Associazione Ambientalista a carattere volontario ed apartitica, che si configura quale associazione di fatto. Essa non ha alcuna finalità di lucro. L’area di svolgimento delle attività dell’Associazione è delimitata ai comuni della Valdisieve.

EVENTI 2

  • LABORATORIO RIUSO E RIPARAZIONE A LONDA 

Le attività e aperture del Laboratorio di Riparazione e Riuso di Londa 
sono il mercoledì e il sabato pomeriggio.

mercoledì 14 novembre 2012

Comunicato stampa alluvioni in Toscana


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Firenze  2012-11-14


                                         Comunicato stampa alluvioni in Toscana


Italia Nostra
Firenze -Associazione‘Vivere in Valdisieve’-


AssoValdisieve- Comitato Valdisieve


 Mentre
l’Italia è divisa in due proprio a causa delle alluvioni in Toscana, che è
sommersa dall’acqua per le ultime piogge di portata eccezionale, mentre si registrano
di nuovo la perdita di vite umane e danni ingenti al territorio, mentre si
mette ancora a dura prova la resistenza delle popolazioni coinvolte in questi
disastri in cui protezione civile, esercito e volontari si rimboccano le
maniche per aiutare e attenuare i disagi, in Toscana ci si fa belli dato che  “ abbiamo” - come dichiara il Presidente Rossi
– “unici in Italia, una legge regionale che, blocca l'edificazione negli alvei dei fiumi e nelle zone ad alto
rischio idraulico
”.


Da
ricordare che questa tematica è già disciplinata, oltre che da Leggi nazionali
anche dalle Norme dell’Autorità di Bacino (ci mancherebbe altro che si
consentisse di costruire ANCHE nei letti e negli alvei dei fiumi o golene che
siano! Purtroppo però oltre i 10 metri si può fare).


Per
precisare: le costruzioni negli alvei sono regolamentate dall’art. 1della LR
21/2012, che è rimasto quasi invariato rispetto al precedente della LR 66/2011 (approvata
d’urgenza dopo le alluvioni dell’autunno scorso) un articolo che riguarda al
massimo una distanza di 10 metri dalle sponde del fiume.


Ma le costruzioni in aree a pericolosità idraulica molto
elevata cioè oltre i 10 metri, sono invece descritte nell’art.2 della stessa LR 21/2012,
un articolo, che nella prima redazione era un utile baluardo nella difesa dal
rischio idrogeologico (art. 142, LR 66/2011) e che risulta completamente
‘stravolto’ nella  legge successiva, solo
di pochi mesi, a quella che sarebbe stata davvero risolutiva.


Abbiamo
seguito l’iter e modifiche di questa legge, perché riguardavano da vicino l’iter
autorizzativo  per il nuovo inceneritore
di Selvapiana che è situato a pochi metri dal fiume Sieve nel Comune di Rufina
(dove c’è già un piccolo vecchio impianto, CHIUSO da oltre 2 anni). 


Nel
seguire la vicenda delle “modifiche ad hoc” ci siamo resi conto che i
vecchi articoli 141 e 142 della LR 66/2011 (finanziaria 2012) avrebbero quasi BLOCCATO tutta una serie di interventi
tra cui,  l’inceneritore di Rufina e una
cementificazione imponente di 200 ettari nel grossetano, in aree che si allagano ogni anno,
come avviene oggi.  Avrebbero ‘quasi’ bloccato perché, alla RUFINA,
l’inceneritore si sarebbe potuto fare lo stesso, se il Comune si fosse accollato
i costi di milioni di euro per fare opere di messa in sicurezza idraulica e
permettere all’Autorità di Bacino di “declassare” l’area da “pericolosità
idraulica molto elevata” (PI4) a “pericolosità idraulica elevata” (PI3).


Ma
questa  non era una via percorribile
dall’AC di Rufina a causa dei costi elevati.E
l’Autorità di Bacino non avrebbe potuto declassare l’area senza queste opere,
il cui costo sarà poi a nostro carico, attraverso la TIA e altre tasse
comunali, provinciali e regionali, dato che ora, grazie alle modifiche di legge
approvate, c’è l’autorizzazione per il nuovo inceneritore.


La
società interessata dal progetto: AER Impianti Srl, essendo in parte pubblica,
non rischierà gli esorbitanti costi senza la sicurezza del rientro economico.


Rimaniamo
sbigottiti di fronte alle affermazioni del Presidente Rossi, responsabile delle
modifiche ad hoc della legge toscana, che si accorge di nuovo che queste
alluvioni “sono un ulteriore campanello
di allarme che chiama in causa le responsabilità di tutti e impone svolte
radicali nell’uso del territorio, nelle politiche d’investimento e nel modello
di sviluppo
”. E aggiunge: “La Regione
con la legge che ha bloccato l'edificazione negli alvei dei fiumi e nelle zone
ad alto rischio idraulico (“unico caso in Italia”
) e con gli interventi che stiamo facendo sul territorio, sta lavorando
seriamente, ma solo con le scarsissime risorse di cui disponiamo”
(dal Corriere
Fiorentino 11Nov.2012
).    Il Governatore richiede inoltre l'intervento
dell'esercito per fare fronte alla situazione determinata dal maltempo in
Toscana  (meteogiornale.it).
Sic!


Come
al solito ci si accorge del problema solo a disastro avvenuto, e si proclamano di
nuovo buoni propositi e “svolte radicali” (quali?).


Una
“Svolta radicale” poteva essere d’ impedire definitivamente le costruzioni
in aree golenali o paludose, e di pensare anche a una delocalizzazione delle
opere esistenti in tali aree, senza ricorrere all’espediente delle “opere di
cosiddetta messa in sicurezza
” per “aggirare
vincoli e norme (affermazioni tratte
dalla prefazione di Rossi all' E-Book "Cosa INSEGNA il fiume: Le alluvioni in Lunigiana e all’Isola d’Elba e la
difesa del territorio in Toscana
").


INVECE
non ci si è accorti che le modifiche alla legge (in primis dell’art.2) l’hanno di
fatto “svuotata” dei buoni presupposti di salvaguardia del territorio,
dopo le devastanti alluvioni dell’autunno 2011.


QUANTI DISASTRI 
DOVREMO SOPPORTARE ANCORA 
PER  RENDERCI CONTO 


CHE  OCCORRONO  LEGGI 
PIU’ INCISIVE  E  CORAGGIOSE?

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