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Le attività e aperture del Laboratorio di Riparazione e Riuso di Londa 
sono il mercoledì e il sabato pomeriggio.

venerdì 22 maggio 2015

Inceneritore di Parma



Sembrava una bella notizia quella che il Porta a Porta stesse togliendo rifiuti all'inceneritore di PARMA che, quindi, è di nuovo spento ormai da 4 giorni, come si legge nell'articolo 1 sotto. Peccato poi che ricercando in rete si scopre che, il Fatto Quotidiano (sempre in data 22 Maggio) scrive un articolo in cui si dice che IREN (che lo gestisce) sta chiedendo l'ok per importare i rifiuti da fuori regione proprio come autorizza lo "Sblocca Italia".
Ecco i due articoli:
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Inceneritore | Gcr: 'Stop da 4 giorni, il porta a porta è un cecchino infallibile'
Aldo Caffagnini sul suo blog Sporco Diario afferma che la linea 1 dell'inceneritore di Parma sarebbe stata messa in fermata il 18 maggio mentre la linea 2 era già spenta dal 4 maggio. "L'inceneritore - scrive Caffagnini- procede con pause di riflessione sempre più intense e prolungate".

Potrebbe interessarti: http://www.parmatoday.it/cronaca/inceneritore-spento-polemiche.html
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Inceneritore | Gcr: 'Stop da 4 giorni, il porta a porta è un cecchino infallibile'
LA NOTA DI ALDO CAFFAGNINI - "La linea 2 era già stata spenta il 4 maggio, 18 giorni fa, ma il 18 maggio anche la linea 1 è stata messa in fermata e la situazione dura ormai da 4 giorni. E' il languore di rifiuti che sta diventando vera e propria fame? Il camino a singhiozzo, forse un unicum nel panorama italiano degli inceneritori, continua nel suo incerto procedere, con pause di riflessione sempre più intense e prolungate. La vorace fornace, affetta da famelica necessità di rifiuti da bruciare, non trova sfogo nel sistema di raccolta impostato a Parma dal Movimento 5 Stelle e dall'assessore all'ambiente Folli, irrisoluti portatori sani del porta a porta, che a regime riduce drasticamente la necessità di queste macchine infernali che sparano in aria centinaia di migliaia di metri cubi di aria sporca ogni ora. Così a Ugozzolo la fossa del residuo è sempre più vuota e visto l'avanzare della differenziata porta a porta in tutto il territorio di Parma e Provincia, non si profilano radiosi futuri ricchi di sacchi neri da attizzare. L'inceneritore di Parma è grande almeno il doppio delle previsioni elaborate nel 2005, ma oggi risulta oltremodo ipertrofico rispetto ai piccoli numeri che rimangono dopo il tornado porta a porta. Il gestore risponderà a questo nuovo stop con le questione tecniche, la manutenzione, il controllo. Ma il problema rimane l'organizzazione della raccolta degli scarti, che con il sistema domiciliare va contro come concezione stessa ad ogni tipo di smaltimento, discarica o inceneritore che sia. E non potrà che peggiorare, per il forno. Il sistema porta a porta ha altre frecce al suo arco. L'obiettivo ora va oltre i numeri ormai alla portata (80%) e sposta la sua attenzione sul rifiuto residuo, che rappresenta ancora un terreno fertile di caccia per il sistema. Si tratta di ampliare i materiali oggetto di riciclo e di ridurre gli stessi nell'ormai limitato recinto dell'indifferenziato. Ad esempio si può lavorare sui pannolini, che ancora rappresentano un problema di non facile gestione, ma che oggi con l'avanzare della tecnologia trovano varchi virtuosi di risoluzione. L'adozione di pannolini lavabili nei nidi darebbe una scossa ai numeri, sia quelli della montagna di usa e getta che sparirebbe, sia per l'impatto ambientale drasticamente ridotto, sia per il risparmio economico per le casse comunali. Questo è solo un esempio delle ulteriori mosse che il sistema porta a porta può implementare. Il Pap è un raffinato cecchino che non sbaglia un colpo, e in questo caso nel mirino cadrebbero vittima l'inquinamento e lo spreco, a favore di salute, risparmio e consapevolezza".


