Inceneritore con pista da sci |
L'uscita del vice-ministro Salvini che, a sorpresa, fuori dal contratto con i 5 Stelle, ha rilanciato il salvifico ruolo dei termovalorizzatori per far
sparire i roghi di rifiuti bruciati all'aperto in Campania e le decine di incendi, più o meno
dolosi, di magazzini pieni di scarti differenziati,
ha seguito una studiata tempistica.
Nei prossimi giorni a Copenhagen si inaugurerà
un inceneritore con recupero energetico, di ultimissima generazione, la cui sicurezza è sottolineata dalla possibilità di sciarci sopra.
E il ministro multi-ruolo ha già annunciato che ci andrà, sci in spalla e in divisa da sciatore.
Dubitiamo che i selfie che il suo staff per la propaganda diffonderanno, per la gioia dei fan del capitano,
ci faranno ammirare il panorama intorno, che è quello che potete vedere nella foto che segue: in primo piano gli sciatori felici, sullo sfondo una selva di camini.
Il panorama ad ovest dell'inceneritore con pista da sci |
Isola di Amager. Il cerchio rosso localizza i depositi di ceneri. |
Se poi lo staff del primo ministro mandasse un drone ad esplorare i dintorni (il cerchio rosso nella foto sopra) potremmo ammirare quest'altro panorama: i grandi depositi di ceneri prodotte dalla combustione dei rifiuti, da sempre usate dai danesi per riempire il fondo delle loro autostrade.
Trasformare rifiuti urbani, al massimo puzzolenti, in rifiuti tossici a me non sembra una grande furbata.
A riguardo, posso fornire qualche dato sui nostri inceneritori, pardon, "termovalorizzatori": in media in
un chilo di ceneri pesanti prodotte dai nostri impianti si trovano 34 nanogrammi di diossine, in un chilo
di ceneri leggere, i nanogrammi di diossine salgono a , 311.
Per la cronaca, in un chilo di rifiuti nostrani inceneriti si trovano, in media, 2 nanogrammi di diossine.
Lascio ai miei lettori la valutazione di quanto sia furba la scelta di privilegiare la "termovalorizzazione" al riciclo.
E ritorniamo al termovalorizzatore con pista da sci: quanto gli costa?
Questa meraviglia ha richiesto 520 milioni di euro, a cui si devono aggiungere i costi di esercizio, di manutenzione e quelli per la inertizzazione e lo smaltimento delle ceneri.
Una bella cifra. che i danesi dovranno pagare producendo tutti i rifiuti che servono ad alimentare
l'impianto e questo per almeno 25 anni, quanti ne servono per ammortizzare l'investimento.
Con queste scelte, 27 inceneritori in funzione, i cittadini di Copenhagen e tutti i Danesi possono dare
un addio a serie politiche di riduzione dei rifiuti e di riciclo.
Ed è proprio cosi: un danese produce ogni anno 788 chili di scarti urbani, di cui il 54% è incenerito e il 42% riciclato, un vero record europeo.
Produzione e trattamenti di scarti urbani (2015) nei paesi membri dell'Unione Europea |
Noi italiani, con tutti i nostri difetti, di scarti ne produciamo quasi la metà (488 chili), di cui
ricicliamo il 47,5% ( meglio dei danesi) e se i
5 Stelle al governo riuscissero a realizzare quanto previsto nel contratto, ovvero estendere a tutto il
paese il sistema di raccolta "porta a porta " adottato
nel Trevigiano, con oltre il 65% di raccolta differenziata, potremmo certamente chiudere tutte
le discariche e dare un addio ai termovalorizzatori nostrani.
Per la cronaca è quello che ha deciso di fare la
regione Liguria, a guida forza Italia e Lega: nessun inceneritore, bocciati per i costi eccessivi, d
ifferenziata al 65% con il porta a porta, produzione di metano da immettere in rete dalle frazioni
organiche, massimo recupero di materiali da usare in nuove produzioni.
E questa scelta la possiamo fare proprio grazie al fatto che una decina di anni fa abbiamo bloccato un inceneritore ( anche lui su modello danese) sotto la Lanterna ( il faro simbolo della citta) e anche
perchè la grande discarica di Scarpino, alle spalle della città, finalmente Sima messa in regola e non
potrà più ricevere gli scarti indifferenziati.
Se poi anche Salvini, che ama gli italiani, volesse abolire l'anomalia tutta nazionale, di aver fatto
diventare per legge i nostri scarti una fonte di energia rinnovabile, gliene saremmo grati.
Questa norma, che la solita anonima manina ha introdotto quando abbiamo recepito una norma
europea per incentivare le energie rinnovabili, ci costa 300 milioni di euro all'anno, tanto vale il
regalo fatto ai gestori degli inceneritori nostrani.
Sono soldi pagati, a loro insaputa, da tutti gli italiani con la bolletta della luce, nella voce A3 delle
tasse a carico.
Andate a controllare, per avere un'idea di quanto vi costa mantenere una cinquantina di "termovalorizzatori".
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