Fa un certo effetto vedere l'euforia che si è impadronita dei fautori dei tunnel TAV: dal presidente Rossi all'AD delle FS Gentile senza dimenticare sindacati, sindaco, politici…
Nessuno pare ricordare le condizioni pietose di un progetto che per ripartire ha dovuto indurre il governo a cambiare la legislazione delle terre di scavo, dove un paio di inchieste della magistratura ha spalancato una finestra sul sistema criminoso che sta alla base delle grandi opere inutili.
Che lo smaltimento delle terre sia comunque molto problematico si continua ad ignorare: le terre dovrebbero essere controllate tutte, lotto per lotto, per stabilire se dovranno andare in discarica o a Cavriglia. Le numerose e disastrose esperienze passate pare non insegnino nemmeno prudenza.
Le criticità del progetto TAV fiorentino sono molte, ma ce ne sono due in particolare cui tutti gli organi interessati, dall'Osservatorio Ambientale alle Ferrovie, non hanno mai risposto:
- Lo scavo con una sola fresa non creerà tanto problemi nei tempi (che sarebbero comunque biblici) quanto danni in superficie maggiori del 50%. La fresa, al secondo passaggio, troverà non più un terreno vergine, ma uno la cui struttura è stata cambiata e indebolita; si avranno cedimenti molto più elevati, mediamente del 50%
- Lo scavo della fresa in curva provoca il cosiddetto “effetto deriva”, cioè nei tratti non rettilinei (nel Passante ce ne sono due molto strette) di avrà un maggior “volume perso” che si traduce, in superficie, con cedimenti superiori; gli edifici in via Masaccio, viale Don Minzoni, nella zona di via delle Ghiacciaie, per non parlare dei bastioni della Fortezza, creano serie preoccupazioni.
Si fa anche un gran parlare di "monitoraggio", ma questo sarà possibile solo dopo che eventuali danni sarebbero stati procurati; il monitoraggio non è una misura preventiva, ma controllo di quel che è stato fatto.
Un altro aspetto che viene ermeticamente occultato è quello dei costi: non è dato avere dati ufficiali dei costi, ma quel che è trapelato sono state documentati nel 2015 costi superiori, richiesti da Nodavia, la ditta costruttrice, per più di 500 milioni di euro. Anche su questo un silenzio vergognoso.
Per questi motivi il Comitato No Tunnel TAV ha promosso un presidio per venerdì 8 aprile 2016 presso il Ponte del Pino (nei pressi di un cantiere) alle ore 17.00. Saranno esposti striscioni e distribuiti volantini informativi alla cittadinanza.
Comitato NO Tunnel TAV Firenze
338 3092948
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