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sabato 3 ottobre 2015

CORRUZIONE ANAS: Il 5% per ogni appalto arrestati vertici Anas l'accusa è corruzione

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LA corruzione? 
Un sistema imbattibile e ineliminabile, secondo Francesco Mele, 37 anni, imprenditore rampante, titolare della En.Gen.Co, da ieri agli arresti domiciliari con i vertici dell'Anas Toscana: il direttore compartimentale Antonio Mazzeo, 50 anni, il direttore amministrativo Roberto Troccoli, 47 anni, e il capo area Nicola Cenci, 37 anni. Tutti accusati di corruzione. In una conversazione intercettata il 26 settembre 2014 Mele spiegava all'amico Giovanni Morello, gestore del ristorante "Il giro di Bacco" di Barberino di Mugello, che da quando sono stati intensificati i controlli anticorruzione «il costo di produzione è aumentato del 25-30%»: «Perché la corruzione è rimasta, anzi è aumentata perché se c'è un controllo del terzo, anche lui deve mangià».
Non calcolava, Mele, che qualche controllore non corrotto lo stava ascoltando. Sulle sue tracce erano da tempo gli investigatori della Polizia Stradale, del Corpo Forestale e della Polizia Giudiziaria. L'inchiesta, coordinata dai pm Giuseppina Mione e Giulio Monferini, ha scoperchiato «un altro collaudato sistema di corruzione» e «la messa a disposizione totale, il totale asservimento dei pubblici funzionari agli interessi del privato», ha detto il procuratore Giuseppe Creazzo. Secondo le accuse, Mele, che era praticamente di casa nella sede Anas di viale dei Mille (tant'è che la sorella gli dice «ormai ti daranno il posto»), suggeriva egli stesso i lavori da appaltare ai dirigenti Anas. I quali, sempre secondo le accuse, in cambio di tangenti pari al 5% dell'importo dei lavori, di pranzi, cene e vacanze, gli consentivano di predisporre i documenti di gara, di turbare gare di appalto, di eseguire lavori affidati ad altri, di chiedere revisioni in aumento dei prezzi. In alcuni casi Mele ha ottenuto appalti direttamente o in maniera occulta sfruttando lo stato di emergenza causato da calamità naturali. Ha lavorato sulla Tosco-Romagnola ostruita da una frana, sulla statale 325 Val di Bisenzio, sulla statale 62 della Cisa, sulla statale 67 al Girone, sulla statale 12, sull'Autopalio. Le gare d'appalto sospette sono molte di più, e oltre i 4 arrestati ci sono 24 indagati. Ieri sono state eseguite 70 perquisizioni. L'inchiesta prosegue. E c'è timore che il denaro finito in mazzette sia stato sottratto alla qualità dei lavori, visto che su molte strade la manutenzione difetta gravemente, con rischio di incidenti. «Il denaro che potrebbe essere usato per far bene le opere finisce invece nelle tasche di chi dovrebbe vigilare», è stato spiegato. Ieri l'Anas ha sostituito i dirigenti arrestati.

DI FRANCA SELVATICI

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