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Aldo Caffagnini

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In breve, come prevede il decreto sblocca Italia del governo Renzi, per gli inceneritori di ultima generazione che producono energia (come quella di Parma) è possibile richiedere un incremento del carico di rifiuti autorizzato. L'inceneritore di Ugozzolo punta alla saturazione termica, che non potrebbe neppure essere raggiunta se venisse smaltito il massimo di rifiuti attualmente consentito di 130mila tonnellate all'anno.

Iren ha presentato una corposa documentazione, consultabile anche online, tra cui uno studio di impatto ambientale redatto dalla Oikos Progetti di Milano. Nel 2014 sono state conferite al termovalorizzatore, ancora non in fase di piena funzionalità, 120.900 tonnellate di rifiuti provenienti dal territorio di Parma, con massimo consentito 130mila. Lo studio prevede di aumentare la quantità della metà per 2020, più 65mila tonnellate per un massimo di 195mila.

"In base alle stime effettuate - si legge nella relazione - la saturazione del carico termico del TVC comporta un incremento dei flussi a trattamento termico dalle attuali 130.000 t/a autorizzate a 195.000 t/a. Ciò conseguentemente comporta una movimentazione di flussi di materia in ingresso/uscita dal comparto C3A di circa 60.000 t/a in più rispetto a quanto prospettato nella vigente AIA, pari a circa +20% in seguito alle modifiche di rifiuti in ingresso, reagenti in ingresso, rifiuti da preselezione,  rifiuti da trattamento termico.

La movimentazione di tali flussi aggiuntivi rispetto all'attuale autorizzato comporta un incremento di mezzi pesanti in ingresso e in uscita dal sito e quindi un incremento delle emissioni legate ai trasporti".

La stima è un incremento di 16 mezzi al giorno che conferiranno i rifiuti al Paip: "Per valutare l'incidenza del traffico aggiuntivo, questa quantificazione dei mezzi va comparata con il numero di mezzi oggi transitanti nelle arterie contermini: l'incremento di traffico e quindi delle connesse emissioni inquinanti risulta trascurabile".

Allo stesso modo lo studio ritiene che anche l'aumento delle emissioni per il 2020 sarà trascurabile in quanto rientrerà nei limiti imposti dalla legge: "Le emissioni dell'impianto sono legate alla portata dei fumi emessi dal camino e alla concentrazione degli inquinanti negli stessi. Il progetto in esame prevede, non una modifica in termini impiantistici, ma una variazione nelle quantità e qualità di rifiuti immessi al trattamento del TVC esistente. (...) Le valutazioni sviluppate mostrano come la portata dei fumi dal camino non aumenti confermandosi quindi al di sotto del limite massimo già autorizzato. Analogamente non si stima un aumento della concentrazione degli inquinanti emessi, poiché a questa portata di fumi sono applicabili i limiti alle emissioni in base all'AIA vigente. Possiamo quindi assumere che dal punto di vista delle emissioni in atmosfera il funzionamento previsto al 2020 risulterà invariante rispetto alla situazione attuale".

Unico dato negativo, rileva Oikos Progetti, sarebbe l'incremento del traffico in autostrada e nelle arterie limitrofe al Paip, mentre gli impatti inquinanti su atmosfera, risorse idriche suolo e sottosuolo rimarrebbero invariate rispetto a quanto già autorizzato.

Tutti i documenti sono disponibili per la visione pubblica per 60 giorni dalla pubblicazione sul Bollettino Ufficiale della Regione Emilia Romagna del 20 maggio 2015 e disponibili a questo link.

Sulla possibilità di incenerire rifiuti da tutta Italia a Parma la politica locale è spaccata. C'è chi, come il consigliere 5 Stelle Fabrizio Savani, parla di una sorta di presa in giro ai cittadini di Parma che stanno facendo sacrifici con la differenziata proprio per "affamare" l'inceneritore. All'assemblea dei sindaci in Provincia, invece, si sono viste posizioni differenti. Ora l'iter farà il suo corso.

