ma bisogna chiudere contratto e cantieri
COMUNICATO STAMPA. Firenze, 29 ottobre 2018
Il Comitato No Tunnel TAV di Firenze ha letto con soddisfazione le dichiarazioni del consigliere regionale Giacomo Giannarelli sul contratto tra RFI e Ministero dei Trasporti in cui è prevista la “revisione totale della stazione Foster”. Finalmente ci si è accorti dell’insensatezza urbanistica, trasportistica, ingegneristica del progetto che non aiuterebbe per niente i pendolari, ma sarebbe un ulteriore colpo ad una città semiparalizzata da una politica dei trasporti dissennata e senza alcuna programmazione. In questo senso sono piuttosto penose le parole dell’assessore Ceccarelli che ripete il mantra obsoleto che questa “revisione” danneggerebbe i pendolari toscani.
Suona però strano il silenzio sui tunnel e la frase un po’ ambigua degli atti della Commissione permanente Trasporti: « Nodo AV di Firenze », si proceda, in accordo con la regione Toscana e il comune di Firenze, con una revisione del progetto della stazione in zona Belfiore-Macelli, redatto dal Gruppo Norman Foster & Partners e Ove Arup, al fine di contenerne drasticamente i costi di progettazione e realizzazione.
Il Comitato comunque resta dunque guardingo perché purtroppo non si parla di chiusura dei cantieri e del contratto relativo, ma solamente di “revisione”. È giusto ripensare alla destinazione della zona dei Macelli per gli abitanti della città, ma questo si deve fare dopo il totale abbandono del progetto che sta costando alle casse dello stato cifre impressionanti.
Il Comitato ricorda al consigliere Giannarelli, al governo nazionale e regionale che i cantieri fermi a Campo Marte e in Viale Corsica stanno costando cifre enormi; nell’ultimo bilancio pubblicato nel 2017 di Nodavia -la società che lavora nei cantieri- si pretendono costi aggiuntivi per oltre 500 milioni a fronte di meno di 300 milioni di valore realizzato; le ragioni di questo aumento dei costi sono dovuti soprattutto ai cantieri che sono stati fermi o fortemente rallentati. Si tratta di circa 100 milioni l’anno. La fresa ferma a Campo Marte, le gru, i montacarichi, i cementifici, tutte le strutture nei cantieri hanno costi importanti e assolutamente non giustificati.
Per questo la cosa ragionevole e urgente da fare è chiudere definitivamente la penosa esperienza dei tunnel TAV a Firenze. Poi sarebbe opportuno trovare con la città e le sue energie migliori, non legate alle lobby del cemento, una destinazione razionale dell’area ai Macelli.
Altra cosa indispensabile per il futuro della città è l’abbandono dei modelli privatistici che stanno conducendo alla realizzazione delle ferrovie urbane, chiamate tranvie, dai costi 5 o 6 volte superiori alle normali tranvie europee.
Altra ineludibile necessità è di ritornare ad una seria e razionale pianificazione dei trasporti a tutti i livelli. Il caos del traffico fiorentino è l’emblema più evidente del fallimento della politica dissennata degli ultimi 20 anni, attenta solo agli interessi di imprese e speculatori.
Il Comitato comunque resta dunque guardingo perché purtroppo non si parla di chiusura dei cantieri e del contratto relativo, ma solamente di “revisione”. È giusto ripensare alla destinazione della zona dei Macelli per gli abitanti della città, ma questo si deve fare dopo il totale abbandono del progetto che sta costando alle casse dello stato cifre impressionanti.
Il Comitato ricorda al consigliere Giannarelli, al governo nazionale e regionale che i cantieri fermi a Campo Marte e in Viale Corsica stanno costando cifre enormi; nell’ultimo bilancio pubblicato nel 2017 di Nodavia -la società che lavora nei cantieri- si pretendono costi aggiuntivi per oltre 500 milioni a fronte di meno di 300 milioni di valore realizzato; le ragioni di questo aumento dei costi sono dovuti soprattutto ai cantieri che sono stati fermi o fortemente rallentati. Si tratta di circa 100 milioni l’anno. La fresa ferma a Campo Marte, le gru, i montacarichi, i cementifici, tutte le strutture nei cantieri hanno costi importanti e assolutamente non giustificati.
Per questo la cosa ragionevole e urgente da fare è chiudere definitivamente la penosa esperienza dei tunnel TAV a Firenze. Poi sarebbe opportuno trovare con la città e le sue energie migliori, non legate alle lobby del cemento, una destinazione razionale dell’area ai Macelli.
Altra cosa indispensabile per il futuro della città è l’abbandono dei modelli privatistici che stanno conducendo alla realizzazione delle ferrovie urbane, chiamate tranvie, dai costi 5 o 6 volte superiori alle normali tranvie europee.
Altra ineludibile necessità è di ritornare ad una seria e razionale pianificazione dei trasporti a tutti i livelli. Il caos del traffico fiorentino è l’emblema più evidente del fallimento della politica dissennata degli ultimi 20 anni, attenta solo agli interessi di imprese e speculatori.
Comitato No Tunnel TAV Firenze
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