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giovedì 15 aprile 2021

Salvatore Ferrari: "TUTELA DEL PAESAGGIO E RECUPERO DEI CENTRI STORICI. Come spendere (bene) i fondi europei del Recovery plan anche in Trentino"

Un lavoro interessante dello Storico dell'Arte Salvatore Ferrari, sempre sul tema dell'utilizzo dei fondi europei del Recovery Plan, da utilizzare prima di tutto per la tutela dei nostri Beni Culturali in modo da poterli lasciare alle generazioni future in uno stato migliore di adesso e duraturo nel tempo.

tutela del paesaggio e recupero dei centri storici

come spendere (bene) i fondi europei del recovery plan anche in Trentino

di Salvatore Ferrari

Nella Costituzione repubblicana del 1948, tra i principi fondamentali, si fa esplicito riferimento alla necessità di tutelare “il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione” (articolo 9).

Purtroppo, dal secondo dopoguerra ai giorni nostri, i buoni propositi dei “Padri costituenti” sono stati quasi sempre traditi. Paesaggio e patrimonio culturale contribuiscono, quali beni comuni, al benessere personale e collettivo, oltre a definire l'identità di un popolo e di un territorio, ma raramente sono al centro delle politiche nazionali, regionali e locali, se non quali “beni di consumo”, come aveva lucidamente evidenziato il grande storico dell'arte Nicolò Rasmo (1909-1986), ultimo Soprintendente statale del Trentino – Alto Adige, in un intervento al convegno L'insediamento turistico e residenziale nell'ambiente montano dell'arco alpino, organizzato a Rovereto il 29 agosto 1970.

Dopo la ratifica da parte dell'Italia nel 2006 della Convenzione europea del paesaggio – che era stata sottoscritta sei anni prima a Firenze – anche in Trentino è tornata in auge la parola paesaggio, ripetuta come una formula sacra da politici, tecnici, opinionisti e ricorrente nella documentazione del Piano Urbanistico Provinciale del 2008. Alla prova dei fatti, però, le parole (e le buone intenzioni) sono rimaste sulla carta, come lo stop al consumo di suolo, disciplinato dalla nuova legge urbanistica del 2015. Anzi, le cose che sono accadute nell'ultimo decennio e che continuano ad accadere nel quotidiano “governo del territorio” vanno in direzione “ostinata e contraria”, per riprendere – ma con un significato negativo – le parole della “smisurata preghiera” di Fabrizio de André.

Si affidano indagini, si scrivono rapporti, si approvano linee guida, si pubblicano atlanti, si aprono scuole, s'istituiscono osservatori, si organizzano convegni e corsi di formazione e di aggiornamento, si nominano commissioni con esperti internazionali. Ma tutto questo aiuta realmente a tutelare il paesaggio trentino, e in particolare il paesaggio urbano, che ha (avrebbe) nei centri storici il suo fiore all'occhiello? Contribuisce ad attivare azioni preventive di salvaguardia o politiche sanzionatorie? Chi controlla l'applicazione di norme e regolamenti? Lascio ai Trentini di oggi, non ai posteri, l'ardua sentenza. In particolare, le modifiche alla normativa provinciale in materia urbanistica, introdotte con la legge finanziaria provinciale del 2013, rischiano di compromettere definitivamente i caratteri di pregio dei centri storici del Trentino, autorizzando interventi di demolizione su larga scala.

Per evitare una radicale e incontrollata trasformazione dei nuclei di antica origine “con conseguenti gravi danni per l’identità dei luoghi, per la memoria collettiva e per l’attrattività turistica del nostro territorio” – per citare le parole di un importante studio del 2019 dell'Osservatorio del paesaggio trentino intitolato Processi di trasformazione dei Centri storici in Trentino (pagina 7) – sarebbe opportuno elaborare Piani di recupero, restauro conservativo e riuso degli insediamenti storici, con l’individuazione di interventi mirati alla conservazione e al riutilizzo del patrimonio edilizio esistente, senza consumare ulteriore suolo per nuove costruzioni e utilizzando parte dei fondi europei post pandemia, destinati anche alla nostra Autonoma Provincia.

