QUARRATA-AGLIANA-MONTALE-
Volentieri pubblichiamo il documento su "L’inceneritore di Montale"
redatto dal Comitato per la chiusura dell'Inceneritore di Montale.
Un lungo e dettagliato testo che documenta oltre alla storia
dell'impianto gestito dal Cis e di proprietà dei tre Comuni
della Piana, la scheda tecnica e di gestione, dati e notizie
sugli sforamenti dei limiti e delle emissioni nocive verificatesi.
Ampio spazio viene dedicato anche ai danni con l'analisi
delle matrici ambientali e biologiche e la presentazione
dei risultati. Si parla anche delle posizioni assunte da Arpat,
Asl 3 di Pistoia, del tavolo istituzionale e delle proteste-lotte
e vertenze ormai trentennali promosse sul territorio pistoiese
contro l'Inceneritore di Montale e contro i progetti di nuovi
inceneritori e di discariche.
STORIA DELL’ IMPIANTO
L’inceneritore di Montale è un impianto costruito negli anni
’70 ed è attivo da oltre 30 anni con quotidiane emissioni di
sostanze tossiche. E’ stato ristrutturato varie volte, ma solamente
dal 2005 è vincolato al rispetto dei limiti emissivi già previsti dal DM 19/11/97 n. 503. I problemi sono quelli
comuni a tutti gli inceneritori : emissione di diossine, furani, pcb, mercurio, cadmio………. : sostanze
cancerogene e dannosissime che si depositano sulle polveri e sulle particelle fini ed ultrafini,
si depositano al suolo e nelle acque ed entrano nella catena alimentare.
Quando entrò in esercizio alla fine dei ’70, comprendeva la fossa di accumulo dei rifiuti,
due forni, un impianto di abbattimento ad acqua per le polveri ed una ciminiera. Veniva
acceso solo nelle ore diurne. Mancando uno specifico impianto di abbattimento e venendo
spento durante la notte, l’ emissione di diossine e furani era di portata rilevantissima,
come testimoniano le analisi del 1985 che registrarono
una concentrazione di PCDD e di PCDF superiore
a 6.000 ng/Nm3. Prima dell’ adeguamento del 2005,
il limite per i microinquinanti organici era fissato a
4.000 ng/NM3.
Alla fine degli anni ’80, in entrambe le linee di
combustione erano esistevano elettrofiltro, torre di
lavaggio e camera di postcombustione.
SCHEDA TECNICA E GESTIONE1
- L’ impianto è nel territorio del comune di Montale,
sul confine con il comune di Agliana (Pt) e di quello
di Montemurlo (Po).
E’ di proprietà del C.I.S. (Consorzio Intercomunale Servizi) S.p.A., titolare del maggior capitale
sociale, società pubblica costituita dai comuni di Montale, Agliana e Quarrata, del Comune di
Buggiano e di PUBLIAMBIENTE S.p.A., ed è gestito dal “C.I.S. s.r.l.” (costituita nel settembre
del 2005 ) il cui socio unico è il C.I.S. S.p.A. che ne ha la Direzione e il Coordinamento.
Le due società sono rette da un Consiglio di Amministrazione la cui legale rappresentanza è
del Presidente: attualmente l’arch. Angelo Fazio, nel 2007, quando furono accertati i
superamenti per diossine e furani (vedi più avanti nel testo) il Sig. Giorgio Tibo, ex sindaco
del Comune di Montale.
In data 30.11.2005 il Capitale Sociale viene aumentato a 2.000.000,00 di Euro, interamente
sottoscritto da CIS S.p.A.
Nel gennaio 2006 il CIS s.r.l inizia a operare sul territorio subentrando in tutte le funzioni a
CIS S.p.A.
– Il CIS s.r.l. GESTISCE I SEGUENTI SERVIZI :
1) GESTIONE INTEGRALE DI TUTTE LE TIPOLOGIE DI RIFIUTI FINALIZZATA AL RIUTILIZZO,
RICICLAGGIO E RECUPERO DI MATERIA ED ENERGIA NELLE VARIE FASI DI
CONFERIMENTO, RACCOLTA, SPAZZAMENTO, CERNITA, TRASPORTO E TRATTAMENTO
FINALE;
2) ARREDO URBANO E VERDE PUBBLICO;
3) SERVIZI CIMITERIALI;
4) AFFISSIONI;
5) GESTIONE DELLA TARIFFA DI IGIENE AMBIENTALE(TIA).
