Ci siamo: a leggere le velenose polemiche tra il
Presidente Rossi ed il Ministro Galletti, condite dalle inevitabili repliche di
tecnici tirati in ballo sulla responsabilità di ipotizzati ritardi procedurali,
l’aereo proveniente da Roma che porterà in dono a Firenze la Valutazione di
Impatto Ambientale (VIA) del nuovo aeroporto di Peretola sembra stia per
atterrare.
Manca veramente poco e poi finalmente il PARERE
POSITIVO, cum summo gaudio, sarà annunciato
non dal Papa ma quasi, vista la folta e qualificata rappresentanza dei
favorevoli, che partendo dal Presidente del Consiglio, passa da Ministri e
Sottosegretari, attraversa le istituzioni regionali e locali, coinvolge gran
parte delle associazioni di categoria, e trova appoggio incondizionato nella
stampa, mi pare senza eccezioni. L’Annunciazione,
come andrebbe correttamente definita, sarà celebrata con un coro giubilante più
numeroso di quello della Scala.
Ma attenzione a non farsi trarre in inganno dal
luccichio della festa, perché in questo caso, diversamente da come dice il
proverbio vedrete che, il topolino partorirà la
montagna.
La Commissione VIA del Ministero dell’Ambiente (il topolino), da mesi sotto assedio, produrrà
probabilmente un documento che in premessa riporterà la locuzione PARERE
POSITIVO (forse anche in grassetto e sottolineato come tante volte fatto), ma
non mancherà di aggiungere un lungo, se non lunghissimo, elenco di prescrizioni
riguardanti tutti i temi ambientali (dal rumore alla sicurezza idraulica),
tutte le interferenze infrastrutturali, le necessarie tutele sanitarie e della
salute pubblica, senza mancare di citare anche il tema della sicurezza del volo
verso i trasportati e la cittadinanza e forse un passaggio sulle necessarie
garanzie finanziarie visto che i costi dell’opera, anche solo per dare
attuazione a tutte le richieste, lieviteranno a dismisura (e tutto questo costituirà la montagna).
Una montagna di prescrizioni (azzardo un numero: più di 100, se si conteranno anche tutte quelle
ulteriori sub-indicazioni che le stesse prescrizioni potranno contenere al pari
di un atto normativo suddiviso in articoli e commi) che schiacceranno l’intero progetto rendendolo irrealizzabile,
come già successo per altre grandi opere similmente controverse e discusse. Una
per tutte: l’autostrada tirrenica, che qualcuno considerò come già realizzata
quando il Ministero dell’Ambiente concluse positivamente la procedura di VIA, e
che a oggi sembra sia ancora in grembo a Giove, e d’altronde non poteva essere
diversamente visto che il parere VIA su di essa fu accompagnato da oltre 150 prescrizioni che – di fatto – costituirono una
bocciatura mascherata.
Perché è bene essere chiari su una cosa: in tema di
valutazioni ambientali, il rapporto tra “progetto” e ”valutazione” è
direttamente proporzionale: più il progetto è scarso o carente di contenuti più
è alto il numero di prescrizioni ad esso attribuite, al fine di sopperire a
quanto non è stato approfondito nella proposta.
E d’altronde, se non c’è la volontà di bocciare
l’iniziativa, se si pretende di mantenerla in vita (perché così si è deciso e
non si vuole tornare indietro), ma c’è la consapevolezza che la documentazione
non risponde ai canoni di accuratezza previsti (e l’aeroporto di Firenze, non vi è dubbio, sarà assunto come esempio
di approssimativa se non pessima progettazione), l’unica via di
uscita onorevole per chi ha un ruolo tecnico è legata alla possibilità di
predisporre una accurata elencazione di tutto ciò che non è stato fatto e che
dovrà essere necessariamente fatto prima che l’opera sia realizzata.
Che non sia il caso di vantarsi eccessivamente di tali
compromessi, credo ne convengano in molti. Cosi come molti pensano che sia
giunta l’ora di pretendere progettazioni rispettose delle
leggi, all’altezza delle aspettative, fatte da tecnici indipendenti,
professionalmente qualificati e competenti.
E’ tempo di dare finalmente spazio a conoscenze e professionalità
troppo spesso relegate in ambiti marginali del processo decisionale dove invece
eccelle la mediocrità, perché la credibilità di una classe dirigente si misura
anche dalla capacità di studiare proposte valutandone correttamente la
sostenibilità.
A prescindere da ridicole diatribe tra politici alla
disperata ricerca di un colpevole da mettere alla gogna per nascondere i propri
limiti, se tali principi non entrano nel sentire comune, topolini, ahimè,
continueranno a partorire montagne.
*Fabio Zita
Fabio Zita
Fabio Zita, architetto, fino al
2014 dirigente del Settore VIA della Regione Toscana, membro della Commissione
VIA nazionale, ha diretto in seguito il Settore Tutela, riqualificazione e
valorizzazione del Paesaggio, coordinando fra l'altro la formazione del Piano
Paesaggistico regionale.
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