A questo proposito, il primo marzo 2021 l'avvocato Gianluigi Ceruti, già Vicepresidente nazionale di Italia Nostra e “padre” della Legge quadro sulle aree protette -Legge 394/1991- (che i Trentini conoscono bene per le battaglie legali promosse nei primi anni Duemila dalle Associazioni di protezione ambientale contro le cave di tonalite in Val Genova e contro il collegamento funiviario tra Pinzolo e Madonna di Campiglio, contrabbandato come sistema di mobilità alternativa), come promotore di un'iniziativa firmata da cittadini di ogni parte d'Italia, tra cui il sottoscritto, ha inviato al Presidente del Consiglio dei Ministri, prof. Mario Draghi la proposta di un “piano pluriennale di MANUTENZIONE dei beni pubblici e in particolare dei beni ambientali e culturali ai fini delle richieste di finanziamento di fondi europei” (vedi allegato).

Mi auguro che il Presidente Draghi e i ministri Cingolani, Franceschini, Franco e Giorgetti, impegnati sul dossier del “Recovery Plan”, valutino con attenzione e accolgano le proposte che arrivano dalla società civile.

Salvatore Ferrari

Storico dell’arte, dal 2013 è funzionario storico-culturale della Soprintendenza per i beni culturali di Trento (Ufficio per i beni storico-artistici). Laureato nel 2000 a Udine in Conservazione dei Beni Culturali e specializzato nel 2004 a Padova in storia dell’arte e delle arti minori. Ha pubblicato articoli e studi di carattere storico e artistico e ha promosso e coordinato numerose giornate di studio, convegni e conferenze inerenti la tutela e la promozione dei beni culturali e ambientali del Trentino. Prima del 2013, da libero professionista, ha collaborato con i Civici Musei e Gallerie di Storia e Arte di Udine (2001-2002), con il Museo Civico di Riva del Garda (2008), con il Museo Diocesano Tridentino (2008, 2009), con il Museo di Castelvecchio di Verona (2010), con il Museo Castello del Buonconsiglio di Trento (dal 2004 al 2012) e con la Fondazione “Rasmo-Zallinger” di Bolzano (dal 2004 al 2012). Dal 2002 al 2012 ha insegnato storia dell’arte in quattordici sedi dell’Università della terza età e del tempo disponibile del Trentino e negli ultimi 28 anni ha collaborato a numerose mostre d’arte allestite a Bassano del Grappa, Bolzano, Brescia, Caldes, Cles, Desenzano del Garda, Riva del Garda, Sarnonico, Trento, Vigo di Ton, Villa Carcina. Nel 2005 ha partecipato a Parma al Convegno internazionale di studi: “Il Medioevo: la chiesa e il palazzo”. Sui temi della tutela del paesaggio, dei beni culturali e dei centri storici è autore di vari articoli e saggi, tra i quali: Paesaggi sensibili (2020); Il Trentino e la perdita di una visione del governo del territorio (2019); L’attività di Aldo Gorfer nel Comitato Tecnico per i Beni Culturali (2017); Nicolò Rasmo e la tutela del paesaggio in Trentino: appunti per una storia (2009); Arginare il degrado (2009); Centri storici: conoscere per conservare (2008); I vandali in casa: l'assalto ai centri storici del Trentino (2006); La memoria in pericolo: considerazioni sullo stato degli archivi nell’Italia “berlusconiana” (2005); Il condono preventivo (2004); Il territorio trasformato: il caso della Val di Sole (1999); Il futuro dei centri storici (1996). Dal 2008 al 2012 è stato membro supplente dell’organo di tutela degli insiemi in seno alla Commissione Edilizia del Comune di Bolzano e componente del Comitato d’Indirizzo della Fondazione Museo Storico del Trentino. Dal 2013 è membro del comitato di redazione del periodico “Studi Trentini Arte” e dal 2016 è membro del Consiglio direttivo del Centro Studi per la Val di Sole. Dal 2020 è presidente del Comitato di gestione del Museo della Civiltà Solandra di Malé. Tra il 2016 e il 2020 è stato rappresentante titolare di alcune associazioni di protezione ambientale (CIPRA Italia, Italia Nostra, LIPU, Mountain Wilderness e PAN–EPPAA) nel Comitato provinciale di coordinamento e di indirizzo del Parco Nazionale dello Stelvio e tra il 2015 e il 2020 membro supplente del Comitato di gestione dell'Ente Parco “Paneveggio Pale di San Martino” in rappresentanza di CIPRA Italia, FAI, Italia Nostra, Legambiente, LIPU, Mountain Wilderness, Pan - Eppaa e WWF. Socio di Italia Nostra dal 1997; della sezione trentina è stato vicepresidente (2004-2012), presidente (dal 3 luglio 2012 al primo marzo 2013) e tesoriere (dal 2015).


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