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mercoledì 30 marzo 2016

Renzi-Nardella, frenata sulla Tav E sì alla tramvia sotto il centro


Vertice segreto a Palazzo Vecchio tra il premier, il sindaco, Lotti, Carrai, la vicesindaca Giachi e l’assessore Giorgetti. Ecco i progetti che potrebbero cambiare verso la Firenze del 2024: si torna a parlare di coprire lo stadio Franchi

di Claudio Bozza

FIRENZE - Vertice super segreto a Palazzo Vecchio. Anzi, una super giunta, con il sindaco e l’ex sindaco, diventato premier. Renzi e Nardella hanno discusso di grandi opere, profilando decisioni importanti che disegneranno la Firenze del 2024: dal tunnel Tav interrato che per sette chilometri dovrebbe attraversare la città, al passaggio della tramvia sotto al centro storico. Dal potenziamento dell’aeroporto, al nuovo stadio della Fiorentina.

Nella sala delle sale
La «super giunta» si è tenuta nella Sala delle Sale, dove di solito ci si riunisce per gestire eventi straordinari. Sette le persone attorno al tavolo: oltre a sindaco e premier c’erano anche il sottosegretario Luca Lotti, la vicesindaca con delega all’Istruzione Cristina Giachi, l’assessore alle Infrastrutture Stefano Giorgetti, il direttore generale di Palazzo Vecchio Giacomo Parenti, oltre a Marco Carrai, presidente di Toscana Aeroporti e fidatissimo consigliere di Renzi. Il 5 marzo, prima di volare a Bruxelles per il vertice straordinario sulla Ue sulla crisi dei migranti, il presidente del Consiglio è arrivato in Comune, e senza che nessuno o quasi lo vedesse è salito verso il suo ex ufficio, dove per tre ore ha fatto il punto con i tecnici e i politici a lui più vicini. Il piano Firenze 2024, quando scadrebbe il secondo mandato di Nardella sindaco, necessita di importanti aiuti statali, altrimenti rischia di non decollare o di fermarsi a metà strada. E il super vertice è servito anche a stabilire le priorità, per calibrare la bilancia del premier sui finanziamenti. Alla luce del confronto con Renzi, tre giorni dopo, Nardella ha poi convocato la giunta al completo per una lunga riunione programmatica sulla città.

La nuova pista bloccata
Aeroporto, Tav e tramvia al centro del tavolo del «Settebello» renziano. Ognuna di queste opere, in modo diverso, soffre. La «super giunta» ha analizzato tutte le difficoltà per poi mettere dei punti fermi condivisi, innanzitutto tra premier e sindaco. Il caso più urgente da risolvere è quello della nuova pista del Vespucci. I lavori, dopo anni di braccio di ferro, sarebbero dovuti partire entro il 2015, ma i documenti per la Valutazione d’impatto ambientale (Via) sono impantanati da novembre al ministero dell’Ambiente e adesso nel migliore dei casi le ruspe potrebbero partire solo in autunno. Adesso serve una forte spinta. Per uscire dal pantano romano sarebbero servite le «procedure di somma urgenza» previste per eventi straordinari come il G7, ma visto che nel 2017 il vertice dei potenti non si terrà più a Firenze si dovranno trovare altre strade. Sul caso aeroporto è stato centrale il contributo di Carrai. Massima sintonia su un passaggio in particolare: bisogna partire al più presto con i lavori, perché per le prospettive dell’economia fiorentina l’aumento da 2,5 a 4,5 milioni di passeggeri a Peretola è una variabile chiave. Per completare il primo step del progetto servono almeno 230 milioni di euro: per adesso il governo ne ha stanziati un centinaio, ma i privati di Corporation America, anche contando sui buoni uffici di Carrai, sembrano confidare in un ulteriore aiuto.

