“ROMA,
24 marzo 2013 - Gli ultimi numeri di Ama, alla voce rifiuti, raccontano che
Roma ancora non tratta tutta la spazzatura raccolta, malgrado il via libera del
ministro Corrado Clini all'uso degli impianti non romani.
Ancora: spiegano la follia della carenza di
stabilimenti in cui portare ciò che arriva dalla differenziata. Si parla, ad
esempio, di frazione organica e parte verde: questa deve finire in impianti che
producono compost, un materiale che può essere usato come fertilizzante.
Bene, Roma raccoglie 90 mila tonnellate all'anno di
frazione organica, ma l'unico impianto utilizzabile, a Maccarese, ne può
lavorare solo 30 mila. Il resto Ama lo manda in altre regioni (pagando). Come è
possibile? La ragione di questo paradosso è sempre in cima all'ottavo colle di
Roma: Malagrotta. Visto che sembrava tanto semplice ed economico, si è sempre
preferito puntare tutto sulla discarica, violando però leggi e causando danni
all'ambiente. Ad Ama sottolineano che da anni c'è la richiesta di quadruplicare
la capienza di Maccarese, ma non è mai arrivata l'autorizzazione. Altro
paradosso: il cdr, combustibile da rifiuti (più correttamente ora viene chiamato
css, combustibili solidi secondari).
I rifiuti che passano negli impianti di trattamento al
30 per cento diventano combustibile per i termovalorizzatori. Poiché Colleferro
e San Vittore, i due impianti del Lazio, bruciano anche cdr di altre regioni,
alla fine una parte di quello prodotto a Roma finisce in discarica. Ora Clini
vuole superare questa evidente follia, facendo accordi con termovalorizzatori di
altre regioni, ma anche in questo caso bisognerà pagare un conto salato. L'altro
giorno, nel corso di un dibattito organizzato nel quartiere Flaminio
dall'associazione Muse, Saverio Scarpellino, consulente scientifico di Ama, ha
spiegato: «Sta diminuendo la quantità di rifiuti che non riusciamo a trattare».
Vero, almeno stando alle nuove statistiche di Ama. Però restano ancora molte
tonnellate di rifiuti che vanno a Malagrotta così come sono raccolti. Ed è anche
per questo che la Commissione europea ha denunciato alla corte di giustizia
l'Italia e il Lazio. Con un'aggravante: tra poco più di tre settimane Malagrotta
non potrà più accogliere quei rifiuti. Certo, si sta costruendo il
tritovagliatore a Rocca Cencia, ma bisognerà capire se si farà in
tempo.
Altra opzione: applicare
in tutte le sue parti il piano Clini, usando anche l'impianto di trattamento di
Colfelice, in provincia di Frosinone. Su questo venerdì c'è stato l'ennesimo
vertice Ama-Ministero dell'Ambiente, ma dopo il no della
Saf (la società pubblica proprietaria dell'impianto) è evidente: l'unica strada
è il commissariamento.
FUORILEGGE
Roma
per quelle 775 tonnellate di rifiuti non trattati in discarica rischia una multa
da un milione di euro al giorno da parte della Corte di Giustizia
europea.
Si
diceva dei numeri: la Capitale produce ogni giorno 4.800 tonnellate di
rifiuti. Di questi, la raccolta differenziata vale 1.450 tonnellate. Restano
3.350 al giorno. Quante ne vanno nei quattro Tmb di Roma? 2.400 al giorno.
Dunque, ci sono 950 tonnellate senza trattamento. Da qualche settimana, i tmb di
Albano e Viterbo ne trattano 175. Risultato: senza Colfelice, ci sono 775
tonnellate di rifiuti tal quali che vanno in discarica ogni giorno. E violano la
legge.”
Mauro
Evangelisti
fonte articolo:
http://www.ilmessaggero.it/ROMA/CRONACA/rifiuti_raoma_malagrotta_non_trattate_tonnellate/notizie/260495.shtml
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