FONTE NEWS DI https://www.rete-ambientalista.it/
· Cingolani, il grande equivoco
“verde” nel governo Draghi. Ognuno può dare il giudizio che vuole
sull’operato dei Migliori, ma nessuno potrà negare che i fatti del ministro
della Transizione ecologica sono quantomeno sfasati, incongruenti,
contraddittori rispetto alle promesse con cui Cingolani è stato catapultato al
governo. Doveva essere il protagonista della svolta, la novità radicale, il
mutamento epocale, la rivoluzione verde. È stato la giustificazione del
sostegno dei Cinquestelle a Draghi. Clicca qui.
· Idrogeno, rinnovabili e
nucleare: Cingolani ha idee poco “green” Ambientalisti, movimenti e
qualche politico segnalano sempre più le contraddizioni del ministro e
del Piano Nazionale di Resilienza e Resilienza. I macro-temi di contrasto
sono ricorrenti. Clicca qui.
· I decreti di Cingolani sui pozzi
sono illegittimi. Enrico Gagliano, cofondatore del Coordinamento
nazionale No Triv e docente di Diritto ambientale presso l’Università di
Teramo, all’indomani dall’approvazione, a firma del ministro , di ulteriori
perforazioni nei nostri mari: “Fino a quando il Piano per la transizione
energetica sostenibile delle aree idonee (Pitesai), atteso per il 30 settembre
2021, non verrà approvato, il ministero della Transizione ecologica può fare
solo alcune cose, non certo quelle che sta facendo”. L’idrogeno? “Il
‘cavallo di Troia’ piazzato dai soliti noti e dal governo all’interno di un
Piano che dovrebbe dettare l’agenda della transizione verde”. Clicca qui l’intervista.
· Ambiente, siamo tornati ai
disastri del Berlusconi premier. Il PNRR è costruito per
proteggere i ritardi dell’industria automobilistica e dell’industria
petrolifera le cui assenze di strategie rallentano la conversione ecologica
dell’economia verso la mobilità elettrica e le rinnovabili, facendo pagare un
duro prezzo all’Italia in termini di competitività industriale sui mercati
globali e per il raggiungimento degli obiettivi sul clima. Clicca qui.
· Ilva e le altre: bonifiche farsa
sui terreni agricoli inquinati
Le bonifiche dei siti inquinati in Italia, come tutti sanno, non si fanno quasi
mai. E allora, avranno pensato al ministero della Transizione ecologica, perché
non trovare il modo di non farle per legge o di farle un po’ meno difficili o
magari solo in parte? Clicca qui.
ALTRO
Soprintendenza Unica, colpo di grazia alla tutela paesaggistica.
Gli ingranaggi del Recovery Plan faranno strame della natura, della cultura, della storia e dell’identità, di quello che a pieno titolo, ma ancora per poco, possiamo chiamare il Bel Paese. La capillare diffusione delle “rinnovabili”, così come prevista, per la nostra Italia, non è sostenibile: non è possibile spargere sul territorio nuovi impianti di estensione dieci volte maggiore di quanto già orrendamente impiantato negli ultimi quindici anni. Sarà un massacro e l’ultimo insulto al paesaggio. Clicca qui Italia Nostra.
Dopo la sentenza il governo ancora non decide la chiusura dell’aerea a caldo dell’Ilva.
La sentenza è la grande vittoria della cittadinanza attiva che con le sue lotte e le sue denunce ha saputo raccogliere le prove del disastro ambientale. E ancora una volta la domanda al governo è: per la chiusura servono ulteriori certezze sull’impatto che questa industria ha avuto e avrebbe in futuro sulla salute della popolazione tarantina?
La “punizione” per il crollo del ponte Morandi garantisce miliardi ai Benetton.
Sullo sfondo dei 43 morti del crollo del ponte Morandi, la vicenda Autostrade si chiude con l’uscita dei Benetton, cioè con il pasticcio del governo che risolve di premiare anziché punire la gestione targata Atlantia responsabile del disastro secondo gli stessi esperti del ministero oltre che per la Procura di Genova e i familiari delle Vittime che protestano vivacemente. Clicca qui.
Acqua pubblica e No nucleare: non si torna indietro di 10 anni.
Manifestazione nazionale per il rispetto dei referendum nel Recovery Plan.
Draghi ci allontana dall’Onu.
Il Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR) è finito sotto la lente d’ingrandimento di 800 esperti che fanno riferimento alle oltre 300 organizzazioni e reti aderenti all’Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile (ASVIS), la quale ha presentato il rapporto “Il Pnrr e l’Agenda 2030”, manifestando allarme per l’allontanamento dell’Italia dagli obiettivi previsti dall’agenda dell’Onu per la sostenibilità su scuola d’infanzia, reti idriche, disuguaglianza del reddito e trasporto pubblico. Clicca qui.
Fuori le grandi navi dalla laguna.
Il 5 giugno le grandi navi torneranno a passare per il canale della Giudecca e per il bacino di San Marco, e con la nostra manifestazione, sedendoci lungo la fondamenta o venendo in barca, noi risponderemo mettendo in pratica un’altra idea di Venezia: quella fatta a misura di chi la vive, dove non c’è spazio per il gigantismo navale e dove i campi si animano di discussioni, di bambini che giocano, di piccoli eventi sparsi per tutta la città.
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