2- L’ inceneritore brucia rifiuti urbani e rifiuti speciali (industriali assimilati agli urbani, industriali
ed ospedalieri / ROT) non solo dei comuni proprietari, ma anche rifiuti di comuni dell’ATO
centrale e provenienti dalle altre parti della Toscana e anche dalle altre regioni, in particolare
per quanto riguarda i rifiuti speciali.
3- Il CIS S.p.A. in data 07.12.2005 fa domanda di Autorizzazione Integrata Ambientale (AIA)
per una potenzialità di 120 t/giorno, successivamente integrata per 150 t/giorno. Ordinanza
Provinciale n° 2289 del 25.11.2008 che porta la capacità attuale di smaltimento a 150 t/giorno.
4- Per l’ attività di incenerimento dei rifiuti l’impianto dispone di:
una fossa di accumulo, 2 linee di incenerimento ( con 3 forni) a forni rotanti, un sistema di
abbattimento fumi e un gruppo per la produzione di energia elettrica.
I fumi vengono trattati a secco e dopo il trattamento vengono avviati al reattore nel quale
sono immessi bicarbonato di sodio (che cattura le particele acide) e carboni attivi (che
agiscono su metalli pesanti e diossine) (carboni attivi forniti a lungo dalla ditta Gale, Milano:
contenzioso per la fornitura).
Al momento dell’ “incidente” del maggio-luglio del 2007 sul camino era installato un sistema
di controllo in continuo, per le misurazioni delle concentrazioni inquinanti presenti nelle emissioni:
polveri, ossidi di Carbonio, Ossigeno; Acido Cloridrico; Pressione, Temperatura; Portata;
Umidità; Carbonio Organico Totale; Acido Floridrico; Ossidi di Azoto; Ossido di Zolfo
(ex DM 21.12.95 e DM 503/97).
Il gestore faceva effettuare prelievi manuali per
controllare altri inquinanti : Piombo, Cadmio,
Mercurio; Sostanze Organiche Volatili; Acido
Cloridrico, Acido Floridrico, Fosforo.
Ogni 4 / 6 mesi venivano effettuati prelievi manuali
per determinare la concentrazione dei metalli pesanti,
degli IPA ( Idrocarburi Policiclici Aromatici ), Diossine
e Furani.
Solo a far data dal 6 Agosto 2010 con apposito atto,
viene determinato il protocollo necessario
all’applicazione dei criteri per l’accettazione dei rifiuti
all’arrivo nell’impianto, con particolare riferimento alla caratterizzazione dei rifiuti con codici a
specchio al fine di intercettare i rifiuti pericolosi non autorizzati. Prima di tale data, si bruciava
ogni tipo di rifiuto, indistinto e indifferenziato!
5- I residui dell’ incenerimento – scorie – vengono portati alla Discarica del Cassero, posta a
Cantagrillo, comune di Serravalle p.se (Pt) : una discarica per rifiuti speciali che prende rifiuti
da mezza Italia.
6- Raccolte differenziate nei comuni e in provincia. Lo stato delle RD è ampiamente al di sotto
dei limiti di legge (22/24%). Si sta cominciando con il porta a porta.
7- il comune di Montale ha in progetto la costruzione di un impianto di riciclaggio del tipo
“Vedelago”
8 – Il comune di Agliana ha inaugurato sabato 6 novembre una fontanella di acqua.
Il “Comitato per la chiusura dell’ inceneritore di Montale” è stato presente con volantini e
pannelli per dire SI’ alla fontanella ma NO alla fontanella con acqua con presenza di diossine
e furani, come è emerso dalle indagini e come ribadito da Arpat e ASL.
SUPERAMENTO DEI LIMITI, EMISSIONI NOCIVE. ESTATE 2007.
In questi anni si sono avuti vari fermi e comunque ci sono sempre state emissioni di
microinquinanti oltre i limiti.
Il 3 maggio 2007,i due prelevamenti al camino: uno di Arpat e uno in autocontrollo del CIS
attraverso una ditta di fiducia (Idroconsult di Calenzano), certificano un significativo superamento
dei limiti per diossine, furani (PCDD-PCDF).
