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venerdì 29 gennaio 2016

Mamme no inceneritore replicano a Monni


SESTO FIORENTINO – Le Mamme no inceneritore replicano alla consigliera regionale del Pd Monia Monni che, durante l’ultima puntata di “Scusate l’interruzione” su Radio Geronimo, ha parlato anche di termovalorizzatore all’indomani della serata al Cinema Grotta che ha visto un’ampia partecipazione, dicendo che “siamo prigionieri delle nostre paure, di un passato purtroppo recente che ancora ha dei segni su questo territorio, ma la tecnologia ha fatto passi da gigante.
“Nella documentazione di QtHermo – scrive l’associazione – non si determina se vi sia o meno un rischio, ma si stabilisce se il rischio è accettabile. Ovviamente QtHermo conclude che il rischio è accettabile. La ASL10 però prescrive una piano di sorveglianza sanitaria che riguarda i 37mila residenti entro un raggio di 3 km da Case Passerini e 71 aziende agricole e zootecniche. Lavoratori e studenti non vengono considerati. Nel protocollo di monitoraggio si legge ‘in sintesi, i dati di letteratura mostrano che l’attenzione agli eventi avversi per la salute umana negli popolazioni che vivono nei dintorni degli inceneritori si deve focalizzare su: tumori totali ed alcuni specifici tumori (in particolare linfomi non Hodgkin e sarcomi dei tessuti molli); alcuni effetti avversi per la salute riproduttiva (in particolare alcune malformazioni congenite, gemellarità, basso peso alla nascita)”.
“Il relatore per la parte medica alla serata al Grotta era Annibale Biggeri – proseguono – tra i più illustri epidemiologi italiani, professore ordinario di Statistica medica presso l’Università di Firenze. Il professor Biggeri è stato molto critico sulla documentazione di QtHermo. Questo rischio imposto non è accettabile e i risultati del monitoraggio arriveranno comunque troppo tardi. Ognuno di noi, adesso, può dire: no grazie, non sono disponibile a fare da cavia. Tanto più che, come ha documentato il Presidente di Zero Waste Italia Rossano Ercolini, l’esperimento è inutile. L’amministrazione nel procedimento autorizzativo avrebbe dovuto valutare le alternative alla costruzione dell’impianto. Ma le uniche alternative che sono state considerate sono diversi tipi di inceneritori. Perché la scelta di costruire l’inceneritore, questa sì, era precostituita”.
Le Mamme no inceneritore concludono spiegando che a parere loro la Danimarca, paese citato ad esempio dalla consigliera del Pd, non sarebbe un punto di riferimento per la gestione dei rifiuti: “La regione Toscana si è posta come obbiettivo di arrivare al 70% di differenziata. La Danimarca arriva al 22% di differenziata. Il motivo è che quando gli inceneritori sono costruiti devono bruciare al massimo della loro capacità, altrimenti si va in perdita. Paese green? Per molti aspetti ma non per la gestione dei rifiuti”.

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