Gli Stati potrebbero limitare o proibire nei rispettivi territori l’uso di OGM |
Secondo la proposta della Commissione europea, gli eventuali divieti dei singoli Stati non potrebbero essere motivati da ragioni legate alla tutela della salute e della sicurezza ambientale, perché si tratta di OGM in mangimi e alimenti autorizzati dalla Commissione Ue, dopo una valutazione scientifica positiva dell’Efsa, l’Autorità europea per la sicurezza alimentare.
L’obiezione che sin da subito è stata sollevata è che questo regolamento sarebbe impraticabile perché, non fornendo motivazioni chiare per un eventuale divieto di commercializzazione da parte degli Stati, non reggerebbe di fronte al primo ricorso che fosse stato presentato, perché incompatibile con le norme sul mercato unico europeo e con le regole dell’Organizzazione mondiale per il commercio, oltre all’assenza di indicazioni chiare sulle motivazioni per un divieto da parte degli Stati membri.
La proposta ha ricevuto tanti dissensi e sembra essere influenzata dal TTIP |
L’attuale procedura di autorizzazione degli OGM, sia per la coltivazione che per l’alimentazione umana e animale, prevede che vi sia una valutazione del rischio da parte dell’Efsa. Se i risultati di questa valutazione sono favorevoli, la Commissione presenta agli Stati membri un progetto di decisione, che richiede una maggioranza qualificata, a favore o contro. Se non c’è una maggioranza qualificata, come sinora non c’è mai stata, la decisione viene rimessa alla Commissione, che rilascia l’autorizzazione.
Se la proposta sarà respinta, si rimarrà nella situazione attuale |
Non a caso, lo scorso aprile, due giorni dopo aver presentato la proposta di nuovo regolamento, mentre era in corso una tornata di trattative sul TTIP, la Commissione Ue ha autorizzato 19 OGM che erano in lista d’attesa: dieci nuove autorizzazioni e sette rinnovi di autorizzazione negli alimenti e nei mangimi, e due nuove autorizzazione per i fiori recisi.
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