Comunicato Stampa del 13 Novembre 2017.
La settimana scorsa abbiamo assistito ad un dibattito sulla stampa tra i Sindaci di Follonica e di
Scarlino, da un lato, e le rappresentanze sindacali dei lavoratori dell’inceneritore di Scarlino, dall’altro, i
quali, giustamente preoccupati per il prolungato fermo dell’impianto, lamentavano di essere stati lasciati
soli.
Ma da tale dibattito, per i toni usati, non sembra che finora siano state indicate delle soluzioni capaci di
dare una prospettiva certa ai lavoratori. Men che mai hanno saputo offrirla i Sindacati che paiono non aver
imparato niente sotto il profilo legale come economico, ambientale come sanitario, e continuano ad
affidarsi, più che a vere soluzioni alternative, all’influenza politica dei proprietari dell’impianto.
Trascurando, fra l’altro, le note vicende giudiziarie che hanno coinvolto i vertici dell’ATO Rifiuti, di Sei
Toscana e dei responsabili tecnici del Comune di Grosseto, e messo in discussione anche gli storici appoggi
in Regione Toscana sulla scelta dell’incenerimento.
Anche a Firenze, dopo diversi decenni, sembra che si siano accorti che con l’incenerimento non si chiude
affatto il ciclo dei rifiuti, ma lo si allunga pericolosamente in atmosfera e senza convenienza economica.
Noi, che da almeno un decennio abbiamo anticipato le alternative all’occupazione, verso le quali
faticosamente si stanno orientando le comunità locali (si veda la diffusione delle raccolte porta a porta dei
rifiuti nei Comuni della zona nord), scontrandosi con la cattiva gestione dell’ATO Rifiuti, torniamo a fare una
proposta operativa in pochi punti per dare una risposta positiva e realistica ai lavoratori, senza avere la
pretesa di inventare nulla ma, come per il passato, copiando quanto già realizzato altrove:
1- i lavoratori dovrebbero chiedere alle loro rappresentanze sindacali provinciali di spendersi in qualcosa di
veramente utile, quale un progetto di massima di investimento e di riconversione sugli impianti delle
Strillaie e del Casone per il riciclo e la valorizzazione delle raccolte di qualità dei rifiuti. Le strutture sindacali
provinciali hanno la possibilità di predisporre in tempi brevi tale studio, che per essere economicamente
valido nelle quantità di rifiuti da trattare e nelle dimensioni impiantistiche, necessita di avere il riferimento
ad un bacino di utenze provinciale.
2- i Sindaci dei Comuni della zona nord dovrebbero impegnarsi a portare tale progetto di massima in sede
della rinnovata Direzione tecnica e politica dell’ATO rifiuti, puntando ad avere un peso decisionale concreto
e di ottenere un progetto esecutivo in tempi rapidi.
L’esperienza di altri contesti dimostra che nell’arco di un anno, laddove ci sia davvero la determinata e
congiunta volontà politica e sindacale, è possibile realizzare un sistema in grado di incrementare
l’occupazione nel settore del recupero di materie dai rifiuti urbani, in dimensioni tali da assicurare
un’alternativa seria, credibile e concreta agli attuali lavoratori della Scarlino Energia.
Comitato per il No all’Inceneritore di Scarlino
FONTE: www.noinceneritorediscarlino.org
comitato@noinceneritorediscarlino.org
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EVENTI 2
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