Quanto sotto dimostra quanto "margine" rimane ai gestori di inceneritori di nuova generazione (in questo caso quello di Brescia super premiato da chi lo ha costruito e non nuovo a problemi di dati degli inquinanti), per poter "taroccare" i dati o gestirli in modo che non risultino i superamenti dei limiti degli inquinanti (come per esempio, la cosa più facile, non comunicarli!), oppure non rispettare le fantomatiche prescrizioni (si, quelle per cui il Sindaco Pinzani di Rufina dice che l'impianto di Selvapiana è così costoso!), oppure altri sistemi come bypassare alcuni fumi in modo che non passino dagli strumenti.
Non si può fare il processo alle intenzioni, ma una domanda ce la poniamo: Voi ci credete che una volta fatto quello a Selvapiana i gestori, gli amministratori, i politici e i controllori faranno in modo che tutto vada per il verso giusto?
Non ci riescono nemmeno a Brescia (ma anche il caso Ilva fa emergere in tutta evidenza come si fa in questi casi), figuriamoci altrove per un impiantuccio ritenuto di ridotte dimensioni!
Il principio di precauzione va applicato anche a questo modo di agire: preveniamoci da eventuali comportamenti scorretti di chi gira intorno a questi impianti per vari interessi (come le compensazioni che impinguano i bilanci dei comuni al pari delle multe fatte a fine anno), oltretutto visto che si può fare in un altro modo!
L’Arpa sull’inceneritore di Brescia: diossine sopra la norma
La
relazione finale dell’Agenzia regionale per la protezione dell’ambiente
sul Termoutilizzatore cittadino è arrivata. Una relazione le cui
conclusioni sono divise sostanzialmente in tre capitoli portanti:
criticità, inottemperanze e ulteriori misure da mettere in campo per
evitare rischi.
Un centinaio di pagine, datate novembre 2012, che sono state
acquisite dalla Procura proprio sulla scia dell’inchiesta avviata dopo
il primo richiamo di Arpa ad A2A: «L’azienda risulta inottemperante
rispetto a quanto indicato nell’atto autorizzativo» aveva segnalato in
prima istanza l’Agenzia, a pochi giorni dal black out dell’8 agosto.
Ora, nella relazione dettagliata, il merito di quel richiamo.
Primo capitolo: le criticità. Che riguardano tutte la «violazione» di
alcune delle prescrizioni normative – e procedurali – che «governano» la
gestione dell’impianto. Dalle mancate comunicazioni del superamento dei
limiti delle emissioni alle mancate comunicazioni in casi di anomalie
del funzionamento dell’inceneritore. «L’utilizzo dei codici Sme (Sistema
per il monitoraggio delle emissioni – ndr) non corrisponde alla
normativa e ciò ostacola l’attività di controllo» evidenzia Alessandra
Ferrari, responsabile del procedimento. Che, pure, prosegue: «Si rileva
che la ditta non ha comunicato i superi semiorari, così come previsto
nel D. Lgs 133/05». Lungo l’elenco ai riferimenti legislativi rispetto
ai quali, secondo l’Arpa, «i metodi utilizzati non sono conformi». Fino
ad arrivare al capitolo radioattività: «La procedura inviata dalla ditta
il 23 agosto non risulta né redatta né verificata da un tecnico
abilitato».
Secondo capitolo: inottemperanze. Alcune delle prescrizioni contenute
nell’Autorizzazione integrata ambientale (Aia) non sarebbero state, di
fatto, messe in atto o rispettate. A partire dal superamento dei limiti
di emissione in atmosfera «in anomalia di funzionamento e mancata
comunicazione degli stessi, come previsto dall’art. 16 del D.Lgs
133/05».
Nella relazione emerge, ad esempio, come «la linea 2 evidenzia un valore
di diossine che è superiore di tre ordini di grandezza rispetto
all’andamento registrato nelle altre due linee e rispetto all’andamento
storico». Se cioè il valore riscontrato sulla linea 1 è pari a 0,0005 e
quello sulla linea 3 è pari a 0,0007, il livello di diossine sprigionato
dalla linea 2 «si attesta sullo 0,2111». Tanto l’8 agosto quanto il 9,
poi, il monossido di carbonio è risultato sopra i limiti consentiti
dalla legge. In tutte e tre le linee.
Ecco perché l’Arpa sottolinea «l’inottemperanza» rispetto a quanto
stabilito all’interno dell’Autorizzazione integrata ambientale: perché
quei parametri «non possono essere superati».
Terzo capitolo: le prescrizioni. Una, in particolare: occorre verificare
– dice l’Arpa dopo i controlli effettuati – che i filtri non vengano
bypassati in nessun caso. «Si chiede – scrive la Ferrari – un
approfondimento del layout dei canali di fumo, in tutte le possibili
configurazioni operative. Al fine di poter escludere la presenza di vie
preferenziali per l’evacuazione dei gas bypassando i filtri».
Giornale di Brescia
fonte: http://www.ciaccimagazine.org/?p=11632
Altri articoli su inceneritore di Brescia:
- http://www.ecceterra.org/index.php?option=com_content&view=article&id=1193:inceneritore-di-brescia-cosi-auto-premiato-cosi-bocciato&catid=77:cronaca&Itemid=119
- http://www.iorisparmio.eu/articoli/346/il-termovalorizzatore-di-brescia-e-%E2%80%9Cil-migliore-del-mondo%E2%80%9D/ (in particolare i commenti)
- http://www.spazioforum.net/forum/topic/36310-il-tanto-decantato-inceneritore-di-brescia-tutta-la-verita/
- http://www.google.it/url?sa=t&rct=j&q=&esrc=s&source=web&cd=15&cad=rja&ved=0CFQQFjAEOAo&url=http%3A%2F%2Ffiles.meetup.com%2F216573%2FInceneritore%2520di%2520Trento.doc&ei=-bowUfzRMo7csgaF_oHoBg&usg=AFQjCNHF-uDFBhxjxVGdLh3GmMvcJcCYHQ&sig2=hsv6c0UdxXIb3EZITIrl1w&bvm=bv.43148975,d.Yms
- http://www.noinceneritori.org/index.php?option=com_content&task=view&id=1313&Itemid=2
- http://www.italia.attac.org/spip/spip.php?article2153
- http://www.rifiuticonnection.it/monnezza-cercasi/
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