Tali risultati delle analisi vengono comunicati al CIS dalla ditta Idroconsult ai primi di giugno,
ma il CIS prende tempo richiede altre analisi, i cui risultati sono comunicati tra il 20 e il 25
giugno, si aspettano i risultati Arpat, e solo il 18 luglio il sindaco di Montale ordina la chiusura
dell’impianto che viene però eseguita il 21 luglio (il 19 vengono fatte altre analisi).
DAL 3 MAGGIO AL 21 LUGLIO L’INCENERITORE HA CONTINUATO A FUNZIONARE
NELLE STESSE CONDIZIONI CHE HANNO PORTATO AL SUPERAMENTO DEI LIMITI.
Per questa ragione il presidente del CIS del periodo e il direttore dell’impianto sono stati
denunciati e rinviati a giudizio per le presunte responsabilità nella conduzione del grave evento.
DANNI. ANALISI DELLE MATRICI AMBIENTALI E BIOLOGICHE. RISULTATI.
Accertato il prolungato sversamento di microinquinanti con particolare evidenza delle diossine
e furani, vengono avviate delle analisi che hanno dato esito positivo, con un significativo
superamento dei limiti per diossine e PCB diossino-simili su matrici animali.
I primi risultati dei campionamenti su matrice alimentare eseguiti su prelievi fatti dalla ASL di
Pistoia e di Prato ed analizzati dall’Istituto zooprofilattico di Toscana e Lazio evidenziò
significative quantità (ben oltre il limite previsto dalla legge) di diossine, policlorobifenili e
furani in molteplici campioni, in particolare in carni di pollo, ma anche in uova ed altri campioni
animali.
Nel frattempo furono effettuate analisi, su iniziativa da parte di comitati locali, sul latte materno
di donne viventi nella prossimità dell’impianto e sono state riscontrate quantità non trascurabili
di diossine e PCB diossino-simili, questi ultimi peraltro perfettamente sovrapponibili,
quanto a composizione analitica percentuale, ai profili emissivi dei medesimi microinquinanti
rilevati a camino nelle emissioni dell’impianto.
Appare inoltre particolarmente significativo il fatto che la medesima corrispondenza si ottiene
comparando i congeneri PCB diossino-simili rilevati nelle carni di pollo con quelli rilevati nelle
emissioni dell’impianto d’incenerimento in parola, con ciò supplendo significativamente alla
ridotta numerosità dei campioni repertati per le analisi del latte materno.
E’ ragionevole sospettare che la causa delle odierne evidenze d’inquinamento(dimostrate da
analisi ufficiali), siano riconducibili prevalentemente all’emissioni dell’inceneritore di Montale,
anche perché tale eventualità, di fatto mai è stata esclusa da ARPAT Pistoia, anzi ribadita
nelle indagini della Procura della Repubblica e in data 13 e 29 ottobre al processo
Tibo-Cappocci dallo stesso dirigente Dott. Coppi e da altri testimoni.
La situazione sanitaria e ambientale della piana pistoiese e pratese (in particolare per quanto
riguarda i territori dei comuni di Montale, Agliana, Montemurlo, Quarrata, Pistoia e Prato) è
allarmante e grave, trattandosi di microinquinanti bio-accumulabili, persistenti e distribuiti tramite
la catena alimentare in modo ubiquitario.
Sul punto giova la lettura del documento richiamato nel link di seguito specificato:
http://www.minerva.unito.it/Chimica&Industria/monitoraggioambientale/caldiroli4.htm.
Oltre ai microinquinanti, l’impianto emette ingenti quantità di PM fine e ultrafine.
La rilevazione del PM<2,5 è indisponibile, esistendo solo una centralina per la rilevazione di
polveri totali nell’aria ambiente. Detta centralina registra quantità di polveri assai elevata specie
se messe in relazione all’ubicazione della centralina che si trova in aperta campagna, lontana
quindi dal traffico veicolare, ma distante solo 7/800 metri dall’impianto d’incenerimento.
Nonostante le evidenze intuitivamente disponibili ai residenti vi è il parere pervenuto da ARPAT
che esclude come causa principale l’impianto d’incenerimento suggerendo all’Amministrazione
comunale di emettere un’ordinanza di limitazione dell’accensione degli impianti di riscaldamento.