Folli: colpa del Pd di Renzi - "Come previsto,  grazie alle leggi nazionali ed ai piani regionali voluti dal PD, si vogliono cambiare le carte in tavola venendo in soccorso ad un impianto privato che già a 2 anni dalla partenza vede calare le previsioni di produzione rifiuti per la Provincia di Parma, ambito per cui è stato progettato. Ai cittadini fu detto che l'impianto era necessario per abbassare i costi ed anche questa è stata una promessa non mantenuta" commenta l'assessore comunale all'Ambiente Gabriele Folli.
"Ora si vuole ricattare il territorio agitando lo spauracchio dell'incremento dei costi di smaltimento, se l'impianto funzionerà a basso regime, tacendo sul fatto che i costi comunque resteranno più alti del previsto a dimostrazione della scelta strategica completamente sbagliata fatta allora".

"Il Comune di Parma non ci sta al ricatto e ritiene che il costo di smaltimento diventerà elemento sempre meno rilevante per quei territori che incrementano la raccolta differenziata, quindi proporrà una delibera all'assemblea dei sindaci della Provincia che opponga un netto no alla richiesta fatta da Iren di stracciare gli accordi presi ed allargare i confini di operatività dell'impianto,  nonché di aumentarne la capacità a 180.000 tonnellate/anno.
Registriamo però che, mentre in  Lombardia e Veneto si stanno opponendo agli effetti nefasti dell'art. 35 dello Sblocca Italia, nella nostra Regione a tutti i livelli vi è sostanziale allineamento agli ordini di scuderia voluti dal governo Renzi".

Pizzarotti: le multitutility non vogliono il modello Parma - Il sindaco Federico Pizzarotti su facebook scrive: "Oggi con l'inceneritore stanno facendo entrare dalla finestra ciò che noi abbiamo fatto uscire dalla porta. Mentre L'Associazione Nazionale dei Comuni presenterà nel salone internazionale di Johannesburg il Modello ?Parma? della differenziata, ormai riconosciuto come modello di eccellenza italiano da esportare negli altri Paesi, il Governo sta aprendo l'inceneritore ai rifiuti da tutta Italia, grazie allo Sblocca Italia".

"Perché? Perché la nostra differenziata ha tolto carburante all'inceneritore, lo sta lentamente spegnendo, e questo non va giù a chi l'inceneritore lo vuole, come l'opposizione in Consiglio Comunale, che ha sempre fatto finta di essere ambientalista ed ecologista. Sono balle: le multiutility vogliono moltiplicare la possibilità di smaltimento negli inceneritori, anche in quello di Parma, ma a questo noi ci opporremo, perché con i fatti abbiamo dimostrato che il modello Parma, è il modello in grado di chiudere definitivamente gli inceneritori italiani. Se i comuni dell'Emilia Romagna attuassero la nostra raccolta differenziata, entro il 2020 potrebbero chiudere 6/7 inceneritori su 8 presenti in regione. Se i loro piani economici si basano su un numero di tonnellate del passato, vuole dire che hanno sbagliato i conti e non devono essere i cittadini a pagare il conto".

"Ci dicono che più l'inceneritore brucerà, più si abbasserà la tariffa di smaltimento. Lo ritenete un motivo sufficiente? Quanto vale la qualità dell'aria di un territorio? Sono convinto che valga molto di più

di qualche decina di euro risparmiati".

"In questa battaglia di civiltà Parma sta combattendo da sola. Da anni, ormai, stiamo combattendo da soli. Ma è una battaglia di civiltà che va combattuta, perché porta con sé un principio sostanziale: possiamo ambire ad una città migliore e ad un Paese migliore. Abbiamo tutti gli elementi concreti per raggiungere questo risultato. Non lasciamocelo scappare". (m.c.p.)

fonte: http://parma.repubblica.it/cronaca/2015/05/22/news/inceneritore_avviato_l_iter_per_bruciare_rifiuti_da_tutta_italia_iren_nessun_impatto_sull_ambiente_-114978447/

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