L’imprenditore arrestato istruiva la fidanzata su come si pagano
di Gigi Paoli
Firenze, 2 ottobre 2015 - Il corso s’intitola "come si pagano le tangenti" e Francesco Mele, l’imprenditore arrestato a Firenze assieme a tre dirigenti di Anas Toscana, fa la lezione per telefono alla sua fidanzata che gli rivela la possibilità di fare affari in Albania previa "bustarella": "Lo so che funziona così – argomenta Mele –, non ti preoccupare, solo che la questione è che incontrarlo e basta... Allora, io ci sono già stato all’estero quindi so come funziona ma alla prima... alla prima la bustarella non si porta mai. Prima mi dici cosa... io ti dico cosa posso fare e tu mi dici cosa puoi offrirmi. Alla seconda è perché tu hai qualche cosa da offrirmi e io ho qualcosa da darti. Funziona così, praticamente preferisco non incontrarlo un primo ministro che alla prima chiede... Solo dopo si valuta il sacchettino".
Il sacchettino era la tangente. Secondo la procura di Firenze, Mele si aggiudicava lavori stradali grazie a tangenti del 5% sull’ammontare degli appalti versate a tre dirigenti di Anas Toscana: il capo di compartimento Antonio Mazzeo, il capo servizio amministrativo Roberto Troccoli e il funzionario Nicola Cenci. Tutti e quattro ai domiciliari da 48 ore con l’accusa di corruzione.
Il giro di soldi era elevatissimo, strappato ad appalti che servivano a svolgere lavori in zone colpite da emergenze, come frane o alluvioni. Dice Mele dopo che un amico sottolinea come "il sistema c’è e devi pagare per lavorare tutti": "Hai capito quale è il motivo per cui io non ho mai smesso di lavorare in questi anni di crisi?". Lavorava così bene da poter annunciare al telefono con un creditore l’aggiudicazione della gara da tre milioni di euro per lavori sulla Ss 325 di Prato ancor prima che ci fosse l’ufficialità.
Nell’ordinanza di custodia, poi, c’è il paragrafo "Denaro preparato da Mele prima di una cena" in cui si descrive come prepari due mazzi da cinquemila euro prima di una cena con i due dirigenti Anas arrestati, Mazzeo e Troccoli. La sera del 10 giugno 2014, annotano gli investigatori del corpo forestale e della polizia stradale, viene intercettata una conversazione fra Mele e la sorella, avvenuta in auto. Si deduce che la donna ha portato con sé 13mila euro. "Me li devi separare – le dice Mele –. Cinque, cinque e la differenza è mia". Mele si cautela nei confronti della sorella e le dice: "Mai dire una cosa del genere al telefono". Poi prenota un tavolo in un ristorante per la sera successiva. Dalle intercettazioni emerge che "alla cena dell’11 giugno avrebbero partecipato, oltre a Mele, anche Mazzeo e Troccoli".
di Gigi Paoli
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