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venerdì 27 giugno 2014

"Sessantamila firme per le Apuane”

Asor Rosa, Montanari, Baldeschi e la Rete dei comitati si schierano a difesa del Piano paesaggistico dell’assessore Marson che stamattina verrà votato nella commissione Ambiente del consiglio regionale

LE CAVE sulle Apuane, divenute l'emblema della battaglia in nome della difesa del territorio, oppongono in queste ore ambientalisti e imprese del marmo. Il ring dello scontro è la commissione Ambiente del consiglio regionale che stamattina  -  dopo diversi rinvii  -  dovrà votare il Piano del paesaggio firmato dall'assessore Marson. Un provvedimento, concordato col ministero dei Beni culturali il 24 dicembre scorso, che nella stesura originaria fissava regole rigidissime per le attività estrattive, in particolare dentro il Parco delle Apuane dove erano previste prescrizioni sulle cave che avrebbero portato alla chiusura di circa un terzo delle miniere, almeno secondo i calcoli degli industriali del settore. Le proteste e le polemiche scatenate da quel testo hanno portato Marson, che si è confrontata con sindaci e aziende, a modificare il Piano più volte fino a dettare regole per la valutazione di impatto ambientale per autorizzare le future escavazioni e a introdurre un classificazione delle cave. 
Neppure questa versione convince Confindustria, che sostiene che le nuove norme metteranno a repentaglio "il futuro di 2mila aziende toscane del settore, con un volume di affari di 2 miliardi, di cui 700 milioni rappresentati dall'export, e 10mila posti di lavoro". Numeri contestati da Eros Tetti del comitato "Salviamo le Apuane" che in due giorni ha già raccolto oltre 60mila firme per la petizione on line che chiede di sospendere ogni attività sulle montagne della Versilia:: "I dipendenti delle cave secondo l'ultimo censimento ufficiale che risale al 2000 erano 614, il ricatto occupazionale va smascherato", assicura. Al suo fianco si schierano Alberto Asor Rosa, il presidente della Rete dei comitati per la difesa del territorio Mauro Chessa, lo storico dell'arte Tomaso Montanari e il docente universitario di Architettura Paolo Baldeschi. "La lobby delle imprese marmifere in queste ore sta facendo un forte pressing sui consiglieri regionali per non far approvare il piano", spiega Baldeschi. Chessa cerca di rendere l'idea del fenomeno: "Quattro milioni di tonnellate di marmo sono l'equivalente di 144 chilometri di autobus incolonnati, uno sproposito".
Montanari difende l'assessore regionale Marson che firma il Piano: "Non c'entra niente tirare in ballo Michelangelo in questa storia, lui non avrebbe certo condiviso lo sfruttamento delle cave per fare dentifrici, ghiaia e vasche da bagno per miliardari sauditi. Le Apuane, così come la Val di Susa e il centro storico dell'Aquila, sono un problema nazionale, che riguarda la nostra democrazia, il rispetto della volontà popolare". Asor Rosa prevede conflitti sempre più aspri nell'immediato futuro: "Le Apuane devono diventare una vicenda esemplare per guidare le scelte nella giusta direzione". 
Gli replicano i tre parlamentari toscani del Pd Dario Parrini, Raffaella Mariani e Andrea Marcucci: "Oggi è possibile coniugare l'attività estrattiva con il rispetto dell'ambiente, non ci sono i barbari alle porte". Nella commissione ambiente del consiglio regionale stamattina il Pd approverà il Piano dove sono stati accolti gli emendamenti proposti da Pellegrinotti: "per garantire che nessuna cava chiuderà pur rispettando i vincoli di tutela del parco". 

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