Dopo i guasti alle porte, Regione e Trenitalia hanno scoperto d i non poter pí ù utilizzare i convogli su Ila Firenze-Arezzo
di Stefano Taglione FIRENZE
di Stefano Taglione FIRENZE
Solo treni vecchi. Nella galleria di San Donato, fra Firenze e Arezzo, ora possono entrare solo i convogli più datati. È la conseguenza dei due incidenti accaduti negli ultimi tre anni: il 18 aprile 2012 la porta di un Vivalto esce dalla guida dopo un incrocio con un bolide ad Alta velocità e il 20 luglio scorso un Jazz inaugurato a marzo perde mezza porta, che vola in una nicchia del tunnel, sempre al passaggio di una Freccia e rischiando di provocare una tragedia. Sebbene in entrambi i casi non ci siano stati feriti, in Toscana il problema della sicurezza dei treni è diventata una questione seria, nonché una bega non indifferente per una Regione che sta facendo tabula rasa del vecchio materiale rotabile.
Costi milionari. Tutti i Vivalto (191 carrozze, 32 convogli) sono costati 230 milioni di euro e la Regione, per averli, oltre a pagare le rate del contratto di servizio ha partecipato alla spesa con 36 milioni. Di Jazz, invece, ve ne sono tre e sono un "regalo" di Trenitalia, visto che erano destinati alla Calabria. L'assessorato ai trasporti, nell'ambito del futuro contratto, ne ha ottenuti 12. Si tratta di una commessa da 80 milioni gestita da Ferrovie. Soldi che però erano stati spesi quando nessuno sapeva di quei problemi alle porte. Né Fs, né la Regione, potevano immaginare che sotto San Donato il passaggio dei treni dell'Alta velocità creasse così tanti problemi, fino a far volare porte come fossero fogli di carta.
Gli incidenti. Ma andiamo per ordine: i Jazz, prodotti da Alstom, non sono concepiti per circolare in Direttissima. Il loro compito consiste nell'assicurare il servizio metropolitano sulla Pistoia-Firenze, fra il capoluogo toscano ed Empoli e sulla Prato-Montevarchi. Ciò nonostante, il 20 luglio -per «necessità organizzative» - un Jazz è passato sotto San Donato. Non c'era alcun provvedimento sotto il profilo della sicurezza: l'Agenzia nazionale per la sicurezza delle ferrovie lo ha emanato in via cautelativa solo dopo l'incidente. Il Jazz non aveva quindi preclusioni. Ma - come spieghiamo nell'articolo a parte - quel convoglio non doveva essere lì per altri motivi. Adesso, invece, i mezzi Alstom non possono più imboccare la galleria per ragioni di sicurezza, almeno finché non verrà fatta luce sull'accaduto. Si aggiungono ai 32 Vivalto - prodotti dalla Breda- che perla Firenze- Arezzo erano concepiti eccome. In questo caso lo stop lo ha deciso Fs dopo l'incidente del 2012 (18 aprile, su un treno diretto a Rouna una porta aveva ceduto dopo aver incrociato un Frecciarossa sempre nella galleria di San Donato), rendendolo ufficiale a giugno di quest'anno.
L'Ansf (l'agenzia nazionale per la sicurezza delle ferrovie) ha stabilito che a originare il sinistro è stato «un difetto di montaggio dei componenti dell'anta in fase di assemblaggio della carrozza». Per questo Trenitalia, visto che il mezzo era in garanzia, ha fatto valere le clausole previste dal contratto di acquisto. E per il Jazz - se l'inchiesta stabilirà un'analoga causa - potrebbe accadere lo stesso. L'Ansf non ha però fernato i Vivalto, che potrebbero ancora circolare sotto San Donato. Anzi, perla verità, la mattina due treni a due piani entrano ancora nel tunnel, poiché a quell'ora non ci sono Alta velocità in direzione opposta. Trenitalia fa sapere che il divieto a percorrere la Direttissima si è reso necessario «per questioni di regolarità». «Si è scoperto che qualche volta, a causa dello spostamento d'aria causato dall'incrocio con i treni ad Alta velocità - spiegano dall'azienda - le porte dei Vivalto, spostandosi di qualche millimetro, avrebbero potuto far scattare il sistema di allarme delle porte».
E una volta accese le spie di emergenza, il macchinista non può far altro che fermarsi e verificare se quanto segnalato sia vero, con conseguenti perdite di tempo per i viaggiatori. Pendolari senza pace. Per i pendolari del Valdarno, di Arezzo e della Valdichiana non c'è pace. Per loro gli Alta velocità sono un incubo: già costringono i convogli locali a dare la precedenza al bivio per la galleria di San Donato, tanto che è stato coniato il termine "inchino" per spiegare l'attesa e il successivo transito dei bolidi davanti ai loro occhi, e poi ne danneggiano le porte. Perché là sotto, lo spostamento d'aria, ai treni di nuova generazione ha creato danni imponderabili. E la Regione - i cui rappresentanti ora possono anche chiedersi se ne sia valsa la pena di investire così tante risorse sui moderni convogli - è in allarme. La partita sul nuovo contratto non è chiusa. La firma è annunciata per settembre, ma gli ultimi dettagli devono essere definiti.
L'assessore chiede chiarezza. «In questi giorni sono accaduti fatti che devono essere chiariti - spiega l'assessore regionale ai trasporti, Vincenzo Ceccarelli-. Sappiamo che Trenitalia ha attivato una commissione interna per fare luce su quanto accaduto e abbiamo chiesto agli organi tecnici competenti di darci tutti gli elementi necessari per sciogliere i dubbi relativi a infrastruttura e materiale rotabile. Attendiamo le risposte prima di poter fare valutazioni. E evidente che il rinnovamento dei treni deve risolvere anche i problemi degli utenti della linea aretina».
