Si é svolta per la prima volta al Parlamento
Europeo la conferenza sui Rifiuti Zero organizzata da Zero Waste
Europe.
Un folto pubblico ha assistito il 7 marzo scorso alla conferenza Towards to
Zero Waste svoltasi al Parlamento Europeo. Hanno partecipato più di trecento
persone tra attivisti, rappresentanti di numerose associazioni no profit
provenienti da diversi paesi d’Europa e parlamentari europei. Nella sessione del
mattino Joan Marc Simon, responsabile di Zero Waste Europe, ha presentato il
progetto Rifiuti Zero affermando che non si tratta di un’utopia; in diverse aree
d’Europa esistono infatti comunità che si stanno impegnando concretamente in
questa sfida. Simon ha sottolineato l’importanza della rete Rifiuti Zero
costituita da attivisti ed enti locali che si impegna a ridurre la produzione
dei rifiuti ed applicare le buone pratiche. Attualmente in Europa il 60 per
cento dei rifiuti va a smaltimento - ha sottolineato Simon - di cui il 37 per
cento in discarica e il 23 per cento in impianti di incenerimento. L’Europa ha
l’obiettivo di ridurre i rifiuti del 20 per cento entro il 2020, ma gli
strumenti oggi non sono sufficienti. Il riciclo non viene supportato e gli
incentivi economici vanno in gran parte agli impianti di incenerimento. In
seguito l’intervento di Enzo Favoino, esperto e ricercatore della Scuola Agraria
del Parco di Monza, ha dimostrato con dati alla mano che Rifiuti Zero non é una
visione del futuro ma qualcosa di concreto nel presente. Città come Amburgo,
Torino, Milano e Salerno hanno raggiunto grandi obiettivi. Occorre affrontare il
viaggio verso Rifiuti Zero con metodologia ed impegno. Abbiamo vari punti di
riferimento nelle normative europee come ad esempio la direttiva imballaggi.
Bisogna puntare - ha sottolineato Favoino - sull’efficacia del sistema per
arrivare al 79% di RD, ridurre l’impronta ecologica con la stabilizzazione
biologica e recuperare ulteriormente materia riciclabile presente nella parte
residuale. In questo modo possiamo ottenere importanti risultati. Significativa
la testimonianza del sindaco di Capannori Giorgio Del Ghingaro, primo comune in
Italia ad avere adottato il protocollo Rifiuti Zero.
Il sindaco, davanti ad una platea attenta, ha descritto i passi verso Rifiuti
Zero intrapresi dal Comune dal 2008. Facciamo cose normali e concrete - ha
affermato Del Ghingaro - dall’eliminazione delle bottiglie di plastica nelle
mense scolastiche all’auto-compostaggio, dall’incentivo per l’uso dei pannolini
lavabili ai distributori di latte alla spina, dal Centro di Ricerca Rifiuti Zero
per l’analisi del rifiuto residuo al Centro di riparazione e riuso. Dopo
Capannori dal 2008 ad oggi 123 comuni hanno adottato la delibera Rifiuti Zero,
circa 3.300.000 abitanti. Un altro caso di buone pratiche nell’obiettivo Rifiuti
Zero é presentato al Parlamento Europeo da Iñaki Errazkin, ministro
dell’Ambiente della provincia di Gipuzkoa nei Paesi Baschi. Errazkin ha parlato
del grande successo ottenuto dopo soli tre anni. Oggi 710.000 abitanti sono
coperti dal servizio di raccolta differenziata porta a porta con una percentuale
raggiunta del 70 per cento. Per ottenere ottimi risultati - ha affermato
Errazkin - occorre coinvolgere i cittadini e renderli protagonisti nel processo
di cambiamento. Subito dopo c’é stato l’atteso intervento del Commissario per
l’Ambiente Janez Potocnik il quale ha riconosciuto, dopo aver ascoltato con
interesse i risultati eccellenti provenienti dal sud Europa, che l’obiettivo
Rifiuti Zero é la strada giusta da seguire. Oggi con l’attuale legislazione
europea si possono creare complessivamente 400.000 posti di lavoro nel settore
del riciclo, riparazione e riutilizzo; un elemento positivo visto l’attuale
momento di crisi. Occorre incoraggiare al massimo il riciclo e il compostaggio -
ha dichiarato Potocnik - in modo che la parte residuale sia ridotta
ulteriormente. Il Commissario però non si é pronunciato su come gestire il
rifiuto residuo. Non condanna e non incoraggia la costruzione di inceneritori ma
neanche sostiene che andrebbero chiusi. Una posizione ambigua per l’Europa se si
vuole seguire un percorso sostenibile. Potocnik ha anche parlato del Libro Verde
“Una strategia europea sui rifiuti di plastica nell’ambiente”. La plastica crea
sfide specifiche, se vogliamo Rifiuti Zero - dichiara Potocnik - occorre
eliminare la plastica e tutelare le risorse. A seguire l’europarlamentare Andrea
Zanoni (ALDE) ha sottolineato che i nemici della RD sono gli inceneritori. É più
vantaggioso recuperare e riemettere la materia nel mercato piuttosto che
bruciare. L’intensa mattinata, ricca di spunti, si é conclusa con gli interventi
di Roy Vercoulen, vicepresidente dell’Istituto Cradle to Cradle e di Ariadna
Rodrigo di Friends of the Earth Europe. Durante la sessione pomeridiana
presentata dall’europarlamentare Nikos Chrysogelos (Greens/EFA) sono stati
presentati esempi di buone pratiche Rifiuti Zero nel settore commerciale e
aziendale, come l’ufficio belga di Greenovate, il negozio italiano di Effecorta,
la casa di moda Upcycling Design in Estonia, la famiglia inglese di Karen
Cannard, il centro di riparazione e riuso di Göteborg e per finire l’azienda
italiana DIsmeco. La lunga ed interessante giornata si é conclusa con la
proiezione del film Trashed della regista Candida Brady prodotto ed interpretato
da Jeremy Irons. L’attore inglese ha presentato il film denuncia sulle
discariche e gli inceneritori davanti ad un folto pubblico sottolinenando quanto
sia importante educare e coinvolgere più persone e a più livelli, dai bambini ai
politici, dagli industriali ai cittadini. Un meeting riuscitissimo che genera
grandi riflessioni per tutti i partecipanti, libera con grande entusiasmo il
messaggio positivo di Rifiuti Zero dando forza, energia e speranza da
trasmettere alle generazioni future. Ci auguriamo che l’onda Rifiuti Zero
coinvolga anche i decisori del Parlamento Europeo in modo da abbandonare quei
percorsi ricchi di fumo e cenere per intraprendere con fermezza e convinzione la
via luminosa e sostenibile che conduce verso Rifiuti Zero.
Patrizia Lo Sciuto. Zero Waste Italy
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