ISDE - Associazione Medici per l'ambiente
Il solo inceneritore di Brescia produce 163.000 ton di rifiuti tossici, solo poco meno dei rifiuti urbani che l'intera regione Veneto (72.9% di differenziata) smaltisce in discarica (233.000 ton). L'inceneritore di Acerra produce oltre 150.000 ton di rifiuti tossici, più di tutti i rifiuti urbani smaltiti in discarica dalla Liguria (144.000 ton). L'insieme degli inceneritori del nord produce circa un milione di tonnellate di rifiuti tossici pericolosi. Senza contare le enormi emissioni inquinanti in atmosfera (che viene così anch'essa trasformata in una discarica per rifiuti pericolosi) e i benefici economici e ambientali che si avrebbero recuperando materia invece che bruciandola. Treviso ha raggiunto 87.9% di differenziata e ridotto la sua produzione di rifiuti, perché in passato ha scelto deliberatamente di non incenerire. I roghi della terra dei fuochi e i suoi tombamenti non sono alimentati dai rifiuti urbani ma da rifiuti speciali tossici venuti da altrove (potete immaginare da dove), probabilmente frutto di fiorenti produzioni in evasione fiscale e certamente utili a risparmiare sul corretto smaltimento. Comunque non andrebbero a finire negli inceneritori che Salvini vorrebbe, manifestando propositi che fanno diventare, in confronto, lo "sblocca-Italia" di Renzi un manifesto dell'ambientalismo. Tutto questo senza contare le numerose evidenze scientifiche che raccontano i danni sanitari causati dall'incenerimento, le conseguenze in termini di aggravamento delle modificazioni climatiche e l'allontanamento dagli obiettivi di economia circolare indicati con forza dalla UE, che non a caso raccomanda la dismissione degli impianti di incenerimento esistenti. Era da tempo che non si vedeva una campagna propagandistica pro-incenerimento su così larga scala, rimbalzata persino sui TG RAI nazionali. Mi dispiace per loro e per i loro fans ma gli inceneritoristi devono rassegnarsi, perché appartengono al passato. Il presente li sta affamando e il futuro farà a meno di loro: li cancellerà recuperando materia, risorse e posti di lavoro.
AGOSTINO DI CIAULA,
DIRETTORE SCIENTIFICO ISDE ITALIA
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