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Le attività e aperture del Laboratorio di Riparazione e Riuso di Londa 
sono il mercoledì e il sabato pomeriggio.

giovedì 2 luglio 2020

La Relazione annuale dell’Autorità Nazionale Anticorruzione (2 luglio 2020) alla vigilia del varo del “Decreto Semplificazioni” e nella contemporaneità della richiesta dei Sindaci di poteri speciali

Al di là dei titoli scelti oggi dai TG nazionali, abbiamo estratto alcuni stralci dalla presentazione alla relazione annuale dell’ANAC svolta dal Presidente Francesco Merloni (titolatura semplificata e grassetti nostri - ndr di Italia Nostra) per i quali ( e per i restanti punti di altrettanto interesse) si rimanda alla documentazione integrale 
DATI INTRODUTTIVI
Il credito ottenuto oltre confine poggia anche sui frutti che inizia a produrre la legge anticorruzione del 2012, sebbene vi sia ancora tanto da fare, soprattutto sul piano della consapevolezza che la battaglia contro la corruzione è anche di tipo culturale.
Vi sono state indubbiamente delle difficoltà a investire sulla prevenzione. Si tratta di attività (e non certo le uniche) per lo più svolte a “costo zero”, senza formazione o nuove assunzioni per i noti vincoli di spesa cui è sottoposta la pubblica amministrazione, che inducono molti a giudicare la normativa anticorruzione come un inutile aggravio. L’Autorità ritiene questo giudizio estremamente pericoloso perché diffonde l’idea che la prevenzione è solo adempimento formaleAbbassare la guardia e alimentare la percezione generale che il problema della corruzione non sia poi così rilevante, soprattutto in un periodo di emergenza come quello che stiamo vivendo, sarebbe un grave errore e un arretramento rispetto agli importanti passi avanti compiuti. […]
Secondo l’ultimo rapporto di Transparency International, infatti, ai significativi progressi degli anni scorsi, si aggiunge l’ulteriore, seppur lieve, avanzamento dell’Italia nel 2019, salita da 52 a 53 punti. Ciò nonostante, siamo ancora a metà classifica, quindi ben lontani dagli standard che merita un paese avanzato come il nostro. Tra l’altro, periodicamente assistiamo al ripetersi di fatti corruttivi, persino nell’attuale fase di emergenza sanitaria, con numerosi casi scoperti dall’Autorità giudiziaria, a conferma di quanto il fenomeno continui a essere una piaga sociale. […]
DIFFUSIONE E “TARIFFE” DEL SISTEMA CORRUTTIVO
Da un esame delle informazioni disponibili10, basato su elaborazioni effettuate dal personale della Guardia di Finanzia impiegato presso l’Autorità, emerge che il fenomeno corruttivo è piuttosto polverizzato e multiforme, e coinvolge quasi tutte le aree territoriali del Paese. Il valore della tangente è di frequente molto basso e assume sempre di più forme diverse dalla classica dazione di denaro, come l’assunzione di amici e parenti. Desta particolare allarme il fatto che la funzione pubblica sia venduta per molto poco, 2.000 o 3.000 euro, a volte anche per soli 50 o 100 euro.
Tra le contropartite più singolari (riscontrate nel 21% dei casi esaminati), figurano ristrutturazioni edilizie, riparazioni, trasporto mobili, pasti, pernottamenti e buoni benzina. Pensate che in un caso segnalato quest’anno, in cambio di un’informazione riservata è stato persino offerto un abbacchio! […]
Il trend [corruttivo] è in continuo aumento11. Nel 2019 sono stati comunicati 633 provvedimenti, contro i 573 del 2018, il 10% in più, e dal 2015 siamo a circa 2.600. Il dato è molto preoccupante perché le organizzazioni criminali ricorrono sempre più spesso a sistemi corruttivi per raggiungere i loro scopi, approfittando anche delle situazioni emergenziali come quella in corso, con effetti devastanti sul sistema economico e sulle imprese sane, già pesantemente colpite dalla crisi. […]
LA TRASPARENZA AMMINISTRATIVA
Una conferma che la materia è stata assimilata proviene da un monitoraggio21 sugli accessi alla sezione “Amministrazione Trasparente” dei 20 comuni capoluogo di regione. Al di là di un aumento delle visualizzazioni, le verifiche evidenziano chiaramente che le amministrazioni hanno imparato a gestire gli adempimenti previsti e riconoscono l’importanza di rendere pubblici gli atti e i documenti. I problemi, semmai, riguardano la possibilità di pubblicare alcuni contenuti sotto forma di “informazioni riassuntive” ma soprattutto la carenza di strumenti informatici per assicurare reperibilità, confrontabilità e riutilizzabilità dei dati. Nonostante i risultati raggiunti, permane una certa resistenza alla piena trasparenza, soprattutto dall’interno degli enti tenuti agli obblighi di pubblicazione. […]
Problematico è anche il rapporto tra obblighi di pubblicazione e accesso generalizzato (FOIA) introdotto, meritoriamente, dal decreto legislativo 97 del 2016. L’accesso generalizzato completa la trasparenza, perché consente di accedere a dati, documenti e informazioni non oggetto di pubblicazione obbligatoria.
I  CONTRATTI PUBBLICI
Per superare la crisi, sembrano riaffacciarsi in questi giorni ipotesi rischiose come quelle di largo utilizzo dei “super-commissari”, del “modello Genova” per alcuni sopra soglia, con amplissime deroghe (ad accezione delle norme penali e di quelle antimafia), e l’affidamento diretto fino a 150.000 euro senza alcuna consultazione degli operatori economici.
Ben vengano tutte le semplificazioni necessarie, ma non è togliendo le regole che il sistema funziona meglio; al contrario, le deroghe indiscriminate creano confusione, i rup e le imprese non hanno punti di riferimento e si rischia di favorire la corruzione e la paralisi amministrativa.
Dopo il provvedimento del 2019, vi è ora il rischio di uno sblocca cantieri-bis, con le stesse problematiche.
Nonostante i dati incoraggianti, infatti, lo scorso anno il legislatore ha nuovamente modificato il Codice: prima, con la legge di bilancio a fine 2018 e, dopo, con il corposo decreto legge 32 del 2019 (c.d. “sblocca cantieri”), mediante interventi significativi, ad esempio, allargando le maglie degli affidamenti diretti. Ma siamo proprio sicuri che queste norme abbiano davvero sbloccato i cantieri?
Le perplessità che l’Autorità aveva su quel decreto trovano una conferma nei dati. A fronte di una crescita del mercato del 23%, quella degli appalti sotto soglia, oggetto delle semplificazioni normative, è stata di poco oltre il 10%. Dunque, non si è avuto nessun beneficio concreto, e il dato non deve stupire più di tanto: i cantieri più piccoli non avevano alcuna necessità di sblocco, perché già ci sono gli strumenti per avviare e chiudere velocemente le gare.

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