di Simone Canettieri
L'epurazione non si è fatta attendere: espulsi gli otto consiglieri del Pd che hanno fatto cadere Sara Biagiotti, sindaco renzianissimo di Sesto Fiorentino.
Gli otto "reprobi" dem a luglio hanno prima proposto e poi votato la mozione di sfiducia che ha costretto il primo cittadino dell'ex Stalingrado toscana a lasciare.
A decidere le espulsioni, la commissione di garanzia del Pd metropolitano di Firenze, con tre voti favorevoli e due contrari. La decisione, viene spiegato dal partito, è dovuta alla «gravità del comportamento dei consiglieri» che hanno creato «un danno all'immagine del Pd».
Biagiotti non è una renziana qualsiasi perché ha accompagnato l'ascesa del premier fin dalle prime primarie con Maria Elena Boschi e Simona Bonafè.
Il provvedimento, spiega una nota diffusa dal partito, comporta «la cancellazione dall'anagrafe degli iscritti e dall'albo degli elettori di tutti e otto i consiglieri comunali, Diana Kapo, Antonio Sacconi, Giulio Mariani, Laura Busato, Gabriella Bruschi, Maurizio Ulivo Soldi, Aurelio Spera e Andrea Guarducci», che hanno promosso la mozione di sfiducia assieme a quattro consiglieri di Sel e ad uno del gruppo misto, fuoriuscito dal movimento cinque stelle. «Tutti i tentativi di conciliazione e mediazione messi in atto dalla segreteria metropolitana, di concerto con quella Regionale ed infine dal Commissario del Pd sestese, Lorenzo Becattini, sono stati tutti rifiutati da parte degli otto consiglieri», spiega la commissione.
Biagiotti, che è già pronta a ricandidarsi, ha commentato così la decisione: «Quello svolto dalla commissione dei garanti del Pd è stato un lavoro nel pieno rispetto delle regole. «Sono stati ascoltati tutti - ha detto - è stato un lavoro lungo due mesi e quindi i componenti sono arrivati a questa conclusione». Era stata la stessa Biagiotti, nei mesi scorsi, a invocare l'espulsione dal partito dei consiglieri dissidenti.
Gli otto "reprobi" dem a luglio hanno prima proposto e poi votato la mozione di sfiducia che ha costretto il primo cittadino dell'ex Stalingrado toscana a lasciare.
A decidere le espulsioni, la commissione di garanzia del Pd metropolitano di Firenze, con tre voti favorevoli e due contrari. La decisione, viene spiegato dal partito, è dovuta alla «gravità del comportamento dei consiglieri» che hanno creato «un danno all'immagine del Pd».
Biagiotti non è una renziana qualsiasi perché ha accompagnato l'ascesa del premier fin dalle prime primarie con Maria Elena Boschi e Simona Bonafè.
Il provvedimento, spiega una nota diffusa dal partito, comporta «la cancellazione dall'anagrafe degli iscritti e dall'albo degli elettori di tutti e otto i consiglieri comunali, Diana Kapo, Antonio Sacconi, Giulio Mariani, Laura Busato, Gabriella Bruschi, Maurizio Ulivo Soldi, Aurelio Spera e Andrea Guarducci», che hanno promosso la mozione di sfiducia assieme a quattro consiglieri di Sel e ad uno del gruppo misto, fuoriuscito dal movimento cinque stelle. «Tutti i tentativi di conciliazione e mediazione messi in atto dalla segreteria metropolitana, di concerto con quella Regionale ed infine dal Commissario del Pd sestese, Lorenzo Becattini, sono stati tutti rifiutati da parte degli otto consiglieri», spiega la commissione.
Biagiotti, che è già pronta a ricandidarsi, ha commentato così la decisione: «Quello svolto dalla commissione dei garanti del Pd è stato un lavoro nel pieno rispetto delle regole. «Sono stati ascoltati tutti - ha detto - è stato un lavoro lungo due mesi e quindi i componenti sono arrivati a questa conclusione». Era stata la stessa Biagiotti, nei mesi scorsi, a invocare l'espulsione dal partito dei consiglieri dissidenti.
Mercoledì 16 Settembre 2015
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