Proprio i pendolari, impauriti dopo l'accaduto e allo stesso tempo preoccupati di un possibile spostamento dei regionali sulla linea lenta che passa da Pontassieve con conseguenti perdite di tempo, chiedono convogli più moderni.
Costi milionari. Tutti i Vivalto (191 carrozze, 32 convogli) sono costati 230 milioni di euro e la Regione, per averli, oltre a pagare le rate del contratto di servizio ha partecipato alla spesa con 36 milioni. Di Jazz, invece, ve ne sono tre e sono un "regalo" di Trenitalia, visto che erano destinati alla Calabria. L'assessorato ai trasporti, nell'ambito del futuro contratto, ne ha ottenuti 12. Si tratta di una commessa da 80 milioni gestita da Ferrovie. Soldi che però erano stati spesi quando nessuno sapeva di quei problemi alle porte. Né Fs, né la Regione, potevano immaginare che sotto San Donato il passaggio dei treni dell'Alta velocità creasse così tanti problemi, fino a far volare porte come fossero fogli di carta.
Gli incidenti. Ma andiamo per ordine: i Jazz, prodotti da Alstom, non sono concepiti per circolare in Direttissima. Il loro compito consiste nell'assicurare il servizio metropolitano sulla Pistoia-Firenze, fra il capoluogo toscano ed Empoli e sulla Prato-Montevarchi. Ciò nonostante, il 20 luglio -per «necessità organizzative» - un Jazz è passato sotto San Donato. Non c'era alcun provvedimento sotto il profilo della sicurezza: l'Agenzia nazionale per la sicurezza delle ferrovie lo ha emanato in via cautelativa solo dopo l'incidente. Il Jazz non aveva quindi preclusioni. Ma - come spieghiamo nell'articolo a parte - quel convoglio non doveva essere lì per altri motivi. Adesso, invece, i mezzi Alstom non possono più imboccare la galleria per ragioni di sicurezza, almeno finché non verrà fatta luce sull'accaduto. Si aggiungono ai 32 Vivalto - prodotti dalla Breda- che perla Firenze- Arezzo erano concepiti eccome. In questo caso lo stop lo ha deciso Fs dopo l'incidente del 2012 (18 aprile, su un treno diretto a Rouna una porta aveva ceduto dopo aver incrociato un Frecciarossa sempre nella galleria di San Donato), rendendolo ufficiale a giugno di quest'anno.
L'Ansf (l'agenzia nazionale per la sicurezza delle ferrovie) ha stabilito che a originare il sinistro è stato «un difetto di montaggio dei componenti dell'anta in fase di assemblaggio della carrozza». Per questo Trenitalia, visto che il mezzo era in garanzia, ha fatto valere le clausole previste dal contratto di acquisto. E per il Jazz - se l'inchiesta stabilirà un'analoga causa - potrebbe accadere lo stesso. L'Ansf non ha però fernato i Vivalto, che potrebbero ancora circolare sotto San Donato. Anzi, perla verità, la mattina due treni a due piani entrano ancora nel tunnel, poiché a quell'ora non ci sono Alta velocità in direzione opposta. Trenitalia fa sapere che il divieto a percorrere la Direttissima si è reso necessario «per questioni di regolarità». «Si è scoperto che qualche volta, a causa dello spostamento d'aria causato dall'incrocio con i treni ad Alta velocità - spiegano dall'azienda - le porte dei Vivalto, spostandosi di qualche millimetro, avrebbero potuto far scattare il sistema di allarme delle porte».
E una volta accese le spie di emergenza, il macchinista non può far altro che fermarsi e verificare se quanto segnalato sia vero, con conseguenti perdite di tempo per i viaggiatori. Pendolari senza pace. Per i pendolari del Valdarno, di Arezzo e della Valdichiana non c'è pace. Per loro gli Alta velocità sono un incubo: già costringono i convogli locali a dare la precedenza al bivio per la galleria di San Donato, tanto che è stato coniato il termine "inchino" per spiegare l'attesa e il successivo transito dei bolidi davanti ai loro occhi, e poi ne danneggiano le porte. Perché là sotto, lo spostamento d'aria, ai treni di nuova generazione ha creato danni imponderabili. E la Regione - i cui rappresentanti ora possono anche chiedersi se ne sia valsa la pena di investire così tante risorse sui moderni convogli - è in allarme. La partita sul nuovo contratto non è chiusa. La firma è annunciata per settembre, ma gli ultimi dettagli devono essere definiti.
L'assessore chiede chiarezza. «In questi giorni sono accaduti fatti che devono essere chiariti - spiega l'assessore regionale ai trasporti, Vincenzo Ceccarelli-. Sappiamo che Trenitalia ha attivato una commissione interna per fare luce su quanto accaduto e abbiamo chiesto agli organi tecnici competenti di darci tutti gli elementi necessari per sciogliere i dubbi relativi a infrastruttura e materiale rotabile. Attendiamo le risposte prima di poter fare valutazioni. E evidente che il rinnovamento dei treni deve risolvere anche i problemi degli utenti della linea aretina».
Proprio i pendolari, impauriti dopo l'accaduto e allo stesso tempo preoccupati di un possibile spostamento dei regionali sulla linea lenta che passa da Pontassieve con conseguenti perdite di tempo, chiedono convogli più moderni.
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fonte foto: articolo sopra
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