Vignetta di Sandro Bessi
Per economia circolare si dovrebbe intendere un’economia virtuosa, senza sprechi, senza squilibri, senza sfruttamento eccessivo, con una corretta e coerente redistribuzione di ricchezze, risorse e opportunità. E’ veramente questo che la Commissione europea cerca? Di sicuro c’è che è stata avviata una consultazione pubblica in merito.
La
Commissione Europea ha avviato una consultazione pubblica per
raccogliere pareri sulla strategia da adottare per impostare in modo
nuovo e ambizioso la transizione verso l'economia circolare. I
contributi dei portatori d'interesse serviranno per preparare il nuovo
piano d'azione, che dovrà essere presentato entro la fine del 2015. C’è
tempo fino al 20 agosto 2015 per presentare idee e proposte.
Di
primo acchito verrebbe da chiedersi: cosa c’è sotto? Legittimo.
L’Unione Europea fino ad ora non ha dato prova di privilegiare economie
circolari dalle caratteristiche virtuose, anzi.
Si
legge che alcuni esponenti della Commissione hanno dichiarato: «Lo
sviluppo economico dell'Europa deve avvenire all'insegna della
sostenibilità. Non vi sono alternative: dobbiamo utilizzare le risorse
in maniera più intelligente, progettare i prodotti in modo da poterli
riutilizzare e riciclare e fissare obiettivi ambiziosi per ridurre e
riciclare i rifiuti». Incredibile, ma vero. C’è arrivata anche l’Unione
Europea. O da qualche parte sta nascosto un tranello?
«Oggi
chiediamo ai cittadini di tutta Europa di darci spunti su come
formulare politiche che stimolino lo sviluppo di un'economia verde
competitiva in Europa e tutelino l'ambiente per le generazioni future»
aggiungono i commissari. E qui ci starebbe il primo appunto: chissà cosa
intendono per “competitiva”? «La transizione verso un'economia
circolare più sostenibile può creare opportunità per tutti e offrire
all'Europa un nuovo vantaggio competitivo. Vogliamo presentare un piano
d'azione globale che incentivi sia i consumatori sia le imprese ad
utilizzare le risorse in modo più efficiente. Per questo abbiamo bisogno
del contributo di quanti operano nei diversi punti della catena del
valore». Altra frase che si potrebbe equivocare. Arrivati a questo
punto, occorre ridurre drasticamente i consumi di risorse se si vuole
sperare di garantire una vita al pianeta e a chi lo abita; qui non si
tratta più di “utilizzare le risorse in modo più efficiente” ma di
cercare di smettere di utilizzare tutto ciò che non è rinnovabile e
utilizzare ciò che lo è con parsimonia e non certo all’attuale livello.
«Le
strategie che porteranno l'Europa a sviluppare un'economia circolare
competitiva non dovranno limitarsi solo ai rifiuti, ma contemplare
l'intero ciclo di vita dei prodotti, tenendo conto della situazione di
ciascuno Stato membro - continuano i commissari UE -
oltre ad azioni sul fronte dei rifiuti dovranno quindi prevedere
interventi in materia di progettazione intelligente dei prodotti,
riutilizzo e riparazione dei prodotti, consumo sostenibile, livelli di
riciclaggio, uso intelligente delle materie prime, rafforzamento dei
mercati delle materie prime secondarie e misure settoriali specifiche».
Quando si parla di rifiuti e di materie prime secondarie, non può non
venire alla mente che oggi la UE vuole spingere i rifiuti come “risorsa”
da bruciare negli inceneritori chiamandoli “materie prime secondarie”.
Sarà questo che intendono i commissari? Speriamo di no; bisogna andare
verso i “rifiuti zero”!!! Speriamo che lo abbiano chiaro.
«La
transizione verso un'economia più circolare è in grado di promuovere la
competitività e l'innovazione- aggiungono - stimolando il nascere di
nuovi modelli imprenditoriali e l'adozione di nuove tecnologie, nonché
favorendo la modernizzazione delle politiche sociali, con conseguenti
effetti positivi nel lungo termine per l'economia europea nel suo
insieme, che diverrà più sostenibile e più competitiva. Vogliamo creare
condizioni propizie all'aumento dei posti di lavoro, senza usare né
sprecare quantità di risorse come facciamo oggi, in modo da ridurre la
pressione sulle materie prime e sull'ambiente: l'Europa sarà così più
forte e più equa. I cittadini, le autorità pubbliche, le imprese e tutti
gli altri soggetti governativi e non governativi interessati sono
invitati a rispondere alle domande riguardanti i vari segmenti del ciclo
economico e il loro ruolo nella transizione verso un'economia
circolare. Un'altra consultazione pubblica sulle distorsioni del mercato
dei rifiuti è già in corso ed è aperta a tutti i portatori
d'interesse».
Ebbene,
la sfida è aperta. Ed è bene che tutti coloro che hanno buone idee,
veramente sostenibili, le espongano e ne sottolineino la fattibilità e
l’urgenza. Vediamo a chi darà veramente ascolto la UE, alla fine.
Fateci
sapere se inviate idee e proposte e, se vorrete, daremo loro risalto,
aspettando al varco la UE per verificare da che parte vuole veramente
andare.
Nessun commento:
Posta un commento