I due maxi tunnel
Se la Tav è ferma da quasi tre anni, per la tramvia c’è da decidere come completarne il disegno. Gli scavi per il contestato tunnel per l’Alta Velocità, che dovrebbe attraversare la città per 7,5 chilometri, non sono mai partiti a causa di inchieste giudiziarie e mancanza di chiarezza su dove debbano essere smaltite le terre di scavo. I contratti (oggi il consorzio d’imprese è guidato da Inso) sono firmati da anni, ma un appalto da un miliardo di euro non si cancella certo con una stretta di mano. Il maxi tunnel, che Renzi nel 2010 osteggiò duramente da sindaco, farebbe guadagnare appena sette minuti tra Milano e Roma: troppo poco per giustificare rischi urbanistici e disagi pesantissimi per il super cantiere. E ora che al vertice delle Ferrovie c’è Renato Mazzoncini, l’uomo che firmò la privatizzazione di Ataf come presidente di BusItalia e che il premier ha voluto al vertice di Fs, le possibilità di frenare il sottoattraversamento Tav sono aumentate. Vedremo nelle prossime settimane come andrà a finire, anche perché dei 90 milioni che il Comune avrebbe dovuto incassare come indennizzo per i disagi dei cantieri sono arrivati solo spiccioli. Di certo, e il «Settebello» renziano ne ha preso atto, c’è che Firenze non sia «in grado di sostenere lo scavo in contemporanea di due maxi tunnel». Già, perché il prossimo a partire sarebbe quello per il sottoattraversamento del tram sotto al centro storico, rimasto senza un servizio trasporto pubblico efficiente dopo l’addio al passaggio accanto al Battistero. Il passaggio in sotterranea fu lanciato proprio da Renzi, che continua a sostenerlo con forza ancora oggi e lo ha ribadito anche sabato, con il sindaco Nardella che è più tiepido, perché governare i cantieri di un’opera del genere sarebbe assai rischioso per la gestione operativa ed il consenso politico. E propende più per il passaggio lungo i viali di circonvallazione. Senza contare il tema dei costi: per far passare Sirio sottoterra, collegando così l’aeroporto a Bagno a Ripoli, servirebbero circa 300 milioni. E in quest’ottica è chiave il ruolo dei finanziamenti statali, per i quali il governo deve prevedere in anticipo un accantonamento. Su questo punto le bocche sono però ancora più cucite, ma Palazzo Vecchio sta già finanziando il progetto di pre-fattibilità per il passaggio del tram sotto al centro. Valutazioni tecniche sì, ma alla fine la decisione rimarrà politica.

Fronte stadio
Durante il vertice si è anche discusso della costruzione del nuovo stadio e della Cittadella viola nell’area Mercafir a Novoli. Renzi, Nardella e gli altri hanno dovuto prendere atto delle difficoltà della maxi operazione, in gran parte legate allo spostamento all’Osmannoro del mercato ortofrutticolo, rischiando di mettere in difficoltà una realtà attorno alla quale ruotano quasi duemila lavoratori al giorno. L’iter urbanistico, intanto, va avanti: Palazzo Vecchio ha appena concesso alla Fiorentina una proroga di 9 mesi per presentare il progetto del nuovo stadio, ma il sindaco Nardella non lo ritiene «una priorità», visto che in cima alla lista ci sono «aeroporto e tramvia». Non ci sarebbe da stupirsi, soluzione ventilata anche durante il vertice con Renzi, se alla fine Comune e i Della Valle virassero verso la copertura del Franchi e annesso potenziamento commerciale del Campo di Marte, trasformando l’area in una vera Cittadella sportiva.

I fondi per le scuole
Durante il vertice si è anche discusso anche di come potenziare, rinnovare e ricostruire le strutture scolastiche comunali. Per il caso più urgente, quello della bonifica dell’amianto all’Iti Leonardo da Vinci, sono stati finalmente trovati i fondi con il pacchetto da 35 milioni dall’Inail, ma per proseguire l’opera di messa in sicurezza servono molti altri milioni. Per il resto, per la «super giunta» è stato un po’ come salire sulla macchina del tempo e tornare indietro di oltre due anni. Scherzi, battute, qualche pasticcino, caffè, succo di frutta e abbracci tra «Matteo» e la sua squadra fiorentina. Che poi non sembra nemmeno tanto ex.

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