GROSSETO. La perizia sull’inceneritore di Scarlino “risulta in moltissimi punti carente e lacunosa, soprattutto in ordine alla mancata individuazione delle cause dei malfunzionamenti dell’impianto, alla mancata individuazione e valutazione della entità, pericolosità e paternità delle avvenute immissioni fuori legge”.
Lo dicono i 90 soggetti che hanno mosso una class action contro l'inceneritore e mercoledì 17 febbraio la giudice unica del tribunale di Grosseto, Giulia Conte, ha accolto la loro istanza dove chiedevano di convocare la consulente tecnica d’ufficio, la professoressa Maria Triassi dell’università Federico II di Napoli , autrice della perizia , per chiedere chiarimenti su ben ventisei punti della perizia.
All’apparenza è un semplice passaggio tecnico, quello che nella giornata di mercoledì è avvenuto nell’ambito della causa, avviata nel 2014, da associazioni ambientaliste e imprenditori della zona di Scarlino e Follonica che chiedono la chiusura dell’inceneritore. Nella sostanza è un punto a favore della battaglia contro l’impianto, ritenuto inquinante in un ambiente già di per sé inquinato come è la piana di Scarlino e la sua falda.
La giudice, accogliendo l'istanza, sembra implicitamente riconoscere che ci sono molti punti in sospeso nella perizia della ctu, depositata ad agosto e che doveva far chiarezza sulle cause del malfunzionamento dell’inceneritore e le immissioni fuori legge, soprattutto di diossine e furani sulla flora e sulla fauna del canale Solmine, nell’area industriale dove sorge l’impianto e nei centri limitrofi.
La class action - una causa civile per chiedere i danni partita dopo lo sforamento del 2013 dei limiti di legge per le emissioni di diossina nell’aria, con valori cinque volte sopra il limite - è sostenuta da circa 90 soggetti, tra cui il Forum Ambientalista di Grosseto, il Comitato per il no all’inceneritore e associazioni di professionisti di Follonica e Scarlino - rappresentati dall’avvocato Roberto Fazzi.
A dicembre 2015 le associazioni e tutti i soggetti ricorrenti avevano depositato ben 140 pagine di osservazioni critiche alla consulenza tecnica a firma dei propri consulenti di parte, l’ingegner Vincenzo Annino, che ha esaminato tutte le carenze tecniche dell’impianto; il dottor Roberto Barocci che ha fornito uno studio sull’inquinamento della falda della piana di Scarlino; il dottor Valerio Gennaro che ha fornito uno studio epidemiologico sull’impatto dell’inceneritore sulla salute delle popolazioni che vi abitano intorno.
Nonostante la perizia dica chiaramente che la ripresa dell’inceneritore è vincolata alla bonifica del Canale Solmine e alla bonifica delle falde acquifere della piana (la prima indicazione di questo tipo fu data dalla Regione ben 26 anni fa ma la bonifica delle falde è ancora al palo), “la consulente di ufficio - dice l’avvocato Fazzi - ha fornito sintetiche valutazioni di tali osservazioni assolutamente inadeguate e insoddisfacenti tanto che il sottoscritto legale è stato costretto a formulare ben ventisei richieste di chiarimenti, predisposte con l’aiuto dei propri consulenti”.
La giudice, accogliendo la richiesta, ha fissato una nuova convocazione della ctu per il 9 marzo 2016, “non per una semplice richiesta di chiarimenti in udienza, ma addirittura per l’affidamento di un nuovo incarico”, dice Fazzi. Insomma, la consulente potrà affidarsi ad altri professioni nei settori specifici che la giudice chiede di approfondire.
FONTE: http://iltirreno.gelocal.it/grosseto/cronaca/2016/02/17/news/inceneritore-di-scarlino-accolta-l-istanza-della-class-action-1.12974282
FONTE: http://iltirreno.gelocal.it/grosseto/cronaca/2016/02/17/news/inceneritore-di-scarlino-accolta-l-istanza-della-class-action-1.12974282
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