COSA DICONO ARPAT E ASL DI PISTOIA
Le prime valutazioni conseguenti le analisi nelle matrici ambientali e biologiche vengono
presentate pubblicamente il 29 maggio 2010. In tale occasione vengono presentate una serie
di tabelle con precisazioni e conclusioni che hanno altresì aperto ampie perplessità per la piena
ammissione di processi d’inquinamento conclamati, in modo congruente con un significativo
incremento dei decessi per tumori nei primi venti anni di conduzione
dell’impianto. Nell’ incontro emergono diffuse contraddizioni sulle
condizioni sanitarie generali del territorio interessato dalla ricadute
dell’impianto.
La dott.sa Perissi dell’ Arpat Pistoia sostiene che le sostanze cercate
nelle matrici biologiche non provano una diretta correlazione con le
emissioni dell’ inceneritore.
Il Dott. Roberto Biagini (ASL 3 PT) proietta slides dedicate alla
qualificazione dell’acqua della condotta comunale e ha proclamato
espressamente diffuse rassicurazioni sulla sua sicurezza, al quale
risponde l’oncologa dott.sa Patrizia Gentilini (nella foto, ndr) che
denuncia un grave inquinamento da diossine nell’acqua delle condotte
comunali, con valori fino a trenta volte quelle indicate dal Ministero della
Salute (Commissione Tossicologica, nella determinazione del 12
febbraio 1988).
Su questi stessi problemi il Dott. Michelangiolo Bolognini (Medico
igienista, già responsabile dell’Igiene e sanità pubblica dell’ASL3-Zona
Pistoiese) ha puntualizzato alcuni aspetti di critica all’attuale operato della
ASL 3 di Pistoia nell’ambito del Consiglio Sanitario che è organo
consultivo della ASL e quindi sede propria per queste osservazioni,
rintracciabili sul sito dell’Ordine dei Medici di Pistoia
http://omceopt.splinder.com/archive/2010-01 e http://omceopt.splinder.com/archive/2010-07 .
TAVOLO
Presso la Provincia di Pistoia è stato istituito un gruppo di lavoro definito“Tavolo istituzionale”
di cui, originariamente, facevano parte, oltre a Provincia, ARPAT, ASL, ATO e Comuni di
Montale, Agliana e Quarrata, anche il CIS spa; successivamente, a supporto di tale “Tavolo
istituzionale” viene istituito dal Direttore Generale dell’ASL un “Tavolo tecnico”, coordinato dal
Direttore del Dipartimento di Prevenzione, che ha il compito di fornire il supporto tecnico al
Tavolo istituzionale al fine di provvedere all’esecuzione di indagini analitiche sulla matrice terreno
e alla verifica analitica della presenza di diossina in matrici animali e vegetali.
PROTESTE- LOTTE- VERTENZE TRENTENNALI NEL TERRITORIO PISTOIESE CONTRO
L’ INCENERITORE DI MONTALE, E CONTRO I PROGETTI DI NUOVI INCENERITORI E
DI DISCARICHE.
Nel corso degli anni, per denunciare le nocività e i danni dell’ inceneritore di Montale e chiederne
la chiusura e la bonifica si sono mossi comitati e realtà. Inoltre ci sono state mobilitazioni –
vincenti - che hanno bloccato l’ipotesi di inceneritori al Fossetto (Padule di Fucecchio),
a S. Agostino (Pistoia), a Le Querci (Agliana).
Tra gli altri:
Comitato Pistoiese per la difesa dell’ ambiente e del territorio
Comitato di Chiesina montalese
Comitato di Montale
Comitato di Chiazzano
Comitato del Ponte dei Bini
Circolo Legambiente Valdinievole
Circolo Legambiente Agliana
WWF Valdinievole
Negli ultimi anni, sul problema dell’inceneritore di Montale si sono mobilitati e sono ancora attivi:
Comitato contro l’ inceneritore di Montale
Comitato ambientale di Casale
Collettivo Liberate gli Orsi di Pistoia
Comitato per la chiusura dell’ inceneritore di Montale
Spazio Liberato ex Breda Est di Pistoia che ha dato vita anche al teatro di strada/incursioni
urbane “Guerrilla Trash”
A partire dal 31 luglio 2007 e fino alla fine dell’ anno 2007, c’è stata l’ importante esperienza
del Presidio “Giulio Maccacaro” proprio davanti all’ inceneritore.
Alcuni esponenti di comitati e realtà locali hanno dato vita a Liste Civiche
Nei due Consigli Comunali di Montale e di Agliana è presente la Lista Civica “Decidi anche tu……..”
