Danni dell’inceneritore: l’Asl analizza malattie (e decessi) a Pietrasanta e Camaiore. Sotto esame anche i nati dal 2004.
di Matteo Tuccini
VIAREGGIO. Migliaia di casi di tumore (e gli eventuali decessi) negli
ultimi 30 anni a Pietrasanta e Camaiore finiscono sotto inchiesta.
Un’indagine enorme, ma i cui risultati - promette l’Asl - saranno pronti
entro la fine della primavera. L’obiettivo dichiarato è scoprire il
possibile collegamento tra le malattie comparse (tumori appunto, ma
anche linfomi, mielomi e leucemie) e l’inquinamento prodotto
dall’inceneritore di Falascaia, sia nella vecchia che nella nuova
versione (chiusa nel 2010). Nel mirino, inoltre, ci sono i nati dal 2004
con eventuali malformazioni o complicazioni, ad esempio nei prematuri.
I tempi di quella che viene definita “Indagine epidemiologica”, di cui
per la prima volta si parlò circa un anno e mezzo fa, parevano più
rapidi. Ma lo studio di Arpat, pubblicato dal Tirreno, che
anticipava questa indagine ha costretto i tecnici a rivedere i
parametri. All’inizio, infatti, si pensava di limitarsi all’area del
Pollino e di Capezzano Pianore, dove il numero di tumori è peraltro
elevatissimo. Arpat, però, ha rivelato (in maniera clamorosa) che i
danni del primo inceneritore aperto nel 1974 e chiuso nel 1988 si sono
propagati per tutto il territorio di Pietrasanta e Camaiore.
Per non allarmare i cittadini che saranno oggetto di questo studio
l’Asl 12 di Viareggio ha deciso di informare, sia tramite i media che
con manifesti affissi negli studi medici dei due Comuni, del lavoro che
sta svolgendo.
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