SESTO FIORENTINO – I consiglieri comunali del M5S del Comune di Sesto Pietro Cavallo e di Firenze Silvia Noferini, hanno presentato ai rispettivi sindaci una interrogazione sull’aeroporto “nella quale – spiegano in una nota – si chiede se fossero a conoscenza di come doveva essere modificato l’attuale aeroporto e come mai non è stato fatto”. Sulla vicenda il Coordinamento dei Comitati per la salute della Piana di Prato e Pistoia hanno presentato un ulteriore esposto in Procura.
“E’ sempre più evidente – prosegue la nota del M5S -che dietro ad i proclami del sindaco di Firenze sulle grandi opere del quadrante Nord-Ovest della città c’è una completa improvvisazione ed invenzione, almeno finché penseranno di mantenere un aeroporto in quella zona. Adesso sappiamo con certezza che l’aeroporto di Firenze, così com’è, non è sicuro e chi si doveva occupare di metterlo in sicurezza non l’ha fatto”.
Il Coordinamento dei Comitati per la Salute della Piana di Prato e Pistoia ha inviato, prosegue la nota, ai sindaci di Firenze e Sesto Fiorentino, compresi i consiglieri comunali, documenti “dai quali sorgono gravi dubbi sulla effettiva sicurezza dell’attuale aeroporto di Firenze”. Secondo i consiglieri del M5S sono due i punti più rilevanti: “il decreto VIA del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio del 2003 (n. 0676) che autorizza lo sviluppo dell’aeroporto Amerigo Vespucci nell’arco temporale 2005-2010 a patto che vengano attuate delle importanti opere di completamento dell’aerostazione per renderlo sicuro per i terzi sorvolati e trasportati” e “la risposta del Presidente di Toscana Aeroporti SpA Marco Carrai, al CCSPP da cui si apprende che nel 2004 è stato presentato un ricorso straordinario al Capo dello Stato contro questo Decreto del Ministro che è ancora pendente”.
“Dalla lettura dell’autorizzazione ministeriale – prosegue la nota del M5S – si scopre che erano previste delle importanti opere di completamento dell’aerostazione, delle necessarie opere di mitigazione per contenere l’inquinamento acustico e per prevenire il dissesto idrogeologico dell’area, nonché delle azioni di monitoraggio della qualità dell’aria”. I due consiglieri elencano le prescrizioni previste nel Decreto di Valutazione di Impatto Ambientale “l’obbligo di interramento della parte finale della A/11 per questioni di sicurezza” e altre quali “una pista di rullaggio, un sistema air-side, il rinnovo di impianti tecnici, una barriera per il contenimento delle emissioni acustiche, la revisione delle volumetrie autorizzate dal PUE di Castello, l’impedimento a costruire nuovi fabbricati, espropri temporanei, la delocalizzazione delle abitazioni nelle zone più pericolose in altre gradite ai residenti, l’installazione di infissi antirumore, l’installazione di impianti di condizionamento nelle abitazioni e il pagamento delle spese di manutenzione, il contenimento delle attività di decollo e atterraggio nelle fasce orarie 7-22”.
I consiglieri, nella nota, sottolineano che “a distanza di 14 anni dalla VIA ministeriale il Capo Dello Stato non si sia ancora pronunciato.In questo periodo e fino a quando non interverrà un decreto del Presidente Della Repubblica il Decreto Ministeriale rimane valido a tutti gli effetti e con esso le sue prescrizioni” e si pongono alcune domande. In particolare, i consiglieri del M5S si chiedono: “come mai la società che gestisce l’aeroporto non ha provveduto in questi 14 anni ad eseguire quanto il Ministro raccomandava? I Comuni di Firenze e Sesto Fiorentino che dovevano necessariamente conoscere questo Decreto VIA come hanno potuto ignorare ed omettere nel loro regolamento urbanistico le prescrizioni che vi erano contenute? Come mai nel giugno 2016, dopo un esposto in Procura del M5S, i comuni hanno provveduto ad inserire nel Regolamento Urbanistico i piani di rischio ignorando completamente le prescrizioni del Decreto Ministeriale del 2003? Chi ha permesso l’incremento del 40% del traffico aereo di Peretola senza che venissero applicate le prescrizioni del Ministero? Chi doveva controllare (ENAC) perché non lo ha fatto? Perché non sono stati avvisati gli abitanti di Peretola che si trovano in una fascia di territorio ad altissimo rischio dove non dovrebbe esserci nient’altro che erba? Se le prescrizioni previste dal Ministero non sono state realizzate, come ha potuto ENAC rilasciare un’autorizzazione all’esercizio dell’attività aeroportuale che scade il prossimo 31 dicembre? Possiamo ipotizzare che per ovviare all’attuazione delle importanti prescrizioni del Decreto VIA del 2003 l’amministrazione comunale di Firenze e la società Toscana Aeroporti abbiano progettato di realizzare il nuovo aeroporto”.
Dopo aver letto tutti i documenti i consiglieri Cavallo e Noferini concludono che “è apparso subito chiaro che sono di difficilissima attuazione oltre che costosissime per i contribuenti (si parla di centinaia di milioni di euro) e che non risolverebbero i problemi della sicurezza per i terzi”.
Nessun commento:
Posta un commento