Fonte: Comitato per la Chiusura dell'Inceneritore di Montale
Volentieri pubblichiamo il documento su "L’inceneritore di Montale"
redatto dal Comitato per la chiusura dell'Inceneritore di Montale.
Un lungo e dettagliato testo che documenta oltre alla storia
dell'impianto gestito dal Cis e di proprietà dei tre Comuni
della Piana, la scheda tecnica e di gestione, dati e notizie
sugli sforamenti dei limiti e delle emissioni nocive verificatesi.
Ampio spazio viene dedicato anche ai danni con l'analisi
delle matrici ambientali e biologiche e la presentazione
dei risultati. Si parla anche delle posizioni assunte da Arpat,
Asl 3 di Pistoia, del tavolo istituzionale e delle proteste-lotte
e vertenze ormai trentennali promosse sul territorio pistoiese
contro l'Inceneritore di Montale e contro i progetti di nuovi
inceneritori e di discariche.
STORIA DELL’ IMPIANTO
L’inceneritore di Montale è un impianto costruito negli anni
’70 ed è attivo da oltre 30 anni con quotidiane emissioni di
sostanze tossiche. E’ stato ristrutturato varie volte, ma solamente
dal 2005 è vincolato al rispetto dei limiti emissivi già previsti dal DM 19/11/97 n. 503. I problemi sono quelli
comuni a tutti gli inceneritori : emissione di diossine, furani, pcb, mercurio, cadmio………. : sostanze
cancerogene e dannosissime che si depositano sulle polveri e sulle particelle fini ed ultrafini,
si depositano al suolo e nelle acque ed entrano nella catena alimentare.
Quando entrò in esercizio alla fine dei ’70, comprendeva la fossa di accumulo dei rifiuti,
due forni, un impianto di abbattimento ad acqua per le polveri ed una ciminiera. Veniva
acceso solo nelle ore diurne. Mancando uno specifico impianto di abbattimento e venendo
spento durante la notte, l’ emissione di diossine e furani era di portata rilevantissima,
come testimoniano le analisi del 1985 che registrarono
una concentrazione di PCDD e di PCDF superiore
a 6.000 ng/Nm3. Prima dell’ adeguamento del 2005,
il limite per i microinquinanti organici era fissato a
4.000 ng/NM3.
Alla fine degli anni ’80, in entrambe le linee di
combustione erano esistevano elettrofiltro, torre di
lavaggio e camera di postcombustione.
SCHEDA TECNICA E GESTIONE1
- L’ impianto è nel territorio del comune di Montale,
sul confine con il comune di Agliana (Pt) e di quello
di Montemurlo (Po).
E’ di proprietà del C.I.S. (Consorzio Intercomunale Servizi) S.p.A., titolare del maggior capitale
sociale, società pubblica costituita dai comuni di Montale, Agliana e Quarrata, del Comune di
Buggiano e di PUBLIAMBIENTE S.p.A., ed è gestito dal “C.I.S. s.r.l.” (costituita nel settembre
del 2005 ) il cui socio unico è il C.I.S. S.p.A. che ne ha la Direzione e il Coordinamento.
Le due società sono rette da un Consiglio di Amministrazione la cui legale rappresentanza è
del Presidente: attualmente l’arch. Angelo Fazio, nel 2007, quando furono accertati i
superamenti per diossine e furani (vedi più avanti nel testo) il Sig. Giorgio Tibo, ex sindaco
del Comune di Montale.
In data 30.11.2005 il Capitale Sociale viene aumentato a 2.000.000,00 di Euro, interamente
sottoscritto da CIS S.p.A.
Nel gennaio 2006 il CIS s.r.l inizia a operare sul territorio subentrando in tutte le funzioni a
CIS S.p.A.
– Il CIS s.r.l. GESTISCE I SEGUENTI SERVIZI :
1) GESTIONE INTEGRALE DI TUTTE LE TIPOLOGIE DI RIFIUTI FINALIZZATA AL RIUTILIZZO,
RICICLAGGIO E RECUPERO DI MATERIA ED ENERGIA NELLE VARIE FASI DI
CONFERIMENTO, RACCOLTA, SPAZZAMENTO, CERNITA, TRASPORTO E TRATTAMENTO
FINALE;
2) ARREDO URBANO E VERDE PUBBLICO;
3) SERVIZI CIMITERIALI;
4) AFFISSIONI;
5) GESTIONE DELLA TARIFFA DI IGIENE AMBIENTALE(TIA).
