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martedì 24 febbraio 2015

TAV, L’ORGANISMO ANTI-FRODE DELL’UE APRE UN’INCHIESTA UFFICIALE

SCRITTO DA ADMIN IL . CATEGORIA INFRASTRUTTURE
Il cantiere TAV
Il cantiere TAV - foto Re:Common
[di Elena Gerebizza]
Michèle Rivasi e Karima Delli, Due euro-deputate francesi del gruppo dei Verdi europei, verso la fine della scorsa settimana hanno reso noto l’avvio delle indagini sul contestato TAV Torino-Lione da parte dell’organismo anti-frode europeo (OLAF). A far muovere gli investigatori europei è stato un dossier presentato da un esponente del comitato No TAV d’oltralpe, Daniel Ibanez, congiunto alla pressione delle euro-deputate parte del gruppo dei Verdi europei.
Già a novembre Rivasi e Delli avevano infatti pubblicato sul loro sito un comunicato stampa in cui annunciavano la consegna del dossier all’Olaf e indicavano alcuni degli aspetti segnalati, tra i quali i contratti di fornitura firmati con aziende legate al crimine organizzato, le forniture non conformi agli ordini e l’aumento ingiustificato di costi. Non è chiaro quali dei tanti aspetti siano parte dell’indagine in corso, e su cui l’Olaf dovrà esprimersi entro sei mesi.
L’indagine si affianca a quella della procura distrettuale antimafia di Torino, che ha portato a 20 arresti nel luglio scorso legati all’indagine su infiltrazioni della ndrangheta nella filiera della costruzione del TAV in Val di Susa.
Il progetto, contestato dal movimento No TAV come dannoso e inutile da oltre 25 anni, ha già beneficiato di un importante co-finanziamento tramite fondi strutturali europei. E si trova in prima linea tra i progetti che il governo italiano vorrebbe finanziare tramite il Piano Juncker, annunciato lo scorso novembre, che si propone di investire 315 miliardi in grandi opere pubbliche a livello europeo attraverso strumenti finanziari innovativi come i project bond europei.
Gli stessi che secondo il presidente dell’autorità anti-corruzione Cantone comporterebbero dei rischi per la normativa anti riciclaggio. Se il principio di precauzione vale in materia di corruzione e di oculatezza nella spesa pubblica, allora il TAV dovrebbe essere depennato dalle priorità di finanziamento pubblico italiane e europee. E fra sei mesi attendiamo il giudizio sui finanziamenti pubblici già spesi, per capire se la società proponente LTF dovrà restituirli o meno.

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