perché il sistema criminogeno che è stato messo in opera venisse smantellato.
Il Ministero del Tesoro dovrebbe cominciare a guardare cosa succede dentro le Ferrovie dello Stato, visto che ne controlla il 100% delle azioni: l'amministratore delegato Michele Mario Elia, di fronte alla denuncia del comitato fiorentino dell'esplosione dei costi del Passante, non ha trovato di meglio che minimizzare e affermare il falso dicendo che i cantieri fiorentini sono fermi. I lavori vanno avanti in maniera molto rallentata, ma i costi stanno volando alle stelle in maniera incontrollata davanti alla colpevole cecità della politica locale, nazionale e delle stesse FS.
Il Governo del premier più querulo della storia repubblicana si spera trovi non solo battute di spirito, ma strumenti per smantellare completamente il sistema criminogeno delle infrastrutture e lo stesso decreto sblocca-Italia che è nella scia della “legge obiettivo”, uno dei più fallimentari provvedimenti degli ultimi decenni: le opere concluse sono solo l'8%, mentre il flusso di denaro verso il sistema politico-economico-mafioso si è mantenuto costante e generoso.
Ormai è chiaro a tutti: il sistema di deregulation delle grandi opere non è finalizzato ad una più efficiente realizzazione delle stesse, ma a garantire un generoso finanziamento del sistema parassitario che le gestisce.
Ad una politica seria resterebbe solo una cosa da fare: sabotare questo vergognoso malaffare.

Comitato No Tunnel TAV Firenze
338 3092948

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Noi un futuro così non lo vogliamo​

Quattro arresti e una cinquantina di indagati per la gestione illecita degli appalti delle cosiddette Grandi opere. Tutto è partito dagli appalti per l’Alta velocità nel nodo fiorentino. Da lì l’inchiesta si è allargata a tutte le più importanti tratte dell’Alta velocità del centro-nord Italia ed a una lunga serie di appalti relativi ad altri Grandi Opere, compresi alcuni relativi all’Expo: sotto inchiesta quindi, la Tav di Firenze, City Life e Fiera Milano, Metro 5 Milano, Fiera di Roma, Autostrada Salerno Reggio Calabria. Nel mirino ci sarebbe anche la costruzione della Tirrenica.
Dunque dietro le “grandi opere” si celerebbe in realtà una gigantesca macchina corruttiva per gonfiare i profitti di amici e sodali. Dunque lo scempio del territorio parrebbe non rispondere a esigenze di “sviluppo” e “modernità”, ma a illeciti quanto enormi arricchimenti della ennesima cricca.E qualcuno, su in alto ai posti di comando, farà mostra di stupore e indignazione, forse. O forse anche no. Ma i movimenti che contestano il TAV, EXPO, il MOSE, le grandi opere, hanno svelato il meccanismo da anni, inascoltati.
Ercole Incalza, il nome più altisonante fra gli arrestati odierni, è stato il primo Amministratore Delegato di TAV spa, e come tale principale protagonista dell’affidamento diretto a Eni, Fiat e Iri, i tre “General Contractor” per la costruzione delle prime linee ad alta velocità in Italia. Quello che Ivan Cicconi ha sempre individuato come il mattone principale di tutte le storture che hanno portato un KM di TAV a costare fino a 7 – 8 volte che nel resto del mondo.
Campione della riconferma, ha attraversato 7 governi, restando sempre ai vertici dell’apparato decisionale del ministero delle infrastrutture. Alla faccia della rottamazione e del rinnovamento.
​Riconfermato da Lupi​ nel governo Renzi​ anche quando già indagato nell’inchiesta sul sottoattraversamento fiorentino dell’Alta Velocità. Del resto Lupi già al meeting di CL del 2005 chiedeva un applauso a Incalza, “una persona eccezionale e un patrimonio per il nostro Paese”. Insomma, sempre più il re è nudo: ci stanno rubando il futuro, stanno devastando il territorio, stanno sperperando l’inestimabile patrimonio ambientale che appartiene a tutti, unicamente in nome del profitto degli amici, e tutto cercando di farci credere che quello è il progresso, quello è lo sviluppo, quello è il futuro.
E’ il momento di fare chiarezza, di dirlo forte: quello è solo malaffare, ingiustizie, iniquità, e noi, un futuro così, non lo vogliamo.
 
perUnaltracittà – laboratorio politico
 

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