2- L’ inceneritore brucia rifiuti urbani e rifiuti speciali (industriali assimilati agli urbani, industriali
ed ospedalieri / ROT) non solo dei comuni proprietari, ma anche rifiuti di comuni dell’ATO
centrale e provenienti dalle altre parti della Toscana e anche dalle altre regioni, in particolare
per quanto riguarda i rifiuti speciali.
3- Il CIS S.p.A. in data 07.12.2005 fa domanda di Autorizzazione Integrata Ambientale (AIA)
per una potenzialità di 120 t/giorno, successivamente integrata per 150 t/giorno. Ordinanza
Provinciale n° 2289 del 25.11.2008 che porta la capacità attuale di smaltimento a 150 t/giorno.
4- Per l’ attività di incenerimento dei rifiuti l’impianto dispone di:
una fossa di accumulo, 2 linee di incenerimento ( con 3 forni) a forni rotanti, un sistema di
abbattimento fumi e un gruppo per la produzione di energia elettrica.
I fumi vengono trattati a secco e dopo il trattamento vengono avviati al reattore nel quale
sono immessi bicarbonato di sodio (che cattura le particele acide) e carboni attivi (che
agiscono su metalli pesanti e diossine) (carboni attivi forniti a lungo dalla ditta Gale, Milano:
contenzioso per la fornitura).
Al momento dell’ “incidente” del maggio-luglio del 2007 sul camino era installato un sistema
di controllo in continuo, per le misurazioni delle concentrazioni inquinanti presenti nelle emissioni:
polveri, ossidi di Carbonio, Ossigeno; Acido Cloridrico; Pressione, Temperatura; Portata;
Umidità; Carbonio Organico Totale; Acido Floridrico; Ossidi di Azoto; Ossido di Zolfo
(ex DM 21.12.95 e DM 503/97).
Il gestore faceva effettuare prelievi manuali per
controllare altri inquinanti : Piombo, Cadmio,
Mercurio; Sostanze Organiche Volatili; Acido
Cloridrico, Acido Floridrico, Fosforo.
Ogni 4 / 6 mesi venivano effettuati prelievi manuali
per determinare la concentrazione dei metalli pesanti,
degli IPA ( Idrocarburi Policiclici Aromatici ), Diossine
e Furani.
Solo a far data dal 6 Agosto 2010 con apposito atto,
viene determinato il protocollo necessario
all’applicazione dei criteri per l’accettazione dei rifiuti
all’arrivo nell’impianto, con particolare riferimento alla caratterizzazione dei rifiuti con codici a
specchio al fine di intercettare i rifiuti pericolosi non autorizzati. Prima di tale data, si bruciava
ogni tipo di rifiuto, indistinto e indifferenziato!
5- I residui dell’ incenerimento – scorie – vengono portati alla Discarica del Cassero, posta a
Cantagrillo, comune di Serravalle p.se (Pt) : una discarica per rifiuti speciali che prende rifiuti
da mezza Italia.
6- Raccolte differenziate nei comuni e in provincia. Lo stato delle RD è ampiamente al di sotto
dei limiti di legge (22/24%). Si sta cominciando con il porta a porta.
7- il comune di Montale ha in progetto la costruzione di un impianto di riciclaggio del tipo
“Vedelago”
8 – Il comune di Agliana ha inaugurato sabato 6 novembre una fontanella di acqua.
Il “Comitato per la chiusura dell’ inceneritore di Montale” è stato presente con volantini e
pannelli per dire SI’ alla fontanella ma NO alla fontanella con acqua con presenza di diossine
e furani, come è emerso dalle indagini e come ribadito da Arpat e ASL.
SUPERAMENTO DEI LIMITI, EMISSIONI NOCIVE. ESTATE 2007.
In questi anni si sono avuti vari fermi e comunque ci sono sempre state emissioni di
microinquinanti oltre i limiti.
Il 3 maggio 2007,i due prelevamenti al camino: uno di Arpat e uno in autocontrollo del CIS
attraverso una ditta di fiducia (Idroconsult di Calenzano), certificano un significativo superamento
dei limiti per diossine, furani (PCDD-PCDF).
