L’introduzione dell’assistenza sanitaria integrativa in molti contratti nazionali di lavoro, dalle cooperative sociali ai trasporti, ha dato un bell’ impulso al business delle assicurazioni private. Ma il maggior polo assicurativo nazionale, il gigante Unipol (Fondiaria-SAI) sta cercando in Toscana ulteriori possibilità di guadagno.
Sta infatti portando avanti accordi particolarmente sostanziosi con la mega ASL Centro (derivata dal recente accorpamento delle ASL di Firenze, Prato, Pistoia, Empoli) e con il Meyer. Oltre a gestire l’assicurazione sanitaria complementare tramite Unisalute e gli ambulatori medici dedicati agli assicurati in fuga dal Servizio Sanitario Nazionale sottoposto a tagli e restrizioni e oltre a tentare speculazioni immobiliari sulle sue numerose proprietà (preziosi terreni dove si pensa di trasferire il mercato ortofrutticolo per far posto al nuovo stadio, la catena alberghiera ATA holtels, e decine di altri palazzi che vuole trasformare da uffici ad alloggi).
La mega ASL centro sta per concludere un accordo con Unipol che la impegnerà a pagare alla stessa un affitto di 2 milioni l’anno e circa 10 milioni l’anno per le spese di personale e attrezzature di Villa Ragionieri, che Unipol vuol cedere. Ma alla ASL mancano davvero le strutture? E perché affitta mentre ha posto in vendita e/o svuotato una gran quantità di immobili (Santa Rosa, l ‘ex ospedale San Giovanni di Dio, villa Basileski, alcuni edifici dentro San Salvi). Inoltre ancora non sono conclusi i procedimenti giudiziari a carico di dirigenti della ASL 10 in merito agli acquisti di via Ponte di Mezzo e Villa Iris, acquisti giudicati illeciti e fuori dalle procedure di trasparenza pubblica.
La domanda da fare, visto che si tratta di soldi pubblici è questa: è proprio indispensabile che il polo oncologico superspecialistico venga fatto nelle strutture Unipol, dato che l’oncologia è già presente sia nelle ASL confluite nell’area Centro che nelle AOU Fiorentine e recentemente è stato potenziato il polo oncologico di Careggi? Si vogliono utilizzare strutture e personale Unipol mentre si prepensionano, con il piano esuberi previsto dalla legge 28 della Regione Toscana sull’accorpamento delle ASL, 2000 operatori nella Regione Toscana entro il 2016, che si aggiungono ai 2500 non sostituiti dal 2011.
Anche per quel che riguarda il Meyer, tanti sono i dubbi sulla programmazione sanitaria: già dal 2006 il nuovo Meyer ha dimostrato limiti di spazio, tanto che ad esempio la Neuropsichiatria Infantile fu allocata presso villa Ulivella, con un affitto altissimo. Il Meyer ha già di recente concluso l’acquisto della facoltà di teologia di via Cosimo il vecchio per 11 milioni di euro, e mentre era stata fatta l’ipotesi di utilizzo di Villa Pepi di proprietà pubblica, ora compare nuovamente Unipol con l’affitto di Villanova: evidentemente il gigante delle assicurazioni private ha scoperto che è molto più conveniente affittare le proprie strutture piuttosto che portare avanti l’attività sanitaria più complessa.
Le speculazioni fatte da Unipol e i fior di milioni che le vengono regalati sono oggettivamente tolti ai lavoratori con le mancate assunzioni e l’aumento dei carichi di lavoro ed ai cittadini con la riduzione di tanti servizi, dato che il blocco della spesa sanitaria fa sì che le risorse dirottate a favore delle rendite finanziarie vadano a totale discapito del funzionamento del servizio sanitario pubblico: ricordiamoci che la Regione Toscana si è indebitata per 20 anni con i costruttori dei 4 nuovi ospedali con il sistema capestro del Project Financing.
E allora in che direzione sta andando la Regione Toscana? Nell’attuare i tagli richiesti dai governi, soprattutto quando a richiederli è Renzi, nello smantellare la sanità pubblica mente viene potenziata l’assistenza sanitaria privata e complementare, a vantaggio di chi sulla salute fa business.
Sembra si sia messa d’impegno per avvalorare quanto scrive Chomski nelle 10 regole per il controllo sociale (2012), e in particolare la seconda regola “Creare il problema e poi offrire la soluzione”. In questo caso il concetto è: per sostituire un servizio pubblico con un servizio privatistico, occorre prima tagliare i fondi, poi renderlo inefficiente, fare una campagna di denigrazione che faccia arrabbiare la gente, quindi offrire la soluzione privatista. E il gioco (dell’Unipol) è fatto.
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