La stanza dei bottini dell'inceneritore di Montale |
PISTOIA: COME AVVENNE anche per lo sforamento del limite delle diossine del 2007 anche stavolta una delle questioni più discusse è quella dei tempi con cui sono stati rilevati e comunicati i risultati delle analisi, che si riferiscono alla seconda quindicina di luglio e alla prima quindicina di agosto. Ci sono stati infattialmeno 30 giorni di emissioni di diossina fuori norma. Sui tempi della comunicazione degli esiti delle analisi e su quelli della informazione della chiusura della linea 1 la polemica è già aperta. Il Comitato per la chiusura dell’inceneritore già preannuncia un’azione legale, come nel 2007, e sostiene senza mezzi termini che « le analisi erano già note a luglio, ma «refertate» con data fittizia del 31 Agosto: questo stratagemma era stato usato anche dai condannati Tibo e Cappocci che avevano scelleratamente esposto la cittadinanza a un maggiore inquinamento». «Ladurner è affidataria di una gestione appaltata dagli stessi Comuni proprietari che ne sono paradossalmente ostaggi – continua il Comitato - si prenda oggi atto della costante pericolosità dell’impianto dimostrata da numerosi incidenti documentati e e chissà da quanti altri rimasti ignoti». Sui tempi della comunicazione dello sforamento punta il dito anche Sinistra Unita di Montale.
«PERCHÉ alla Ladurner le analisi sono giunte solo il 31 ? – si domanda la capogruppo Lara Bilenchi - perché le ha inviate ai Sindaci solo il 1 settembre e il comunicato dei Sindaci è stato emesso solo il 2 settembre?». Sinistra Unita invita a un confronto pubblico i tre sindaci e i responsabili di Cis e Ladurner. Il centrodestra di Montale si rivolge contro il sindaco di Montale perché nella lettera dei tre sindaci a Ladurner pubblicata sul sito di Agliana mancava la sua firma: «come si può aver fiducia in un sindaco che non c’è – dice Gianna Risaliti del Centrodestra – e che non nomina l’assessore all’ambiente nella sua giunta?».
RISALITI rileva «la gravità di un’assoluta assenza sia fisica sia politica sull’impianto e sui danni incontrollati e a oggi incommensurati» e invita il sindaco e la giunta di Montale a dare le dimissioni «così da riacquistare un po’ di dignità politica». Legambiente esprime preoccupazione per le conseguenze dello sforamento sulla salute dei cittadini facendo notare che «non è la prima volta che l’impianto di Montale presenta forti criticità» e anche per il fatto che «il Tar ha acconsentito all’aumento della capacità di incenerimento dell’inceneritore».
GLI SCENARI
ARPAT, Provincia e Cis sono in attesa di una relazione di Ladurner sulla situazione dell’impianto e sulle cause dello sforamento dei limiti di legge delle diossine. Sulla base di tale relazione saranno decisi i passi successivi sul futuro della Linea 1 dell’impianto che è ferma dal 31 agosto scorso. Il Cis fa il punto sul momento attuale in un comunicato in cui, dopo aver ricordato il «fermo precauzionale» della Linea 1 del termovalorizzatore, informa che «attualmente Ladurner Srl, sta procedendo all’individuazione delle possibili cause delle anomali riscontrate e delle eventuali azioni correttive». Il Cis conclude che, «non appena in possesso degli esiti degli accertamenti condotti dalla società Ladurner verrà indetta una conferenza stampa congiunta al fine di rendere note le cause del malfunzionamento e illustrare le attuali condizioni impiantistiche».
La nota attesa da Ladurner è stata richiesta da Arpat e dalla Provincia nel corso di un incontro avvenuto mercoledì pomeriggio a cui erano presenti anche i rappresentanti del Cis e della ditta conduttrice dell’impianto. La procedura in corso segue un preciso protocollo stabilito dall’Aia, l’Autorizzazione Integrata Ambientale, che la Provincia ha concesso alla ditta Ladurner per l’attività dell’impianto. Dopo aver preso visione della nota di Ladurner, l’Arpat e la Provincia potranno eventualmente autorizzare una riaccensione della Linea 1 ma soltanto finalizzata all’effettuazione di nuove analisi sulle emissioni. La linea di combustione verrebbe rimessa in funzione per compiere i prelievi delle emissioni e poi nuovamente spenta in attesa dei risultati. Solo se tali risultati fossero confortanti si potrebbe prevedere la ripresa delle attività.
di Giacomo Bini
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