Tali risultati delle analisi vengono comunicati al CIS dalla ditta Idroconsult ai primi di giugno,
ma il CIS prende tempo richiede altre analisi, i cui risultati sono comunicati tra il 20 e il 25
giugno, si aspettano i risultati Arpat, e solo il 18 luglio il sindaco di Montale ordina la chiusura
dell’impianto che viene però eseguita il 21 luglio (il 19 vengono fatte altre analisi).
DAL 3 MAGGIO AL 21 LUGLIO L’INCENERITORE HA CONTINUATO A FUNZIONARE
NELLE STESSE CONDIZIONI CHE HANNO PORTATO AL SUPERAMENTO DEI LIMITI.
Per questa ragione il presidente del CIS del periodo e il direttore dell’impianto sono stati
denunciati e rinviati a giudizio per le presunte responsabilità nella conduzione del grave evento.
DANNI. ANALISI DELLE MATRICI AMBIENTALI E BIOLOGICHE. RISULTATI.
Accertato il prolungato sversamento di microinquinanti con particolare evidenza delle diossine
e furani, vengono avviate delle analisi che hanno dato esito positivo, con un significativo
superamento dei limiti per diossine e PCB diossino-simili su matrici animali.
I primi risultati dei campionamenti su matrice alimentare eseguiti su prelievi fatti dalla ASL di
Pistoia e di Prato ed analizzati dall’Istituto zooprofilattico di Toscana e Lazio evidenziò
significative quantità (ben oltre il limite previsto dalla legge) di diossine, policlorobifenili e
furani in molteplici campioni, in particolare in carni di pollo, ma anche in uova ed altri campioni
animali.
Nel frattempo furono effettuate analisi, su iniziativa da parte di comitati locali, sul latte materno
di donne viventi nella prossimità dell’impianto e sono state riscontrate quantità non trascurabili
di diossine e PCB diossino-simili, questi ultimi peraltro perfettamente sovrapponibili,
quanto a composizione analitica percentuale, ai profili emissivi dei medesimi microinquinanti
rilevati a camino nelle emissioni dell’impianto.
Appare inoltre particolarmente significativo il fatto che la medesima corrispondenza si ottiene
comparando i congeneri PCB diossino-simili rilevati nelle carni di pollo con quelli rilevati nelle
emissioni dell’impianto d’incenerimento in parola, con ciò supplendo significativamente alla
ridotta numerosità dei campioni repertati per le analisi del latte materno.
E’ ragionevole sospettare che la causa delle odierne evidenze d’inquinamento(dimostrate da
analisi ufficiali), siano riconducibili prevalentemente all’emissioni dell’inceneritore di Montale,
anche perché tale eventualità, di fatto mai è stata esclusa da ARPAT Pistoia, anzi ribadita
nelle indagini della Procura della Repubblica e in data 13 e 29 ottobre al processo
Tibo-Cappocci dallo stesso dirigente Dott. Coppi e da altri testimoni.
La situazione sanitaria e ambientale della piana pistoiese e pratese (in particolare per quanto
riguarda i territori dei comuni di Montale, Agliana, Montemurlo, Quarrata, Pistoia e Prato) è
allarmante e grave, trattandosi di microinquinanti bio-accumulabili, persistenti e distribuiti tramite
la catena alimentare in modo ubiquitario.
Sul punto giova la lettura del documento richiamato nel link di seguito specificato:
http://www.minerva.unito.it/Chimica&Industria/monitoraggioambientale/caldiroli4.htm.
Oltre ai microinquinanti, l’impianto emette ingenti quantità di PM fine e ultrafine.
La rilevazione del PM<2,5 è indisponibile, esistendo solo una centralina per la rilevazione di
polveri totali nell’aria ambiente. Detta centralina registra quantità di polveri assai elevata specie
se messe in relazione all’ubicazione della centralina che si trova in aperta campagna, lontana
quindi dal traffico veicolare, ma distante solo 7/800 metri dall’impianto d’incenerimento.
Nonostante le evidenze intuitivamente disponibili ai residenti vi è il parere pervenuto da ARPAT
che esclude come causa principale l’impianto d’incenerimento suggerendo all’Amministrazione
comunale di emettere un’ordinanza di limitazione dell’accensione degli impianti di riscaldamento.
COSA DICONO ARPAT E ASL DI PISTOIA
Le prime valutazioni conseguenti le analisi nelle matrici ambientali e biologiche vengono
presentate pubblicamente il 29 maggio 2010. In tale occasione vengono presentate una serie
di tabelle con precisazioni e conclusioni che hanno altresì aperto ampie perplessità per la piena
ammissione di processi d’inquinamento conclamati, in modo congruente con un significativo
incremento dei decessi per tumori nei primi venti anni di conduzione
dell’impianto. Nell’ incontro emergono diffuse contraddizioni sulle
condizioni sanitarie generali del territorio interessato dalla ricadute
dell’impianto.
La dott.sa Perissi dell’ Arpat Pistoia sostiene che le sostanze cercate
nelle matrici biologiche non provano una diretta correlazione con le
emissioni dell’ inceneritore.
Il Dott. Roberto Biagini (ASL 3 PT) proietta slides dedicate alla
qualificazione dell’acqua della condotta comunale e ha proclamato
espressamente diffuse rassicurazioni sulla sua sicurezza, al quale
risponde l’oncologa dott.sa Patrizia Gentilini (nella foto, ndr) che
denuncia un grave inquinamento da diossine nell’acqua delle condotte
comunali, con valori fino a trenta volte quelle indicate dal Ministero della
Salute (Commissione Tossicologica, nella determinazione del 12
febbraio 1988).
Su questi stessi problemi il Dott. Michelangiolo Bolognini (Medico
igienista, già responsabile dell’Igiene e sanità pubblica dell’ASL3-Zona
Pistoiese) ha puntualizzato alcuni aspetti di critica all’attuale operato della
ASL 3 di Pistoia nell’ambito del Consiglio Sanitario che è organo
consultivo della ASL e quindi sede propria per queste osservazioni,
rintracciabili sul sito dell’Ordine dei Medici di Pistoia
http://omceopt.splinder.com/archive/2010-01 e http://omceopt.splinder.com/archive/2010-07 .
TAVOLO
Presso la Provincia di Pistoia è stato istituito un gruppo di lavoro definito“Tavolo istituzionale”
di cui, originariamente, facevano parte, oltre a Provincia, ARPAT, ASL, ATO e Comuni di
Montale, Agliana e Quarrata, anche il CIS spa; successivamente, a supporto di tale “Tavolo
istituzionale” viene istituito dal Direttore Generale dell’ASL un “Tavolo tecnico”, coordinato dal
Direttore del Dipartimento di Prevenzione, che ha il compito di fornire il supporto tecnico al
Tavolo istituzionale al fine di provvedere all’esecuzione di indagini analitiche sulla matrice terreno
e alla verifica analitica della presenza di diossina in matrici animali e vegetali.
PROTESTE- LOTTE- VERTENZE TRENTENNALI NEL TERRITORIO PISTOIESE CONTRO
L’ INCENERITORE DI MONTALE, E CONTRO I PROGETTI DI NUOVI INCENERITORI E
DI DISCARICHE.
Nel corso degli anni, per denunciare le nocività e i danni dell’ inceneritore di Montale e chiederne
la chiusura e la bonifica si sono mossi comitati e realtà. Inoltre ci sono state mobilitazioni –
vincenti - che hanno bloccato l’ipotesi di inceneritori al Fossetto (Padule di Fucecchio),
a S. Agostino (Pistoia), a Le Querci (Agliana).
Tra gli altri:
Comitato Pistoiese per la difesa dell’ ambiente e del territorio
Comitato di Chiesina montalese
Comitato di Montale
Comitato di Chiazzano
Comitato del Ponte dei Bini
Circolo Legambiente Valdinievole
Circolo Legambiente Agliana
WWF Valdinievole
Negli ultimi anni, sul problema dell’inceneritore di Montale si sono mobilitati e sono ancora attivi:
Comitato contro l’ inceneritore di Montale
Comitato ambientale di Casale
Collettivo Liberate gli Orsi di Pistoia
Comitato per la chiusura dell’ inceneritore di Montale
Spazio Liberato ex Breda Est di Pistoia che ha dato vita anche al teatro di strada/incursioni
urbane “Guerrilla Trash”
A partire dal 31 luglio 2007 e fino alla fine dell’ anno 2007, c’è stata l’ importante esperienza
del Presidio “Giulio Maccacaro” proprio davanti all’ inceneritore.
Alcuni esponenti di comitati e realtà locali hanno dato vita a Liste Civiche
Nei due Consigli Comunali di Montale e di Agliana è presente la Lista Civica “Decidi anche tu……..”
Fonte: Comitato per la Chiusura dell'Inceneritore di Montale
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